ZEBUFEN 30CPR RIV 400MG

2,78 €

Prezzo indicativo

Principio attivo: IBUPROFENE
  • ATC: M01AE01
  • Descrizione tipo ricetta: RR - RIPETIBILE 10V IN 6MESI
  • Presenza Glutine:
  • Presenza Lattosio:

Data ultimo aggiornamento: 28/09/2023

Trattamento sintomatico del dolore e dell’infiammazione nelle malattie artritiche (ad esempio artrite reumatoide), condizioni artritiche degenerative (osteoartrite) e gonfiore doloroso e infiammazione dopo danno dei tessuti molli. In aggiunta per ZEBUFEN 400 mg: trattamento sintomatico del dolore da lieve a moderato inclusa emicrania, mal di testa, dolore dentale, dismenorrea primaria, febbre. ZEBUFEN 400 mg è indicato negli adulti e adolescenti dai 40 kg di peso corporeo (dai 12 anni in su). ZEBUFEN 600 mg è indicato negli adulti e adolescenti dai 50 kg di peso corporeo (dai 15 anni in su).
Ogni ZEBUFEN 400 mg compresse rivestite con film contiene 400 mg di ibuprofene. Ogni ZEBUFEN 600 mg compresse rivestite con film contiene 600 mg di ibuprofene. Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

• Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1; • Reazioni di ipersensibilità precedenti (ad es.
broncospasmo, asma, rinite, angioedema o orticaria) associtata all’assunzione di acido acetilsalicilico (ASA) o ad altri FANS; • Disturbi non chiariti della formazione del sangue; • Ulcera/emorragia peptica attiva o pregressa (due o più episodi distinti di ulcerazione o sanguinamento accertati);• Storia di emorragia o perforazione gastrointestinale, correlata a precedenti terapie con FANS; • Sanguinamento cerebrovascolare o di altro tipo attivo; • Grave compromissione epatica o grave compromissione renale; • Grave insufficienza cardiaca (classe IV NYHA) o malattia coronarica.
Vedere anche il paragrafo 4.4; • Durante l'ultimo trimestre di gravidanza in quanto vi è il rischio di chiusura prematura del dotto arterioso fetale con possibile ipertensione polmonare persistente.
L'inizio del travaglio può essere ritardato e la durata aumentata con una maggiore tendenza al sanguinamento sia nella madre che nel bambino (vedere paragrafo 4.6); • Pazienti con grave disidratazione (causata da vomito, diarrea o insufficiente assunzione di liquidi).
ZEBUFEN 400 mg è controindicato negli adolescenti di peso inferiore a 40 kg o nei bambini di età inferiore ai 12 anni.
ZEBUFEN 600 mg è controindicato negli adolescenti di peso corporeo inferiore a 50 kg o nei bambini e adolescenti di età inferiore ai 15 anni.

