05/11/2020

Pandemia (e non solo): come affrontare i “momenti altamente sensibili”

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 05/11/2020 Aggiornato il 05/11/2020

Sono fasi di transizione, che ci mettono alla prova e ci spiazzano, perché cancellano i nostri punti di riferimento. Ma occorre viverli con più fiducia in sé, perché ci aiutano a crescere

momenti sensibili

C’è una frase che moltissime di noi, nella vita, hanno pronunciato (o pensato) almeno una volta, turbate da una forte delusione o travolte da un evento doloroso: «Il mio difetto è che sono troppo sensibile». Questo è uno degli spunti intorno a cui si sviluppa il volume “Tutto, tanto, sempre. Sensibilità e altri superpoteri” (Rizzoli), in cui la psicologa clinica e psicoterapeuta Nicoletta Travaini approfondisce una rassicurante certezza: l’ipersensibilità (e l’estrema vulnerabilità che ne deriva) non è una debolezza, un problema, una stranezza che affligge qualche individuo più sfortunato egli altri, ma una risorsa, cui ricorrere per crescere e migliorare la propria vita.

A volte dobbiamo perdere l’equilibrio per un attimo, per riuscire poi a fare un passo avanti: certamente una sensibilità profonda può farci soffrire più di altri, ma possiamo anche usarla al meglio per trovare la felicità

Fasi di transizione

Nell’esistenza di ciascuna esistono momenti che l’esperta definisce “altamente sensibili”. Sono fasi di transizione, eventi drammatici come un lutto, una separazione dal partner, una crisi esistenziale, una malattia, oppure situazioni in cui dobbiamo fare delle scelte (difficili) o prendere posizione in modo deciso, ma possono essere anche momenti belli, che ci rendono felici, come un grande successo, la nascita di un figlio, un trasloco o il raggiungimento di un obiettivo tanto desiderato. Sono situazioni che, in ogni caso, hanno un forte impatto emotivo, ci destabilizzano e ci fanno vacillare, perché ci spingono fuori dalla nostra comfort zone, dalle nostre abitudini tranquillizzanti e per questo ci fanno sentire vulnerabili, prive dei nostri consueti punti di riferimento, sole e perse davanti all’ignoto. Ci fanno avere paura.

Reazioni aggressive

E in queste occasioni che la nostra sensibilità si accentua e che diventiamo più insofferenti, reagiamo d’istinto, litighiamo con le persone che ci sono vicine, siamo aggressive, compiamo azioni di cui poi rischiamo di pentirci. Oppure ci rifugiamo nel cibo, nei drink superalcolici, nella dipendenza dai social, ci umiliamo davanti a un fidanzato che non ci vuole più, ci “lasciamo andare”. E poi stiamo ancora peggio, perché ci assalgono anche i sensi di colpa.

Una forza inaspettata

Che fare? I momenti altamente sensibili capitano a tutti e spesso non li si può evitare, ma è importante sapere che possono arrivare, per affrontarli come fasi di passaggio, con la consapevolezza che tutti, prima o poi, cadono per poi rialzarsi. Anzi: è proprio nei momenti altamente sensibili che, di solito, le persone si rendono conto di avere una forza inaspettata, di essere capaci di far fronte allo stress con soluzioni efficaci, e riescono a uscire dalla fase critica attingendo a proprie risorse mai sperimentate prima. In questi momenti della vita, insomma, bisogna avere un po’ più di fiducia, anche in se stesse, perché gli eventi non vanno sempre secondo i nostri piani, ma ciò che ci manda in crisi non è tanto la situazione destabilizzante in sé, quanto la mancanza di abitudine ad affrontare le difficoltà in modo costruttivo. Avere questa consapevolezza permette di uscirne trasformate, ma alla fine anche rafforzate.