30/03/2020

Sindrome di Wendy (o della crocerossina): superala così

Veronica Colella Pubblicato il 30/03/2020 Aggiornato il 30/03/2020

Smetti di essere sempre disponibile: rafforza la tua autostima, pensa anche a cosa ti fa stare bene davvero. Sacrificarsi in continuazione spesso è addirittura controproducente: crea disagio e fa sentire il partner in trappola

sindrome wendy

La sindrome di Wendy, conosciuta anche come sindrome della crocerossina, non è solo un problema femminile. La differenza tra il sano altruismo e la tendenza a farsi carico della felicità degli altri riposa nella convinzione che per essere davvero amati e accettati si debba essere sempre disponibili.

Il timore di deludere e l’incapacità di dire di no portano a trascurare i propri bisogni, ma raramente si ottiene in cambio la devozione che ci si aspetta. Anzi, è probabile che l’oggetto di tante attenzioni finisca per sentirsi soffocato.

Giocare alla mamma

La vera protagonista della storia di Peter Pan, nata nel 1902 come spettacolo teatrale dalla penna di J.M. Barrie, è proprio Wendy. Mentre i suoi fratellini vivono avventure esaltanti su un’isola abitata da fate e pirati, Wendy è lì che ricuce ombre, rimbocca coperte, legge favole della buonanotte e cucina per tutti. Ha scelto di seguire Peter Pan perché l’ha visto piangere e ha pensato che avesse tanto bisogno di una mamma. Se è l’unica a resistere all’incanto dell’Isola che non c’è e a riportare indietro tutti i bambini sperduti, è perché si rende conto che non si può rimanere bambini per sempre. Come tante crocerossine, Wendy è destinata ad essere delusa. Chi ha la sindrome di Peter Pan infatti viene descritto come un tipo spensierato, immaturo, con il bisogno di avere a fianco qualcuno che si assuma tutte le responsabilità. Quando arriva il momento di impegnarsi seriamente e di crescere, Peter Pan smette di giocare e si rifugia sull’Isola finché non sente di nuovo il bisogno di cercarsi una ragazza che gli faccia da madre. Non Wendy, però: lei nel frattempo avrà dimenticato come si vola.

In ostaggio dell’amore

Chi coltiva queste ambizioni da crocerossina (o da crocerossino) molto probabilmente sceglierà un partner che stia al gioco. Subisce il fascino delle persone complicate, bisognose di affetto ma inclini a scantonare le responsabilità o addirittura ad alternare cattiveria e gesti romantici. Robin Norwood, autrice del classico Donne che amano troppo (Feltrinelli), mette in guardia le potenziali Wendy dalla dipendenza che si può sviluppare dalle relazioni disfunzionali. Una persona fragile e insicura può reagire all’indisponibilità sentimentale amando sempre di più, lasciandosi calpestare pur di non essere abbandonata o rifiutata. Un cortocircuito emotivo di cui la persona sbagliata può approfittarsi, sfruttando la vulnerabilità di chi tende a colpevolizzarsi quando le cose non funzionano anziché reagire alle mancanze di rispetto.
Non bisogna dimenticare che tutto questo amore incondizionato può avere una motivazione egoista: anticipare i bisogni degli altri è un modo per sentirsi insostituibili. Così si cerca di fare in modo che l’oggetto delle proprie cure non sia mai davvero indipendente, anche a costo di farlo sentire incapace.

Come “guarire”

Il malinteso più grande per tutte le Wendy è credere che il loro spirito di abnegazione verrà accolto con amore e gratitudine. Invece è possibile che gli altri non si accorgano nemmeno degli sforzi fatti per accontentarli, o che si sentano a disagio nel vivere una relazione tanto sbilanciata.
Anziché puntare tutto sulla riconoscenza, il consiglio degli esperti è di iniziare a focalizzarsi sulla propria autostima. Riconoscere di avere pregi che vanno oltre la capacità di accudire gli altri aiuta a non essere dipendenti dal loro umore, accettando che possano arrabbiarsi o essere scontenti senza sentirsi in colpa. Inoltre, aiuta a diventare più selettivi nello scegliere a chi dedicare le proprie energie. Rimanere da sole non è il peggio che possa capitare: chi sta insieme a noi solo perché gli conviene una volta risolti i suoi problemi se ne andrà. Proprio come Peter Pan.