Posologia

Posologia Il trattamento deve iniziare con la dose più bassa prevista per essere efficace, che può essere successivamente adattata, a seconda della risposta terapeutica e di eventuali effetti indesiderati.
Nel trattamento a lungo termine l'obiettivo deve essere una dose di mantenimento bassa.
La dose di ibuprofene dipende dall'età e dal peso corporeo del paziente.
Solo per uso a breve termine.
Il medico curante decide la durata del trattamento.
Nelle malattie reumatiche l'uso di ZEBUFEN può essere richiesto per un periodo più lungo.
La dose di ibuprofene dipende dall'età e dal peso corporeo del paziente.
La dose singola massima per gli adulti non deve superare gli 800 mg di ibuprofene.
Gli effetti indesiderati possono essere ridotti al minimo utilizzando la dose efficace più bassa per la durata più breve necessaria per controllare i sintomi (vedere paragrafo 4.4).
Malattie reumatiche Adulti: La dose raccomandata è di 1.200-1.800 mg al giorno in dosi frazionate.
Dosi di mantenimento di 600 mg-1 200 mg al giorno possono essere efficaci in alcuni pazienti.
In condizioni acute e gravi la dose può essere (temporaneamente) aumentata fino a un massimo di 2.400 mg in 3 o 4 dosi divise.
Adolescenti a partire da 40 kg di peso corporeo (12 anni e oltre): La dose raccomandata deve essere aggiustata in base al peso: da 20 mg/kg a un massimo di 40 mg/kg di peso corporeo al giorno (temporaneamente max 2.400 mg al giorno) in 3-4 dosi divise.
Adolescenti a partire da 50 kg di peso corporeo (15 anni e oltre): La dose raccomandata deve essere aggiustata in base al peso: da 20 mg/kg a un massimo di 40 mg/kg di peso corporeo al giorno (temporaneamente max 2.400 mg al giorno) in 3-4 dosi divise.
Dolore da lieve a moderato e febbre Adulti e adolescenti a partire da 40 kg di peso corporeo (12 anni e oltre): 400 mg somministrati in dose singola o 3 volte al giorno con un intervallo di almeno 6 ore.
Il dosaggio nell'emicrania deve essere: 400 mg somministrati in dose singola, se necessario 400 mg con intervalli di almeno 6 ore.
La dose massima giornaliera non deve superare i 1.200 mg.
Dismenorrea primaria Adulti e adolescenti a partire da 40 kg di peso corporeo (12 anni e oltre): 400 mg 1-3 volte al giorno, con un intervallo di almeno 6 ore, secondo necessità.
La dose massima giornaliera non deve superare i 1.200 mg.
Popolazioni speciali Anziani I FANS devono essere usati con particolare cautela nei pazienti anziani che sono più soggetti a eventi avversi e sono maggiormente a rischio di emorragia, ulcera o perforazione gastrointestinale potenzialmente letale (vedere paragrafo 4.4).
Se il trattamento è considerato necessario, occorre somministrare la dose minima per il più breve periodo di tempo necessario a controllare i sintomi.
Il trattamento deve essere rivalutato a intervalli regolari e sospeso se non si osserva alcun beneficio o se si sviluppa intolleranza.
Compromissione renale Nei pazienti con riduzione da lieve a moderata della funzionalità renale, la dose deve essere mantenuta al livello più basso possibile per il periodo più breve necessario a controllare i sintomi; la funzionalità renale deve essere monitorata.
(Per i pazienti con grave insufficienza renale, vedere paragrafo 4.3).
Compromissione epatica Nei pazienti con riduzione da lieve a moderata della funzionalità epatica, la dose deve essere mantenuta al livello più basso possibile per il periodo più breve necessario a controllare i sintomi; la funzionalità epatica deve essere monitorata.
(Per i pazienti con grave insufficienza epatica, vedere paragrafo 4.3).
Popolazione pediatrica: ZEBUFEN 400 mg è controindicato negli adolescenti di peso inferiore a 40 kg o nei bambini di età inferiore a 12 anni, a causa della quantità di principio attivo contenuta in una compressa.
Per questa fascia di età devono essere utilizzate altre forme di dosaggio di ibuprofene adatte.
ZEBUFEN 600 mg è controindicato negli adolescenti di peso corporeo inferiore a 50 kg o nei bambini e adolescenti di età inferiore ai 15 anni.
Metodo di somministrazione La compressa deve essere deglutita con un bicchiere d'acqua preferibilmente dopo un pasto.
Si raccomanda che i pazienti con uno stomaco sensibile prendano ZEBUFEN con il cibo.

