30/04/2020

Vuoi aiutare un malato? Dona il tuo plasma

Maura Prianti
A cura di Maura Prianti
Pubblicato il 30/04/2020 Aggiornato il 30/04/2020

Il plasma convalescente, cioè prelevato da chi ha superato il Covid-19, viene infuso ai malati e ha un doppio effetto benefico contro il Coronavirus

Coronavirus 2019-nCov novel coronavirus concept responsible for asian flu outbreak and coronaviruses influenza. Dangerous pandemic flu cases coronavirus strain microscope virus close up. 3d rendering

In che cosa consiste questa nuova cura? Ce lo spiega il dottor Massimo Franchini, ematologo e direttore del Servizio trasfusionale dell’ospedale Carlo Poma di Mantova, il primo a utilizzare il plasma convalescente contro il Covid-19 in collaborazione con il Servizio di Immunoematologia e Medicina trasfusionale del policlinico San Matteo di Pavia.

Avete già salvato alcuni malati con questa nuova cura?

Non è una nuova cura, ma una “vecchia”, perché è già stata usata per malati di Sars, poi di Mers e più recentemente di Ebola. Sono circa 20 anni che viene impiegata nelle epidemie virali, noi l’abbiamo solo “adattata” a un altro virus e al momento abbiamo curato circa 30 malati.

Come agisce questa terapia?

Dai pazienti guariti di Covid-19 si preleva il plasma, che è iperimmune, cioè ricco di anticorpi. Questi si dosano in laboratorio, cioè si verifica che siano sufficienti per uccidere il virus, poi si “puliscono” e, infine, si infondono al malato. Gli effetti positivi si vedono già dopo poche ore dall’infusione.

Come fa ad avere effetti così potenti?

Perché agisce su due fronti: ha sia effetti antivirali sia stimolanti.

  1. Quelli antivirali fanno sì che il plasma convalescente sia come un farmaco biologico, molto potente, in grado di ridurre la carica virale del nuovo Coronavirus, cioè la sua forza aggressiva. Questo primo effetto permette di ridurre i danni nell’organismo e fa stare meglio il paziente.
  2. Il plasma convalescente, però, scatena anche una reazione di difesa: il sistema immunitario del malato messo K.o. dal Covid-19 si riprende, grazie agli effetti antivirali dell’infusione, e quindi recupera il controllo sull’organismo dando l’avvio alla produzione autonoma di anticorpi, le nostre armi naturali contro il virus.

Quali sono i limiti di questa cura?

Bisogna sempre rispettare il gruppo sanguigno, come in ogni trasfusione. Quindi per ogni malato serve un donatore che abbia il suo stesso gruppo. E poi servono donatori, per questo Avis si è attivata tra i suoi iscritti, ma chiunque abbia avuto il Covid-19 e adesso è in perfetta salute può aiutare un malato, basta rivolgersi al centro trasfusionale dell’ospedale più vicino per donare il proprio plasma.

 

l testo completo dell’intervista è in edicola su Viversani & belli, con uno Speciale Coronavirus dedicato all’epidemia, con le risposte dei nostri esperti e i consigli per superare al meglio questo brutto momento.