30/08/2022

Coppia: l’amore ai tempi delle situationship

Veronica Colella Pubblicato il 30/08/2022 Aggiornato il 30/08/2022

Frequentarsi senza impegno ha i suoi rischi, uno su tutti quello di ritrovarsi in un limbo. Ma c’è anche chi lo trova liberatorio  

Happy young woman chasing man while riding bicycle during summer vacation

Niente è più ambiguo di un “ci frequentiamo”. Per dare finalmente un nome alle relazioni che sfuggono alle definizioni canoniche è stato coniato il termine situationship, da utilizzare con una punta di ironia.

Una forma di intimità che somiglia all’amore romantico più dell’amicizia con benefit, con cui però ha in comune la tendenza a

finire in risentimento quando uno dei due si affeziona più dell’altro.

Prenderla alla leggera

Chi preferisce frequentarsi senza il peso delle aspettative ha le sue ragioni: abbracciare l’ambiguità può essere un modo per non caricare eccessivamente di significato un rapporto quando non si hanno le idee chiare, o quando si sta iniziando appena a conoscersi. Rispetto al sesso occasionale concedono più spazio alla tenerezza e al romanticismo, ma senza scambiarsi promesse o guardare al futuro con troppa serietà. Una leggerezza che secondo chi è rimasto scottato fa molto comodo a chi vuole tutti i vantaggi di una relazione senza mai restituire nulla, o che addirittura diventa una scusa per tenere il piede in due scarpe (o anche tre o cinque).

E se fosse una rivoluzione?

Non tutti sono così critici nei confronti delle situationship. La scrittrice londinese Alya Mooro ha scritto per Restless Network una riflessione sul potenziale rivoluzionario delle relazioni indefinite, in particolare per le donne. Più che essere un sintomo della paura di impegnarsi, sono un rifiuto di quello che tradizionalmente associamo alle relazioni, a cominciare dal lavoro emotivo e cognitivo necessario per tenerle in piedi. A meno che non sia a un desiderio a senso unico, la situationship permette di soddisfare il bisogno di intimità sessuale e affettiva senza avanzare pretese sul tempo o sulle emozioni di nessuno. Se vissute con rispetto, cura e intelligenza, possono diventare una nuova ed eccitante possibilità di ridefinire le relazioni oltre il concetto di coppia, tenendo strette libertà e indipendenza faticosamente guadagnate.

Il precariato dei sentimenti

Il guaio è che non sempre si ha voce in capitolo sui termini della relazione-non-relazione. L’esistenza di così tante guide pratiche per capire se si è o meno in una situazione di questo tipo è di per sé un indizio. A volte chi si frequenta senza etichette di sorta intende solo darsi più tempo per decidere se e quando cominciare a considerarsi una coppia, non dare inizio a una rivoluzione culturale. E chi mette più impegno nel rapporto potrebbe cominciare a sentirsi preso in giro, in particolare se con il passare dei mesi la situationship inizia a diventare indistinguibile da una relazione vera e propria. Di quelle in cui si condividono giro di amici, pranzi della domenica, weekend fuori porta e magari gite all’Ikea, ma senza mai pianificare niente con troppo anticipo. Non è detto però che la responsabilità sia tutta del più sfuggente: ignorare i segnali di disinteresse o idealizzare eccessivamente persone o relazioni è una ricetta per la delusione. Meglio essere sinceri e affrontare il discorso in maniera diretta, accettando il rischio di un rifiuto ma tenendo alte dignità e autostima.