14/09/2020

Dolore e seno

QUANDO FA MALE

Un dolore al seno, specie se improvviso e mai provato prima, è un segnale che tende a spaventare molto le donne. Tuttavia, è bene sapere che nella maggior parte dei casi non è un campanello di allarme di malattie serie. Anzi, è quasi sempre sostenuto da una causa “innocua”. Infatti, quel fastidio che in termini medici è detto mastodinia o mastalgia è un sintomo molto frequente sia nelle donne in età fertile sia in menopausa.

PRIMA DELLE MESTRUAZIONI

Se il dolore al seno compare nei giorni che precedono la comparsa del flusso mestruale e riguarda entrambe le mammelle, non bisogna temere: si tratta, infatti, di un sintomo fisiologico. A che cosa è dovuto?

La colpa è dell’aumento nel sangue dei livelli di estrogeni, gli ormoni femminili che, insieme con il progesterone, controllano il ciclo mensile, influenzano moltissime funzioni e possono scatenare problematiche diverse.
Queste sostanze, infatti, favoriscono l’ingrossamento della ghiandola mammaria: tale aumento temporaneo di volume produce una tensione che può provocare la comparsa di un fastidio più o meno accentuato e più o meno doloroso. Non bisogna dunque allarmarsi.
Da tenere presente che il dolore al seno può manifestarsi con una semplice sensazione di pesantezza, come un dolore sordo e continuo oppure si può presentare con fitte pungenti e trafittive, tipo stilettata.

Che cosa fare

Con la comparsa delle mestruazioni e, dunque, la diminuzione degli estrogeni e l’aumento del progesterone, che ha un’azione riducente sul volume del seno, la situazione torna alla normalità. Di pari passo anche la tensione e il gonfiore si attenuano fino a scomparire.
Eventualmente, per attenuare il disagio può essere d’aiuto evitare di indossare nella fase premestruale reggiseni e indumenti troppo stretti. Potrebbero essere utili i reggiseno a incrocio, che avvolgono anche la parte superiore delle mammelle.

DURANTE E DOPO IL FLUSSO

Anche quando dolore e fastidio al seno non scompaiono con l’arrivo delle mestruazioni è bene non agitarsi. Talvolta, infatti, può accadere che la sensazione di indolenzimento tipica del periodo premestruale si protragga più a lungo, addirittura non scomparendo nemmeno nel periodo che intercorre fra una mestruazione e l’altra.
Può anche succedere che compaiano fitte dolorose, senso di tensione, gonfiore, pesantezza e turgore, a una o entrambe le mammelle. I quadranti più colpiti sono quelli esterni, specie il quadrante superiore. Questi disturbi possono estendersi anche ad ascelle e braccio e possono associarsi a irregolarità nel ritmo delle mestruazioni (anticipi e ritardi).

La ragione di tutto? In questi casi, potrebbe essere un’alterazione della funzionalità delle ovaie: in pratica, questi organi, per cause più o meno note, secernono maggiori quantità di estrogeni e/o minori quantità di progesterone rispetto a quelle normali. In genere, si tratta di un disturbo temporaneo, magari dovuto a un periodo particolarmente stressante, ma può dipendere anche da malattie.

Che cosa fare

La cosa migliore è rivolgersi al medico per approfondire, specie se il dolore continua per più mesi. Una volta individuata la causa (se c’è), si potrà agire di conseguenza.

IN CASO DI SFORZO

Molte donne non lo sanno, ma il dolore avvertito alle mammelle può derivare in realtà da un dolore da sforzo del muscolo pettorale che si irradia fino al seno.
Quando si avverte una mastodinia, dunque, è sempre il caso di chiedersi se magari si è compiuto un particolare sforzo fisico o uno sport che hanno impegnato questa zona del corpo.
Al disturbo, infatti, possono essere soggette sia le donne che svolgono attività fisiche che coinvolgono i muscoli pettorali sia le donne che hanno sforzato recentemente questa parte in modo anomalo, magari per spostare un mobile, fare le pulizie o sollevare bambini. Anche le donne che per professione sono costrette a usare molto i pettorali, per esempio le salumiere (affettando), sono a rischio.
In tutti i casi, il dolore è riflesso, ha origine cioè nell’infiammazione dei muscoli sottostati alle mammelle. Per riconoscerlo, si può provare a esercitare sulla mammella una leggera pressione: se il dolore aumenta (mentre non aumenta se la si stringe) allora è probabile che sia di natura muscolare.

Che cosa fare

Per attenuare il fastidio di natura muscolare si possono applicare gel e pomate naturali, per esempio quelle all’arnica.
Su consiglio del medico, in presenza di un’effettiva flogosi, si possono anche prendere farmaci antinfiammatori, sia per bocca sia per uso locale.

DOPO UN TRAUMA

All’origine della mastodinia può esserci anche un trauma, più o meno serio, al seno, come una caduta o una botta.
In genere, in questo caso, il dolore è sordo, continuo e interessa solo la mammella che ha subito il colpo. Sulla pelle può comparire un’ecchimosi, ossia un livido violaceo. 
I traumi possono essere responsabili anche di un ascesso al seno (che può derivare anche dalla presenza di un altro focolaio infettivo), ossia una raccolta di pus, che si manifesta con dolore e arrossamento dell’area. 

Che cosa fare

In questi casi, se c’è infiammazione, per attenuare la sensazione dolorosa può essere indicato prendere un antidolorifico e/o un antinfiammatorio. In caso di ascesso possono essere necessarie cure antibiotiche e drenaggio chirurgico.

IN GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO

Se si è incinta o si sta allattando, allora il dolore al seno può dipendere dalla particolare fase.

