THERACAP 1CPS

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Prezzo indicativo

Principio attivo: SODIO IODURO 131I
  • ATC: V10XA01
  • Descrizione tipo ricetta: OSP - USO OSPEDALIERO
  • Presenza Glutine:
  • Presenza Lattosio:

Data ultimo aggiornamento: --

La terapia della tiroide con radioiodio è indicata negli adulti e nei bambini per: - Ipertiroidismo: il trattamento della malattia di Graves, del gozzo multinodulare tossico o dei noduli tiroidei funzionalmente autonomi; - Il trattamento del carcinoma tiroideo papillare e follicolare compresa la forma metastatica. La terapia con sodio ioduro (131I) è spesso associata ad interventi chirurgici e a farmaci antitiroidei.
THERACAP 37-5550 MBq capsula rigida Ciascuna capsula contiene: Principio attivo: Sodio ioduro (131I) da 37 a 5550 MBq alla data e ora di calibrazione. La data e ora di calibrazione (Activity Reference Time, ART) è al massimo di 8 giorni dalla data e ora di fine della produzione. Lo Iodio-131 è prodotto per fissione dell’uranio-235 o tramite il bombardamento con neutroni di tellurio stabile in un reattore nucleare. Lo Iodio-131 possiede un’emivita di 8,02 giorni e decade a Xenon-131 stabile con l’emissione di radiazioni gamma di 365 keV (81,7%), 637 keV (7,2%) e 284 keV (6,1%) e di radiazioni beta di energia massima di 606 keV. Ogni capsula contiene un massimo di 20 mcg di sodio ioduro (131I). Eccipiente con effetti noti: Una capsula di THERACAP contiene non più di 50 mg di sodio. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

• Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
• Gravidanza e allattamento (vedere paragrafo 4.6).
• Pazienti con disfagia, stenosi esofagea, gastrite attiva, ulcera gastrica superficiale e ulcera peptica.
• Pazienti con sospetta riduzione della motilità gastrointestinale.

