28/01/2020

Quando l’intelligenza fa commettere errori stupidi

Veronica Colella Pubblicato il 28/01/2020 Aggiornato il 28/01/2020

Mai sopravvalutare le proprie capacità e competenze, mai sottovalutare le emozioni. Solo così si evitano scelte imbarazzanti e convinzioni errate

young pretty woman laughing and slapping forehead like saying d’oh! I forgot or that was a stupid mistake against pink background; Shutterstock ID 1543866083; Pubblicazione: sld online

Secondo il giornalista scientifico David Robson, autore di The Intelligence Trap (Norton, 2019), essere intelligenti non è abbastanza per risparmiarsi momenti di gloriosa stupidità.

Non solo gli esseri umani agiscono molto spesso sull’onda delle proprie emozioni, anziché basarsi sul puro ragionamento, ma le menti brillanti sono più a rischio di scivoloni proprio per eccesso di fiducia nelle proprie capacità.

Mai riposare sugli allori

La tesi di Robson è che più si è sicuri di essere intelligenti, meno si fanno sforzi per verificare le informazioni e ponderare le decisioni. Il potenziale emerso nei test dell’intelligenza può essere sprecato se non si adottano buone abitudini mentali, come cercare di essere scrupolosi e di conservare una certa elasticità nel ragionamento, anziché ricorrere all’intuizione o farsi cullare dalla pigrizia. Se questa “avarizia cognitiva” ci spinge a essere più superficiali di quanto immaginiamo, recenti ricerche svelano ulteriori effetti deleteri legati alla competizione. Creatività e attitudine al problem-solving risentono dello stress, facendo sì che basti una dinamica di gruppo sbagliata per compromettere la performance di un’intera squadra.

Quando la competenza trae in inganno

Anche la competenza può essere fonte di errori in buona fede. Basarsi sull’esperienza per fare delle previsioni va bene, purché non si finisca a dare troppe cose per scontate. Il rischio è che alla lunga si smetta di analizzare lucidamente i fatti in favore di una ricerca inconscia di conferme, soprattutto se si lavora in ambito scientifico o giudiziario. Secondo Robson l’effetto Dunning-Kruger, che spinge le persone a sopravvalutare le proprie abilità, non risparmia neppure le persone effettivamente competenti, soprattutto se si fa troppo affidamento su conoscenze acquisite molti anni prima.

Credere all’impossibile

Mai sottovalutare la forza delle emozioni. Tra gli esempi celebri riportati da Robson c’è anche il papà di Sherlock Holmes, Arthur Conan Doyle, che pur attribuendo un grande valore al potere della deduzione e della logica era suscettibile al fascino del sovrannaturale, tanto che si lasciò abbindolare da presunte prove fotografiche sull’esistenza delle fate. La sua passione per il paranormale gli costò l’amicizia con Houdini, noto scettico, con cui ebbe un’accesa diatriba pubblica sulla validità delle sedute spiritiche. Secondo Robson, il caso di Conan Doyle è un’ottima dimostrazione di come creatività e capacità di argomentazione possano rivelarsi controproducenti, aiutando a trovare giustificazioni contro l’evidenza pur di rimanere aggrappati alle proprie convinzioni.

Quattro consigli anti-stupidità

Prendere decisioni più intelligenti si può, basta allenarsi a pensare nel modo giusto. Gli accorgimenti sono davvero alla portata di tutti:

  1. Esercitare la consapevolezza. Essere consapevoli dei propri limiti aiuta a tenere alta l’attenzione verso i dettagli e a non chiudersi nelle proprie convinzioni.
  2. Coltivare la saggezza. Prendersi il tempo per passare in rassegna tutti gli elementi prima di prendere una decisione e praticare una sorta di “algebra morale” (la cara vecchia lista dei pro e dei contro) sono ottimi esempi di ginnastica mentale.
  3. Non trascurare le emozioni. Sentimenti e intuizioni non vanno ignorati in nome della razionalità a tutti i costi: sono informazioni preziose, che possono aiutare a pensare fuori dagli schemi.
  4. Allenare il senso critico. Le fake news hanno dimostrato che verosimile non significa vero. Imparare a risalire alle fonti delle informazioni è diventato fondamentale, anche per chi è sicuro di non cascarci.