Nel primo caso, la sensazione di indolenzimento, che può essere accompagnata anche da una maggiore sensibilità e da una scarsa tolleranza al contatto e alla pressione, è legata alle variazioni ormonali e al progressivo aumento di volume delle mammelle.

Alla base del dolore dell’allattamento ci possono invece essere sia il nuovo equilibrio ormonale sia il senso di pienezza dovuto alla produzione di latte, specie nelle prime settimane (ma non solo).

Tuttavia, il dolore può essere anche il campanello di allarme di problematiche dell’allattamento, che vanno risolte, come ragadi, ingorgo, candida e mastite. In questi ultimi casi, può essere associato ad altri segnali, per esempio pelle arrossata, sanguinamenti dal capezzolo, bruciore.

Che cosa fare

In entrambi i periodi, è d’aiuto comprare reggiseni di una o più taglie maggiori di quelli indossati abitualmente, per non comprimere le mammelle aumentate di volume. In allattamento, consultare un’ostetrica per verificare che il dolore non sia dovuto a problematiche  che possono essere risolte.

IN MENOPAUSA

Il dolore persistente (che dura anche diverse settimane), definito anche mastodinia non ciclica, è abbastanza caratteristico dopo i 40 anni e in menopausa. Alla base possono esserci gli squilibri ormonali che compaiono quando le ovaie iniziano a smettere di funzionare e di produrre ormoni e/o i cambiamenti della struttura del seno.
Ma non solo: anche le cure consigliate ad alcune donne in questa fase, come quella ormonale sostitutiva e gli antidepressivi, possono causare dolore al seno.
A volte, questo sintomo può dipendere dalla presenza di lesioni benigne o di ectastia duttale, ossia una lesione dei dotti galattofori (in questi casi il dolore è localizzato nel quadrante centrale della mammella).
Solo in pochissimi casi, il dolore dipende da un tumore al seno.

Che cosa fare

In menopausa, il dolore non va ignorato. Dopo i 50 anni, infatti, aumenta il rischio di tumore alla mammella. Per questo, anche se il dolore al seno è quasi sempre benigno, è meglio parlarne con il medico.
Un dolore che compare prima della menopausa, infatti, ha quasi sempre un valore funzionale, con scarso significato patologico: non deve, dunque, spaventare troppo. Un dolore che compare dopo la menopausa, invece, può essere collegato a un tumore al seno, ma solo in una piccolissima percentuale di casi.

QUANDO C’È UN NODULO

Anche i noduli al seno possono dare dolore: nella maggior parte dei casi, si tratta di noduli benigni. Raramente, infatti, le malattie serie al seno si manifestano con dolore alla mammella: le statistiche dimostrano che nelle pazienti con mastodinia, meno dello 0,5% ha una lesione maligna. Dunque, si tratta quasi sempre di un sintomo innocuo. Non per questo, comunque, va ignorato.

A VOLTA È COLPA DEI FARMACI

A volte il dolore al seno può essere un effetto indesiderato di alcuni medicinali, per esempio di contraccettivi (la maggior parte di quelli a base di ormoni, come pillole anticoncezionali, cerotti, iniezioni e dispositivi intrauterini, può causare tensione al seno), antidepressivi (come la sertralina) e antipsicotici (come l’aloperidolo).
Per questo, se si soffre di mastodinia e si stanno seguendo cure farmacologiche, è bene leggere sul foglietto illustrativo se fra gli effetti collaterali, rientra anche questo. Se il dolore è molto intenso o tale da interferire con le normali attività si consiglia di parlarne con il medico, per valutare se è il caso di cambiare cura.

SE DIPENDE DA CAUSE ESTERNE

Non di rado, il dolore al seno dipende da un intervento pregresso alla parte o da fattori esterni, nasce cioè in aree e da problematiche che nulla hanno a che vedere con le mammelle. Si parla allora di falsa mastodinia o di mastodinia extramammaria. Per esempio, può dipendere da:

– osteocondrite, un’infiammazione nell’area di congiunzione delle costole (coste) alle ossa della cassa toracica;

– disturbi cervicali: la mammella è al centro di un intreccio di fibre nervose che provengono dalle ultime vertebre cervicali e dalle prime vertebre toraciche. Ecco perché disturbi di queste parti possono dare dolori mammari. In queste situazioni, il dolore peggiora se si effettuano digitopressioni nella regione toracica posteriore, sulle vertebre e sulle coste;
– nevriti, ossia infiammazioni ai nervi;
– fitte intercostali;

– lesioni al collo, alla spalla o alla schiena;
stiramento di un muscolo toracico;

– malattie reumatiche, muscolari o ossee;

– herpes Zoster;

angina pectoris.

COME VINCERE IL DOLORE

Per curare la mastodinia si potrebbe ricorrere anche a farmaci, come antinfiammatori, miorilassanti,  acido gamma-linoleico e LH-RH analoghi. Occorre considerare però che, pur essendo efficaci, queste molecole hanno alcuni effetti collaterali: spesso, dunque, gli svantaggi superano i vantaggi. Meglio prima parlarne con il medico per decidere come procedere.
Ricordare, comunque, che il miglior farmaco resta la rassicurazione: sapere che il dolore non è sintomo di una malattia, aiuta a sopportarlo meglio.

4 consigli utili

1.     Un reggiseno troppo stretto o troppo largo possono peggiorare la sintomatologia. Fare attenzione, dunque, ai modelli e alle taglie scelte.

2.     Anche la mancanza di un adeguato supporto può generare dolore al seno. In particolare, scegliere un buon sostegno durante le attività sportive.

3.     Sembra che ridurre l’assunzione di caffè, te, cioccolato, bevande a base di cola possa migliorare la mastodinia.

4.     Limitare il consumo di cibi grassi potrebbe alleviare il dolore.