17/10/2018

Carni rosse e tumore: relazione percolosa?

Professor Filippo De Braud Pubblicato il 17/10/2018 Aggiornato il 25/10/2018

La carne rossa va assunta con molta parsimonia. Specialmente se lavorata, come quella degli insaccati, perché il rischio di tumore è alto.

Una domanda di: Cinzia
Caro professore,
scusi se la disturbo con una domanda che forse le apparirà sciocca, ma vorrei sapere da una fonte realmente autorevole quanto c’è di vero nella teoria secondo cui la carne è cancerogena. E se del vero c’è, per quale ragione? E’ legata ai processi putrefattivi della carne che dopo l’ingestione per forza di verificano nel nostro stomaco e nel nostro intestino? E, nel caso, quali tumori favorirebbe la carne?
La ringrazio moltissimo.

 

Professor Filippo De Braud
Professor Filippo De Braud

Gentile Cinzia,
che le carni rosse fossero potenzialmente cancerogene era noto ma è stato portato alla ribalta da una pubblicazione dell’OMS su Lancet Oncology del 2015 che traeva le sue conclusioni dall’analisi di numerosi studi epidemiologici in cui il consumo di carni rosse e di carni lavorate si associava all’aumento rischio di cancro. Per essere precisi sono le carni lavorate (es. insaccati, salumi) che hanno maggiori evidenze di essere “cancerogene” e, infatti, sono classificate nella stessa categoria di fumo e alcool.
Le carni rosse sono classificate in una categoria di rischio inferiore e dal momento che è un alimento ricco di proteine e sali minerali, importanti per la nostra dieta, il problema deve essere affrontato cercando di limitarne la quantità e associare una dieta varia che includa altri tipi di carne e sia e ricca di frutta, verdura e cereali.
I tumori per cui le carni rosse sono considerate un fattore di rischio sono quelli del tratto gastrointestinale.
Il meccanismo per cui questo avviene non è certo. Ci sono ipotesia favore del fatto che le carni rosse inducano un cambiamento della flora batterica intestinale, favorendo popolazioni di batteri che producono sostanze cancerogene. Invece è certo il ruolo dei conservanti e del tipo di cottura come elementi cancerogeni. Questa è la ragione per cui le carni lavorate e la cottura alla brace o sulla piastra sono sconsigliate.
In sintesi: le carni rosse non sono da evitare ma da consumare in quantità moderata ( max 500 grammi a settimana) evitando le cottura alla brace e alla piastra, associando una dieta varia, ricca di frutta ,verdura e cereali. Per quanto riguarda le carni lavorate il consumo deve essere ancora più contenuto (circa 50 gr/settimana) e si deve avere l’accortezza di cercare la qualità.
Le regole suggerite dall’ OMS sono riferite all’Europa ma non c’è dubbio che in Italia abbiamo un livello di qualità e di controllo sul cibo superiore al resto di Europa.

Il parere dei nostri specialisti ha uno scopo puramente informativo e non può in nessun caso sostituirsi alla visita specialistica o al rapporto diretto con il medico curante. I nostri specialisti mettono a disposizione le loro conoscenze scientifiche a titolo gratuito, per contribuire alla diffusione di notizie mediche corrette e aggiornate.


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