ZIEXTENZO SC 1SIR 0,6ML 6MG

893,69 €

Prezzo indicativo

Principio attivo: PEGFILGRASTIM
  • ATC: L03AA13
  • Descrizione tipo ricetta: RRL - LIMITATIVA RIPETIBILE
  • Presenza Glutine:
  • Presenza Lattosio:

Data ultimo aggiornamento: 19/06/2019

Riduzione della durata della neutropenia e dell’incidenza di neutropenia febbrile in pazienti adulti trattati con chemioterapia citotossica per neoplasie maligne (con l’eccezione della leucemia mieloide cronica e delle sindromi mielodisplastiche).
Ogni siringa preriempita contiene 6 mg di pegfilgrastim* in 0,6 mL di soluzione iniettabile. La concentrazione è di 10 mg/mL considerando solo la porzione proteica**. *Pegfilgrastim è prodotto in cellule di Escherichia coli con tecnologia del DNA ricombinante e successiva coniugazione con polietilenglicole (PEG). **La concentrazione è di 20 mg/mL se si include la porzione di molecola con PEG. La potenza di questo prodotto non deve essere confrontata con quella di un’altra proteina peghilata o non peghilata appartenente alla stessa classe terapeutica. Per ulteriori informazioni, vedere paragrafo 5.1. Eccipienti con effetti noti Ogni siringa preriempita contiene 30 mg di sorbitolo (E420). Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

Posologia

La terapia con Ziextenzo deve essere iniziata e seguita da medici con esperienza in oncologia e/o ematologia.
Posologia Si raccomanda una dose di 6 mg (una singola siringa preriempita) di Ziextenzo per ciascun ciclo di chemioterapia, somministrata almeno 24 ore dopo la chemioterapia citotossica.
Popolazioni speciali Popolazione pediatrica La sicurezza e l’efficacia di pegfilgrastim nei bambini non sono state ancora stabilite.
I dati al momento disponibili sono riportati nei paragrafi 4.8, 5.1 e 5.2, ma non può essere fatta alcuna raccomandazione riguardante la posologia.
Compromissione renale Non sono raccomandati aggiustamenti di dose in pazienti con compromissione renale, inclusi quelli con malattia renale in stadio terminale.
Modo di somministrazione Ziextenzo è per uso sottocutaneo.
Le iniezioni devono essere effettuate nella coscia, nell’addome o nella parte superiore del braccio.
Per le istruzioni sulla manipolazione del medicinale prima della somministrazione, vedere paragrafo 6.6.