Avvertenze e precauzioni

Deve essere evitato l'uso di ZEBUFEN 400 mg in concomitanza con FANS, compresi gli inibitori selettivi della ciclossigenasi 2.
I pazienti asmatici devono consultare il medico prima di assumere l'ibuprofene (vedere di seguito).
Gli effetti indesiderati possono essere ridotti al minimo impiegando la dose efficace più bassa, per il più breve periodo di tempo necessario a controllare i sintomi (vedere i rischi GI e cardiovascolari riportati di seguito).
I pazienti trattati con FANS a lungo termine devono essere posti sotto regolare sorveglianza medica per monitorare gli eventi avversi.
Nelle condizioni riportate di seguito, ZEBUFEN deve essere somministrato solo dopo aver valutato attentamente il rapporto rischio/beneficio: - Lupus eritematoso sistemico (LES) o altre malattie autoimmuni;- disturbo congenito del metabolismo della porfirina (ovvero porfiria intermittente acuta); - primo e secondo trimestre di gravidanza; - allattamento.
Nei seguenti casi occorre prestare particolare cautela: - patologie gastrointestinali, comprese malattie infiammatorie intestinali croniche (colite ulcerosa, morbo di Crohn); - insufficienza cardiaca e ipertensione; - funzionalità renale ridotta; - disfunzione epatica; - disturbo dell'ematopoiesi; - difetti della coagulazione del sangue; - allergie, febbre da fieno, gonfiore cronico della mucosa nasale, delle adenoidi, malattia ostruttiva cronica delle vie respiratorie o asma bronchiale; - immediatamente dopo un intervento chirurgico maggiore.
Sanguinamento, ulcerazione e perforazione gastrointestinale Con tutti i FANS, in qualsiasi momento durante il trattamento, è stato segnalato sanguinamento, ulcerazione o perforazione gastrointestinale, anche letale, con o senza sintomi premonitori o anamnesi remota di eventi gastrointestinali gravi.
Il rischio di sanguinamento, ulcerazione o perforazione gastrointestinale è maggiore con dosi di FANS più elevate, nei pazienti con anamnesi di ulcera, in particolare se complicata da emorragia o perforazione (vedere paragrafo 4.3) e negli anziani.
Questi pazienti devono iniziare il trattamento alla dose minima disponibile.
Per questi pazienti ed anche per i pazienti che richiedono la somministrazione concomitante di acido acetilsalicilico a bassa dose o altri medicinali che potrebbero aumentare il rischio gastrointestinale, occorre prendere in considerazione la terapia di associazione con farmaci gastroprotettivi (ad es.
misoprostol o inibitori della pompa protonica) (vedere di seguito e paragrafo 4.5).
I pazienti con anamnesi di tossicità gastrointestinale, in particolare se anziani, devono segnalare qualsiasi sintomo addominale insolito (in particolare sanguinamento gastrointestinale) specialmente nelle fasi iniziali del trattamento.
Occorre prestare cautela nei pazienti trattati con farmaci concomitanti che potrebbero aumentare il rischio di ulcerazione o sanguinamento, quali corticosteroidi orali, anticoagulanti come warfarin o eparina, inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina o antipiastrinici come l'acido acetilsalicilico (vedere paragrafo 4.5).
Quando si sviluppa sanguinamento o ulcerazione gastrointestinale in pazienti trattati con ZEBUFEN, il trattamento deve essere sospeso.
I FANS devono essere somministrati con cautela ai pazienti con anamnesi di malattia gastrointestinale (colite ulcerosa, morbo di Crohn) perché la patologia può essere aggravata.
(Vedere paragrafo 4.8).
Anziani Gli anziani mostrano una maggiore frequenza di reazioni avverse ai FANS, in particolare sanguinamento e perforazione gastrointestinale, anche letale (vedere paragrafo 4.2).
Effetti cardiovascolari e cerebrovascolari Per i pazienti con anamnesi di ipertensione e/o insufficienza cardiaca congestizia da lieve a moderata, sono necessari un monitoraggio e una consultazione appropriati perché in associazione alla terapia con FANS sono stati segnalati ritenzione idrica, ipertensione ed edema.
Studi clinici suggeriscono che l'uso diibuprofene, specialmente ad alte dosi (2.400 mg/die), può essere associato a un modesto aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (es.
infarto del miocardio o ictus).
In generale, gli studi epidemiologici non suggeriscono che basse dosi di ibuprofene (es.
≤1200mg/die) siano associate a un aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi.
I pazienti con ipertensione non controllata, insufficienza cardiaca congestizia (II-III classe NYHA), cardiopatia ischemica accertata, malattia arteriosa periferica e/o malattia cerebrovascolare devono essere trattati con ibuprofene soltanto dopo attenta considerazione e si devono evitare dosi elevate (2.400 mg/die).
Attenta considerazione deve essere esercitata anche prima di avviare al trattamento a lungo termine i pazienti con fattori di rischio per eventi cardiovascolari (es.
ipertensione, iperlipidemia, diabete mellito e abitudine al fumo di sigaretta), soprattutto se sono necessarie dosi elevate (2.400 mg/die) di ibuprofene.
Reazioni cutanee severe Sono state segnalate raramente reazioni cutanee gravi, alcune delle quali fatali, tra cui dermatite esfoliativa, sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica tossica in associazione all’uso di FANS (vedere paragrafo 4.8).
