La felicità si impara così

Redazione Pubblicato il 17/01/2019 Aggiornato il 17/01/2019

I corsi all’università, le piccole azioni di ogni giorno e il potere del sorriso. Imparare la felicità è possibile, basta riconoscerla

impara la felicità

La felicità è un’emozione che almeno tutti hanno rincorso una volta nella vita. Desiderata, ma spesso anche sconosciuta, tanto che ognuno le attribuisce un significato diverso. Chi la identifica con la stabilità emotiva e lavorativa, chi con la sensazione di cambiamento o con una scossa di adrenalina. Ma in comune c’è la ricerca, la domanda “come si fa ad essere felici?”.

Oggi non c’è una ricetta universale da seguire alla lettera ma imparare ad esserlo è sicuramente possibile.

Corsi ad hoc

Lo dimostra il corso di “Psychology and the Good Life” tenuto per la prima volta lo scorso gennaio presso la prestigiosa università americana di Yale. Con due lezioni a settimana, la psicologa Laurie Santos insegna agli studenti come vivere bene e felici,  diminuendo lo stress. A 316 anni dalla fondazione dell’ateneo, il corso ha stabilito un nuovo record: 1200 studenti iscritti, il numero più alto mai registrato per una lezione. Un boom che, secondo la docente, è spiegato dal fatto che i giovani hanno messo in secondo piano la felicità per riuscire ad essere ammessi a una delle scuole più prestigiose degli Stati Uniti.

Sull’esempio dell’America, anche l’Italia ha pensato alla felicità. A proporlo questa volta è stato Luigi Cirio, coordinatore della facoltà di infermieristica dell’università di Torino. Il corso coinvolgerà trenta aspiranti infermieri, che sotto la guida del neuro scienziato Andrea de Giorgio, impareranno come trasmettere felicità e positività nella loro professione.“La felicità è un’emozione primaria che possiamo educare, basta allenarsi. Molti studenti, in generale sembrano spenti e con poco entusiasmo. Per gli infermieri che hanno a che fare con il dolore è importante trasmettere la positività”, afferma lo stesso De Giorgio a proposito dell’obiettivo principale delle sue lezioni. Il corso si terrà a febbraio, otto ore al giorno per tre giorni, con poca teoria e tanta pratica. Abbracci e meditazione Buddista, ma anche esperimenti all’aperto e confronto con le persone, saranno le attività principali. Partendo dal significato di felicità, il percorso punterà poi a trovare delle strade per far felice il malato, provando a mettersi nei suoi panni, in una professione in cui trasmettere sensazioni positive è essenziale.

Happiness Training: un percorso verso la felicità

Le lezioni non sono l’unica strada per imparare ad essere felici. Ci sono tanti piccoli accorgimenti da adottare nella vita quotidiana per stare bene con se stesse e per far stare bene gli altri. Se si vuole essere felici, bisogna innanzitutto dare uno scopo a tutto quello che si fa. Aprire gli occhi e cercare il lato positivo in ogni situazione è il passo successivo, accompagnando il tutto ovviamente con il sorriso. Il potere della risata aiuta a migliorare la salute fisica e mentale, alleviando lo stress e gli stati di ansia. Per arrivare un gradino più vicino ai propri obbiettivi, bisogna poi fare qualche sforzo in più: aiutare qualcuno che non si conosce, confessare qualche debolezza, affrontare qualcosa che spaventa, sono tutti strumenti di crescita personale. Ma la cosa più importante è saper riconoscere la felicità, perché talvolta si è così impegnati nel cercarla che ci si dimentica cosa significa.