21/05/2020

Zombieing: come gestirlo

Veronica Colella Pubblicato il 21/05/2020 Aggiornato il 21/05/2020

Complice l'isolamento forzato si può essere tentati di accogliere e perdonare chi si è rifatto vivo dopo una lunga latitanza (e nessun motivo valido). Ma bisogna osservare qualche precauzione per non starci male di nuovo

zombieing

Chi sparisce senza dare alcuna spiegazione a volte ricompare, spesso e volentieri facendo finta che non sia successo niente. Ai tempi dei social ha preso il nome di zombieing, anche se non si tratta esattamente di una nuova tendenza quanto di un brutto vizio che l’umanità si porta dietro fin dai tempi delle cabine telefoniche e della posta cartacea.

Bisogna ammettere che negli ultimi mesi, complice la solitudine, è particolarmente difficile rimanere impassibili ai tentativi di riavvicinamento.

Ecco tutto quello che bisogna sapere per prendere una decisione informata.

Anatomia di uno zombie

Secondo il vocabolario internettiano delle relazioni sentimentali, lo zombie è chi ritorna dal mondo dei morti al quale era stato consegnato metaforicamente quando ha scelto di rendersi irreperibile. Per considerarlo tale, infatti, deve essere preceduto dal ghosting, termine con cui si usa indicare chi decide in maniera poco elegante di troncare una relazione mettendosi al riparo dalla reazione dell’altro. Non è quindi il caso di una persona con cui abbiamo chiuso dopo un confronto più o meno pacifico, come un ex o un amico con cui ultimamente non avevamo più molto in comune. L’etichetta di zombie non si applica neppure a chi lascia tracce del suo passaggio in maniera indiretta, visualizzando gli aggiornamenti e lasciando cuoricini qua e là. Tecnicamente questo è haunting (o orbiting) e se non l’avete mai fatto o siete dei santi o state mentendo.

Le buone ragioni per non rispondere…

Il ghosting lascia le persone confuse e ferite, una maniera un po’ vigliacca di chiudere un rapporto che non funziona. Quando chi era svanito torna alla carica il sospetto è che si tratti di un gioco di potere, in cui l’altro conta sul suo ascendente per sentirsi libero di trattarci in maniera opportunistica. Se le ragioni dietro alla sparizione degli amici possono essere imperscrutabili, quando si tratta di flirt e appuntamenti c’è poco da domandarsi. La spiegazione più probabile, volendo applicare il rasoio di Occam, è che si trattava di una situazione di comodo che ha fatto il suo tempo. A meno di tragedie improvvise, è molto difficile che una persona si isoli da un giorno all’altro dopo settimane di felice intimità. Se eri l’amante, è possibile che sia stato beccato o che abbia avuto un subitaneo attacco di rimorsi. Se invece per lui (o lei) eri una relazione-cuscinetto, significa che ha iniziato a ignorarti quando è arrivato qualcuno più interessante di te. Dietro alla sua ricomparsa possono esserci noia, mancanza di attenzioni o persino sincera nostalgia. Sta a te decidere se riammetterlo nelle tue grazie, con la consapevolezza che potrebbe sparire di nuovo appena cambia il vento.

… ma senza troppa rigidità

Si può anche concedere il beneficio del dubbio a una persona che tutto sommato ci manca. Prima di abbassare la guardia però è consigliabile tenere a mente che chi gestisce le relazioni in questo modo maldestro spesso si porta dietro questioni irrisolte che andrebbero affrontate, anche se con delicatezza. Stare al gioco e fare finta di niente sul momento conserva la dignità di entrambi, però impedisce alle ferite di guarire del tutto.

Se lo zombie sei tu

Chiedere una seconda possibilità a qualcuno è un grande atto di coraggio, ma è meglio essere sicuri di volerlo davvero. Le rotture improvvise possono essere destabilizzanti per entrambi e sarebbe immaturo cercare un riavvicinamento sull’onda del rimpianto per poi sparire di nuovo. Se invece si hanno le idee chiare, tornare con un’ammissione di colpa è sicuramente un approccio migliore che rifarsi vive con nonchalance. Basta essere consapevoli che le cose non potranno riprendere dal punto in cui le abbiamo lasciate, accettando il cambiamento.