13/02/2018

L’incontinenza urinaria

Si parla di incontinenza urinaria quando l’emissione di urina non può essere controllata e, quindi, si verificano perdite spontanee, di quantità più o meno significative.

Le forme più comuni di incontinenza sono due: l’ incontinenza urinaria da sforzo (Ius), e l’incontinenza da urgenza.

Due tipi di disturbo

Lincontinenza urinaria da sforzo (Ius) è molto frequente, interessa prevalentemente le donne ed è legata in parte alla struttura anatomica femminile: la vescica delle donne, infatti, per rimanere chiusa ha bisogno del sostegno del pavimento pelvico e della parete anteriore della vagina, che le gravidanze, i parti e l’invecchiamento fisico privano di tonicità, rendendoli in vari casi così deboli da non riuscire più a svolgere il loro compito di contenimento.

L’incontinenza da urgenza può interessare invece anche gli uomini, per esempio come conseguenza dell’ingrossamento della prostata. Di seguito, le caratteristiche della Ius e dell’incontinenza da urgenza.

L’incontinenza urinaria da sforzo

La Ius, ovvero incontinenza urinaria da sforzo, è così chiamata perché la perdita di urina (in quantità variabili) avviene ogni volta in cui si verifica un aumento della pressione addominale, da cui deriva una sollecitazione della vescica.

I sintomi

Tossire, ridere, correre, saltare, sollevare pesi, ma anche fare le scale, specialmente se a passo svelto, possono far sì che la pancia spinga sulla vescica, provocando una leggera apertura del suo orifizio, con conseguente fuoriuscita involontaria di pipì.

Le cause

È la forma di incontinenza urinaria tipica delle donne, specialmente quelle che hanno partorito. Le spinte legate alla fase espulsiva del parto possono infatti indebolire il pavimento pelvico, a causa della pressione spesso molto violenta a cui lo sottopongono.

Anche l’invecchiamento fisico e la conseguente diminuzione degli estrogeni circolanti comportano la perdita di elasticità del pavimento pelvico, che viene meno al suo compito di impalcatura stabile ed efficiente della vescica, la cui “bocca” può così tendere ad aprirsi, lasciando sfuggire l’urina.

Nell’uomo la Ius è invece molto rara e può comparire come sgradita conseguenza di un intervento chirurgico effettuato sulla prostata.

Le cure

Prima di tutto è importante parlarne con il proprio medico di base, con un ginecologo o con l’urologo. Rassegnarsi a convivere con il disturbo sarebbe, infatti, sbagliato visto che esistono varie possibilità per porvi rimedio.

La prima è la ginnastica del pavimento pelvico, che lo aiuta a recuperare elasticità e tonicità, affinché sia di nuovo in grado di impedire che l’imboccatura della vescica si schiuda in maniera anomala, permettendo la fuoriuscita di urina.

Va sottolineato che in Italia, in seno alle strutture ospedaliere, esistono centri per la riabilitazione del pavimento pelvico a cui è consigliabile rivolgersi per farsi insegnare un programma di esercizi mirato, anche personalizzato, sulla base delle caratteristiche della Ius.

Questi centri, come è ovvio, accolgono le persone interessate anche da altre forme di incontinenza urinaria. Si stima che la ginnastica per il pavimento pelvico migliori l’incontinenza da sforzo in circa la metà delle donne. Gli esercizi per il pavimento pelvico aiutano non solo a controllare il problema, ma anche a prevenirne la comparsa.

Dovrebbero dunque essere eseguiti da tutte le donne, fin dalla giovane età a tutto vantaggio della possibilità di limitare il rischio di Ius anche dopo aver affrontato più di un parto.

La ginnastica per il pavimento pelvico

Gli esercizi spiegati di seguito possono essere d’aiuto per controllare la Ius (di cui comunque è sempre opportuno parlare con il medico) e per prevenirla: possono essere effettuati a tutte le età e non hanno alcuna controindicazione. Tutte le donne quindi dovrebbero impararli ed effettuarli con regolarità per tutta la vita.

