31/05/2025

Out of office anxiety: quando è difficile andare in vacanza

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 31/05/2025 Aggiornato il 31/05/2025

Una ricerca mette l’accento sulla sorprendente riluttanza che gli italiani di tutte le età provano quando si trovano disconnessi e perdono il controllo di mail, messaggi e attività lavorative

okCRAZY

È tempo di cominciare a programmare le vacanze estive, o almeno qualche rigenerante pausa dal lavoro nei prossimi mesi. Il 52% degli italiani lo ha già fatto e tutti aspettano con impazienza il loro momento di relax, ma siamo sicuri che saranno capaci di goderlo pienamente? A questa domanda ha cercato una risposta la piattaforma di noleggio camper CamperDays, affidando un sondaggio all’istituto di ricerca Censuswide.

Spegnere il computer (e soprattutto la testa) sembra essere un passaggio molto difficile per un’elevatissima percentuale degli intervistati.

Impossibile staccare la spina

Tra i diversi trend rilevati dallo studio, ne spicca uno in particolare: l’“out of office anxiety, ovvero l’ansia legata alla lontananza dall’ambiente lavorativo e all’impossibilità di gestire in tempo reale le proprie attività professionali e di rispondere alle email. È un fenomeno in crescita che, secondo i dati emersi, rappresenta un vero e proprio ostacolo e impedisce a molti di rilassarsi in modo appagante e di staccare completamente la spina.

A provare questo disagio è il 68% dei partecipanti all’indagine, che rimane con la mente in ufficio anche quando è in vacanza, ammettendo di sentire l’esigenza di controllare le comunicazioni e le attività perse durante le giornate offline. In particolare, il 21% degli intervistati resta costantemente connesso ad email, chiamate e messaggi, mentre il 17% vi dà un’occhiata almeno una volta alla settimana. Un altro 17% si concentra principalmente sulla posta elettronica, con controlli regolari, e il 13% si limita a leggere email e messaggi solo quando sospetta che stia accadendo qualcosa di importante. Al primo posto tra chi fatica di più a disconnettersi ci sono i lavoratori nella fascia tra i 45 e i 54 anni (74%), distaccati a sorpresa di un solo punto percentuale dalla Generazione Z, dove il 73% tra i 18 e i 24 anni dichiara in dovere di seguire gli aggiornamenti lavorativi anche a distanza.

Improvvisi sensi di colpa

Non c’è solo l’ansia “da fuori ufficio” a creare difficoltà nel distacco dalle proprie attività lavorative: è diffusa anche una scarsa serenità nel chiedere le ferie. Sebbene più della metà degli intervistati (60%) affermi di non aver mai provato veri e propri sensi di colpa, un dato che colpisce è quello relativo alle fasce d’età più giovani, che tendono a vivere con maggiore esitazione l’assenza sul lavoro: il 38% dei rappresentanti della Generazione Z ammette di sentirsi in difficoltà nel prendersi una pausa, percentuale che sale al 40% per la fascia di età del 40-50enni e arriva a toccare il 47% tra i Millennial dai 25 ai 34 anni. Decisamente più sereni sono invece i lavoratori over 45: il 65% del campione coinvolto tra i 45 e i 54 anni e il 67% degli over 55 sostiene di non avere alcun problema a richiedere giorni di ferie.