02/05/2020

Diversità: impara a considerarla una risorsa

Veronica Colella Pubblicato il 02/05/2020 Aggiornato il 02/05/2020

Gli opposti non sempre si attraggono. E a volte la convivenza in ufficio, a scuola, o in casa con persone che non abbiamo scelto è difficile. Ma confrontandosi, ascoltandosi è sempre possibile trovare dei punti di incontro

Black swan theory or a black swan event is a term used to describe a very rare or otherwise unexpected event that has a major effect. The term is based on an ancient saying which presumed black swans did not exist.

Uno dei più grandi dilemmi della vita adulta è scoprire come vivere a stretto contatto con persone che non abbiamo scelto. Il detto per cui gli opposti si attraggono non è sempre accurato.

Le abitudini irritanti dei nostri coinquilini o le fissazioni dei nostri colleghi possono diventare un incubo, vuoi per incompatibilità caratteriale o perché proprio non le capiamo.

Se però siamo disposti a cedere un po’ di terreno potremmo rimanere sorpresi da quanto è più comodo mettere da parte le ostilità e imparare a tollerarsi.

Andare oltre lo specchio

La psicologia sociale può darci un indizio su come conciliare gli opposti. Uno studio del 2017, condotto da ricercatori dell’Università di Berkeley e dell’Università di Chicago, ha preso spunto proprio dalla tendenza a reagire alle divergenze di opinione svalutando il proprio interlocutore. Quando si tratta di giudicare qualcuno che ha credenze e comportamenti molto distanti dai nostri, entra in gioco un meccanismo che ci fa percepire l’altro come un po’ meno “umano”. Improvvisamente è come se fossimo davanti a un bambino o a un curioso animaletto, incapace per natura di giungere alle giuste conclusioni. Se fosse pienamente dotato di ragione, infatti, penserebbe e si comporterebbe come noi. Tuttavia, i ricercatori hanno scoperto che è meno facile deumanizzare l’altra persona quando si ascolta la sua voce. I segnali trasmessi dal suono e dall’intonazione ci ricordano che abbiamo davanti un nostro simile, dotato di emozioni e pensieri. Per questo è così facile litigare online, quando invece ci si confronta solo attraverso righe di testo.

Il dono della curiosità

La chiave per trovare il modo di avvicinarci al bizzarro mondo dell’altro, per quanto poco attraente ci sembri, è proprio concentrarci sul fatto che l’altra persona non è meno intelligente o meno profonda di noi solo perché è diversa. Mettendo per un attimo da parte le nostre convinzioni, possiamo fare appello alla nostra naturale curiosità per interessarci dell’altro con un approccio quasi scientifico. Non solo fare domande dimostra all’altro che stiamo almeno provando a capire il suo punto di vista, ma conoscere le sue priorità e i suoi valori è necessario per trovare un terreno comune.
Anziché lanciarci sulle questioni più spinose (ovvero quelle su cui ci si scontra spesso), meglio partire da argomenti neutri. Potremmo scoprire che abbiamo posizioni inconciliabili ma le stesse preferenze musicali, oppure di avere gusti diversi in fatto di hobby ma di essere cresciuti in famiglie molto simili.

Gestire la frustrazione

Le probabilità di essere opposti in tutto, come il giorno e la notte, sono molto scarse. Avere passioni o esperienze in comune però non significa iniziare a piacersi. È possibile che nonostante tutto non si avranno tanti argomenti di conversazione e che vivere o lavorare insieme sia sempre un po’ faticoso. Nei momenti in cui l’attrito tra le reciproche differenze è più forte, la tentazione di trascendere rimane. Ricordarsi di essere sempre civili e maturi è importante per mantenere il litigio entro proporzioni accettabili, anche a costo di essere un po’ insinceri. Chi proprio non ce la fa a mascherare le emozioni può trovare utile il consiglio del filosofo Alain de Botton, che incoraggia a coltivare la difficile arte della comprensione. Quando qualcuno dice o fa qualcosa di irritante è facile presumere che lo stia facendo apposta per darci fastidio, come del resto siamo pronti a immaginare che l’universo cospiri contro di noi quando rovesciamo del vino sui nostri jeans preferiti e magari ci si spezza pure un’unghia. Smontare questa teoria del complotto ci aiuta a guardare alle intenzioni degli altri in maniera obiettiva, minimizzando la suscettibilità.