I pazienti sembrano essere a più alto rischio nelle prime fasi della terapia: l'insorgenza della reazione si verifica nella maggior parte dei casi entro il primo mese di trattamento.
È stata segnalata pustolosi esantematica acuta generalizzata (PEAG) in relazione a medicinali contenenti ibuprofene.
Ibuprofene deve essere sospeso alla prima comparsa di segni e sintomi di reazioni cutanee severe, come eruzione cutanea, lesioni della mucosa o qualsiasi altro segno di ipersensibilità.
Eccezionalmente, la varicella può essere all'origine di gravi complicanze infettive della cute e dei tessuti molli.
Ad oggi, non si può escludere il ruolo dei FANS nel peggioramento di queste infezioni.
Pertanto, si consiglia di evitare l'uso di ZEBUFEN in caso di varicella.
Effetto renale A causa del suo effetto sulla perfusione renale, l'ibuprofene può provocare ritenzione di sodio, potassio e liquidi in pazienti che non hanno mai sofferto in precedenza di disturbi renali.
Questo può causare edema o anche determinare insufficienza cardiaca o ipertensione nei pazienti predisposti.
Come con altri FANS, la somministrazione prolungata di ibuprofene agli animali ha determinato necrosi papillare renale e altre alterazioni patologiche del rene.
Nell'uomo, sono stati segnalati casi di nefrite interstiziale acuta con ematuria, proteinuria e talvolta sindrome nefrotica.
Sono stati osservati anche casi di tossicità renale in pazienti nei quali le prostaglandine rivestono un ruolo compensatorio nel mantenimento della perfusione renale.
In questi pazienti, la somministrazione di FANS può causare una riduzione dose-dipendente della formazione di prostaglandine e, secondariamente, del flusso ematico renale che può precipitare uno scompenso renale palese.
I pazienti che presentano il massimo rischio di sviluppo di questa reazione sono quelli con disfunzione renale, insufficienza cardiaca, disfunzione epatica, che assumono diuretici e ACE inibitori e gli anziani.
La sospensione del trattamento con FANS è seguito in genere da un recupero allo stato pre-trattamento.
Mascheramento dei sintomi di infezioni sottostanti ZEBUFEN può mascherare i sintomi di infezione, cosa che potrebbe ritardare l’avvio di un trattamento adeguato e peggiorare pertanto l’esito dell’infezione.
Ciò è stato osservato nella polmonite batterica acquisita in comunità e nelle complicanze batteriche della varicella.
Quando ZEBUFEN è somministrato per il sollievo dalla febbre o dal dolore correlati a infezione, è consigliato il monitoraggio dell’infezione.
In contesti non ospedalieri, il paziente deve rivolgersi al medico se i sintomi persistono o peggiorano.
Altre precauzioni Molto raramente si osservano gravi reazioni di ipersensibilità acuta (ad es.
shock anafilattico).
Ai primi segni di reazione di ipersensibilità dopo l'assunzione/somministrazione della terapia con ZEBUFEN deve essere interrotta.
Le misure mediche necessarie, in linea con i sintomi, devono essere avviate da personale specializzato.
Nei pazienti che soffrono o hanno sofferto di asma bronchiale, rinite cronica, sinusite, polipi nasali, adenoidi o malattie allergiche, possono essere precipitati broncospasmo, orticaria o angioedema.
L'uso prolungato di qualsiasi tipo di analgesico per il mal di testa può peggiorarli.
Se si verifica o si sospetta questa situazione, è necessario consultare un medico e interrompere il trattamento.
La diagnosi di cefalea da uso eccessivo di farmaci (MOH) deve essere sospettata in pazienti che hanno mal di testa frequenti o quotidiani nonostante (o causa) dell'uso regolare di farmaci per il mal di testa.
In generale, l'assunzione abituale di analgesici, in particolare l'uso in associazione di sostanze analgesiche diverse, può causare danno renale permanente e rischio di insufficienza renale (nefropatia da analgesici).
Questo rischio può aumentare sotto sforzo fisico associato a perdita di sale e disidratazione.
Pertanto deve essere evitato.
Durante il trattamento con ibuprofene, sono stati osservati alcuni casi con sintomi di meningite asettica, quali irrigidimento del collo, cefalea, nausea, vomito, febbre o disorientamento, in pazienti affetti da malattie autoimmuni preesistenti (quali lupus eritematoso sistemico, malattia mista del tessuto connettivo).L'ibuprofene può inibire temporaneamente l'aggregazione piastrinica e prolungare il tempo di sanguinamento.
Pertanto, i pazienti con difetti di coagulazione o in terapia anticoagulante devono essere posti sotto attenta sorveglianza.
In caso di trattamento a lungo termine con ibuprofene, è necessario un monitoraggio periodico della funzionalità epatica e renale, nonché dell'emocromo, in particolare nei pazienti ad alto rischio.
Occorre evitare il consumo di alcol, che potrebbe intensificare gli effetti indesiderati dei FANS, in particolare se a carico del tratto gastrointestinale o del sistema nervoso centrale.
I pazienti trattati con ibuprofene devono segnalare al medico i segni o i sintomi di ulcerazione o sanguinamento gastrointestinale, vista offuscata o altri sintomi a carico degli occhi, eruzione cutanea, aumento di peso o edema.
Popolazione pediatrica Esiste il rischio di insufficienza renale negli adolescenti disidratati.
ZEBUFEN contiene sodio Questo medicinale contiene meno di 1 mmol di sodio (23 mg) per compressa, cioè essenzialmente “senza sodio”.

