16/10/2017

L’angina pectoris

Molti hanno sentito parlare di angina pectoris. Pochi, però, sanno esattamente di che cosa si tratti. In effetti, attorno a questa problematica c’è molta confusione. Eppure, è abbastanza diffusa. Vediamo allora di conoscerla più da vicino.

Di che cosa si tratta

Con l’espressione angina pectoris si indica una sindrome caratterizzata da una riduzione transitoria dell’apporto di sangue ossigenato al cuore.

L’angina pectoris non va confusa con l’infarto cardiaco: significa semplicemente che il flusso sanguigno diretto al cuore, trasportato dalle arterie coronarie, è insufficiente rispetto alle necessità che il cuore stesso presenta in quel determinato momento.

Il problema è più comune nelle persone di età superiore ai 40-50 anni. L’angina può essere stabile o instabile. Si parla di angina stabile quando i sintomi presentano caratteristiche simili da almeno due mesi. L’angina instabile, invece, è caratterizzata da un recente aggravamento dei sintomi.

Le cause

L’angina dipende da un restringimento delle coronarie, quasi sempre a causa della formazione di una placca aterosclerotica.

Quando l’ostruzione riguarda più del 75% del lume del vaso subentra l’angina, mentre quando l’occlusione è totale insorge l’infarto. Ecco perché i fattori di rischio per l’angina pectoris sono gli stessi di quelli per l’aterosclerosi e per l’infarto: fumo, alimentazione squilibrata, alti livelli di colesterolo nel sangue, obesità, diabete.

In una minoranza di casi, il restringimento delle coronarie è improvviso e deriva da un trombo o da uno spasmo del vaso.

In rari casi, il ridotto afflusso di sangue dipende dalla miocardiopatia ipertrofica, una malattia del muscolo cardiaco che si caratterizzata per l’ingrossamento delle pareti del cuore, oppure dalla stenosi aortica, una malattia dovuta a un restringimento della valvola aortica, che fa ridurre il flusso di sangue diretto alle arterie coronarie.

I sintomi

Il sintomo principale è rappresentato da un dolore al centro del petto, di intensità variabile e altalenante: può essere solo un lieve fastidio oppure identificarsi con un senso diffuso di oppressione toracica. Spesso, compare anche una sensazione di angoscia e di affanno.

In molti casi, la crisi è scatenata da un fattore che ha aumentato l’attività del cuore e la velocità del flusso sanguigno all’interno delle coronarie (come uno sforzo, un’emozione o perfino un pasto importante).

In genere, l’attacco di angina inizia lentamente, giunge all’apice e poi sparisce nell’arco totale di massimo 15-20 minuti.

Le cure e la prevenzione

Il trattamento dell’angina si basa sull’utilizzo di farmaci in grado di prevenire gli episodi di ischemia miocardica (riduzione dell’apporto di sangue ossigenato al cuore), come betabloccanti, calcioantagonisti, nitrati, e di farmaci che evitano la progressione della malattia aterosclerotica coronarica e aiutano a prevenirne le complicanze, tipo antiaggreganti, statine, anticoagulanti.

Per evitare nuovi episodi è essenziale modificare i fattori di rischio cardiovascolari, quindi: correggere le abitudini alimentari, praticare attività fisica, smettere di fumare, combattere i chili in eccesso, ridurre al minimo lo stress e, se necessario, utilizzare farmaci specifici (per esempio, gli antipertensivi per la pressione alta).