04/07/2023

Tai Chi: prova il respiro antistress

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 04/07/2023 Aggiornato il 04/07/2023

Anche le antiche discipline tradizionali orientali, come il Tai Chi o il Qi Gong, insegnano l’importanza della respirazione come strumento di consapevolezza e relax

Tai Chi - respiro

L’ansia è un tema comune, perché tutti siamo sottoposti a pressioni nella vita di tutti i giorni: pressioni esterne e pressioni interne, come riflessioni poco rasserenanti, incertezze, inquietudini, timori o paura per il futuro. Francesco Curci, maestro di Tai Chi e fondatore del progetto Tai Chi online, spiega che anche attraverso la pratica di questa disciplina tradizionale cinese, nata come arte marziale ma evolutasi come ginnastica dolce di benessere, si può ricevere un aiuto nella gestione dell’ansia.

Chi l’ha provato assicura che il Tai Chi dà grande beneficio, perché aiuta a stare con i piedi per terra anche quando intorno a sé regnano l’incertezza e la disarmonia.

Respirazione e autoascolto

Come spiega l’esperto, respirazione, autoascolto, concentrazione e controllo sono capisaldi su cui si fonda la pratica di questa disciplina e allenarli consente poi di praticare proficuamente una delle forme di meditazione più antiche del mondo: l’osservazione del proprio respiro. È uno strumento che tutti hanno a disposizione, ma che pochi sfruttano perché pochi, durante la vita quotidiana, riservano attenzione a come compiono questo atto naturale. Siamo tutti molto impegnati nel “fare” e dedichiamo troppo poco tempo all’ascolto di noi stessi. Provate invece a pensare che a una persona agitata si suggerisce di “fare un bel respiro” o di “fare un respiro profondo”: è una conoscenza atavica, universale e dimostra che questa pratica può regalare grande armonia.

Portare la propria attenzione sul respiro è una meditazione semplice, accessibile a chiunque e utile per liberarsi dalla pressione degli stimoli esterni. Significa infatti stare nel qui e ora, trovare un momento di quiete e attivare dei processi psicocorporei che aiutano a ridurre quote di ansia.

Non consiste nell’influenzare il respiro, alterandolo forzatamente, ma semplicemente nel concentrarsi a seguirlo: in pratica osservarlo, prendere mentalmente nota di come è, cercare di cogliere in che modo eventualmente si modifica durante l’esercizio.

Come si esegue

State in piedi (o in posizione comoda) e posate le mani sull’addome, sotto all’ombelico, una sopra l’altra. Così, infatti, è più facile “ascoltare” i movimenti del diaframma, che si alza e si abbassa ad ogni atto respiratorio e che porta il ventre a gonfiarsi e sgonfiarsi. Potete tenere gli occhi aperti o chiusi, come preferite, e respirare attraverso il naso o la bocca. Prestate attenzione a che cosa cambia dentro di voi mentre respirate: un movimento impercettibile del corpo, un’emozione che affiora, uno stato d’animo che prende forma, un’area corporea che “si fa sentire” più delle altre. La mente non è passiva ma attiva, perché registra sensazioni ed emozioni, e questo lavoro non solo la distrae da ogni stimolo esterno inquietante, stressante o doloroso, portando relax, ma permette anche al praticante di conoscersi meglio.

Tutti i giorni

Bastano 5-10 minuti di allenamento, ripetuti ogni giorno (e all’occorrenza anche più volte al giorno), per regalarsi benessere e tranquillità interiore. È utile avere un taccuino, su cui annotare ogni volta come si era prima dell’esercizio e come ci si sente dopo. Questa pratica induce a dedicarsi più tempo e più attenzioni, regala migliore consapevolezza di sé e quindi può offrire anche un aiuto per attingere dal profondo del proprio io delle risorse inaspettate, con cui affrontare poi le più svariate situazioni e i problemi che la vita riserva.