Coppia: se lui non parla

Redazione Pubblicato il 18/09/2015 Aggiornato il 18/09/2015

Le donne sono abituate a condividere a parole ogni pensiero. E si aspettano che il partner faccia altrettanto. Se però non succede non sempre è un problema. Ecco come riconoscere i silenzi “positivi” e come far ripartire il dialogo

Coppia

Indecifrabile, impenetrabile, fonte di irritazione o disagio: quando, in una coppia, uno dei due partner si chiude nel silenzio, l’effetto colpisce entrambi. E, senza voler generalizzare, nella maggior parte dei casi è “lui” che tace, ed è “lei” che ne soffre.

Spesso il silenzio è casuale, dettato dalla stanchezza, da ragioni futili o da un’inclinazione al riserbo che lascia spiazzate molte donne, più inclini e disponibili a condividere pensieri, aneddoti ed emozioni.

Un esempio classico: a fine giornata, lui torna a casa e non apre bocca. Si siede davanti alla televisione e alle domande risponde con un mugugno. E intanto nella testa di lei si rincorrono le domande: «Perché fa così? Sarà arrabbiato per qualcosa che ho fatto? Mi trova noiosa? Cosa faccio adesso?? Ecco i suggerimenti degli esperti per decifrare la situazione e per cercare di risolverla.

Quando è d’oro

Per cominciare, non necessariamente ciò che un silenzio sta comunicando ha connotazioni e implicazioni negative. Anzi. Spesso gli uomini sono silenziosi perché più abituati a fare, ad agire, piuttosto che a dire. Più che alla verbalità, affidano messaggi e sentimenti ai fatti. In altri casi, il silenzio può essere un modo per recuperare spazi interiori e tempo per il pensiero, o addirittura può rivelarsi un prezioso strumento di espressione. Non a caso, una delle caratteristiche essenziali della comunicazione profonda è proprio il silenzio, che può esprimere il legame di coppia, l’intesa che non ha bisogno di troppe parole.

E quando esprime negatività

Qualche volta, però, il silenzio declinato al maschile può manifestare anche emozioni negative. Ad esempio, la ripicca per una discussione lasciata in sospeso: in questo caso diventa un modo per ferire, per sottolineare che si è offesi, addirittura per offrire il pretesto per una nuova lite. In altri casi, il mutismo nasconde un giudizio su di lei, un’implicita accusa di inadeguatezza. In altre situazioni ancora, il non detto nasconde rabbia o delusione, o può essere l’espressione di un lui incapace di tollerare le critiche. Oppure è un modo, poco originale ma spesso alquanto efficace, per attirare l’attenzione. Infine c’è il silenzio più negativo, quello che si presenta quando lui non parla perché non ha più nulla da dire. In questo caso si tratta di una vera afasia, che nasce dalla mancanza di interesse e di coinvolgimento, di cui, almeno nelle fasi iniziali, può essere difficile rendersi conto.

Ricominciare da un sorriso

Per ristabilire l’equilibrio se la coppia è “troppo silenziosa”, si può cominciare con il porsi delle domande: «Riconosco il suo silenzio? So decifrarlo? Parlo quando magari lui è distratto da qualcos’altro?» L’obiettivo di questi quesiti è fare una sorta di auto-esame . Questo è utile sia per sgombrare il campo da malintesi (magari si sta gonfiando un “non problema” perché ipersensibili o troppo apprensive), sia per regolarsi di fronte a un atteggiamento del partner oggettivamente negativo.
Resistendo alla tentazione di aggredire il proprio lui con un tono esasperato o petulante, la strategia vincente è avvicinarsi con gesti affettuosi: una carezza sui capelli, un sorriso, un caffè offerto con gentilezza. Piccoli gesti che a volte sciolgono il muro di un silenzio più di tante domande e richieste di attenzione.

Scegliere i momenti più adatti

È utile anche distinguere i momenti più adatti alla conversazione da quelli in cui cercare di ricrearla può addirittura essere controproducente. Meglio evitare, per esempio, di riattivare un dialogo che langue appena rientrati dal lavoro, quando è facile essere stanchi e tesi, oppure a tavola in presenza di altri, o davanti alla televisione.
A volte anche un imprevisto può essere l’occasione giusta per iniziare a parlarsi di nuovo. Possono bastare un evento buffo, un’involontaria battuta, una risata.

Keep calm

Non bisogna scoraggiarsi. Il dialogo è un’arte, frutto di un lungo apprendistato. La comunicazione a due richiede tempo, va coltivata giorno dopo giorno, imparando a conoscersi e a riconoscere il significato di certi silenzi.