06/10/2017

Cataratta

È un problema molto comune, legato al naturale invecchiamento dell’occhio. Questo non significa che vada accettato con rassegnazione.
Anzi, la cataratta può e deve essere risolta: con un intervento relativamente semplice, può essere eliminata in maniera definitiva, migliorando la qualità di vita di chi ne soffre.

È l’opacizzazione del cristallino

La cataratta è la progressiva opacizzazione del cristallino, la lente che ha la funzione di mettere a fuoco le immagini sulla retina.
In presenza della malattia, i raggi luminosi che entrano nell’occhio non riescono ad attraversare il cristallino opacizzato. Di conseguenza, le immagini proiettate sulla retina risultano sbiadite e poco nitide.
Questo spiega perché chi è affetto da cataratta vive in uno stato di perenne annebbiamento della vista e non riesce a compiere le normali azioni quotidiane, come leggere, guidare, distinguere le persone.
Nelle fasi iniziali della malattia il cristallino è morbido, poi diventa via via sempre più consistente, peggiorando i sintomi.
La cataratta può colpire uno o entrambi gli occhi.

Da che cosa dipende

La cataratta è una conseguenza del naturale processo di invecchiamento cui tutte le strutture dell’organismo, inclusi gli occhi, vanno incontro con il passare degli anni. Ecco perché il problema compare quasi sempre in età avanzata.
Tuttavia, ci sono alcuni fattori ambientali che possono favorire la comparsa e l’evoluzione della malattia. In particolare, la luce del sole contribuisce a peggiorare le condizioni del cristallino.
Infine, occorre sapere che certe forme di cataratta possono essere già presenti alla nascita (cataratta congenita) o presentarsi in epoca precoce a causa di traumi, intossicazioni o altre patologie oculari preesistenti.

I sintomi

Inizialmente la cataratta altera la capacità di mettere a fuoco gli oggetti, rendendo la visione poco nitida e poco definita, soprattutto in determinate condizioni di luce.
La persona che ne soffre comincia a vedere degli aloni e le immagini appaiono come velate da una sorta di effetto nebbia, in particolare con il riverbero della luce.
Con il tempo, i raggi solari e, di sera, la luce delle lampade e dei fari delle automobili diventano sempre più fastidiosi. Inoltre, compare anche un insolito e costante riverbero delle luci e delle immagini visualizzate.
Ai fastidi si accompagna poi una diminuzione dell’acutezza visiva, che comporta una difficoltà a visualizzare chiaramente le immagini.

Come si interviene

Molte persone tendono ad attribuire i piccoli disturbi che caratterizzano la fase iniziale della cataratta alla stanchezza, allo stress, alle troppe ore trascorse davanti allo schermo del computer in ufficio.
Invece, è importante non sottovalutare i sintomi, evitando spiegazioni semplicistiche: se si avvertono determinati fastidi, è sempre meglio recarsi dallo specialista per confermare la presenza di eventuali malattie e intervenire in modo mirato.
L’unica soluzione in grado di risolvere la cataratta è rappresentata dall’intervento chirurgico. Oggi si utilizza una procedura all’avanguardia, definita facoemulsificazione, che permette di operare con una semplice anestesia topica (collirio anestetico) e senza lunghi ricoveri (si viene dimessi il giorno stesso).
L’intervento va effettuato il prima possibile, meglio se nella fase precoce della cataratta, quando il cristallino non è ancora totalmente compromesso.
Infatti, se il cristallino è morbido risulta più facile frantumarlo e aspirarlo per sostituirlo inserendo al suo posto una nuova lente intraoculare.
Se invece la sua consistenza è già dura e consistente, tutto diventa più complicato.

Come si esegue l’intervento

Prima dell’intervento, il medico pulisce attentamente l’occhio con apposite gocce disinfettanti e dilata la pupilla con un collirio specifico. Quindi, instilla delle gocce di collirio anestetico nel bulbo oculare, allo scopo di anestetizzarlo.
A questo punto, sotto controllo del microscopio operatorio, esegue una microincisione, di meno di due millimetri, nella cornea, attraverso la quale introduce una sonda a ultrasuoni che frantuma e aspira il cristallino opacizzato. In sede lascia solo la capsula posteriore, la struttura che sosterrà la lente artificiale, che andrà a sostituire quella naturale.
Infatti, al posto del cristallino viene inserita (sempre attraverso la microincisione) una moderna lente pieghevole, solitamente composta di materiale acrilico, che quando raggiunge la sede idonea si espande e va a sostituire il cristallino naturale.
L’intervento, completamente indolore, dura dai 10 ai 20 minuti. Al termine, la persona viene medicata con colliri antibiotici. Inoltre, deve portare un paio di occhiali da sole per alcuni giorni perché l’occhio operato è temporaneamente ipersensibile alla luce.
Il rischio di complicanze è basso, ma presente. Coloro che presentano disturbi vascolari o altre serie malattie dell’occhio devono osservare con particolare scrupolo le indicazioni dello specialista.

La novità

Da qualche tempo, in pochissimi centri all’avanguardia è disponibile una nuovissima tecnologia per la chirurgia della cataratta: il laser a femtosecondi.
Si tratta di un laser tecnologicamente avanzato che emette impulsi brevissimi e a una frequenza elevatissima, sotto controllo computerizzato. Questa tecnologia permette al chirurgo di eseguire incisioni nell’occhio di estrema precisione, senza bisturi, quindi con minore impatto traumatico sulle strutture oculari.
Può essere utilizzato per creare gli accessi corneali, l’apertura circolare della capsula anteriore del cristallino, attraverso la quale si provvede poi all’aspirazione del cristallino stesso, e la “sede” in cui impiantare la lente artificiale.
Grazie al laser, queste tre fasi dell’operazione possono essere svolte con maggiore sicurezza e con minori rischi.