15/01/2018

Cause e sintomi della depressione

Sebbene molti tendano a utilizzare comunemente il termine depressione, pochi conoscono esattamente le caratteristiche di questa malattia e le sue manifestazioni. Invece, la prima strategia per proteggere se stessi e i propri cari consiste nel saper riconoscere i campanelli di allarme e i fattori scatenanti.

Che cosa succede nel cervello

Ancora oggi, non si conoscono completamente i meccanismi alla base della malattia. Quel che è certo è che nel cervello della persona depressa si verifica tutta una serie di modificazioni, che determinano le manifestazioni tipiche del disturbo.

Una delle alterazioni principali è rappresentata dalla compromissione del funzionamento dei sistemi della serotonina, della noradrenalina, della dopamina e dell’acetilcolina: si tratta di quattro neurotrasmettitori (sostanze chimiche prodotte da alcune cellule del cervello che permettono la trasmissione degli impulsi nervosi) che esercitano una funzione chiave nei meccanismi che regolano il tono dell’umore, la capacità di reagire alle situazioni e il rapporto con il mondo esterno. Per esempio, si verifica spesso un calo della noradrenalina che, a sua volta, diminuisce la capacità di prendere iniziative, e della serotonina, che contribuisce al peggioramento del sonno e dell’interazione con gli altri.

In molti casi è presente anche un’atrofia iniziale del lobo frontale, un’area del cervello dalla quale dipendono funzioni complesse, come l’attenzione e il comportamento, e che ha il compito di far reagire con prontezza di fronte alle situazioni di crisi.

Una maggiore vulnerabilità alle emozioni

Può inoltre subentrare un’alterazione delle aree che controllano i meccanismi di filtro rispetto agli stimoli emotivi. Occorre sapere che tutti noi possediamo una sorta di filtro che ci protegge dai sentimenti più negativi, regolando la partecipazione emotiva agli stimoli esterni e interni.

Grazie a questo, riusciamo a non soffermarci troppo sulle situazioni che generano sofferenza e a dirottare l’attenzione sugli eventi piacevoli e le cose gioiose.

Ebbene, nelle persone depresse le aree del cervello che controllano questo filtro non funzionano correttamente, per cui non avviene questa sorta di scrematura emotiva: ecco perché questi soggetti vedono tutto negativo.

I fattori scatenanti

Ma da che cosa dipendono queste modificazioni cerebrali? Anche sulle cause e i fattori di rischio della depressione non esistono ancora certezze assolute, sebbene negli ultimi anni sia stata fatta chiarezza su molti aspetti.

Sicuramente, esiste una predisposizione di base: è innegabile che alcune persone siano più suscettibili di altre. Quasi sicuramente, questa predisposizione è determinata geneticamente ed è ereditaria: lo dimostra il fatto che spesso più membri della stessa famiglia sviluppano la depressione.

Tuttavia, non tutti coloro che presentano una costituzione sfavorevole finiscono necessariamente con l’ammalarsi. A fare da ago della bilancia sono i fattori ambientali: la persona predisposta cioè manifesta la depressione solo se nel corso della sua vita entra in relazione con uno o più elementi scatenanti. Al momento se ne conoscono solo alcuni. Secondo gli esperti, attualmente le cause più probabili di depressione sono:

la scarsa esposizione alla luce solare. In effetti, in presenza della luce l’organismo secerne la serotonina, una sostanza che migliora l’umore, regola l’appetito e il piacere, mentre in presenza del buio produce la melatonina, che accentua il bisogno di riposo;

lo scollamento fra ritmi sociali e ritmi naturali: secondo evidenze sempre più numerose quanto più ci si allontana dai ritmi di vita naturali tanto più aumentano le probabilità di ammalarsi;

esperienze passate dolorose o stressanti (soprattutto quelle infantili): gli individui che hanno dovuto affrontare situazioni molto intense dal punto di vista emotivo hanno una vulnerabilità maggiore;

relazioni sociali e lavorative poco appaganti: un soggetto è più a rischio se non ha una rete di amici e conoscenti che lo supporta e lo fa sentire amato e non può contare su un lavoro soddisfacente;

un riposo insufficiente: è stato dimostrato che un sonno breve e disturbato può rappresentare un importante fattore di rischio per la comparsa e il perdurare di problemi depressivi;

determinati tratti caratteriali e psicologici: sono più a rischio gli individui che fanno fatica a far valere le proprie opinioni, che entrano facilmente in crisi in caso di tensione, soffrono di cali di energia. È predisposto anche chi è introverso, teso e timido; chi presenta un’accentuata sensibilità o tende a preoccuparsi per un nonnulla, e infine chi soffre di dipendenza interpersonale;

un luogo di residenza sfavorevole: il rischio di essere soggetti alla patologia cresce mano a mano che ci si allontana dall’equatore e, dunque, dalla suddivisione ideale fra ore di luce e ore di sole (all’equatore si hanno sempre 12 ore di sole e 12 di buio);

l’abuso di alcol, droghe e farmaci: si tratta di comportamenti considerati ad alto rischio.