Avvertenze e precauzioni

Tracciabilità Al fine di migliorare la tracciabilità dei medicinali biologici, il nome e il numero di lotto del medicinale somministrato devono essere chiaramente registrati.
Avvertenze generali e precauzioni Dati clinici limitati suggeriscono un effetto paragonabile di pegfilgrastim rispetto a filgrastim sul tempo alla remissione da neutropenia severa in pazienti con leucemia mieloide acuta (LMA) de novo (vedere paragrafo 5.1).
Tuttavia, gli effetti a lungo termine di pegfilgrastim nella LMA non sono stati stabiliti; quindi, il prodotto deve essere utilizzato con cautela in tale popolazione di pazienti.
Il fattore di stimolazione delle colonie granulocitarie (G-CSF) può promuovere la crescita di cellule mieloidi in vitro e simili effetti possono essere osservati in vitro in alcune cellule non mieloidi.
La sicurezza e l’efficacia di pegfilgrastim non sono state studiate nei pazienti con sindrome mielodisplastica, leucemia mieloide cronica e nei pazienti con LMA secondaria; di conseguenza, non deve essere usato in tali pazienti.
Si dovrà porre particolare attenzione per distinguere la diagnosi di trasformazione blastica della leucemia mieloide cronica da quella di LMA.La sicurezza e l’efficacia della somministrazione di pegfilgrastim in pazienti con LMA de novo di età < 55 anni con alterazione citogenetica t(15;17) non sono state stabilite.
La sicurezza e l’efficacia di pegfilgrastim in pazienti che ricevono chemioterapia ad alte dosi non sono state studiate.
Questo medicinale non deve essere usato per aumentare le dosi della chemioterapia citotossica oltre quanto previsto dagli schemi posologici standard.
Eventi avversi polmonari Sono state riportate reazioni avverse polmonari, in particolare polmonite interstiziale, in seguito alla somministrazione di G-CSF.
I pazienti con una storia recente di infiltrati polmonari o polmonite potrebbero essere a più alto rischio (vedere paragrafo 4.8).
L’insorgenza di sintomi polmonari come tosse, febbre e dispnea contemporaneamente a un quadro radiologico di infiltrati polmonari e un deterioramento della funzionalità polmonare, associato a una conta elevata dei neutrofili, possono costituire i segni iniziali della sindrome da distress respiratorio acuto (Acute Respiratory Distress Syndrome, ARDS).
In tali circostanze, a discrezione del medico, la terapia con pegfilgrastim deve essere interrotta e istituito l’idoneo trattamento (vedere paragrafo 4.8).
Glomerulonefrite La glomerulonefrite è stata riportata in pazienti che ricevono filgrastim e pegfilgrastim.
Generalmente, gli eventi di glomerolunefrite si sono risolti dopo riduzione della dose o sospensione di filgrastim e pegfilgrastim.
Si raccomanda il monitoraggio dell’analisi delle urine.
Sindrome da perdita capillare La sindrome da perdita capillare è stata riportata dopo somministrazione di fattori stimolanti le colonie granulocitarie ed è caratterizzata da ipotensione, ipoalbuminemia, edema ed emoconcentrazione.
I pazienti che sviluppano sintomi della sindrome da perdita capillare devono essere strettamente monitorati e ricevere il trattamento sintomatico standard, che può comprendere la necessità di terapia intensiva (vedere paragrafo 4.8).
Splenomegalia e rottura splenica Sono stati segnalati casi generalmente asintomatici di splenomegalia e casi di rottura splenica, inclusi alcuni casi fatali, in seguito alla somministrazione di pegfilgrastim (vedere paragrafo 4.8).
Pertanto, il volume della milza deve essere attentamente monitorato (ad es.
mediante esame clinico, ecografia).
Una diagnosi di rottura splenica deve essere presa in considerazione nei pazienti che presentano dolore al quadrante superiore sinistro dell’addome o all’estremità della spalla.
Trombocitopenia e anemia Il trattamento con il solo pegfilgrastim non preclude la trombocitopenia e l’anemia causate dal mantenimento di dosi piene di chemioterapia mielosoppressiva secondo lo schema previsto.
Si raccomandano controlli regolari della conta piastrinica e dell’ematocrito.
Particolare attenzione deve essere posta durante la somministrazione di agenti chemioterapici, singoli o in associazione, che causano trombocitopenia severa.
Sindrome mielodisplastica e leucemia mieloide acuta in pazienti con cancro della mammella e cancro del polmone Nell’ambito dello studio osservazionale post-marketing, pegfilgrastim in associazione a chemioterapia e/o radioterapia è stato associato a sviluppo della sindrome mielodisplastica (SMD) e della leucemia mieloide acuta (LMA) in pazienti con cancro della mammella e cancro del polmone (vedere paragrafo 4.8).
Monitorare i pazienti con cancro della mammella e cancro del polmone per segni e sintomi di SMD/LMA.
Anemia falciforme Crisi falcemiche sono state associate all’uso di pegfilgrastim in pazienti con tratto falcemico o affetti da anemia falciforme (vedere paragrafo 4.8).
Pertanto, il medico dovrà usare cautela nel prescrivere pegfilgrastim a pazienti con tratto falcemico o affetti da anemia falciforme, dovrà monitorare gli opportuni parametri clinici e di laboratorio e dovrà prestare attenzione alla possibile associazione tra questo medicinale e un ingrossamento della milza e una crisi vaso-occlusiva.
Leucocitosi Valori di globuli bianchi (White Blood Cell, WBC) pari o superiori a 100 x 109/L sono stati osservati in meno dell’1% dei pazienti trattati con pegfilgrastim.
Non sono stati riportati eventi avversi direttamente attribuibili a questo grado di leucocitosi.
Tale incremento nella conta dei globuli bianchi è transitorio, viene tipicamente osservato dopo 24 - 48 ore dalla somministrazione ed è coerente con gli effetti farmacodinamici di questo medicinale.
Coerentemente con gli effetti clinici e la possibilità di leucocitosi, deve essere effettuata una conta dei globuli bianchi (WBC) ad intervalli regolari durante la terapia.
Se la conta dei leucociti supera il valore di 50 x 109/L dopo il previsto nadir, la somministrazione di questo medicinale deve essere interrotta immediatamente.
Ipersensibilità In pazienti trattati con pegfilgrastim sono state riportate reazioni di ipersensibilità, incluse reazioni anafilattiche, che si verificano all’inizio o successivamente al trattamento.
Sospendere definitivamente il trattamento con pegfilgrastim in pazienti con ipersensibilità clinicamente significativa.
Non somministrare pegfilgrastim a pazienti con una storia di ipersensibilità a pegfilgrastim o a filgrastim.
Se si verifica una reazione allergica grave, deve essere somministrata un’appropriata terapia, seguita da un attento follow-up del paziente per diversi giorni.
Sindrome di Stevens-Johnson Associata al trattamento con pegfilgrastim è stata raramente osservata la sindrome di Stevens-Johnson (SJS), che può essere pericolosa per la vita o fatale.
Se il paziente ha sviluppato la SJS con l’uso di pegfilgrastim, per tale paziente il trattamento con pegfilgrastim non deve essere mai più utilizzato.
Immunogenicità Come per tutte le proteine terapeutiche, c’è un rischio potenziale di immunogenicità.
I tassi di generazione di anticorpi contro pegfilgrastim sono generalmente bassi.
Con tutti i medicinali biologici è atteso lo sviluppo di anticorpi leganti; tuttavia, ad oggi essi non sono stati associati ad attività neutralizzante.
Aortite È stata segnalata aortite in seguito a somministrazione di G-CSF in soggetti sani e in pazienti oncologici.
Tra i sintomi vi sono febbre, dolore addominale, malessere, dolore dorsale e aumento dei marcatori dell’infiammazione (per es., proteina C-reattiva e conta dei leucociti).
Nella maggior parte dei casi, l’aortite è stata diagnosticata con tomografia computerizzata (TC) e si è generalmente risolta dopo l’interruzione del G-CSF.
Vedere anche il paragrafo 4.8.
Altre avvertenze La sicurezza e l’efficacia di pegfilgrastim nella mobilizzazione delle cellule progenitrici ematopoietiche nei pazienti o in donatori sani non sono state adeguatamente valutate.
L’aumentata attività ematopoietica del midollo osseo in risposta alla terapia con fattore di crescita è stata associata a referti radiologici ossei transitoriamente positivi.
Questo aspetto deve essere considerato nell’interpretazione dei dati radiologici.
Eccipienti Questo medicinale contiene 30 mg di sorbitolo per siringa preriempita equivalente a 50 mg/mL.
L'effetto additivo della co-somministrazione di medicinali contenenti sorbitolo (o fruttosio) e l'assunzione giornaliera di sorbitolo (o fruttosio) con la dieta deve essere considerato.
Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per dose di 6 mg, cioè essenzialmente ‘senza sodio’.

