13/10/2017

La correzione con le lenti

Tutti i vizi refrattivi, se non vengono trattati chirurgicamente, richiedono l’uso di occhiali o di lenti a contatto (salvo nel caso di problemi molto lievi).
Questi dispositivi, dunque, sono utilissimi e molto diffusi. Nonostante ciò, non tutte le persone sanno come usarli correttamente.
Ecco le principali regole da seguire per proteggere occhi e lenti.

Rivolgersi all’oculista

La prima regola da non dimenticare mai è la più ovvia, ma spesso la più trascurata: evitare il fai da te e chiedere sempre il parere del medico oculista, l’unico in grado di analizzare la situazione e di consigliare il tipo di lenti o di occhiali più adatti per il difetto in questione.
Innanzitutto, lo specialista può stabilire l’entità del vizio presente e il tipo di correzione necessaria.
Inoltre, una volta valutate le condizioni di salute sia generali sia dell’occhio, può decidere se la persona può portare le lenti a contatto oppure se ci sono controindicazioni mediche (per esempio, il diabete), lavorative (come permanenza continuata al computer) o ancora oculari (tipo alterazioni dell’anatomia dell’occhio) che possono interferire con un loro corretto utilizzo.
Infine, l’oculista fornisce le giuste indicazioni per una corretta manutenzione e per un giusto utilizzo di lenti e occhiali. Per esempio, stabilisce per quanto tempo la persona può portare le lenti (non tutti, infatti, possono portarle per lo stesso numero di ore) e in quali condizioni è meglio evitarle (per esempio in piscina o al mare).

La scelta degli occhiali

Per quanto riguarda la scelta degli occhiali, è l’ottico a consigliare il tipo di lenti e di montatura sulla base delle indicazioni dell’oculista. In linea di massima, è importante puntare su lenti di buona qualità, facendo attenzione al costo: quando il prezzo è eccessivamente basso significa che i materiali sono scadenti e la resistenza a graffi e urti minima.
Meglio, inoltre, acquistare sempre lenti dotate di marchio Ce oltre che di filtri anti raggi Uv, necessari per proteggere la retina dai danni da esposizione al sole.
Al momento della scelta, occorre tenere presente che l’occhiale deve essere comodo e permettere una buona visione: la montatura non deve causare fastidi al naso, alle tempie o alle zone adiacenti alle orecchie, non deve in alcun modo ostruire il campo visivo e deve adattarsi perfettamente alla forma del viso. Inoltre, deve essere compatibile con le lenti scelte.

I modelli premontati

In caso di presbiopia, se non sono presenti anche difetti della visione da lontano, si possono usare tranquillamente gli occhiali premontati venduti in farmacia, nei negozi di ottica, al supermercato e così via. Si tratta di modelli con gradazioni, in genere, da +1 a +3.5 diottrieuguali per entrambe le lenti.
Normalmente la gradazione va scelta in base all’età: fra i 45 e i 50 anni vanno bene gli occhiali premontati con addizione di + 1 diottria, fra i 50 e i 55 anni quelli con + 2 diottrie, fra i 55 e i 60 quelli con + 3 diottrie e poi quelli con +3,5 diottrie. È sufficiente comunque fare una prova per verificare che l’occhiale scelto corregga il proprio difetto.
Anche in questo caso è consigliabile scegliere i prodotti contrassegnati dal marchio Ce, che garantisce la qualità e la sicurezza dei materiali impiegati.

Consigli utili

  • Informarsi sulla composizione del materiale delle lenti e della montatura nel caso di soffra di allergie
  • Pulire le lenti con gli appositi panni in microfibra che rimuovono sporco, umidità e polvere senza danneggiarle. In alternativa, vanno bene i prodotti specifici, come gli spray e le salviettine.
  • Lavare sotto l’acqua corrente gli occhiali quando sono molto sporchi e asciugarli poi con un panno in microfibra.
  • Portarli in un negozio di ottica dotato dell’attrezzatura specifica per la pulizia completa e delicata delle lenti, nel caso non si riesca a pulirli bene.
  • Non pulire gli occhiali con i fazzolettini di carta o i capi di abbigliamento perché essi raccolgono i granelli e i detriti depositati sulla superficie e possono graffiare la lente.
  • Non appoggiare mai gli occhiali dalla parte delle lenti, ma sempre dalla parte della montatura, meglio se con le aste chiuse.
  • Riporre gli occhiali nella loro custodia quando non vengono utilizzati.
  • Non usare saponi oleosi per la pulizia perché possono lasciare aloni sulle lenti. Al limite si possono usare detersivi per stoviglie con pH neutro.
  • Tenere presente che le forti variazioni di temperatura possono causare una rottura delle lenti.
  • Non appoggiare gli occhiali vicino alle fonti di calore, così come alle fonti di freddo: il caldo e il freddo intenso possono danneggiare lenti e montature.

