23/10/2017

Diagnosi del mal di testa

Lo screening, gli esami da effettuare e quando rivolgersi agli specialisti per diagnosticare le differenti forme di mal di testa

Molte persone tendono a sottovalutare il problema. Nelle fasi iniziali si autoconvincono che si tratti di un disturbo talmente comune da non meritare attenzione. E se le crisi continuano si rassegnano, pensando di essere predisposti al mal di testa e di non poterci fare nulla.

Questo spiega perché, secondo le statistiche, almeno la metà delle persone con mal di testa non si è mai rivolta al medico per una diagnosi corretta. Invece, il consulto del medico è fondamentale per una gestione adeguata del problema.

Il colloquio con il medico

Per diagnosticare il mal di testa e per poterlo classificare, si procede innanzitutto con l’anamnesi, ossia il colloquio approfondito fra il medico e il paziente. Lo scopo è ricostruire la storia clinica famigliare e personale di quest’ultimo.

In pratica, il medico chiede alla persona di descrivere i sintomi di cui soffre, il tipo, l’intensità e la sede del dolore avvertito, la frequenza degli attacchi, eventuali disturbi associati. Inoltre, indaga sulla presenza in famiglia di altri soggetti sofferenti di cefalea. Il soggetto deve essere il più preciso possibile e fornire tanti dettagli, in modo da aiutare il medico a porre una diagnosi corretta. Le informazioni raccolte permettono di fare una prima distinzione fra i vari tipi di cefalea, stabilendo di quale tipologia soffre la persona, il modo in cui si manifesta, la sua frequenza.

La visita

In genere, dopo l’anamnesi, il medico procede con una visita, allo scopo di chiarire meglio la situazione e di iniziare a indagare sulle cause e i fattori scatenanti della cefalea. Controlla quindi alcuni parametri, come la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca, ed esamina determinate strutture, come i seni paranasali, i muscoli cervicali, l’articolazione temporo-mandibolare.

Inoltre, esegue un esame obiettivo neurologico completo, per valutare le funzioni motorie, sensoriali, cerebrali, cognitive, visive ed escludere la presenza di altre malattie. Per esempio, verifica lo stato di coscienza, la salute dell’occhio, il controllo dei movimenti, il linguaggio.

Il diario del mal di testa

Durante la visita, in genere, il medico consiglia alla persona di tenere una sorta di “diario del mal di testa” dove annotare, ogni volta che soffre di una crisi, le attività svolte, i cibi consumati, i farmaci presi, i fattori ai quali si è esposta nelle ore precedenti. In questo modo è possibile controllare come si sono svolte le giornate in cui sono comparsi gli episodi dolorosi, individuando con più facilità i fattori predisponenti. È utile anche annotare i sintomi avvertiti più frequentemente prima o durante le crisi dolorose, sia per aiutare il medico a inquadrare meglio la situazione sia per capire se i disturbi sono più accentuati in determinate situazioni.

Grazie al diario si può monitorare l’andamento del proprio mal di testa nel tempo e verificare l’efficacia di eventuali cure.

Come compilarlo

Ecco, nel dettaglio, quali sono le informazioni essenziali che devono comparire nel diario:

– la descrizione del dolore avvertito: tipologia, localizzazione, intensità, durata, frequenza;

– la presenza di altri sintomi concomitanti;

– la dieta: cosa e quanto si è mangiato e bevuto prima di accusare il mal di testa (fino a sei-sette ore prima);

– i fattori fisici: specificare se il dolore compare dopo uno sforzo fisico o dopo aver tenuto per lungo tempo una particolare postura;

– i fattori emotivi: annotando se si è sotto stress o si stanno attraversando momenti di ansia o depressione;

– i fattori ambientali: per esempio, scrivere, se la cefalea è comparsa dopo aver soggiornato in stanze poco arieggiate o dopo una passeggiata in vie trafficate o dopo una gita in montagna e così via;

– i fattori meteorologici: specificare se il dolore compare in seguito all’esposizione a determinate condizioni climatiche o all’arrivo di perturbazioni;

– i fattori ormonali: le donne devono prestare attenzione al periodo in cui compare il mal di testa;

– i farmaci assunti: riportare il nome o la categoria di appartenenza dei farmaci eventualmente usati, gli effetti ottenuti, la durata della somministrazione.

Gli esami di approfondimento

In determinati casi, e quando esiste il sospetto di una forma di tipo secondario (cioè che potrebbe dipendere da un’altra malattia), il medico può richiedere alcuni esami strumentali, come la radiografia del cranio e della colonna cervicale, l’elettroencefalogramma (specie in età pediatrica) e la risonanza magnetica cerebrale. Non si tratta dunque si esami di routine, ma di approfondimenti che possono essere richiesti sulla base del sospetto clinico.

La radiografia

I raggi X permettono di visualizzare le condizioni di salute delle parti dure della scatola cranica (le ossa) e delle vertebre del collo. La lastra è utile a escludere eventuali sinusiti, che sull’immagine radiografica si presentano come una opacizzazione delle cavità paranasali, e problemi vertebrali che possono dare luogo a mal di testa.