Interazioni

Data la potenziale sensibilità alla chemioterapia citotossica delle cellule mieloidi in rapida divisione, pegfilgrastim deve essere somministrato almeno 24 ore dopo la somministrazione della chemioterapia citotossica.
Negli studi clinici, la somministrazione di pegfilgrastim 14 giorni prima della chemioterapia si è dimostrata sicura.
Non è stato valutato nei pazienti l’uso di pegfilgrastim in concomitanza con alcun chemioterapico.
In modelli animali, si è osservato che la somministrazione contemporanea di pegfilgrastim e 5-fluorouracile (5-FU) o altri antimetaboliti aumenta la mielosoppressione.
Gli studi clinici non hanno indagato in modo specifico le possibili interazioni con altri fattori di crescita ematopoietici e con le citochine.
Non è stata studiata in modo specifico la potenziale interazione con il litio, il quale anch’esso promuove il rilascio di neutrofili.
Non vi sono evidenze che tale interazione possa essere dannosa.
La sicurezza ed efficacia di pegfilgrastim non sono state valutate in pazienti che ricevevano una chemioterapia associata a mielosoppressione ritardata, come le nitrosouree.
Non sono stati effettuati studi specifici sulle interazioni o sul metabolismo; gli studi clinici non hanno peraltro evidenziato interazioni di pegfilgrastim con altri medicinali.

