12/11/2019

Conversazioni più efficaci: i trucchi per farsi ascoltare

Veronica Colella Pubblicato il 12/11/2019 Aggiornato il 12/11/2019

Riuscire chiare, interessanti, originali, non offendere l'altro. Si può, facilmente, ricordando qualche piccolo accorgimento

trucchi conversazione migliore

Per certi versi, parlare non è mai stato così semplice. Chi non ama stare al telefono o non ha tempo di incontrarsi per un aperitivo può sempre rimanere in contatto attraverso social e app, partecipando a conversazioni che possono protrarsi anche per settimane. Sesso e politica sono tradizionalmente argomenti delicati, ma non basta evitarli per far sì che una conversazione – dal vivo o su internet – non degeneri. Molto spesso si finisce per parlarsi addosso, con la netta impressione che sia diventato impossibile capirsi: ma siamo sicuri di saper ascoltare davvero?

Il timido e il narciso

Con tutto quello che richiede la nostra attenzione quotidiana sarebbe impossibile non distrarsi, ma un ruolo decisivo nel sabotare la qualità della conversazione lo ha anche il nostro carattere. Chi è timido non riesce a fare a meno di pensare – e ripensare – ossessivamente a quello che dice, nel timore di essere noioso o di trovarsi in imbarazzo, molto spesso perdendosi metà della conversazione. Al contrario, chi è sicuro di sé al limite del narcisismo può amare il suono della propria voce più di quanto sia disposto ad ammettere, diventando più interessato a parlare che ad ascoltare.

Anche saper ascoltare è fondamentale per dare ritmo alle conversazioni. Senza rischiare noia o imbarazzi

Qualche consiglio per migliorare

Celeste Headlee, conduttrice radiofonica e nipote del compositore William Grant Still, ha rivelato durante una conferenza TED i suoi trucchi per migliorare la conversazione. Ve ne proponiamo alcuni, tra quelli di particolare importanza per chi proprio non riesce a fare a meno di vagare con la mente o rimanere eccessivamente concentrato su sé stesso.

  1. Niente multitasking. Non vuol dire solo evitare di guardare il cellulare o mettere giù quello che abbiamo in mano, significa rimanere presenti in senso più profondo. Non lasciar vagare la mente alla cena da preparare o a un’altra conversazione che abbiamo avuto al lavoro, ma rimanere ancorati alla realtà che si sta vivendo in quel preciso momento.
  2. Non pontificare. Per quello, suggerisce Celeste, esistono i blog. Il giusto approccio in una conversazione è quello di chi è sempre pronto ad imparare qualcosa, anche da chi la pensa diversamente. Un atteggiamento aperto all’ascolto dimostra che sappiamo mettere il nostro ego da parte e non mette l’interlocutore sulla difensiva, riducendo il rischio che si finisca per litigare.
  3. Quando non sai qualcosa, ammettilo. Molto meglio essere sinceri, perché l’imbarazzo di essere impreparati su un argomento sarà sempre minore di quello di aver parlato a sproposito. Se ammettere di non sapere vi mette fortemente a disagio, provate a pensare che chi cerca di mettervi in difficoltà sulle vostre lacune prima o poi cadrà su un argomento su cui siete preparatissimi. Il karma non perdona e nemmeno la statistica.
  4. Non mettere sullo stesso piano le esperienze personali. Lo si fa per simpatizzare, ma il rischio è che l’altra persona si senta sminuita o non ascoltata. Le conversazioni non sono spazi per l’auto-promozione: quando una persona sta condividendo una sua esperienza è giusto lasciare che sia al centro dell’attenzione per tutto il tempo di cui ha bisogno.
  5. Cerca di non ripeterti troppo. Oltre ad essere noioso, ripetersi suona anche un po’ condiscendente. Come se pensassimo che l’altra persona sia troppo lenta per capire il punto del discorso al primo tentativo. Meglio essere concisi e dare la possibilità a chi ha dubbi di fare domande.
  6. Non stressarti sui dettagli. Se mentre racconti un aneddoto proprio non ti ricordi una data, un nome oppure un posto preciso, puoi rilassarti: questo genere di dettagli è del tutto secondario e in fondo non importa davvero a nessuno. Niente sforzi di memoria dunque!