20/12/2021

Il bon ton delle feste

Simona Lovati
A cura di Simona Lovati
Pubblicato il 20/12/2021 Aggiornato il 07/01/2022

Abiti, cadeaux, conversazioni politically correct e mise en place della tavola. Scopri il galateo di Natale con le dritte dell’esperta

bon ton feste

Pronte per ricevere (o farvi ospitare)? Il periodo natalizio è il momento più conviviale dell’anno.

Sbagliato però pensare che tutto sia concesso, anche se in famiglia o tra amici di vecchia data, perché le buone maniere non vanno mai in vacanza.

Giorgia Fantin Borghi, table stylist, wedding planner ed esperta di bon ton, ci dà qualche consiglio per non scadere nel cattivo gusto e rendere la giornata impeccabile.

Scegliere l’outfit

Sera e mattina vogliono un abbigliamento differente, anche se la moda oggi ha sdoganato alcuni capisaldi del guardaroba. «Meglio evitare o ridurre all’essenziale glitter e paillettes a pranzo e sfoggiare invece tessuti luminosi e chiari, come il bianco, magari abbinato a un rossetto rosso per illuminare il viso. Le feste sono l’occasione giusta per sfoggiare capi nei toni del verde e del rosso che durante il resto dell’anno si fa fatica ad indossare», spiega l’esperta. Sì alle pellicce in faux fur e alla giacca per l’uomo, anche portata con un pullover anziché la camicia se si tratta di un ragazzo giovane. La cravatta è necessaria al ristorante. Il must: guanti e cappello per tutti, che contribuiscono a creare lo stile di una persona. Attenzione alle calzature che dovrebbero andare di pari passo con la temperatura esterna. Ciò significa che se dobbiamo fare un po’ di strada a piedi sotto pioggia e neve per raggiungere la mèta ci dobbiamo organizzare, per esempio facendo un rapido cambio scarpe nella toilette del ristorante (agli uomini però non è concesso). In montagna sono chic anche i doposci. In casa sono bandite le ciabatte!

Il regalo giusto

Meglio piccolo e ben pensato piuttosto che un oggetto banale e troppo personale, come le fragranze, anche quelle per ambienti. Un’idea, specie se non siamo in confidenza con il destinatario del nostro regali, potrebbe essere un cucchiaino da sale con un pacchettino di sale per augurare buona fortuna, un coltello spalma-burro con un vasetto di marmellata o miele particolari, una tazza vintage con un tè speciale. Semaforo verde per i libri, quali raccolte di aforismi o consigli, se non conosci i gusti della persona, e a prodotti alimentari, anche fatti in casa, a patto che siano di buona qualità. Non trascurare mai pacchetto e biglietto.

La mise en place

A Natale è concesso osare. «Se sei tu la padrona di casa, ogni anno dovresti cercare di cambiare qualcosa nell’allestimento della tavola per stupire gli ospiti. Per esempio inserendo degli oggetti di famiglia, come le classiche tazze della nonna, anche spaiate, per servire i tradizionali cappelletti in brodo. Ricorda che sulla tavola natalizia non deve mancare l’eleganza, ma anche quel pizzico di giocosità», continua Fantin Borghi. Sì alle candele per i cenoni. Non solo oro, rosse e bianche: sono azzeccate anche verdi, arancioni o bordeaux.

Dove mi siedo?

Fino a un massimo di dieci commensali, è sconsigliato mettere il segnaposto: è la padrona di casa a indicare il placé di ciascuno. I bambini più piccoli dovrebbero stare vicino agli adulti per ricevere un aiuto. Ai nonni è riservato il posto di onore (a capotavola o al centro del lato più lungo del tavolo) o comunque sempre alla destra dei padroni di casa, magari accanto ai nipoti più grandi. Le signore dovrebbero sedersi in posizione strategica, per chiacchierare e aiutare a servire in tavola (come spesso accade). Lasciare ai giovani i posti più difficili, per esempio vicino a passaggi stretti.

Cosa dire?

Evitare domande inopportune e personali, come fidanzati, figli in arrivi, date del matrimonio e voti a scuola. Molto meglio iniziare la conversazione con una domanda generica rivolta agli interessi del nostro interlocutore. «La regola d’oro è avere sempre rispetto delle opinioni altrui e non cadere in spiacevoli discussioni dai toni troppo accesi che non fanno bene a nessuno», conclude.