Effetti indesiderati

Riassunto del profilo di sicurezza Le reazioni avverse riportate più di frequente sono state il dolore osseo (molto comune [≥ 1/10]) e il dolore muscoloscheletrico (comune [≥ 1/100, < 1/10]).
Il dolore osseo era generalmente di entità da lieve a moderata, transitorio e nella maggior parte dei pazienti era controllabile con i comuni analgesici.
Sono stati riportati casi di reazioni di tipo ipersensibilità, inclusi eruzione cutanea, orticaria, angioedema, dispnea, eritema, rossore e ipotensione, con la prima somministrazione o con somministrazioni successive di pegfilgrastim (non comuni [≥ 1/1 000, < 1/100]).
Reazioni allergiche gravi, inclusa l’anafilassi, possono manifestarsi in pazienti che ricevono pegfilgrastim (non comuni) (vedere paragrafo 4.4).
La sindrome da perdita capillare, che può essere pericolosa per la vita se il trattamento viene ritardato, è stata riportata come non comune (≥ 1/1 000, < 1/100) nei pazienti con tumore sottoposti a chemioterapia in seguito alla somministrazione di fattori stimolanti le colonie granulocitarie; vedere paragrafo 4.4 e paragrafo “Descrizione di reazioni avverse selezionate” sotto riportato.
La splenomegalia, generalmente asintomatica, è non comune.
Sono stati riportati casi non comuni di rottura splenica, inclusi alcuni casi fatali, in seguito alla somministrazione di pegfilgrastim (vedere paragrafo 4.4).
Sono state riportate non comuni reazioni avverse polmonari comprendenti polmonite interstiziale, edema polmonare, infiltrati polmonari e fibrosi polmonare.
Casi non comuni hanno avuto come conseguenza insufficienza respiratoria o ARDS che possono essere fatali (vedere paragrafo 4.4).
In pazienti con tratto falcemico o affetti da anemia falciforme sono stati riportati casi isolati di crisi falcemiche (non comuni in tali pazienti) (vedere paragrafo 4.4).
Tabella delle reazioni avverse I dati nella tabella sottostante descrivono le reazioni avverse riportate negli studi clinici e nelle segnalazioni spontanee.
All’interno di ciascuna classe di frequenza, le reazioni avverse sono riportate in ordine decrescente di gravità.
Tabella 1.
Reazioni avverse
Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA Reazioni avverse
Molto comune (≥ 1/10) Comune(≥ 1/100, < 1/10) Non comune (≥ 1/1 000, < 1/100) Raro (≥ 1/10 000, < 1/1 000)
Tumori benigni, maligni e non specificati (incl cisti e polipi)   Sindrome mielodisplastica¹ Leucemia mieloide acuta¹ 
Patologie del sistema emolinfo–poietico  Trombo–citopenia¹ Leucocitosi¹ Anemia a cellule falciformi con crisi² Splenomegalia² Rottura splenica² 
Disturbi del sistema immunitario   Reazioni di ipersensibilità Anafilassi 
Disturbi del metabolismo e della nutrizione   Aumento dell’acido urico 
Patologie del sistema nervoso Cefalea¹   
Patologie vascolari   Sindrome da perdita capillare¹ Aortite
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche   Sindrome da distress respiratorio acuto² Reazioni avverse polmonari (polmonite interstiziale, edema polmonare, infiltrati polmonari e fibrosi polmonare) Emottisi Emorragia polmonare
Patologie gastrointestinali Nausea¹   
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo   Sindrome di Sweet (dermatosi neutrofila febbrile acuta)1,2 Vasculite cutanea1,2 Sindrome di Stevens-Johnson
Patologie del sistema muscolo–scheletrico e del tessuto connettivo Dolore osseo Dolore muscolo–scheletrico (mialgia, artralgia, dolore a un arto, dolore dorsale, dolore muscolo–scheletrico, dolore al collo)  
Patologie renali e urinarie   Glomerulo–nefrite² 
Patologie generali e condizioni relative alla sede di sommini–strazione  Dolore in sede di iniezione¹ Dolore toracico non cardiaco Reazioni in sede di iniezione² 
Esami diagnostici   Aumento della lattato deidrogenasi e della fosfatasi alcalina¹ Aumento transitorio dei test di funzionalità epatica ALT o AST¹ 
¹ Vedere paragrafo “Descrizione di reazioni avverse selezionate” sotto riportato.
² Questa reazione avversa è stata identificata attraverso la sorveglianza post-marketing, ma non è stata osservata negli studi clinici randomizzati e controllati negli adulti.
La classe di frequenza è stata determinata con un calcolo statistico basato su 1 576 pazienti trattati con pegfilgrastim in nove studi clinici randomizzati.
Descrizione di reazioni avverse selezionate Sono stati riportati dei casi non comuni di Sindrome di Sweet, sebbene in alcuni casi possa avere contribuito la sottostante presenza di malignità ematologiche.
Sono stati riportati eventi non comuni di vasculite cutanea in pazienti trattati con pegfilgrastim.
Il meccanismo che causa la vasculite nei pazienti trattati con pegfilgrastim è sconosciuto.
Reazioni in sede di iniezione, comprendenti eritema in sede di iniezione (non comune) così come il dolore in sede di iniezione (comune) si sono verificate al momento del trattamento iniziale o dei successivi trattamenti con pegfilgrastim.
Sono stati riportati casi comuni di leucocitosi (conta dei globuli bianchi [WBC] > 100 x 109/L) (vedere paragrafo 4.4).
Nei pazienti trattati con pegfilgrastim dopo chemioterapia citotossica, aumenti reversibili, di grado da lieve a moderato, non accompagnati da sintomi clinici, di acido urico e fosfatasi alcalina, sono stati non comuni; aumenti reversibili, di grado da lieve a moderato, non accompagnati da sintomi clinici, di lattato deidrogenasi sono stati non comuni.
Nausea e cefalea sono stati osservati molto comunemente nei pazienti che ricevevano chemioterapia.
Casi non comuni di aumento dei test di funzionalità epatica (LFT) per alanina aminotransferasi (ALT) o aspartato aminotransferasi (AST) sono stati osservati in pazienti che hanno ricevuto pegfilgrastim dopo la chemioterapia citotossica.
Questi aumenti sono transitori e reversibili.
In uno studio epidemiologico su pazienti con cancro della mammella e cancro del polmone si è osservato un maggiore rischio di SMD/LMA dopo trattamento con Ziextenzo in associazione a chemioterapia e/o radioterapia (vedere paragrafo 4.4).
Sono stati riportati casi comuni di trombocitopenia.
Casi di sindrome da perdita capillare sono stati segnalati in fase post-marketing, con l’utilizzo di fattori stimolanti le colonie granulocitarie.
Questi sono generalmente accaduti in pazienti con malattie maligne avanzate, sepsi, che stanno assumendo più medicinali chemioterapici o sottoposti ad aferesi (vedere paragrafo 4.4).
Popolazione pediatrica L’esperienza nei bambini è limitata.
È stata osservata una frequenza più alta di reazioni avverse gravi nei bambini di età 0-5 anni (92%) rispetto a bambini di età superiore, di 6-11 anni e 12-21 anni rispettivamente (80% e 67%) e agli adulti.
L’evento avverso più comune riportato è stato il dolore osseo (vedere paragrafi 5.1 e 5.2).
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite l’Agenzia Italiana del Farmaco, sito web: https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse

