19/10/2018

Staminali per riparare il cuore: il futuro è già qui

Dottor Giulio Pompilio Pubblicato il 19/10/2018 Aggiornato il 25/10/2018

Al Centro cardiologico Monzino di Milano si effettua il trattamento con le cellule staminali sulle persone con gravi cardiopatie, che non possono ricevere le cure tradizionali.

Una domanda di: Fabiana
E’ vero che con le cellule staminali si potrà riparare il tessuto cardiaco (cuore) danneggiato dall’infarto? Tempo fa avevo letto qualcosa al riguardo ama poi non se ne era più parlato (almeno mi sembra). Grazie!
Dottor Giulio Pompilio
Dottor Giulio Pompilio

Le cellule staminali sono le cellule da cui originano tutte le altre. Ne esistono di due tipi oggi utilizzabili in terapia: “specifiche”, ad esempio residenti in un determinato organo, come il cuore, e capaci di raggiungere la maturazione e moltiplicarsi solo ed esclusivamente diventando identiche alle cellule di quello stesso organo e le staminali “pluripotenti” che chiameremo “trasformiste” perché in grado di differenziarsi in vari tessuti. Per curare le gravi malattie cardiache si introducono nel cuore cellule staminali pluripotenti, mentre per controllare l’infarto oltre a questo sarà possibile utilizzare farmaci che agiscono sulle staminali già presenti nell’organismo, per migliorare i loro effetti benefici.
Attualmente per la cura delle patologie cardiache croniche più gravi, come lo scompenso cardiaco o l’ischemia refrattaria, possediamo già risultati piuttosto incoraggianti, ottenuti effettuando il trattamento sperimentale su migliaia di pazienti. Per quanto riguarda l’infarto acuto, i risultati sono meno buoni. A questo proposito sappiamo però che le staminali sono per così dire “intelligenti” e che quando, in seguito all’infarto, il tessuto cardiaco muore si mobilitano, partendo dal midollo osseo, per raggiungere il cuore allo scopo di ripararne il danno. E’ possibile che in futuro per fronteggiare l’infarto si riveli utile sia utilizzare farmaci, alcuni già disponibili, capaci di potenziare la migrazione della staminali dal midollo osseo al cuore, sia iniettare direttamente nel cuore molecole derivate dalle staminali.
Le staminali che oggi utilizziamo per le forme gravi di cardiopatia vengono selezionate dal midollo osseo che preleviamo dal paziente stesso. Una volta introdotti nel cuore, questi precursori cellulari crescono e assumono le stesse caratteristiche delle cellule che costituiscono il tessuto cardiaco, contribuendo in maniera sostanziale ai processi riparativi della microcircolazione sanguigna. In genere il prelievo viene effettuato dalla cresta iliaca, che è la parte sporgente anteriore del bacino.
La nostra ricerca, come del resto quella condotta in molti centri in tutto il mondo, mira a metetre a punto metodiche che consentano l’impiego di cellule staminali specifiche, cioè prelevate dal cuore. Per il momento la sperimentazione è stata effettuata sugli animali su cui, peraltro, ha dato buoni esiti. I primi passi sull’uomo sono anch’essi incoraggianti.
Il prelievo del tessuto cardiaco, da cui selezionare le staminali specifiche, può essere effettuato su chi deve essere operato al cuore, nel corso dell’intervento chirurgico quindi non impone un intervento a parte. Di conseguenza quando sarà usato su ampia scala non richiederà procedure invasive ad hoc. Un’altra possibilità è quella di utilizzare cellule da donatori, come nei trapianti di midollo. Per quanto riguarda il modo con cui le cellule staminali prelevate dal midollo vengono veicolate nel cuore dei cardiopatici gravi, si impiega una tecnica senza tagli che ci permette con speciali cateteri di iniettare le staminali direttamente nel cuore dall’interno, passando attraverso le grandi arterie, come l’aorta.
Per quanto riguarda gli effetti prodotti, le staminali rilasciano dei fattori che vanno a formare piccoli vasi sanguigni che migliorano l’irrorazione e quindi l’ossigenazione del muscolo cardiaco in pazienti che non possono più ricevere le cure tradizionali, come l’angioplastica o il bypass. In pratica, creano minuscoli bypass naturali all’interno del cuore sofferente. Questo significa che le persone colpite da una grave forma di cardiopatia ischemica trattate con le staminali possono ottenere un sensibile miglioramento dei sintomi anginosi (per esempio, forti dolori al petto).
Le staminali comunque probabilmente non sono destinate, neppure in futuro, a sostituire le altre terapie, visto che le cure di cui oggi disponiamo sono molto efficaci e non stiamo certo lavorando per competere con esse. L’applicazione delle staminali deve e dovrà essere considerata, cioè, un incremento delle possibilità terapeutiche e non un mezzo per soppiantare del tutto le cure tradizionali. Va però sottolineato che attualmente esiste una categoria di pazienti, i cardiopatici gravi, su cui dal punto di vista strettamente terapeutico non c’è più nulla da fare: ecco l’impiego delle staminali in futuro potrà essere la grande risorsa per queste persone ed è su questo obiettivo che ci stiamo concentrando.
Attualmente possono usufruire della nuova cura con staminali le persone con una cardiopatia refrattaria, cioè non altrimenti curabile, che non possono più trarre alcun giovamento dai trattamenti tradizionali e che hanno il cuore sofferente per mancanza di adeguata irrorazione sanguigna. L’unico centro Italia attualmente abilitato a praticare queste terapie è il Centro Cardiologico Monzino di Milano: chi fosse interessato a chiedere una valutazione per eventualmente effettuare il trattamento con le cellule staminali può chiamare lo 02-58002027. Con cordialità.

Il parere dei nostri specialisti ha uno scopo puramente informativo e non può in nessun caso sostituirsi alla visita specialistica o al rapporto diretto con il medico curante. I nostri specialisti mettono a disposizione le loro conoscenze scientifiche a titolo gratuito, per contribuire alla diffusione di notizie mediche corrette e aggiornate.


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