Interazioni

Occorre evitare l'uso concomitante di ibuprofene con le seguenti sostanze: Acido acetilsalicilico La somministrazione concomitantedi ibuprofene e acido acetilsalicilico non è generalmente raccomandata a causa del potenziale aumento di effetti indesiderati.
Dati sperimentali suggeriscono che l’ibuprofene può inibire competitivamente l’effetto dell’acido acetilsalicilico a basse dosi sull'aggregazione piastrinica quando i due farmaci vengono somministrati contemporaneamente.
Sebbene vi siano incertezze riguardanti l'estrapolazione di questi dati alla situazione clinica, non si può escludere la possibilità che l'uso regolare, a lungo termine di ibuprofene possa ridurre l’effetto cardioprotettivo dell’acido acetilsalicilico a basse dosi.
Nessun effetto clinico rilevante è considerato probabile in seguito a un uso occasionale di ibuprofene (vedere paragrafo 5.1).
Altri FANS, inclusi i salicilati: in conseguenza degli effetti sinergici, l'uso concomitante di più FANS può aumentare il rischio di ulcere ed emorragie gastrointestinali.
Pertanto, occorre evitare la somministrazione concomitante di ibuprofene con altri FANS (vedere paragrafo 4.4).
Anticoagulanti: i FANS possono potenziare gli effetti degli anticoagulanti, quali warfarin o eparina (vedere paragrafo 4.4).
In caso di trattamento concomitante, si raccomanda il monitoraggio dello stato della coagulazione.
Metotrexato: i FANS inibiscono la secrezione tubulare del metotrexato e possono verificarsi determinate interazioni metaboliche che determinano una riduzione della clearance del metotrexato.
La somministrazione di ZEBUFEN 24 ore prima o dopo la somministrazione di metotrexato può determinare una concentrazione elevata del metotrexato e un aumento dei suoi effetti tossici.
Pertanto, occorre evitare l'uso concomitante di FANS e dosi elevate di metotrexato.
Inoltre, occorre tenere in considerazione il rischio potenziale di interazioni nel trattamento a bassa dose di metotrexato, in particolare nei pazienti con compromissione della funzionalità renale.
Nel trattamento di associazione occorre monitorare la funzionalità renale.
L'ibuprofene (come altri FANS) deve essere assunto solo con cautela in associazione con le seguenti sostanze: Moclobemide: potenzia l'effetto dell'ibuprofene.
Digossina, fenitoina e litio: la somministrazione concomitante di ZEBUFEN con preparati contenenti digossina, fenitoina o litio può aumentare il livello sierico di questi medicinali.
È necessario controllare il livello sierico del litio e si raccomanda di controllare il livello sierico della digossina e della fenitoina.
Diuretici e antipertensivi: i diuretici e gli ACE inibitori possono aumentare la nefrotossicità dei FANS.
I FANS possono ridurre l'effetto dei diuretici e degli antipertensivi, compresi gli ACE inibitori e i beta bloccanti.
Nei pazienti con ridotta funzionalità renale (ad es.
pazienti disidratati o pazienti anziani con ridotta funzionalità renale), l'uso concomitante di un ACE inibitore e un antagonista dell'angiotensina II con un medicinale che inibisce la ciclossigenasi può determinare un'ulteriore compromissione della funzionalità renale ed anche un'insufficienza renale acuta.
Questo effetto è in genere reversibile.
Tale associazione deve essere usata solo con cautela, in particolare nei pazienti anziani.