Gravidanza e allattamento

Gravidanza I dati relativi all’uso di pegfilgrastim in donne in gravidanza non esistono o sono in numero limitato.
Gli studi sugli animali hanno mostrato una tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).
Pegfilgrastim non è raccomandato durante la gravidanza e in donne in età fertile che non usano misure contraccettive.
Allattamento Esistono informazioni insufficienti sull’escrezione di pegfilgrastim/metaboliti nel latte materno.
Il rischio per i neonati/lattanti non può essere escluso.
Deve essere presa la decisione se interrompere l’allattamento o interrompere la terapia/astenersi dalla terapia con pegfilgrastim tenendo in considerazione il beneficio dell’allattamento per il bambino e il beneficio della terapia per la donna.
Fertilità Pegfilgrastim non ha avuto effetti sulla performance riproduttiva o sulla fertilità in ratti maschi o femmine a dosi settimanali cumulative circa 6-9 volte più alte della dose raccomandata nell’uomo (calcolata in base alla superficie corporea) (vedere paragrafo 5.3).

Conservazione

Conservare in frigorifero (2 °C - 8 °C).
Ziextenzo può essere conservato a temperatura ambiente (non superiore a 35 °C) una sola volta e per un periodo massimo di 120 ore.
Ziextenzo lasciato a temperatura ambiente per più di 120 ore deve essere gettato.
Non congelare.
L’esposizione accidentale a temperature di congelamento, una sola volta per meno di 24 ore, non pregiudica la stabilità di Ziextenzo.
Tenere il contenitore nell’imballaggio esterno per proteggere il medicinale dalla luce.

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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.