19/04/2022

Intelligenza emotiva: perché la stiamo perdendo

Veronica Colella Pubblicato il 19/04/2022 Aggiornato il 19/04/2022

Stiamo diventando insensibili? Colpa dei cambiamenti sociali e della tecnologia

Depressed teenage girl with friend sitting on bench

Nell’arco degli ultimi due decenni potremmo essere diventati più suscettibili allo stress, meno bravi a regolare i nostri sentimenti e i nostri impulsi e persino meno capaci di entrare in sintonia con le emozioni degli altri.

In altre parole, sul piano dell’intelligenza emotiva i ventenni di oggi sembrano essere un passo indietro rispetto ai loro coetanei dei primi duemila.

A registrare questo declino è una ricerca pubblicata sul Journal of Personality, confrontando i dati di 70 studi condotti tra Stati Uniti, Regno Unito, Canada e Australia tra il 2001 e il 2019.

Il potere delle emozioni

Quando pensiamo all’intelligenza tendiamo a ragionare in termini di Qi e di abilità logiche, ma secondo alcuni psicologi escludere le emozioni è riduttivo. Il più celebre sostenitore di questa teoria è senza dubbio David Goleman, convinto che la nostra fiducia nella pura razionalità sia malriposta. Imparare a regolare le emozioni e a riconoscere quelle degli altri è una forma di intelligenza che andrebbe coltivata tanto quanto quella canonica. E un altro buon motivo per farlo è che i nostri dilemmi saranno pure postmoderni, ma il nostro repertorio emozionale è calibrato sulle esigenze del Pleistocene, affinato da migliaia di anni di evoluzione ma pur sempre orientato all’azione.

L’intelligenza emotiva comprende infatti anche l’autocontrollo e la capacità di adattamento, insieme alla consapevolezza di sé, al benessere emotivo e all’abilità nel gestire relazioni e conflitti, oltre a quella di saper decifrare le emozioni degli altri e provare empatia.

Cosa è cambiato

Per capire quanto e come siamo cambiati mentre la società cambiava intorno a noi i ricercatori hanno messo insieme i campioni di 70 studi in cui è stato somministrato il Trait Emotional Intelligence Questionnaire, condotti tra il 2001 e il 2019. Una panoramica sull’intelligenza emotiva di quasi 17.000 studenti universitari, scoprendo che se nel complesso il cambiamento non è stato radicale gli aspetti in cui il passare del tempo ha inciso negativamente sono il benessere, l’autocontrollo e l’emotività. Non solo, pare che il declino sia più marcato man mano che la proporzione di soggetti di sesso femminile nel campione diminuisce, a parziale supporto del luogo comune per cui le donne allenano di più il muscolo dell’empatia. E un altro fattore rilevante è l’accesso alla tecnologia, associato a valori inferiori di benessere e di autocontrollo.

Le possibili spiegazioni

La rivoluzione digitale non sarà la causa di tutti i nostri mali, ma secondo i ricercatori potrebbe aver giocato un ruolo importante. Per ora si tratta solo di un’ipotesi, ma è possibile che la diffusione dei social media abbia favorito le interazioni a distanza, creando meno opportunità di creare quella vicinanza emotiva che si crea naturalmente quando ci si frequenta dal vivo.

Solitudine, invidia e continui paragoni con le vite degli altri potrebbero aver intaccato il benessere emotivo, ma non è di certo l’unica spiegazione. Insieme al declino generazionale dell’empatia aumentano i disturbi dell’umore come ansia e depressione, su cui possono incidere anche lo stress accademico e l’instabilità dei legami familiari.