I pazienti devono essere informati della necessità di bere quantità sufficienti di liquidi; occorre prendere in considerazione il monitoraggio periodico dei valori della funzionalità renale nel periodo immediatamente successivo all'inizio della terapia di associazione.
La somministrazione concomitante di ZEBUFEN e di diuretici risparmiatori di potassio o ACE inibitori può causare iperkaliemia.
È necessario un attento monitoraggio dei livelli di potassio.
Captopril: studi sperimentali indicano che l'ibuprofene contrasta l'effetto di aumento dell'escrezione di sodio determinato dal captopril.
Aminoglicosidi: i FANS possono rallentare l'eliminazione degli aminoglicosidi e aumentarne la tossicità.
Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI): maggior rischio di sanguinamento gastrointestinale (vedere paragrafo 4.4).
Ciclosporina: il rischio di danno renale determinato dalla ciclosporina viene aumentato dalla somministrazione concomitante di determinati FANS.
Questo effetto non può essere escluso neanche per l'associazione di ciclosporina e ibuprofene.
Colestiramina: il trattamento concomitante con colestiramina e ibuprofene determina un prolungamento e una riduzione (25%) dell'assorbimento dell'ibuprofene.
Questi medicinali devono essere somministrati ad almeno un'ora di intervallo.
Tacrolimus: rischio elevato di nefrotossicità.
Zidovudina: vi è evidenza di un aumento del rischio di emartrosi ed ematoma nei pazienti emofiliaci HIV positivi sottoposti a trattamento concomitante con zidovudina e ibuprofene.
Potrebbe verificarsi un aumento del rischio di ematotossicità durante l'uso concomitante di zidovudina e FANS.
Si raccomanda di valutare l'emocromo 1-2 settimane dopo l'inizio del trattamento concomitante.
Ritonavir: può aumentare le concentrazioni plasmatiche dei FANS.
Mifepristone: i FANS somministrati negli 8-12 giorni successivi al trattamento con mifepristone possono ridurne l'effetto.
Probenecid o sulfinpirazone: può causare un ritardo nell'eliminazione dell'ibuprofene.
L'azione uricosurica di queste sostanze viene ridotta.
Antibiotici chinolonici: i pazienti che assumono FANS e chinoloni possono presentare un aumento del rischio di sviluppo di convulsioni.
Sulfoniluree: i FANS possono aumentare l'effetto ipoglicemico delle sulfoniluree.
In caso di trattamento concomitante, si raccomanda il monitoraggio della glicemia.
Corticosteroidi: maggior rischio di ulcerazione o sanguinamento gastrointestinale (vedere paragrafo 4.4).
Antiaggreganti piastrinici (es.
clopidogrel e ticlopidina)
: maggior rischio di sanguinamento gastrointestinale (vedere paragrafo 4.4).
Alcol, bifosfonati e oxpentifillina (pentoxifillina): possono potenziare gli effetti indesiderati gastrointestinali e il rischio di sanguinamento e ulcerazione.
Baclofene: tossicità elevata del baclofene.
Inibitori del CYP2C9: la somministrazione concomitante di ibuprofene con inibitori del CYP2C9 può aumentare l'esposizione all'ibuprofene (substrato del CYP2C9).
In uno studio con voriconazolo e fluconazolo (inibitori del CYP2C9), è stato dimostrato un aumento dell'esposizione all'S(+)-ibuprofene di circa l'80-100%.
Deve essere presa in considerazione una riduzione della dose di ibuprofene quando vengono somministrati in concomitanza potenti inibitori del CYP2C9, in particolare quando l'ibuprofene a dosi elevate (2.400 mg/die) viene somministrato con voriconazolo o fluconazolo.
Estratti di erbe: il Ginkgo biloba può potenziare il rischio di sanguinamento con i FANS.

