20/05/2020

Ortoterapia: cosa ci insegna adesso

Veronica Colella Pubblicato il 20/05/2020 Aggiornato il 20/05/2020

Pazienza, cura, rispetto per la natura da imparare a ritmo lento. L'ortoterapia si può praticare anche sul balcone ed è un'ottima soluzione per affrontare la fase 2 con slancio e buonumore

Young woman proud of her small kitchen garden in pots on her balcony in the city

Prendersi cura di orti e giardini è diventato recentemente anche una forma di terapia occupazionale, accompagnando con successo programmi di riabilitazione e reinserimento in società e migliorando la qualità della vita di pazienti con un disagio emotivo o psichico. I benefici della terapia orticulturale sono apprezzati anche in ambito scolastico e nella cura degli anziani, sia come forma di socializzazione che come allenamento per coordinazione, memoria e pazienza.

In un momento difficile come quello che stiamo attraversando, alcuni di questi vantaggi possono essere estesi anche a chi non segue un percorso di guarigione.

È quello che sostiene l’American Horticultural Therapy Association (AHTA), che incoraggia ad avvicinarsi a orticultura e giardinaggio come antidoto allo stress da pandemia.

Un rapporto attivo con la natura

Rientrare in contatto con la natura e con i suoi ritmi è una delle soluzioni che si possono mettere in pratica per alleviare tensioni e stress, anche per chi non ha la possibilità di accedere a orti didattici o terapeutici. Lo dichiarano AHTA e AIPH (International Association of Horticultural Producers) facendo riferimento a diversi studi che testimoniano gli effetti positivi di una relazione con il verde e con la terra, soprattutto nella regolazione dell’umore. Se in molti sono a conoscenza dei tanti benefici delle immersioni nella natura, non tutti conoscono quelli legati a un rapporto più attivo e coinvolgente con semi e piante.

I benefici per mente, corpo e anima

L’orticoltura è prima di tutto un lavoro, con effetti positivi sulla circolazione, sulla manualità, sul tono muscolare e sulla postura. Attività come preparare la terra, seminare, irrigare, trapiantare e concimare richiedono concentrazione e educano al rispetto dei cicli naturali. Quello che si impara insieme alle tecniche necessarie per crescere ortaggi e strutturare aiuole e sentieri è anche l’orientamento spazio-temporale e la risoluzione di piccoli e grandi problemi, abilità che possono essere sviluppate nei più piccoli e rafforzate nella terza età. Inoltre, la Scuola Agraria del Parco di Monza – che offre corsi di formazione in ortoterapia per operatori sociosanitari – elenca tra i vantaggi di questa attività terapeutica anche miglioramenti nella sfera emotiva e affettiva. Le attività all’aria aperta hanno un effetto calmante che aiuta a gestire ansia e aggressività, favorendo il senso di accettazione. Qualsiasi scoppio d’ira, infatti, non riceverà repliche da bulbi e piantine, che hanno il dono di rimanere (almeno in apparenza) imperturbabili e serene.

Buoni motivi per provarci proprio adesso

L’ideale sarebbe poter disporre di un giardino o almeno un orto cittadino, ma anche chi deve arrangiarsi con balconi a misura di bambola ha degli ottimi motivi per iniziare a piantare erbe aromatiche e ortaggi casalinghi. Chi parte scoraggiato, ripensando alla triste dipartita del basilico domestico, ha bisogno più che mai di una seconda possibilità. Lasciando meno spazio all’improvvisazione e più allo sviluppo di vere e proprie competenze, come suggerisce l’ortoterapia, si accresce l’autostima e si recupera la serenità di chi può toccare con mano i risultati del proprio impegno. L’orticoltura può diventare anche una palestra per il consumo responsabile, con vantaggi per l’ambiente da non sottovalutare. Avere la coscienza più pulita, riducendo le quantità di cellophane e di involucri nella spesa, è una panacea per i sensi di colpa che abbiamo sviluppato da quando siamo diventati coscienti della nostra impronta ecologica.