23/10/2017

Mal di testa da weekend

Cosa è, come si manifesta, i sintomi e le cause, le possibili cure e la prevenzione di questa tipologia di mal di testa

Il cosiddetto mal di testa del fine settimana compare alla fine di un periodo di intenso lavoro, quando la tensione si allenta in vista del riposo del weekend. Non esistono ancora dati statistici che confermino l’incidenza di questo tipo di cefalea, ma sembra che il disturbo colpisca più gli uomini che le donne. Gli specialisti hanno inoltre notato che riguarda quasi sempre persone adulte, con un lavoro impegnativo e una vita famigliare e sociale soddisfacente.

I sintomi più comuni

Si manifesta con un dolore intenso, associato a senso di nausea e, a volte, a vomito e vertigini, sintomi che iniziano a manifestarsi generalmente già il venerdì sera o il sabato mattina, per raggiungere le punte massime la domenica sera.

I sintomi sono in ogni caso di tipo emicranico: il dolore, acuto e pulsante, infatti, di solito è localizzato su una metà della fronte ed è più intenso in corrispondenza dell’occhio e della tempia. 
A volte, poi, oltre a nausea, vomito e vertigini, può comparire intolleranza alla luce e insofferenza per i rumori e i suoni, che vengono avvertiti come amplificati. 
Tutti i sintomi normalmente scompaiono il lunedì mattina, quando ci si sveglia per recarsi al lavoro.


Le cause più probabili

Si tratta di un disturbo che attende ancora di essere studiato in modo approfondito. Al momento, è possibile soltanto avanzare alcune ipotesi per tentare di spiegare perché il dolore compaia non appena si smette di lavorare. La causa con ogni probabilità va ricercata nel cambiamento delle abitudini di vita del fine settimana: nel week end, infatti, capita spesso di andare a letto alle ore piccole, alzarsi tardi, concedersi pennichelle pomeridiane, variare gli orari e la qualità dei pasti.

Questi mutamenti modificano l’abituale ritmo sonno-veglia, che a sua volta incide sulla secrezione dell’adrenalina. 
L’adrenalina è un ormone che fa sentire attivi, con i sensi “all’erta” nelle situazioni di stress e di impegno più intenso, che regola la percezione del dolore e della fatica: è anche per questo motivo che, anche quando si è sotto tensione, difficilmente si avverte mal di testa.

Quando si interrompe il lavoro per la pausa del fine settimana, si modifica il bioritmo abituale: l’adrenalina viene prodotta in minori quantità, ma la tensione accumulata, che provoca dilatazione dei vasi sanguigni, non cala e viene quindi avvertita tutta insieme, sotto forma di mal di testa.

Come si affronta

Il mal di testa del fine settimana è dovuto a una variazione delle abitudini, quindi per evitarlo è importante mantenere il più possibile un ritmo di vita regolare tra i giorni lavorativi e quelli di riposo. Questo equivale a:

– non modificare troppo l’orario dedicato al riposo notturno;

– non alzarsi tardi, se si è abituati a svegliarsi ogni giorno alle sette;

– non trascorrere troppe ore davanti alla televisione.

Può essere utile, invece:

– dedicarsi a qualche hobby che occupi la mente in pieno relax;

– praticare uno sport che rilassi e aiuti a scaricare le tensioni: nuoto, tennis, bicicletta, tutto va bene purché ci si applichi non soltanto nel week end, ma durante l’intera settimana;

– evitare il sonnellino pomeridiano poiché contribuisce a modificare ulteriormente il ritmo sonno-veglia.

La cura e la prevenzione

La cura con i farmaci è il sistema migliore per affrontare il mal di testa da fine settimana. Esistono alcuni principi attivi in grado di stroncare l’attacco e far sentire meglio nel giro di pochi minuti, altri che possono essere assunti come terapia preventiva, cioè mirata a evitare che la cefalea si ripresenti.

L’importante è scegliere i rimedi giusti e sempre sotto stretto controllo del medico. Gli antidolorifici possono essere utili soprattutto se il dolore non è molto forte, facendo attenzione a non abusarne.

I farmaci specifici

Si tratta dei triptani (nomi commerciali: sumatriptan, zolmitriptan, eletriptan, rizatriptina, almotriptan, frovatriptan) sono studiati per combattere la cefalea.

Questi principi attivi agiscono sui meccanismi che causano la cefalea: intervengono cioè sull’attività della serotonina, il neurotrasmettitore responsabile del restringimento e della dilatazione dei vasi sanguigni del cervello.

Sono disponibili in varie formulazioni (compresse anche quelle a dissolvimento rapido, iniezione sottocute, supposte, spray nasale) e spesso fanno sparire il mal di testa nel giro di 15-30 minuti.
I triptani possono essere assunti soltanto dietro prescrizione medica: in alcuni casi, infatti, possono provocare effetti collaterali come nausea, vomito, vertigini e senso di oppressione al torace. Non sono inoltre indicati per le persone che soffrono di ipertensione o di malattie vascolari in generale.

I trattamenti di profilassi

Per evitare che la cefalea si ripresenti si può ricorrere a trattamenti di profilassi, cioè preventivi, utili per evitare che il mal di testa si ripresenti. Queste terapie devono essere iniziate soltanto se gli attacchi sono davvero forti, frequenti e di lunga durata: vanno effettuate sotto stretto controllo medico e si deve proseguire per alcuni giorni, prima che si ottengano risultati.

Ci sono varie possibilità di cura:

- i betabloccanti (a base di propranololo, metoprololo e simili), che agiscono nella modulazione dei neurotrasmettitori cerebrali. Sono molto efficaci e permettono di raggiungere buoni risultati nelle varie forme di cefalea, compresa quella del week end. Non possono però essere somministrati ai diabetici, a chi soffre di asma e a chi ha problemi cardiocircolatori;

– i calcioantagonisti, a base di flunarizina o cinnarizina che, interferendo sui meccanismi di utilizzo del calcio, agiscono su arterie, vene e capillari evitando la vasodilatazione. Gli specialisti preferiscono non somministrarli alle persone anziane, poiché possono avere effetti collaterali come depressione e difficoltà nei movimenti.