Posologia

Questo medicinale deve essere somministrato solo da operatori sanitari autorizzati in contesti clinici designati (vedere paragrafo 6.6).
Posologia L’attività somministrata dipende dal giudizio clinico.
L’effetto terapeutico si ottiene soltanto dopo molte settimane.
L’attività delle capsule deve essere stabilita prima dell’uso.
Adulti - Per il trattamento dell’ipertiroidismo In caso di fallimento o impossibilità di proseguire il trattamento medico, lo ioduro radioattivo può essere somministrato per trattare l'ipertiroidismo.
Quando possibile, i pazienti devono essere resi eutiroidei con terapia farmacologica prima di effettuare la terapia con radioiodio per l’ipertiroidismo.
L’attività da somministrare dipende dal tipo di diagnosi, dalla dimensione della ghiandola, dall’accumulo di radioiodio da parte della tiroide e dalla sua clearance.
L’attività da somministrare ad un paziente del peso medio di 70 kg è di solito compresa nell’intervallo di 200 - 800 MBq, ma può essere necessario un trattamento ripetuto fino a una dose cumulativa di 5.000 MBq.
Il ritrattamento dopo 6-12 mesi è indicato per ipertiroidismo persistente L’attività da somministrare può essere definita mediante l’uso di protocolli a dose fissa o calcolata con la seguente equazione:
Attività (MBq) = D(Gy) x V(ml) x K
max.
captazione iodio-131 (%) x effettivo t½ (d)
dove: D è la dose target assorbita nella ghiandola tiroidea, V è il volume target della ghiandola tiroidea max.
captazione iodio-131 è la massima captazione di iodio-131 nella ghiandola tiroidea espressa come% dell’attività somministrata come stabilito in una dose test.
effettivo t ½ (d) è l’emivita effettiva dello Iodio-131 nella ghiandola tiroidea espresso in giorni K è uguale a 24,67.
I seguenti valori di dose per l’organo target possono essere usati: Autonomia unifocale: 300-400 Gy Autonomia multifocale e disseminata: 150-200 Gy Malattia di Graves: 200 Gy Nella malattia di Graves e nell’autonomia multifocale o disseminata, le dosi target precedentemente indicate sono correlate al peso complessivo della ghiandola tiroidea, mentre nell’autonomia unifocale la dose dell’organo bersaglio è correlata soltanto al volume dell’adenoma.
Per le dosi raccomandate per gli organi bersaglio, vedere il paragrafo 11.
Per determinare la dose target appropriata dell’organo (Gy) è inoltre possibile utilizzare altre procedure dosimetriche, inclusi i test di captazione della tiroide del sodio pertecnetato (99mTc).
- Per l’ablazione della tiroide e il trattamento di metastasi Le attività da somministrare dopo una tiroidectomia totale o subtotale al fine di asportare il tessuto tiroideo residuo sono dell’ordine di 1850 - 3700 MBq, in rapporto alla dimensione del residuo e alla captazione del radioiodio.
Nel trattamento delle metastasi, l’attività da somministrare è generalmente compresa tra 3700 e 11100 MBq.
Popolazioni speciali Pazienti anziani Nessun aggiustamento della dose è raccomandato in base all’età.
Compromissione renale È necessario valutare attentamente l’attività da somministrare nei pazienti con ridotta funzionalità renale poiché in questi pazienti esiste un rischio di aumento di esposizione alle radiazioni (vedere paragrafo 4.4).
Particolare attenzione richiede l'uso terapeutico di ioduro di sodio (131I) in pazienti con insufficienza renale significativa (vedere paragrafo 4.4).
Popolazione pediatrica L’utilizzo di Theracap nei bambini e negli adolescenti deve essere attentamente considerato, sulla base delle necessità cliniche e della valutazione del rapporto rischio/beneficio in questo gruppo di pazienti.
In alcuni casi, l'attività da somministrare nei bambini e negli adolescenti deve essere determinata dopo aver eseguito una dosimetria individuale (vedere paragrafo 4.4).
Nei bambini e negli adolescenti, il trattamento di difetti tiroidei benigni con ioduro radioattivo è possibile in casi giustificati, in particolare in caso di recidiva dopo l'uso di medicinali antitiroidei o in caso di grave reazione avversa ai medicinali antitiroidei (vedere paragrafo 4.4).
Occorre tenere presente che l’attività da somministrare non deve scendere al di sotto di un livello tale da pregiudicare l’efficacia del trattamento.
L’attività da somministrare a bambini e adolescenti deve essere una frazione della dose per adulti calcolata in base ai metodi di peso/superficie corporea secondo le seguenti equazioni:
Dose pediatrica (MBq) = Dose per l’adulto (MBq) x peso del bambino (kg)
70 (kg)
Dose pediatrica (MBq) = Dose per l’adulto (MBq) x superficie del bambino (m²)
1,73 (m²)
Di seguito vengono proposti i fattori di correzione da utilizzare come guida.
Frazione della dose per adulto
3 kg = 0,10 22 kg = 0,50 42 kg = 0,78
4 kg = 0,14 24 kg = 0,53 44 kg = 0,80
6 kg = 0,19 26 kg = 0,56 46 kg = 0,82
8 kg = 0,23 28 kg = 0,58 48 kg = 0,85
10 kg = 0,27 30 kg = 0,62 50 Kg = 0,88
12 kg = 0,32 32 kg = 0,65 52-54 kg = 0,90
14 kg = 0,36 34 kg = 0,68 56-58 kg = 0,92
16 kg = 0,40 36 kg = 0,71 60-62 kg = 0,96
18 kg = 0,44 38 kg = 0,73 64-66 kg = 0,98
20 kg = 0,46 40 kg = 0,76 68 kg = 0,99
(Paediatric Task Group, EANM) Modo di somministrazione Theracap è per uso orale.
Le capsule devono essere assunte a stomaco vuoto.
Le capsule devono essere inghiottite intere con una quantità di liquido sufficiente a garantirne il completo passaggio nello stomaco e nella porzione superiore dell’intestino tenue.
Nei pazienti per cui si sospetta la presenza di patologie gastrointestinali, deve essere posta particolare attenzione nella somministrazione di capsule di sodio ioduro (131I).
È consigliata la somministrazione concomitante di H2-antagonisti o di inibitori della pompa protonica.
In caso di somministrazione ai bambini, in particolare ai bambini più piccoli, deve essere garantito che la capsula sia deglutita intera senza masticare.
Si consiglia di somministrare la capsula con purè di cibo.
Per la preparazione del paziente vedere paragrafo 4.4