Effetti indesiderati

Con le seguenti reazioni avverse al farmaco, si deve tener conto del fatto che sono prevalentemente dose-dipendenti e variano da un individuo all'altro.
Gli eventi avversi più comunemente osservati sono di natura gastrointestinale.
Possono verificarsi ulcere peptiche, perforazione o sanguinamento gastrointestinale, a volte fatali, in particolare negli anziani (vedere paragrafo 4.4).
Dopo la somministrazione sono stati segnalati nausea, vomito, diarrea, flatulenza, costipazione, dispepsia, dolore addominale, melena, ematemesi, stomatite ulcerosa, esacerbazione della colite e morbo di Crohn (vedere paragrafo 4.4).
Meno frequentemente è stata osservata gastrite.
Soprattutto il rischio di insorgenza di emorragie gastrointestinali dipende dall'intervallo di dosaggio e dalla durata del trattamento.
Studi clinici suggeriscono che l'uso di ibuprofene, in particolare a dosi elevate (2.400 mg al giorno), può essere associato a un lieve aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (ad esempio infarto del miocardio o ictus) (vedere paragrafo 4.4).
In associazione al trattamento con FANS sono stati riportati edema, ipertensione e insufficienza cardiaca.
La tabella seguente riassume le reazioni avverse al farmaco dell'ibuprofene suddivise in gruppi secondo la terminologia MedDRA insieme alla loro frequenza: molto comune (≥ 1/10); comune (da ≥ 1/100 a < 1/10); non comune (da ≥1/1.000 a <1/100); rara (da ≥1/10.000 a <1/1.000); molto rara (< 1/10.000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Infezioni e infestazioni Molto raro: è stata descritta un'esacerbazione di infiammazioni correlate all'infezione (ad es.
sviluppo di fascite necrotizzante) in coincidenza con l'uso di farmaci antinfiammatori non steroidei.
Questo è probabilmente associato al meccanismo d'azione dei farmaci antinfiammatori non steroidei.
Sotto ibuprofene sono stati osservati i sintomi della meningite asettica con rigidità del collo, mal di testa, nausea, vomito, febbre o annebbiamento della coscienza.
I pazienti con malattie autoimmuni (LES, malattia mista del tessuto connettivo) sembrano essere predisposti.
Patologie del sistema emolinfopoietico Molto raro: disturbi ematopoietici (anemia, leucopenia, trombocitopenia, pancitopenia, agranulocitosi, neutropenia).
I primi sintomi o segni possono comprendere: febbre, mal di gola, ulcere alla superficie della bocca, sintomi simil-influenzali, grave affaticamento, sanguinamento nasale e della pelle.
Disturbi del sistema immunitario Non comune: reazioni di ipersensibilità, quali orticaria, prurito, porpora ed esantema, nonché attacchi d'asma (talvolta con ipotensione); Rara: lupus eritematoso sistemico; Molto raro: gravi reazioni di ipersensibilità.
I sintomi possono comprendere: edema al viso, gonfiore della lingua, gonfiore interno della laringe con restringimento delle vie respiratorie, dispnea, tachicardia, calo della pressione arteriosa fino al punto di shock potenzialmente letale.
Disturbi psichiatrici Rara: depressione, stato confusionale, allucinazioni; Molto raro: reazioni psicotiche; Non noto: ansia.
Patologie del sistema nervoso Comune: cefalea, sonnolenza, vertigini, affaticamento, agitazione, capogiro, insonnia, irritabilità; Molto rara: meningite asettica; Non nota: neurite ottica, parestesia.
Patologie dell’occhio Non comune: disturbi della vista; Raro: ambliopia tossica.
Patologie dell’orecchio e del labirinto Molto raro: tinnito; Non nota: ipoacusia.
Patologie cardiache Molto rara: palpitazioni, insufficienza cardiaca, infarto miocardico, edema polmonare acuto, edema.
Patologie vascolari Molto rara: ipertensione, vasculite.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Non comune: rinite, broncospasmo.
Patologie gastrointestinali Molto comune: disturbi gastrointestinali, quali pirosi, dispepsia, dolore addominale e nausea, vomito, flatulenza, diarrea, stipsi; Comune: ulcere gastrointestinali, talvolta con sanguinamento e perforazione (vedere paragrafo 4.4), perdita di sangue occulta che può portare ad anemia, melena, ematemesi, stomatite ulcerosa, colite, esacerbazione delle malattie infiammatorie intestinali, complicazioni dei diverticoli del colon (perforazione, fistola); Non comune: gastrite; Molto rara: esofagite, pancreatite, stenosi intestinali.
Patologie epatobiliari Molto rara: disfunzione epatica, danno epatico, in particolare con l'uso a lungo termine, insufficienza epatica, epatite acuta, ittero.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Non comune: fotosensibilità; Molto rara: gravi forme di reazioni cutanee (eritema multiforme, dermatite esfoliativa, reazioni bollose tra cui sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica tossica, alopecia, fascite necrotizzante; Non nota: Reazione da farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (sindrome DRESS), pustolosi esantematica acuta generalizzata (PEAG).
Patologie renali e urinarie Non comune: sviluppo di edema, in particolare nei pazienti con ipertensione arteriosa o insufficienza renale, sindrome nefrotica, nefrite interstiziale che può essere associata a insufficienza renale; Rara: elevate concentrazioni di acido urico nel sangue; Molto rara: necrosi papillare renale con l'uso a lungo termine (vedere paragrafo 4.4).
Disturbi generali e condizioni del sito di somministrazione Non nota: malessere.
Esami diagnostici Rara: aumento dell'azoto ureico nel sangue, delle transaminasi sieriche e della fosfatasi alcalina, diminuzione dei valori dell'emoglobina e dell'ematocrito, inibizione dell'aggregazione piastrinica, prolungamento del tempo di sanguinamento, diminuzione del calcio sierico, aumento dell'acido urico sierico.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/ segnalazioni-reazioni-avverse.

