22/10/2019

Autunno: perché a volte mette di buonumore

Veronica Colella Pubblicato il 22/10/2019 Aggiornato il 22/10/2019

In alcune persone i primi freddi e qualche pioggerella creano un inaspettato buonumore: perché l'autunno piace (soprattutto alle timide)

meteoropatia inversa

Se vi si sono illuminati gli occhi alle prime avvisaglie d’autunno, accogliendo foglie secche e vento freddo con una gioia inspiegabile rispetto al broncio perenne che vi perseguitava da metà luglio, allora potreste far parte di quella piccola percentuale di “meteoropatici” che traggono sollievo dal maltempo. Mentre il winter blues toglie energia a chi è sensibile alla mancanza di luce, ottobre è il mese preferito di chi soffre di summer blues, degli ansiosi e di chi ritrova la produttività grazie al rumore della pioggia.

A sorpresa l’autunno può risultare piacevole, rilassante e allentare ansie e malumori

Il mal di stagione

Nonostante lo scetticismo di parte della comunità scientifica, il dottor Norman Rosenthal e i suoi colleghi coniarono nel 1984 il termine Disturbo Affettivo Stagionale (SAD) per contraddistinguere gli episodi di malessere psicologico ed emotivo legati al cambio di stagione. Chi è particolarmente suscettibile alle condizioni atmosferiche non reagisce solamente alla quantità di luce, ma anche alla temperatura, all’umidità e alla pressione. Secondo Rosenthal, la diffusione di questi sintomi è direttamente proporzionale alla distanza dall’Equatore e riguarda in gran parte le donne, quattro volte più inclini degli uomini a sviluppare questo disturbo. Mentre le giornate diventano più corte, piovose e fredde le persone affette da SAD possono diventare preda di stanchezza, depressione, ipersonnia, calo del desiderio sessuale e di un aumento dell’appetito che porta a cercare conforto nei carboidrati. Tuttavia, c’è anche chi è particolarmente sensibile alle impennate di calore e dall’aumento delle ore di luce, che arrecano un fastidio altrettanto intenso. Il mal d’estate porta ansia, insonnia, irritabilità e perdita dell’appetito, sempre per l’interferenza di luce e calore sui livelli di serotonina e melatonina.

Il “rumore rosa” della pioggerellina autunnale

Anche chi non soffre di SAD estiva potrebbe trarre qualche beneficio dalla colonna sonora naturale del maltempo, o almeno della pioggia lenta e costante delle giornate più grigie. Tra i rumori che rilassano e aiutano a dormire meglio c’è infatti il cosiddetto “pink noise”, che a differenza del rumore bianco privilegia l’intensità delle armoniche a bassa frequenza. Questo rumore somiglia moltissimo a quello che in natura viene generato dalla pioggia, oppure dalle foglie scosse dal vento. Rispetto al silenzio, che può portare a un sovraffollamento di pensieri, questo rumore poco invasivo crea un sottofondo piacevole che può essere un toccasana contro lo stress da performance e addirittura rendere più concentrati e più produttivi.

Quando il maltempo fa sentire spalleggiati

Il potere calmante della pioggia, del vento o dei temporali ha anche una componente di autosuggestione. Alcuni “pluviofili” sono confortati dalla capacità della furia degli elementi di ridimensionare la nostra importanza rispetto alla potenza della natura, facendoci sembrare sufficientemente piccoli e insignificanti da mettere a tacere la parte di noi che tende a ingigantire i problemi quotidiani. Per altri, il buonumore portato dalla pioggia può essere legato all’allentarsi della pressione sociale.
Chi soffre di fobia sociale o è semplicemente molto timido, può arrivare a colpevolizzarsi nei giorni di sole – quando le esortazioni a uscire e godersi la bella giornata si scontrano con la voglia di starsene al sicuro nel proprio bozzolo – mentre si sentirà più leggero quando il maltempo offrirà un’ottima scusa per dirottare gli impegni mondani dalle feste all’aperto alla più rassicurante sala del cinema.