Avvertenze e precauzioni

Se si verificano reazioni di ipersensibilità o anafilattiche bisogna interrompere immediatamente la somministrazione del medicinale e, se necessario, iniziare un trattamento per via endovenosa.
Per favorire un pronto intervento in caso di emergenza, devono essere immediatamente disponibili i farmaci e le apparecchiature necessari, come il tubo endotracheale e il ventilatore.
Giustificazione del beneficio/rischio individuale Per ciascun paziente, l’esposizione alla radiazione ionizzante deve essere giustificata in base al possibile beneficio.
In ogni caso, l’attività somministrata deve essere tale da garantire la dose di radiazione più bassa ragionevolmente raggiungibile per ottenere l’effetto terapeutico richiesto.
Vi sono scarse evidenze di un aumento dell’incidenza di casi di cancro, leucemia o mutazioni nei pazienti trattati con radioiodio per malattie benigne della tiroide, nonostante l’uso estensivo.
Nel trattamento di patologie maligne della tiroide, in uno studio condotto su pazienti sottoposti a dosi superiori a 3700 MBq di iodio-131 è stata riportata una più alta incidenza di carcinoma della vescica.
Un altro studio ha riportato un leggero aumento di leucemie in pazienti sottoposti a dosi molto alte.
Pertanto si raccomanda di non ricorrere a dosi cumulative totali superiori a 26000 MBq.
Funzione gonadica nei maschi Per compensare un potenziale danno reversibile della funzione gonadica nei maschi dovuta all’alta dose terapeutica di radioiodio, nei casi di pazienti con malattia estesa, si potrebbe prendere in considerazione il ricorso alla banca dello sperma.
Compromissione renale È necessario valutare attentamente l’attività da somministrare nei pazienti con compressione renale, poiché in questi pazienti esiste un rischio di aumento dell’esposizione alle radiazioni.
La somministrazione terapeutica di sodio ioduro (131I) in pazienti con significativa insufficienza renale, nei quali è necessario un aggiustamento della dose, richiede una particolare attenzione riguardo all’attività somministrata.
Iponatremia: Sono state riportate manifestazioni gravi di iponatremia dopo la terapia di ioduro di sodio (131I) in pazienti anziani sottoposti a tiroidectomia totale.
I fattori di rischio includono l'età più anziana, il sesso femminile, l'uso di diuretici tiazidici e l'iponatremia all'inizio della terapia con ioduro di sodio (131I).
Per questi pazienti deve essere considerata la regolare misurazione degli elettroliti sierici Popolazione pediatrica Per informazioni sull’uso nella popolazione pediatrica, vedere il paragrafo 4.2.
È richiesta un’attenta valutazione delle indicazioni dal momento che la dose efficace per MBq è più elevata che negli adulti (vedere paragrafo 11).
Nel trattamento dei bambini e degli adolescenti, tuttavia, bisogna tenere conto della maggiore sensibilità dei loro tessuti e della maggiore aspettativa di vita di questo tipo di pazienti.
Occorre altresì valutare i rischi rispetto ad altri possibili trattamenti (vedere paragrafi 4.2 e 11).
Il trattamento a base di radioiodio di patologie tiroidee benigne in bambini e adolescenti può essere adottato nei casi giustificati, in particolare nelle recidive dopo uso di farmaci antitiroidei, quando si verificano reazioni avverse gravi ad essi o quando il trattamento chirurgico è controindicato.
Non ci sono prove di una maggiore incidenza di cancro, leucemia o mutazioni nell'uomo rispetto ai pazienti trattati per patologie tiroidee benigne con radioiodio, nonostante l'uso esteso.
Le persone che hanno ricevuto la radioterapia della tiroide da bambini e adolescenti, devono essere riesaminate una volta all'anno.
Preparazione del paziente I pazienti devono essere incoraggiati a incrementare l’assunzione orale di fluidi e a urinare il più spesso possibile, al fine di ridurre le radiazioni assorbite dalla vescica, in particolare a seguito di attività elevate, ad esempio per il trattamento del carcinoma tiroideo.
I pazienti con problemi di svuotamento della vescica devono essere cateterizzati dopo la somministrazione di attività elevate di radioiodio.
