05/11/2019

Fredda e distante? Impara il linguaggio delle emozioni

Veronica Colella Pubblicato il 05/11/2019 Aggiornato il 05/11/2019

Una facciata di algida impenetrabilità può dipendere dalla difficoltà a comunicare con chi sta di fronte a livello emotivo. Abbattere muri e distanze si può imparando a esprimersi senza paura di sbagliare

regina di ghiaccio ok

Farsi una reputazione da Regina di Ghiaccio – impermeabile ai sentimenti e in grado di intimidire con uno sguardo – può essere divertente, ma non quando la percezione della propria “freddezza” si riflette negativamente sui rapporti sociali. Spesso anche persone sensibili e genuinamente interessate agli altri possono sembrare fredde e distaccate, a causa di uno spiacevole equivoco che non sempre riescono a chiarire.

Spesso dietro la freddezza si nasconde solo un carattere riservato. Aprirsi agli altri però è possibile

Se la freddezza è negli occhi di chi guarda

Non tutte le persone che faticano ad esprimere i propri sentimenti sono emotivamente distanti. Persone estremamente riservate o dalla personalità introversa, con cui non si è ancora così in confidenza da averne scoperto i lati nascosti, possono sembrare involontariamente fredde. Un alto senso del pudore nei confronti delle proprie reazioni emotive può derivare dall’educazione ricevuta, oppure dalla paura di risultare deboli e troppo sensibili. Sentirsi a disagio o in imbarazzo nel dover passare al setaccio i propri sentimenti in una conversazione può spingere ad evitare tutte le occasioni in cui la propria vulnerabilità risulta evidente, continuando ad alimentare l’impressione di non aver bisogno di niente e di nessuno. La cosiddetta alfabetizzazione emotiva, poi, non è affatto scontata: anche la capacità di riconoscere e saper comunicare le proprie emozioni deve essere appresa, proprio come altre competenze.

Questione di prospettiva?

Nel 2013 un team di psicologi americani, composto da Ryan L. Boyd, Scott Ode, Kondrad Bresin e Michael D. Robinson, ha messo in correlazione i tratti caratteriali associati alle persone fredde con l’egocentrismo cognitivo, ovvero con la tendenza a dare maggior risalto alla propria prospettiva e al proprio mondo interiore. Rispetto alle persone “calde”, socialmente orientate, le persone fredde tendono a dare un valore più alto alla loro autonomia, apprezzano la solitudine e coltivano un atteggiamento meno aperto e fiducioso nei confronti degli altri. Per contro, le persone calde dipendono maggiormente dall’approvazione altrui e risultano più accomodanti. A contribuire all’isolamento sociale delle persone percepite come fredde è l’idea, non del tutto accurata, che siano naturalmente “manipolatorie”, oltre alle ricadute negative di un atteggiamento più polemico e meno cooperativo, tipico di chi non riesce facilmente a mettersi nei panni degli altri.

Un eccessivo formalismo

Può succedere che a dare l’impressione sbagliata sia semplicemente una maniera troppo formale di intendere le regole della buona educazione. Una conversazione artificiosa, in cui si indaga sulla salute di amici e familiari come si seguisse un copione, può dare l’impressione di essere insincera. Allo stesso modo, cercare di anticipare i bisogni degli altri in maniera logica e impersonale raramente coglie nel segno. Secondo lo scrittore Alain de Botton, l’errore delle persone fredde sta nel dare per scontato che le altre persone siano “creature elevate”, con bisogni sofisticati e nessuna fragilità o bisogno di rassicurazione. La spontaneità è considerata una fonte di eterno imbarazzo, per cui va ridotta al minimo, e tutti gli argomenti di conversazione devono essere sufficientemente colti. Questa rigida aderenza alla condotta appropriata può intimidire o risultare mortalmente noiosa, rendendo molto improbabile un secondo invito ad uscire. Riconoscere e abbracciare le imperfezioni, in sé stessi prima ancora che negli altri, è il vero segreto delle persone calde. Fortunatamente, è solo una questione di allenamento. Imparare a rilassarsi nelle situazioni sociali potrebbe correggere questa percezione sbagliata, aiutando anche persone naturalmente riservate a risultare più accoglienti.