Non è necessaria alcuna preparazione particolare: si tratta di un esame sicuro, perché le apparecchiature che vengono utilizzate oggi emettono una dose di raggi molto inferiori rispetto a una volta. 
 Non può essere fatto in caso di gravidanza.

L’elettroencefalogramma

Serve a valutare l’attività elettrica del cervello, per capire se avviene in modo regolare. Non è un esame di prima scelta per la diagnosi di cefalea, ma può essere utile in casi particolari, per esempio nella diagnosi differenziale di sintomi di aura o fenomeni epilettici.
L’elettroencefalogramma non è fastidioso, doloroso o invasivo, quindi può essere effettuato da chiunque. Il principio è simile a quello dell’elettrocardiogramma che analizza il cuore: si applicano alcuni elettrodi al cuoio capelluto, per registrare gli impulsi elettrici prodotti dal cervello e inviarli a un’apparecchiatura che li interpreta e li trascrive.
La persona può stare in posizione seduta o semi-sdraiata. Nel corso dell’esame, l’operatore suggerisce particolari comportamenti, in modo che si possano registrare le reazioni del cervello. Per esempio, potrà chiedere di effettuare respiri profondi o accendere una luce particolarmente intensa o intermittente e così via. Il tutto dura circa una ventina di minuti. 
Il risultato può anche essere riferito nel corso dell’esame perché l’operatore vede direttamente il tracciato.
Un particolare tipo di elettroencefalogramma, la polisonnografia notturna, è invece utile nelle forme di cefalea legate al sonno per valutare la presenza o meno di disturbi specifici del riposo notturno, come russamento o apnee.

La Tc

 o Tac

La tomografia computerizzata (Tc o Tac) è un esame radiologico utile in caso di cefalea perché permette di escludere forme di cefalea secondarie dovute per esempio a sinusiti croniche, otiti, tumori, emorragie cerebrali o ictus. 
Con la Tc si possono scoprire molti problemi del cervello: tumori, ascessi, ischemie, esiti di traumi. Inoltre, si può vedere l’infiammazione dei seni paranasali (dalla quale può dipendere, a volte, il mal di testa).
Per eseguire l’esame, la persona si sdraia su un lettino, che viene fatto scorrere orizzontalmente, fino a passare attraverso una sorta di anello che, ruotando ad altissima velocità, emette raggi X che attraversano il corpo (in questo caso, la testa). 
I raggi sono “raccolti” dal sistema computerizzato di cui è dotato il macchinario e trasformati in dati numerici, quindi in immagini. Il tutto ha una durata variabile da 10 a 20 minuti. Per rendere l’esame ancora più preciso può essere necessaria l’inoculazione di un mezzo di contrasto. 
La Tc non può essere effettuata dalle donne in gravidanza e da chi ha seri problemi di claustrofobia.

La Risonanza magnetica

Serve ad analizzare le immagini ottenute attraverso l’impiego di un campo magnetico. La parte del corpo da analizzare viene posta tra due “calamite” che producono modificazioni dei campi magnetici naturalmente presenti nell’organismo e, quindi, anche nelle strutture del cervello. La macchina registra i dati raccolti, li rielabora e li trasforma in immagini altamente precise.

La persona che effettua l’esame (distesa su un lettino che viene introdotto nel macchinario) deve indossare una sorta di copricapo che registra le variazioni dei campi magnetici e in caso di problemi dà risultati alterati. L’esame dura da una ventina di minuti a un’ora o più, a seconda delle zone del corpo da esaminare. È possibile far ascoltare musica per alleviare la tensione, perché il macchinario produce vibrazioni rumorose e (a meno che non si disponga di apparecchiature di ultima generazione) e si è introdotti in un ambiente ristretto, che può causare problemi di claustrofobia.

La Rm è un esame molto preciso che permette di vedere bene all’interno del cranio: fornisce infatti una chiara immagine di strutture che non si riescono a individuare in altri modi, come le meningi o i nervi cranici, tra cui il trigemino. Può anche essere effettuata insieme con la Tc, per avere un’indagine ancora più approfondita del cervello.

L’angio-Tc e l’angio-Rm

Sono esami basati sugli stessi principi della tomografia computerizzata (Tc) e della risonanza magnetica (Rm), che però utilizzano un metodo di rilevazioni software che visualizza in modo selettivo le arterie e le vene del cervello, che, in alcuni casi di cefalea, possono avere delle alterazioni o anomalie.

Si eseguono come la Tc e la Rm, ossia introducendo la persona sdraiata in un apposito macchinario. L’angio-Tc va eseguita con mezzo di contrasto, l’angio-Rm anche senza. Entrambe possono dare gli stessi problemi della Tc e della Rm, ossia causare claustrofobia o allergia a un eventuale mezzo di contrasto. L’angio-Tc è sconsigliata alle donne in gravidanza.

Quando rivolgersi ai centri specialistici

La persona che soffre di mal di testa dovrebbe rivolgersi in prima battuta al proprio medico di base, che pone una prima diagnosi e decide come comportarsi. In genere, se la situazione non è particolarmente complessa, si occuperà lui stesso di prescrivere trattamenti e dare consigli.
Nei casi dubbi o seri, il medico potrà inviare il paziente all’attenzione dello specialista neurologo o a un Centro cefalee.