Speciali precauzioni, quali la cateterizzazione urinaria, devono essere prese a seguito della somministrazione del medicinale ai pazienti affetti da incontinenza, allo scopo di minimizzare i rischi di contaminazione radioattiva.
Devono essere seguite le linee guida internazionali per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi.
Per ridurre l'esposizione alle radiazioni del colon, possono essere necessari lassativi delicati (ma non ammorbidenti per le feci che non stimolano l'intestino) in pazienti che hanno meno di un movimento intestinale al giorno.
Prima del trattamento deve essere evitato un eccesso di iodio stabile (vedere paragrafo 4.5).
Prima della terapia con radioiodio, devono essere raccolti dati anamnestici relativi all’assunzione di iodio nei pazienti e, in caso di sospetto, occorre effettuare una misurazione dello iodio nelle urine.
Prima della terapia può essere eseguito un test per determinare l’uptake massimo e l’effettiva emivita tiroidea dello iodio radioattivo.
Al fine di evitare una scialoadenite, che può complicare la somministrazione di alte dosi di radioiodio, si può consigliare al paziente di assumere dolciumi o bevande contenenti acido citrico, che stimolano la secrezione di saliva.
Altre misure di protezione farmacologica possono essere utilizzate in aggiunta.
Le dimostrazioni dell’efficacia di stimolanti della salivazione per prevenire la scialoadenite sono al momento inconcludenti.
Il sovraccarico di ioduro dovuto a cibo o trattamento medico deve essere investigato prima della somministrazione di ioduro (vedere la sezione 4.5).
Una dieta povera di iodio prima della terapia favorisce l’assorbimento nel tessuto tiroideo sano.
La terapia ormonale sostitutiva con ormoni tiroidei deve essere sospesa prima della somministrazione di radioiodio per il carcinoma della tiroide, al fine di assicurare un assorbimento adeguato.
Si raccomanda una sospensione del trattamento con triiodotironina per un periodo di 14 giorni e di 4 settimane per il trattamento con tiroxina.
La terapia sostitutiva con ormoni tiroidei può essere ripresa due giorni dopo il trattamento.
Analogamente, il carbimazolo e il propiltiouracile devono essere sospesi una settimana prima del trattamento per ipertiroidismo e ripresi diversi giorni dopo.
Il trattamento a base di radioiodio della malattia di Graves deve essere somministrato contemporaneamente al trattamento a base di corticosteroidi quando è presente un’oftalmopatia endocrina.
Nei pazienti con sospetta malattia gastrointestinale, si deve prestare molta attenzione durante la somministrazione delle capsule di sodio ioduro (131I).
Si consiglia l'uso concomitante di antagonisti H2 o inibitori della pompa protonica.
Dopo il trattamento, il paziente deve essere inserito in un appropriato programma di monitoraggio a breve e lungo termine.
Dopo la procedura Il contatto ravvicinato con lattanti e donne in stato di gravidanza deve essere evitato per almeno una settimana dopo dosi terapeutiche.
In caso di vomito, è necessario considerare il rischio di contaminazione.
I pazienti che ricevono la terapia della tiroide devono essere riesaminati a intervalli appropriati.
Avvertenze specifiche Il rischio di secondi tumori primari in pazienti sopravvissuti al cancro della tiroide trattati con iodio radioattivo è leggermente aumentato rispetto ai sopravvissuti al cancro della tiroide non trattati con radioiodio.
Si potrebbe prendere in considerazione il ricorso alla banca dello sperma per i giovani che hanno una malattia estesa e pertanto potrebbero avere bisogno di alte dosi terapeutiche di iodio radioattivo.
A seguito della somministrazione terapeutica di sodio ioduro (131I) si raccomanda la contraccezione per 6 mesi (per i pazienti con condizioni tiroidee benigne) o 12 mesi (per i pazienti con cancro alla tiroide) per entrambi i sessi.
Questo medicinale contiene non più di 50 mg di sodio per capsula, equivalente al 2.5% dell'assunzione massima giornaliera raccomandata dall'OMS.
Questo deve essere tenuto in considerazione nei pazienti sottoposti ad una dieta povera in sodio.
Per le precauzioni relative al rischio ambientale, vedere paragrafo 6.6

