03/07/2020

Coronavirus: non ho sintomi ma…

Maura Prianti
A cura di Maura Prianti
Pubblicato il 03/07/2020 Aggiornato il 03/07/2020

I positivi al nuovo Coronavirus che non manifestano la malattia rientrano in quattro categorie. Da qui, tanti dubbi. Li abbiamo chiariti con il professor Matteo Bassetti

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Quando si parla di persone asintomatiche occorre fare dei distinguo ben precisi, per non alimentare pericolose confusioni. Per capire meglio che cosa comporta questa condizione, abbiamo chiesto al professor Matteo Bassetti, ordinario di Malattie infettive al dipartimento di Scienze della salute dell’università degli Studi di Genova, direttore della clinica Malattie infettive dell’ospedale policlinico San Martino Irccs di Genova e presidente della Società italiana di terapia antinfettiva (Sita), di chiarirci tutti i dubbi in proposito.

Che cosa s’intende esattamente con asintomatici?

Asintomatico significa senza sintomi. In tema di Coronavirus, è irrinunciabile distinguere tra quattro categorie di asintomatici, molto diverse tra loro in relazione alla possibilità di costituire un pericolo per altri, ovvero di diventare veicolo di contagio del Coronavirus: gli asintomatici “puri”, i pre-sintomatici, i paucisintomatici e i non più sintomatici.

Chi sono gli asintomatici cosiddetti “puri”…

Si tratta di individui che, pur essendo portatori del Coronavirus, sono di fatto sani, cioè non hanno sviluppato né svilupperanno mai l’infezione Covid-19, in nessuna forma, né lieve né grave.

  • È probabile che l’assenza di sintomi dopo il contagio si spieghi con il fatto che i virus entrati nelle vie respiratorie siano stati molto pochi. Di conseguenza, è verosimile che nelle vie respiratorie degli asintomatici la carica virale, ovvero la quantità di virus presente nelle goccioline respiratorie, che si immettono nell’aria tossendo, starnutendo, parlando, sia limitata e che, dunque, lo sia anche il potenziale di contagiosità.

E i pre-sintomatici?

La seconda categoria è quella delle persone che non hanno ancora sviluppato i sintomi dell’infezione, ma li svilupperanno a breve, perché si trovano nella fase d’incubazione. In questo caso, si parla appunto di pre-sintomatici, che cominciano a essere molto contagiosi soprattutto a partire dai due giorni che precedono la comparsa delle prime manifestazioni della malattia Covid-19.

Quali sono le caratteristiche dei paucisintomatici?

Sono le persone che sono state contagiate dal Coronavirus, ma presentano sintomi talmente lievi o così poco caratteristici da passare inosservati o, comunque, da non essere riconosciuti come manifestazioni di Covid-19.

  • Possono non avere febbre, né tosse, né perdita dell’olfatto, ma semplicemente sentirsi solo un po’ stanchi o avvertire un vago malessere generale o lievi dolori articolari, attribuibili anche a un accumulo di stress. È probabile che queste persone abbiano una carica virale piuttosto elevata ed è praticamente certo che siano contagiosi.

Chi sono i “non più sintomatici”?

Sono le persone che hanno manifestato i sintomi della malattia (in forma più o meno seria), che sono guariti clinicamente, cioè non hanno più alcun disturbo, ma hanno ancora il tampone positivo.

  • Dei non sintomatici fanno parte anche coloro che, dopo la guarigione confermata non solo dalla scomparsa dei sintomi, ma anche da due tamponi negativi eseguiti a distanza di 48 ore, tornano a essere positivi al tampone. Questa eventualità può essere dovuta anche a un errore del laboratorio, ovvero a un falso positivo. Comunque sia, è verosimile che i non più sintomatici abbiano una carica virale così bassa da non essere in grado di trasmettere l’infezione.

 

Il testo completo dell’articolo di Laura de Laurentiis è su Viversani & belli 28, in edicola fino a giovedì 9 luglio poi è possibile richiederne l’arretrato: tel. 02.66505964.