25/05/2022

Infedeltà: quanto è prevedibile?

Veronica Colella Pubblicato il 25/05/2022 Aggiornato il 25/05/2022

L’insoddisfazione è la causa più frequente di un tradimento. Ma le infedeltà ci sono anche nelle coppie felici

Man and woman arguing at the street

Nessuno ha la sfera di cristallo, ma sull’infedeltà coniugale dovrebbe essere possibile giocare d’anticipo. Almeno in una certa misura, quella relativa ai bisogni inespressi di chi tradisce.

Se è vero che non tutti i tradimenti sono il sintomo di un problema di coppia, è più probabile che a trasgredire sia chi è piuttosto insoddisfatto, ma non così tanto da voler troncare la relazione.

Lo racconta una ricerca dell’Università di Losanna che ha utilizzato il machine learning per individuare i fattori predittivi dell’infedeltà, sia online che dal vivo, pubblicata sul Journal of sex research.

Una definizione elastica

È difficile dare una definizione univoca di un concetto così ampio, ammettono i ricercatori. Ogni coppia ha le sue regole, sia quelle strettamente monogame che quelle poliamorose. A seconda della sensibilità e dei valori personali i confini da non oltrepassare possono essere diversi. Infedeltà non è solo la tresca con il collega o il profilo Tinder creato sotto pseudonimo: c’è chi considera alto tradimento anche il consumo di pornografia, i cuori lasciati sui profili Instagram delle sconosciute, il vizio di flirtare con il barista o anche l’infedeltà emotiva, dalla rivalità romantica alla connessione speciale con quell’amico o amica che ti conosce meglio di chiunque altro.

E siccome ogni coppia forma un suo ecosistema, non basta analizzare la personalità dei traditori alla ricerca di caratteristiche comuni. In gioco ci sono anche le dinamiche interne alla coppia, la durata della relazione e il livello di soddisfazione emotiva e sessuale. Un insieme di variabili che i ricercatori hanno valutato in due studi, intervistando prima 891 individui e poi 202 coppie eterosessuali e utilizzando poi un’intelligenza artificiale per aggregare e classificare i dati.

Chi è più propenso a tradire

Un tempo si pensava che gli uomini fossero più inclini al tradimento per questioni “naturali”: avere tante partner significa avere più chance di riprodursi, mentre per le donne la gravidanza è una faccenda biologicamente costosa. Meglio quindi non sbagliare, scegliendo un uomo affidabile e con buoni geni, anziché sottoporsi a una roulette russa di candidati non sempre all’altezza. Peccato che questa spiegazione materialista non tenesse conto del fatto che a essere punita duramente è quasi sempre l’adultera, non l’adultero. E non parliamo solo di riprovazione sociale. Ora che i costumi sono cambiati, si è scoperto che tra uomini e donne esistono più similitudini che differenze. Le donne tradiscono di più e non solo perché si sentono emotivamente trascurate.

Molto più affidabile invece la predizione legata alle dinamiche di coppia. Mettendo insieme i risultati dei due studi, risulta che sia più propenso a tradire chi è meno soddisfatto della relazione nel suo complesso, chi è meno soddisfatto sul piano sessuale nello specifico, chi ha una libido più alta e chi è meno innamorato del partner o della partner. Fattori che possono sommarsi, rendendo più probabile la trasgressione alle regole di coppia.

Quanto alle caratteristiche individuali, può essere più incline a tradire chi ha un atteggiamento più aperto verso il sesso – o forse è vero il contrario. Chi ha un atteggiamento più rigido verso il sesso a considerare l’infedeltà più grave, ricorrendo quindi meno spesso al tradimento per compensare eventuali mancanze, riempire un vuoto o allontanarsi gradualmente dalla relazione primaria.

Quando capita alle coppie felici

Le difficoltà di coppia non sono l’unico motivo per cui si tradisce. Come insegna la psicoterapeuta Esther Perel in Così fan tutti (Solferino), anche le persone felici e innamorate possono sconfinare. Di solito però lo fanno per altri motivi: il tema ricorrente è la ricerca di una nuova o perduta identità, come se il tradimento fosse una tappa di un percorso di crescita, esplorazione e trasformazione. In questo caso, la relazione clandestina diventa un universo parallelo in cui reinventarsi, in cui sentirsi vivi e liberi. Una possibilità che i ricercatori non negano, limitandosi a osservare che tra i tanti fattori su cui si può giocare d’anticipo, tenere aperto il dialogo in coppia è forse l’unica strategia davvero efficace.