Interazioni

È noto che molti agenti farmacologici interagiscono con il radioiodio.
Tali interazioni possono essere dovute a vari meccanismi che influenzano i legami proteici, la farmacocinetica oppure gli effetti dinamici dello iodio marcato.
Di conseguenza, è necessario considerare che la captazione tiroidea potrebbe essere ridotta.
Risulta pertanto necessario acquisire un’anamnesi farmacologica completa e accertarsi se si deve procedere alla sospensione di determinati medicinali prima della somministrazione di sodio ioduro (131I).
Ad esempio, è necessario interrompere l’assunzione delle seguenti sostanze:
Principi attivi Periodo di sospensione prima della somministrazione di 131I
Agenti antitiroidei (ad es.
carbimazolo, metimazolo, propiltiouracile), perclorato
1 settimana prima di iniziare il trattamento e fino a diversi giorni dopo
Salicilati, corticosteroidi, sodio nitroprussiato, sodio sulfobromoftaleina, anticoagulanti, antistaminici, antiparassitari, penicilline, sulfonamidi, tolbutamide, tiopentale 1 settimana
Fenilbutazone 1-2 settimane
Espettoranti contenenti iodio e vitamine circa 2 settimane
Preparati a base di ormoni tiroidei Triiodotironina: 2 settimane Tiroxina: 6 settimane
Benzodiazepine, litio circa 4 settimane
Amiodarone* 3-6 mesi
Preparati a base di iodio per uso topico 1-9 mesi
Mezzi di contrasto idrosolubili contenenti iodio Fino a 3 mesi
Mezzi di contrasto liposolubili contenenti iodio Fino a 6 mesi
Agenti colecistografici orali Fino a 1 anno
* Nel caso dell’amiodarone, è possibile una riduzione nella captazione nella ghiandola tiroidea per svariati mesi a causa dell’emivita lunga di tale agente.

