30/01/2019

Eczema, cortisone e rischio di sensibilizzazione

Professor Paolo Pigatto Pubblicato il 30/01/2019 Aggiornato il 30/01/2019

Quando è necessario controllare per anni un eczema con i farmaci, può essere opportuno alternare il cortisone con altri principi attivi. Così diminuisce il rischio di sensibilizzazione.

Una domanda di: Marina
Caro dottore,

soffro da sempre di eczemi con andamento altalenante. A volte mi vengono sui polpacci, altre sul pube, altre ancora intorno ai gomiti. Ho 38 anni e questa storia va avanti praticamente da sempre.

Ma adesso sta succedendo una cosa molto brutta: l’eczema mi compare nell’orecchio, nel padiglione auricolare. Del tutto casualmente trovato una pomata all’idrocortisone + antibiotico (impetex) che fa passare lo sfogo ma mi chiedo: quanto potrò andare avanti così? Cioè utilizza da sempre grandi dosi di cortisone, cosa significa “rischio di sensibilizzazione”? Come si manifesta? Mi aiuti, la prego.

Professor Paolo Pigatto
Professor Paolo Pigatto

Cara signora,
l’uso improprio ed eccessivo di pomate a base di cortisone, anche se raramente, può determinare il fenomeno della sensibilizzazione, caratterizzato dal peggioramento della manifestazione cutanea ogni volta che vi si applica il preparato. In realtà, il problema, oltre che poco frequente, non è quasi mai determinato dall’idrocortisone, ma piuttosto da altre molecole come, per esempio, la budesonide. In ogni caso, quando è necessario controllare un eczema che non si risolve e che quindi richiede l’uso di farmaci per lunghissimi periodi (anni addirittura) può essere conveniente alternare ai cortisonici un farmaco della categoria degli immunomodulatori topici (TIM) . Spetta comunque allo specialista che la sta seguendo valutare l’opportunità di impiegarlo e poi, eventualmente, di prescriverglielo.
Con cordialità.

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