23/08/2018

Perché non bisogna mai dire mai

Roberta Camisasca Pubblicato il 23/08/2018 Aggiornato il 07/09/2018

Basta con l’arrendevolezza e la negatività! Provate a sostituire il “mai dire mai” con il “sì, forse”… Resterete sorpresi dai risultati

psico mai dire mai

Che si tratti di disegnare, trovare una soluzione creativa o gestire numeri e calcoli, avere la convinzione di non essere in grado di affrontare una situazione porta la mente ad assumere un atteggiamento di chiusura anticipata, a rinunciare ancora prima di conoscere il livello di difficoltà del compito.

Più siete convinti di non essere in grado di affrontare la situazione, più percepirete la sensazione che non ci sia alcun modo per modificarla.

Una controproducente sensazione d’impotenza

Nel 1976 il ricercatore Martin Seligman, fondatore della “psicologia positiva”, definì questa condizione “impotenza appresa”, che sottolinea la sensazione di non avere vie d’uscita. La conseguenza? L’inattività: essere convinti di non poter cambiare le cose porta ad assumere atteggiamenti passivi, con l’effetto di subire sia le situazioni esterne (“non c’è nulla che possa cambiare la situazione in cui mi trovo”), sia il vostro modo di pensare e valutare le vostre capacità (“non sono mai stato capace, di sicuro non saprò risolvere questo compito”).

Come reagire

Contromisure: mettetevi in gioco nelle attività anche quando vi sembrano particolarmente complesse. Passerete dalla passività (“non sono capace, non ci provo”) al sentirvi in grado di affrontare la sfida (“mi sembra complesso, ma ci provo”). Confrontatevi con altre persone con cui condividere difficoltà (“non sono l’unico ad avere certe preoccupazioni”) e strategie (“si può fare anche così”), che aiutano ad arricchire i punti di vista con cui valutare la realtà che vi circonda. Assumere un atteggiamento psicologicamente proattivo aiuta a smontare l’impotenza appresa e apre la mente a nuove possibilità: potreste rimanere sorpresi di quali obiettivi siete in grado di raggiungere.

Dividere il percorso in tappe successive

Affrontate a tappe la strada che conduce alla meta finale e considerate ogni stadio come un piccolo obbiettivo, ma anche un punto di partenza per il passaggio successivo. Se non raggiungerete la destinazione finale, non vi sentirete frustati, obbligati a ricominciare tutto daccapo, ma motivati nel riprendere il cammino dall’ultima tappa conquistata.