Esercizio 1. Sdraiate a pancia in su con le gambe leggermente piegate e i talloni ben appoggiati a terra, contraete i muscoli come per trattenere l’uscita della pipì. Tenete la contrazione per 10 secondi, poi rilassatevi. Eseguite 50 volte. Abituatevi a effettuare questo esercizio anche quando siete in piedi e fatelo ogni volta che potete.

Esercizio 2. Sdraiate a pancia in su, piegate e divaricate leggermente le ginocchia. Respirando normalmente, spingete il bacino in avanti e poi all’indietro, senza staccare la schiena da terra. Ripetete 50 volte.

Esercizio 3. Sdraiate a pancia in su con le gambe piegate, un cuscino tra le ginocchia, i talloni ben appoggiati a terra e le mani sull’addome, inspirate profondamente, quindi buttate fuori l’aria lentamente, stringendo il più possibile il cuscino tra le ginocchia. Rilassatevi e poi ripetete 30 volte.

Esercizio 4. Sdraiate con le ginocchia piegate e i talloni ben appoggiati a terra, eseguite con il bacino un movimento circolare, fino a descrivere un cerchio completo. La rotazione non deve essere molto ampia e va eseguita lentamente. Ripetete 30 volte verso sinistra e 30 volte verso destra.

Le regole di prevenzione

Ecco le regole anti Ius, utili per favorire il controllo del problema e anche limitare il rischio di andarvi incontro.

Effettuare con costanza gli esercizi per il pavimento pelvico.

Mantenere il peso ideale, perché il sovrappeso indebolisce il pavimento pelvico favorendo la comparsa della Ius e peggiorandola.

Non fumare, perché le sigarette, tra i tanti danni, causano la tosse e la tosse nuoce alla tonicità del pavimento pelvico.

Non portare abitualmente pesi, non compiere sforzi fisici eccessivi, come spostare mobili.

Combattere la stitichezza che costringe a evacuazioni faticose, comportando uno stress per la vescica.

Preferire attività fisiche dolci, come il nuoto, la cyclette, le camminate.

L’incontinenza da urgenza

Si parla di incontinenza da urgenza o vescica iperattiva quando compare lo stimolo impellente e incontrollabile di fare pipì, che spesso ha come conseguenza l’impossibilità di trattenere l’urina prima di raggiungere il bagno.

Può essere un disturbo a sé stante o una conseguenza di infezioni delle vie urinarie o tumori della vescica, ma in ogni caso dipende sempre da spasmi che coinvolgono il muscolo detrusore della vescica, ovvero l’insieme delle fibre muscolari che ne costituiscono la parete. Non a caso, viene definito “detrusore”, dal latino detrudere che significa “spingere verso il basso”.

I sintomi 

Improvviso e irrinunciabile bisogno di urinare.

Aumento della frequenza con cui compare lo stimolo a urinare (più di 8 volte nelle 24 ore).

Perdita di urina immediatamente dopo lo stimolo. La quantità della perdita può variare da poche gocce a un getto significativo.

Sonno disturbato dal bisogno di alzarsi a urinare più volte.

Le cause

Le anomale contrazioni della parete della vescica possono essere determinate da vari fattori. Ecco i più comuni:

elevata produzione di urina: può accadere quando si beve in modo eccessivo, specialmente alcolici, ma può anche essere legata a un’alterazione del rene, dovuta a malattie, tra cui il diabete;

calcoli della vescica;

stitichezza ostinata;

ingrossamento benigno della prostata;

perdita di tonicità della muscolatura pelvica;

malattie neurodegenerative (per esempio, morbo di Parkinson);

cure con diuretici;

sovrappeso importante;

infezioni delle vie urinarie trascurate.

