13/10/2017

La presbiopia

Superata una certa età, è normale avere difficoltà a leggere e vedere da vicino. Tutta colpa della presbiopia, un vizio refrattivo quasi fisiologico.
Il fatto che sia comune, però, non deve indurre a sottovalutarlo o a trascurarlo: anche in questo caso esistono soluzioni efficaci per tornare a vedere bene.

Un calo della vista

La presbiopia è la difficoltà di visione e di lettura da vicino. Più che un problema, è un fenomeno quasi fisiologico, legato all’invecchiamento del cristallino. Questo processo inizia verso i 45-50 anni in persone che, almeno apparentemente, continuano a vedeci bene da lontano.
Se quando si è giovani il cristallino riesce a mettere a fuoco a distanze ravvicinate, più passano gli anni, più perde la sua capacità di accomodazione (non riesce, cioè, ad aumentare la sua curvatura in modo sufficiente a consentire la visione degli oggetti vicini) e diventa rigido, impedendo di vederci bene da vicino.
Ecco perché, con l’aumentare dell’età, si deve allontanare sempre di più l’oggetto che si ha di fronte per poterlo osservare bene. Superata la quarantina, per mettere perfettamente a fuoco un oggetto, in genere, lo si deve spostare oltre la lunghezza delle proprie braccia.

Colpa del cristallino

Il cristallino cresce durante tutta la vita. In particolare aumenta di circa 0,02 millimetri di diametro l’anno, mentre il guscio esterno dell’occhio, la sclera, dopo la pubertà smette di crescere.
Ogni anno, quindi, il cristallino, aumentando di diametro, perde lo spazio che gli è indispensabile per mettere a fuoco le immagini più vicine e quindi anche la sua capacità di accomodazione.
In altre parole, la presbiopia è dovuta al normale accrescimento del cristallino che si fa sentire sempre più con gli anni, a cui si può aggiungere una perdita di elasticità dello stesso.

Spesso si associa a ipermetropia

Solitamente, i presbiti riescono a vedere bene da lontano. Questo non significa, però, che non soffrano di altri difetti visivi.
Spesso presentano anche ipermetropia, ma quasi sempre in forma lieve, tanto da non esserne consapevoli o da non esserne particolarmente disturbati. Presbiopia e ipermetropia però si sommano, per cui diventa necessario ricorrere presto agli occhiali.
Anche in caso di astigmatismo i due difetti si sommano, per cui la persona vede male a tutte le distanze.
Nei miopi, invece, la presbiopia sembra manifestarsi tardi o non manifestarsi affatto: questo succede perché l’occhio miope riesce comunque a vedere da vicino (un miope di tre diottrie non corretto vede a fuoco a 33 centimetri di distanza anche se presbite).

Le soluzioni

Gli occhiali e le lenti a contatto

Fino a poco tempo fa, per correggere la presbiopia era possibile solo ricorrere a occhiali da lettura oppure a lenti (anche a contatto) bifocali.
Le lenti bifocali sono costituite da due parti: una superiore “neutra”, cioè senza correzione oppure, se necessario, deputata alla correzione della visione da lontano, e una parte inferiore deputata alla correzione della visione da vicino.
Esistono anche lenti multifocali, che posseggono un potere refrattivo che varia gradualmente dalla porzione superiore e centrale della lente a quella inferiore.

L’impianto di lente correttiva

Da pochi anni, la presbiopia può essere trattata anche con l’impianto di una piccola lente all’interno dell’occhio in sostituzione del cristallino, in pratica anticipando l’intervento per la cataratta. La procedura è del tutto simile a quella eseguita per la correzione della miopia.
Una volta inserita la nuova lente (bifocale, multifocale o accomodativa), i muscoli responsabili del cambiamento di forma del cristallino, resi ormai inattivi dal cristallino indurito, ricominciano in parte a funzionare, migliorando la visione da vicino.
Come si procede
In genere, per prima cosa si instillano alcune gocce di collirio anestetico nell’occhio, quindi si pratica un’incisione di pochi millimetri sulla periferia della cornea.
A questo punto, si inserisce una sonda a ultrasuoni, con la quale si frantuma e si aspira il cristallinosostituendolo con una lente artificiale multifocale.
L’intervento dura in media dai 10 ai 20 minuti e non provoca dolore. Tuttavia, nelle ore immediatamente successive la persona può provare un forte fastidio, destinato a risolversi spontaneamente.
Al termine, non serve bendare l’occhio, ma può essere consigliato l’uso di una coppetta di plastica protettiva contro i traumi accidentali durante il sonno.
Inoltre, si deve instillare un collirio antibiotico per una decina di giorni circa. Per alcune settimane dopo l’intervento, non si può praticare sport e nemmeno truccare gli occhi. Il recupero visivo è quasi immediato.

La tecnica laser specifica

Da circa un anno è disponibile anche in Italia la prima tecnica laser approvata a livello europeo per il trattamento della presbiopia.
La metodica è quella usata per la correzione di miopia, astigmatismo e ipermetropia, la iLasik (intraLasik). Cambia, però, il tipo di piattaforma tecnologica che guida il laser, la prima appunto capace di correggere la presbiopia: rispetto alle altre garantisce una precisione maggiore.
Attualmente la tecnica, il cui nome è Supracor, è approvata solo per i presbiti con più di 50 anni che presentano anche un’ipermetropia più o meno accentuata: una condizione che riguarda circa il 30-35% della popolazione sopra i 50 anni. Viene effettuata in centri all’avanguardia.
Come si procede
La procedura è esattamente la stessa che viene utilizzata per correggere miopia, ipermetropia e astigmatismo.
In anestesia topica (cioè locale), il medico indirizza il laser verso la cornea e attiva il programma, che guida l’intera procedura. Per prima cosa, pratica un piccolo taglio nello strato più superficiale della cornea, creando una lamella. A questo punto interviene con il laser per correggere la curvatura della cornea, eliminando l’ipermetropia.
Successivamente, al centro del letto della cornea (a contatto con la lamella), si modella una piccola lente da vicino posta al centro di una lente più grande per vedere da lontano. In pratica, la nuova piattaforma rende multifocale la cornea, correggendo anche la presbiopia.
Alla fine dell’intervento (che dura una decina di minuti ed è indolore) si riposiziona la lamella, la quale in pochi minuti torna ad aderire alla cornea.
In seguito all’intervento, si applica una lente protettiva da indossare per un giorno. Dopo 24 ore, la lente viene tolta e la persona è già in grado di vedere bene da vicino. Nell’arco di un mese, la vista si assesta completamente.
Nei giorni successivi al trattamento, il soggetto può avvertire secchezza agli occhi e qualche piccolo dolore. Per questo, il medico può consigliare l’uso di lacrime artificiali e di farmaci antinfiammatori.
Al momento sono state trattate con questa procedura centinaia di persone in tutta Europa e i risultati sono molto promettenti.
I rischi sono molto rari. Solo in una piccolissima percentuale di casi può comparire un’infiammazione delle strutture dell’occhio.