Effetti indesiderati

Sono stati riportati alcuni casi di reazioni avverse in seguito alla somministrazione di sodio ioduro (131I), compreso nausea, vomito ed eventualmente fenomeni allergici non specificati.
Nausea e vomito sono le reazioni più frequenti in seguito alla somministrazione per via orale in particolar modo in seguito a dosi terapeutiche, pertanto devono essere presi in considerazione i rischi di contaminazione conseguenti agli episodi di vomito.
Riassunto del profilo di sicurezza Le frequenze delle reazioni avverse segnalate sono state ricavate dalla letteratura medica.
Il profilo di sicurezza di sodio ioduro (131I) varia notevolmente a seconda delle dosi somministrate, mentre le dosi da somministrare dipendono dal tipo di trattamento (cioè, trattamento di malattie benigne o maligne).
Inoltre, il profilo di sicurezza dipende dalle dosi cumulative somministrate e dai regimi posologici impiegati.
Pertanto, le reazioni avverse segnalate sono state raggruppate sulla base della loro comparsa nel trattamento delle malattie benigne o maligne.
Reazioni avverse che si manifestano frequentemente sono: ipotiroidismo, ipertiroidismo transitorio, disturbi delle ghiandole salivari e lacrimali ed effetti locali delle radiazioni.
Nel trattamento del cancro possono manifestarsi spesso anche reazioni avverse gastrointestinali e soppressione midollare.
Le seguenti tabelle illustrano le reazioni avverse segnalate, ordinate per sistemi e organi.
I sintomi, che sono piuttosto secondari a un gruppo/sindrome (ad es.
la cheratocongiuntivite secca) sono inseriti tra parentesi dopo la rispettiva sindrome.
Le frequenze sono definite come segue: molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1.000, <1/100); raro (≥1/10.000, <1/1.000); molto raro (<1/10.000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Reazioni avverse dopo il trattamento di malattie benigne:
Classificazione per sistemi e organi Sintomo Frequenza
Disturbi del sistema immunitario Reazione anafilattoide Non nota
Patologie endocrine Ipotiroidismo permanente, ipotiroidismo Molto comune
Ipertiroidismo transitorio Comune
Crisi tireotossica, tiroidite, ipoparatiroidismo (ipocalcemia, tetanie), iperparatiroidismo. Non nota
Patologie dell’occhio Oftalmopatia endocrina (nella malattia di Graves) Molto comune
Cheratocongiuntivite secca Non nota
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Paralisi delle corde vocali Molto rara
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Acne da iodio Non nota
Patologie gastrointestinali Scialoadenite Comune
Patologie epatobiliari Funzionalità epatica anormale Non nota
Patologie congenite, familiari e genetiche Ipotiroidismo congenito Non nota
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Gonfiore localizzato Non nota
Reazioni avverse dopo il trattamento di malattie maligne:
Classificazione per sistemi e organi Sintomo Frequenza
Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi) Leucemia Non comune
Tumori solidi, tumore della vescica, tumore del colon, tumore gastrico, tumore alla mammella Non nota
Patologie del sistema emolinfopoietico Eritropenia, insufficienza midollare Molto comune
Leucopenia, trombocitopenia Comune
Anemia aplastica, soppressione midollare permanente o grave, incluso grave trombocitopenia, eritrocitopenia e/o leucopenia, leucocitosi transitoria Non nota
Disturbi del sistema immunitario Reazione anafilattoide Non nota
Patologie endocrine Ipotiroidismo Molto comune
Crisi tireotossica, ipertiroidismo transitorio Rara
Tiroidite (leucocitosi transitoria), ipoparatiroidismo (ipocalcemia, tetanie), iperparatiroidismo, aggravamento ipertiroidismo, malattia di Basedow (Graves) Non nota
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Iponatremia Non nota
Patologie del sistema nervoso Parosmia, anosmia Molto comune
Edema cerebrale Non nota
Patologie dell’occhio Cheratocongiuntivite secca (congiuntivite, secchezza oculare e nasale) Molto comune
Ostruzione dei dotti nasolacrimali (aumento della lacrimazione) Comune
Oftalmopatia endocrina Non nota
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Dispnea Comune