Le lenti a contatto

Colorate, morbide, rigide, annuali, mensili, monouso: le lenti a contatto (Lac), spesso, sono una pratica e comoda alternativa agli occhiali da vista. Tuttavia, non bisogna considerarle la soluzione più valida in assoluto e soprattutto non bisogna “sottovalutarle”.
Le lenti a contatto, infatti, sono delle vere e proprie protesi che vengono sistemate nell’occhio. Sono più invasive rispetto alle lenti che vengono impiantate dentro l’occhio, perché, a differenza di queste ultime, non si collocano in uno spazio già predisposto. Al contrario, vengono introdotte tra le lacrime: in pratica il tessuto lacrimale viene diviso in due parti, una davanti alla lente e una dietro.

I rischi possibili

L’alterazione del tessuto lacrimale causata dall’uso delle Lac, alla lunga, può dare origine a disturbi dell’occhio.
Infatti, il tessuto lacrimale “normale” (che è un po’ diverso da quello che scorre quando si piange) è uno strumento di difesa fondamentale: protegge l’occhio dalla secchezza e deterge la cornea da germi e corpi estranei. Contiene, inoltre, varie componenti (enzimi, anticorpi e lisozima) a elevato potere battericida che proteggono l’occhio da molte infezioni.
Se questo prezioso liquido subisce modifiche possono comparire bruciore, piccole lesioni, infezioni.

Attenzione alle diottrie

Proprio perché potenzialmente rischiose, le lenti a contatto vanno portate solo su consiglio dell’oculista, che indicherà anche il tipo migliore in base alla situazione specifica.
Non solo. Lo specialista stabilirà anche la correzione più adeguata. Infatti, le diottrie delle lenti non sempre corrispondono a quelle degli occhiali. Questo perché il potere della lente cambia in relazione alla sua distanza dall’occhio. Se la lente dell’occhiale è “nell’aria”, quella a contatto è posta direttamente sulla superficie dell’occhio, immersa nelle lacrime.
Ecco perché, per esempio, le diottrie delle lenti a contatto dei miopi saranno leggermente più basse rispetto a quelle degli occhiali.

Consigli utili

Per ridurre il rischio di infezioni, infiammazioni e irritazioni, è importante imparare a usare con cura le lenti a contatto. Ecco le regole da seguire.

  • Lavarsi sempre le mani immediatamente prima di togliere o di mettere le lenti e di maneggiare i contenitori.
  • Asciugare il contenitore mentre si indossano le lenti. L’ideale è farlo con un phon e lasciarlo poi aperto. In questo modo si evita la formazione di umidità, un vero e proprio un catalizzatore di batteri e agenti nocivi.
  • Pulire le lenti al momento della rimozione, così da evitare che tutto lo sporco che si è depositato su di esse durante l’uso rimanga sulle stesse e si diffonda poi nel liquido di conservazione e nel contenitore.
  • Cambiare il contenitore ogni volta che si cambiano le lenti (l’indicazione dei tempi è fornita dal medico specialista oculista).
  • Non saltare mai la manutenzione.
  • Togliere le lenti a contatto prima di struccarsi.
  • Durante le attività sportive usare lenti a contatto morbide: si adattano meglio ai movimenti e non “saltano” dall’occhio.
  • In caso di arrossamenti, bruciori, eccessiva lacrimazione, vista offuscata, sensazione di corpo estraneo o altri disturbi visivi è necessario togliere subito le lenti e rivolgersi al medico specialista oculista.

 

Quando preferire gli occhiali

Ci sono alcune situazioni particolarmente a rischio in cui l’uso delle lenti a contatto è sconsigliato o, comunque, da valutare insieme al medico specialista oculista.

  • Alterazioni ormonali
    L’uso della pillola anticoncezionale, la gravidanza, la menopausa sono tutte situazioni che causano un’alterazione dell’equilibrio ormonale e, di conseguenza, anche una modificazione della normale produzione di lacrime.
    Le lenti a contatto che si usavano prima di questi eventi possono non essere più adatte perché, se il supporto di lacrime è insufficiente, possono finire con il toccare la superficie della cornea creando delle abrasioni corneali che possono anche infettarsi. Meglio, dunque, chiedere consiglio all’oculista.
  • Uso prolungato del computer
    Mantenere a lungo lo sguardo fisso su un monitor luminoso, soprattutto se il lavoro richiede un alto grado d’attenzione, aumenta la secchezza dell’occhio. Infatti, riduce l’ammiccamento, il normale meccanismo di apertura e chiusura delle palpebre che serve per distribuire su tutta la superficie dell’occhio il liquido lacrimale.
    Come conseguenza, la lente si disidrata. Oltretutto non lo fa in modo uniforme: la parte coperta dalla palpebra si asciuga meno. Il risultato? La conformazione della lente si distorce e quindi appoggia in modo non uniforme sulla cornea.
    Possono comparire così bruciore, irritazione, infezioni.
  • Esposizione ai raggi solari
    I raggi solari, uniti alle lenti, asciugano le lacrime: di conseguenza, la lente si disidrata e si rimpicciolisce. Può essere paragonata a una ventosa che stringe l’occhio impedendogli di respirare: gli esperti parlano di “sindrome della lente stretta”.
    Ecco perché, in genere, quando si prende il sole o si fa una lampada abbronzante è consigliabile usare gli occhiali.
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