I comportamenti che aiutano

Chi soffre di vescica iperattiva deve rivolgersi a un urologo perché questo sintomo richiede indagini approfondite. Serve cioè escludere che il disturbo sia dovuto a un’infezione, alla presenza di calcoli renali o della vescica e, negli uomini, se può dipendere da un ingrossamento della prostata. Spetta comunque allo specialista stabilire quali esami è opportuno effettuare e in quale ordine, anche in base all’anamnesi, cioè alla raccolta della informazioni sulla storia familiare e clinica della persona.

Per quanto riguarda il controllo dell’urgenza, grazie al quale è possibile recuperare una buona qualità della vita sociale (altrimenti compromessa) ci sono varie opzioni. Quante più se ne adottano tanto più si riesce a limitare l’entità del problema.

Perdere peso. In primo luogo, come nel caso d’incontinenza urinaria da sforzo, dimagrire è di aiuto perché la pressione che la vescica riceve dall’addome è minore se la massa adiposa è modesta.

Eliminare le sostanze irritanti. No alle sigarette, alle spezie piccanti e agli alcolici perché possono incrementare la reattività della vescica, in quanto irritanti per i tessuti.

Fare gli esercizi specifici. Come per contrastare la Ius, anche in caso di vescica iperattiva può rivelarsi utile recuperare l’elasticità della fascia muscolare che la sostiene, effettuando la ginnastica per il pavimento pelvico.

Fare pipì in due “tappe”. Dopo la minzione, è opportuno rimanere ancora un pochino in bagno per cercare di espellere eventuali residui di urina rimasti in vescica. In questo modo diminuiscono le probabilità che lo stimolo si ripresenti dopo un brevissimo intervallo di tempo.

Rimandare lo stimolo. Se si è soli in casa, è consigliabile allenarsi (nei limiti del possibile) a rimandare di un po’ la minzione, quando si presenta lo stimolo. A volte serve a limitare gli spasmi della vescica.

Bere poco quando si deve uscire. Quando si sa che può essere imbarazzante o complicato andare in bagno, è bene limitare il più possibile l’assunzione di liquidi per contenere la conseguente produzione di urina.

Le cure

Ci sono farmaci che possono aiutare a risolvere un problema di vescica iperattiva in modo soddisfacente. Spetta al medico stabilire se, quando e quali siano adatti al singolo caso.

La classe di farmaci a cui in genere si ricorre sono agli antimuscarinici (per esempio, tolterodina, ossibutinina, solifenacina): agiscono sui tessuti muscolari che costituiscono la vescica, limitando le contrazioni che determinano lo stimolo urgente. Sono disponibili anche in cerotti a lento rilascio.

Si possono inoltre usare gli agonisti dei recettori adrenergici beta 3, che inducono la parete della vescica a rilassarsi e, quindi, ad aumentare la sua capienza interna.

Si può ricorrere inoltre alle iniezioni in vescica della tossina botulinica, sostanza che agisce bloccando il muscolo detrusore. L’impiego di questo rimedio viene riservato ai casi più gravi.

Quando serve la chirurgia

Nei casi più severi è possibile che lo specialista decida che sia opportuno un intervento chirurgico.

Per la vescica iperattiva, può funzionare il pace-maker vescicale. Consiste nell’impianto di un piccolissimo apparecchio che trasmette alla vescica impulsi elettrici in grado di ridurre gli spasmi incontrollabili.

C’è poi un intervento per aumentare la capacità contenitiva della vescica, aggiungendo del tessuto prelevato dall’intestino. Nei casi estremi, si può arrivare alla rimozione della vescica.

Contro la Ius a volte si ricorre all’intervento chirurgico, che persegue l’obiettivo di fornire nuovi sostegni alla vescica.

Va da sé che l’esito di interventi così delicati, di massima precisione, dipende esclusivamente dall’abilità di chi li effettua. Solo mani esperte e capaci possono, infatti, assicurare un risultato soddisfacente.