14/02/2023

Voce sotto stress?

Simona Lovati
A cura di Simona Lovati
Pubblicato il 14/02/2023 Aggiornato il 14/02/2023

Se il  tuo lavoro ti costringe a parlare in continuazione potresti soffrire di disfonia. Ecco i rimedi 

Young radio host working in the studio, she is smiling and broadcasting announcements

Hai la passione per il canto o svolgi una professione che impegna molto la voce? Sono molti gli italiani che come secondo lavoro si dedicano alla musica sforzando in modo eccessivo la voce senza saperla gestire correttamente. A questi si aggiungono professori, venditori, insegnanti di fitness, operatori di front office, guide turistiche, attori, che parlano con continuità per tutta la giornata.

Si stima che nel Belpaese, i connazionali che soffrono di disturbi della voce siano circa il 20 per cento.

I campanelli di allarme

«Ci sono alcuni campanelli d’allarme ai quali prestare attenzione, perché spie del fatto che gli organi fonatori (che producono cioè suoni) possono essere sotto stress. Primo fra tutti la disfonia, un’alterata qualità della voce, la riduzione dell’estensione vocale – se prima si riusciva a raggiungere una certa nota nel canto e ora non è più possibile o lo si fa con difficoltà – la fatica fonatoria dopo aver cantato, la percezione di dolore al collo e di un senso di costrizione o la sensazione di fuga d’aria nella zona più acuta dell’estensione sonora», spiega il dottor  Francesco Mozzanica, Direttore dell’Unità Operativa di Otorinolaringoiatria dell’Ospedale San Giuseppe – Gruppo MultiMedica e professore all’Università degli Studi di Milano La Statale.

Limitare i danni

In presenza di uno o più di questi sintomi, la prima regola da seguire, se possibile, è fare riposare la voce. In secondo luogo, è importante evitare tutto ciò che potrebbe aumentare lo stato infiammatorio: no alle bevande calde, come tisane e infusi, e stop ad alcolici, fumo e cibi piccanti.

Quando serve un controllo più approfondito

Se anche mettendo in atto questi comportamenti il disturbo persiste, è opportuno consultare un medico specialista, otorinolaringoiatra e foniatra (medico esperto in diagnosi e cura dei disturbi vocali).

L’otorino eseguirà una laringoscopia o laringostroboscopia, esame poco invasivo che permette di vedere le corde vocali durante la fonazione e di visualizzare eventuali lesioni organiche, quali noduli, polipi, cisti e piccole cicatrici. Noduli ed edemi cordali sono i più diffusi tra i cantanti, i primi soprattutto fra le donne che impiegano voce gridata e iperacuta, i secondi sono legati allo sforzo per raggiungere una forte intensità senza le opportune tecniche di sostegno.

Il foniatra conduce una valutazione per rintracciare le possibili cause che hanno portato alla formazione di queste lesioni, e indaga come la voce si produce, generando anche disfonie non dovute a lesioni organiche, ma ad atteggiamenti anomali nella produzione di suoni.

Con l’aiuto del logopedista

Sarà poi impostato un percorso dal logopedista di tipo preventivo e abilitativo all’uso corretto della voce, se il problema è ancora allo stadio iniziale, o di tipo riabilitativo, specie nel caso in cui vi sia un danno strutturale alle corde vocale, anche coadiuvato da terapie farmacologiche e integrato da un percorso didattico di vocal coach. “In alcuni casi può esserci l’indicazione all’intervento chirurgico, per asportare la lesione in microlaringoscopia”, conclude lo specialista.