26/04/2021

Coppia: i ventenni italiani, che romantici!

Veronica Colella Pubblicato il 26/04/2021 Aggiornato il 26/04/2021

Romantici, idealisti e tendenzialmente fedeli. Ecco il ritratto dei giovani italiani a confronto con le generazioni precedenti

Giovani romantici

Per i ventenni di oggi l’amore e il sesso vanno molto spesso a braccetto. Si dichiarano contrari per principio al tradimento e non si accontentano facilmente di una relazione senza passione.

E le differenze di genere si stanno attenuando, anche se il doppio standard con cui vengono valutate le esperienze di maschi e femmine non è ancora del tutto scomparso.

Lo raccontano Gianpiero Dalla Zuanna e Daniele Vignoli in Piacere e fedeltà (il Mulino), confrontando i dati delle indagini Sis e Selfy condotte nelle università italiane rispettivamente nel 2000 e nel 2017.

Il revival dell’amore romantico

Rispetto alle generazioni precedenti, i giovani del terzo millennio attribuiscono una maggiore importanza al sesso. L’età media al primo rapporto si è ulteriormente abbassata e la ricerca del piacere è considerata un obiettivo legittimo per entrambi i partner, donne incluse. Sarebbe però un errore credere che la loro sessualità sia appiattita su un edonismo cinico e distaccato da telefilm HBO. Al contrario, il sesso è vissuto quasi sempre in coppia. Si tradisce con meno leggerezza e anche per la maggior parte dei single la prospettiva di limitarsi al sesso occasionale non sembra essere poi così appetibile. Dopotutto, oggi si sta insieme per scelta e non per dovere. Le stesse famiglie di origine sono più aperte verso convivenze prolungate, nascite extra-matrimoniali e separazioni più o meno amichevoli e le scappatelle non sono più considerate un compromesso accettabile per la stabilità di coppia.

Due dimensioni parallele

In coppia si cercano stabilità e amore, mentre il piacere fine a se stesso è una questione più personale. Per i millennial pornografia e autoerotismo non sono un ripiego, ma una forma di intimità alternativa che coesiste con quella vissuta all’interno della relazione. Quello della ricerca del piacere è un ambito in cui le differenze di genere sono ancora piuttosto marcate. Non solo per via del famigerato “orgasm gap”, ma anche per via dei tabù che circondano ancora la masturbazione femminile. Secondo i risultati dell’indagine del 2006 sulla sessualità degli italiani, citata dagli autori, per un quarto delle donne la scoperta dell’autoerotismo avviene addirittura dopo il primo rapporto, spesso attraverso esperienze condivise con il partner. I dati Selfy mostrano che anche tra le millennial persiste una certa resistenza nei confronti dell’argomento: il 63% delle studentesse non ha mai fatto questa esperienza, contro il 7% degli studenti maschi.

Verso la parità?

Per otto giovani su dieci il primo rapporto avviene all’interno di una relazione stabile, molto spesso tra coetanei. Ragazzi e ragazze scoprono il sesso insieme nella tarda adolescenza, con l’età media al primo rapporto che si abbassa a 17,9 anni per gli uomini e a 18 per le donne. In materia di comportamenti e aspettative le differenze di genere si sono attenuate, portando alla formazione di coppie più omogenee e paritarie. Nel reame delle opinioni invece alcune differenze persistono, come il doppio standard di chi giudica il sesso occasionale più accettabile quando a praticarlo è un uomo. Nel 2017 il margine di tolleranza è di 71% per gli uomini e di 53% per le donne: nessuno si aspetta più che una ragazza arrivi vergine alla prima notte di nozze, ma in fatto di libertà sessuale valgono ancora due pesi e due misure.