Gravidanza e allattamento

Gravidanza L'inibizione della sintesi delle prostaglandine può influire negativamente sulla gravidanza e/o sullo sviluppo embrio-fetale.
I dati ottenuti da studi epidemiologici suggeriscono un aumento del rischio di aborto spontaneo e di malformazione cardiaca e gastroschisi dopo l'uso di un inibitore della sintesi delle prostaglandine nelle prime fasi della gravidanza.
Il rischio assoluto di malformazione cardiovascolare è risultato aumentato da meno dell'1% fino a circa l'1,5%.
Si ritiene che il rischio aumenti in funzione della dose e della durata della terapia.
Negli animali, la somministrazione di un inibitore della sintesi delle prostaglandine ha mostrato di determinare un aumento della perdita pre e post-impianto e della mortalità embrio-fetale.
Inoltre, è stato segnalato un aumento delle incidenze di varie malformazioni, comprese quelle cardiovascolari, in animali trattati con un inibitore della sintesi delle prostaglandine durante il periodo organogenetico.
Dalla 20a settimana di gravidanza in poi, l'uso di Zebufen può causare oligoidramnios derivante da disfunzione renale fetale.
Ciò può verificarsi poco dopo l'inizio del trattamento e di solito è reversibile al momento dell'interruzione.
Inoltre, ci sono state segnalazioni di costrizione del dotto arterioso dopo il trattamento nel secondo trimestre, per la maggior parte che si è risolta dopo la sospensione del trattamento.
Pertanto, durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza, l’ibuprofene non deve essere somministrato se non strettamente necessario.
Se l’ibuprofene viene assunto da una donna che sta tentando di concepire o durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza, la dose e la durata del trattamento devono essere mantenute al livello minimo possibile.
Dopo l'esposizione all’ibuprofene per diversi giorni dalla settimana gestazionale 20 in poi devono essere presi in considerazione il monitoraggio prenatale per l'oligoidramnios e la costrizione del dotto arterioso.
L’ibuprofene deve essere interrotto se si riscontrano oligoidramnios o costrizione del dotto arterioso.
Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi delle prostaglandine possono esporre il feto a: - tossicità cardiopolmonare (costrizione/chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare), - disfunzione renale, che può evolvere in insufficienza renale con oligoidramnios (vedere sopra); la madre e il neonato, alla fine della gravidanza, a: - possibile prolungamento del tempo di sanguinamento, un effetto antiaggregante che può verificarsi anche a dosi molto basse, - inibizione delle contrazioni uterine che determina un ritardo o un prolungamento del travaglio.
Di conseguenza, l’ibuprofene è controindicato durante l'ultimo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 5.3).
Allattamento L'ibuprofene viene escreto nel latte materno, ma a dosi terapeutiche per un trattamento a breve termine, il rischio di effetti sul lattante sembra essere improbabile.
Se, tuttavia, viene prescritto un trattamento prolungato, si deve valutare la possibilità di uno svezzamento precoce.
Fertilità Vi sono alcune evidenze del fatto che i medicinali che inibiscono la ciclossigenasi/sintesi delle prostaglandine possano causare una compromissione della fertilità femminile in virtù di un effetto sull'ovulazione.
Questo effetto è reversibile con la sospensione del trattamento.

Conservazione

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Conservare nella confezione originale per proteggere dall’umidità.

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