Più a rischio le donne

La depressione è considerata una malattia prettamente femminile. Infatti, colpisce più le donne degli uomini, con un rapporto di 3-4 a 1. Per quali ragioni?

Sicuramente un peso importante è ricoperto dall’oscillazione degli ormoni steroidei, che influenzano l’attività dei neurotrasmettitori: negli uomini, infatti, il loro livello rimane pressoché costante per tutta la vita, nelle donne invece cambia continuamente sia nel corso del mese (per il ciclo mestruale) sia nelle diverse epoche della vita. Momenti particolarmente a rischio sono infatti la gravidanza e il post parto.

Fortunatamente in molti casi si tratta di sindromi isolate: le donne cioè non hanno nuovi episodi di depressione, se non con una nuova gravidanza.

Sembra, inoltre, che certe strutture del cervello femminile siano conformate in maniera tale da essere più facilmente esposte alle anomalie che possono causare la depressione.

Infine, un ruolo molto importante è rivestito dai fattori psicosociali: le donne, in genere, sono più sensibili, sono un punto di riferimento per tutta la famiglia, hanno meno opportunità sul lavoro. Sono tutti fattori che possono renderle più vulnerabili.

Le manifestazioni più comuni

Indipendentemente dalle cause scatenanti, la depressione si caratterizza per la comparsa di una serie di disturbi psichici e fisici, che possono essere presenti contemporaneamente oppure no.

A livello psicologico, il soggetto depresso, in genere, si riconosce perché ha un tono dell’umore molto basso, non prova più piacere nel fare le attività che l’hanno sempre appassionato, è apatico, ha meno interessi, è irritabile, è abbattuto, non ha più speranze, piange spesso. Inoltre, si sente inutile ed è pervaso dai sensi di colpa e dall’angoscia, pensa di valere poco. Ai suoi occhi la vita perde ogni attrattiva e comporta solo dolore.

A livello fisico possono comparire sintomi come stanchezza eccessiva, disturbi del sonno, incapacità a svolgere le normali attività, calo dell’appetito e del desiderio sessuale, rallentamento o, al contrario, irrequietezza e agitazione motoria.

Non bisogna dimenticare nemmeno i disturbi cognitivi, fra cui riduzione della concentrazione, dell’attenzione e della memoria di lavoro, la tendenza a procrastinare le decisioni, l’incapacità di attuare strategie di “problem solving” sia in contesti banali che più complessi.

Raramente la depressione è l’unica problematica manifestata dalla persona: spesso si associa ad altri disturbi, come attacchi di panico, ipocondria, disturbi della condotta alimentare, disturbi ossessivo- compulsivi, malattie croniche (come diabete).

Che cosa succede nel disturbo bipolare

Nella depressione bipolare le manifestazioni depressive sopra descritte si concentrano solo in alcuni periodi e si alternano alle fasi maniacali, in cui la persona ha un tono dell’umore molto alto, è logorroica, espansiva, disinibita, giocosa, ha una stima di sé ipertrofica, dorme e mangia poco, può prendere decisioni azzardate e fare acquisti eccessivi rispetto alle sue disponibilità.

Nel periodo maniacale si possono anche assumere comportamenti pericolosi. Per esempio, non è raro che il soggetto si dedichi ad attività estreme e/o assuma droghe e alcol in quantità eccessiva.

È bene sapere che le fasi maniacali e/o depressive spesso hanno un andamento stagionale: si manifestano cioè più frequentemente in primavera e autunno, anche se ancora non se ne conoscono a fondo le ragioni se non quelle dovute al fotoperiodo (le ore di esposizione alla luce naturale, che variano al cambio delle stagioni).

I segnali da non sottovalutare

Per una persona depressa e i suoi famigliari è difficile ammettere di avere un problema. Spesso, anche quando ci si rende conto che qualcosa non va, ci si lascia sopraffare da vergogna, imbarazzo, paura e senso di colpa. Invece, è essenziale non fare finta di nulla, ma cercare di capire se c’è davvero un problema. In particolare, sono quattro i segnali che devono spingere a rivolgersi al medico.

Un calo accentuato e brusco del bisogno di dormire: tipicamente la persona depressa fatica ad addormentarsi, dorme male e si sveglia presto.

Il sovvertimento dei ritmi di vita: il depresso la mattina tende a essere apatico, fatica a “ripartire” e si attiva solo nel tardo pomeriggio. Inoltre, mangia a orari irregolari.

Una percezione distorta di tutto ciò che accade. Chi soffre di depressione tende a vedere solo il lato negativo delle cose, anche le più banali: può non apprezzare il cibo, un film, una musica. Niente dà gioia e benessere.

Il senso di inutilità: la malattia depressiva si associa a un senso di angoscia e immobilità.