12/06/2020

La seconda ondata? Non è poi così scontata!

Maura Prianti
A cura di Maura Prianti
Pubblicato il 12/06/2020 Aggiornato il 12/06/2020

Molti sembrano convinti che in autunno finiremo di nuovo in lockdown a causa del Coronavirus. Eppure uno dei maggiori infettivologi non è tanto convinto che il Covid-19 torni più forte di prima. Speriamo che abbia ragione!

Coronavirus 2019-nCov novel coronavirus concept responsible for asian flu outbreak and coronaviruses influenza. Dangerous pandemic flu cases coronavirus strain microscope virus close up. 3d rendering

Abbiamo chiesto al professor Massimo Galli, primario del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, di spiegarci perché non è scontato che ci sia un ritorno dell’epidemia.

L’Istituto superiore di sanità ha dichiarato che ci sarà una seconda ondata. Non è d’accordo?

Se devo considerare questa affermazione come una certezza scientifica non la condivido, non ci sono le prove che per forza l’epidemia debba tornare. Se, invece, la interpretiamo come un monito per essere pronti nel caso dovesse accadere allora sono d’accordo.

Non ci sarà un’altra ondata perché il Coronavirus è più debole?

Il virus non è cambiato, si è modificata la malattia. Siamo nella coda dell’epidemia che è meno forte dell’inizio, grazie alle misure di contenimento che abbiamo messo in atto.

Eppure i suoi colleghi di Brescia hanno trovato una variante del virus meno aggressiva…

Intanto vorrei vedere la pubblicazione dello studio per capire bene che cosa sia stato trovato. Quello che so è che si tratta di un solo caso: troppo poco per parlare di una mutazione del virus.

Che cosa succederà ora che si è tornati a viaggiare “liberamente”?

Sarà ancora più importante rispettare le norme igieniche, come lavarsi le mani, evitare i luoghi affollati soprattutto se al chiuso e isolare subito i positivi per evitare focolai e impedire che il virus ricominci a diffondersi “sotto traccia”, come è successo in Lombardia.

Perché ci sono stati dei Paesi, come la Grecia, quasi ignorati dal Covid-19, mentre noi siamo stati massacrati?

La Grecia è quasi disabitata rispetto alla Lombardia o al Veneto. Le persone, inoltre, vivono normalmente molto all’aperto. Anche Atene, dove la densità abitativa è maggiore, non è paragonabile per scambi commerciali e attività lavorative con l’estero con Milano o altre città del Nord Italia. Inoltre, la Grecia ha chiuso subito i suoi confini e messo in atto tutte le misure di contenimento, appena ha saputo dei casi italiani. Noi siamo stati gli apripista e abbiamo pagato un forte tributo per non sapere nulla del nuovo virus.

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