Costrizione della gola*, fibrosi polmonare, distress respiratorio, disturbo ostruttivo delle vie aeree, polmonite, tracheite, disfunzione delle corde vocali (paralisi delle corde vocali, disfonia, raucedine), dolore orofaringeo, stridore Non nota
Patologie gastrointestinali Scialoadenite (secchezza delle fauci, dolore delle ghiandole salivari, ipertrofia delle ghiandole salivari, carie dentale, perdita di denti), sindrome da radiazioni, nausea, ageusia, disgeusia, riduzione dell’appetito, vomito Molto comune
Gastrite, disfagia Non nota
Patologie epatobiliari Funzionalità epatica anormale Non nota
Patologie renali e urinarie Cistite da radiazioni Non nota
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Insufficienza ovarica, disturbi mestruali Molto comune
Azoospermia, oligospermia, riduzione della fertilità maschile e femminile Non nota
Patologie congenite, familiari e genetiche Ipotiroidismo congenito Non nota
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Malattia similinfluenzale, cefalea, affaticamento, cervicalgia Molto comune
Gonfiore localizzato Comune
Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura Lesioni da radiazioni comprese tiroidite da radiazioni, dolore associato alle radiazioni, ostruzione tracheale. Molto comune
*in particolare in caso di tracheostenosi esistente.
Descrizione dettagliata degli effetti indesiderati: Consigli generali L’esposizione a radiazioni ionizzanti è correlata all’induzione di tumori e al potenziale sviluppo di difetti ereditari.
La dose di radiazioni risultante dall’esposizione terapeutica può provocare un aumento dell’incidenza di tumori e mutazioni.
In ogni caso è necessario assicurarsi che i rischi connessi alle radiazioni siano inferiori a quelli della malattia stessa.
La dose efficace in caso di somministrazione della massima radioattività raccomandata a scopo terapeutico di 11,1 GBq (assumendo un uptake tiroideo dello 0%) è pari a 3108 mSv.
Per uso terapeutico, la dose di radiazioni agli organi specifici, che possono non essere l’organo target della terapia, può essere influenzata in modo significativo dalle alterazioni fisiopatologiche indotte dalla malattia.
Per la valutazione del rischio/beneficio è consigliabile che le dosi efficaci e le possibili dosi di radiazioni dirette verso l’organo o gli organi bersaglio siano calcolate prima della somministrazione.
L’attività può quindi essere regolata in base alla massa tiroidea, all’emivita biologica e al fattore di “ricircolo” che tiene in considerazione lo stato fisiologico del paziente (compresa la deplezione dello iodio) e la fisiologia sottostante.
Disturbi della tiroide e delle paratiroidi L’ipotiroidismo può verificarsi, in funzione della dose, come risultato ritardato del trattamento per l’ipertiroidismo con radioiodio.
Nel trattamento delle malattie maligne, l’ipotiroidismo è stato spesso segnalato come reazione avversa, tuttavia il trattamento con radioiodio nelle malattie maligne segue solitamente la tiroidectomia.
La distruzione dei follicoli tiroidei causata dall’esposizione alle radiazioni di sodio ioduro (131I) può aggravare l’eventuale ipertiroidismo esistente entro 2-10 giorni o causare una crisi tireotossica.
Talvolta, dopo la normalizzazione iniziale, potrebbe svilupparsi un ipertiroidismo immunitario (periodo di latenza 2-10 mesi).
Nel trattamento con radioiodio ad alto dosaggio, il paziente potrebbe manifestare tiroidite e tracheite a carattere infiammatorio transitorio 1-3 giorni dopo la somministrazione, con possibile costrizione tracheale grave, in particolare in caso di tracheostenosi preesistente.
In rari casi, potrebbe emergere un ipertiroidismo temporaneo persino dopo il trattamento di un carcinoma tiroideo funzionale.
Dopo la somministrazione di radioiodio sono stati osservati casi di ipoparatiroidismo transitorio, che devono essere monitorati di conseguenza e trattati con una terapia sostitutiva.
Conseguenze tardive Come conseguenza tardiva del trattamento dell’ipertiroidismo con radioiodio, in alcuni casi può comparire un ipotiroidismo dose-dipendente.
Tale patologia può manifestarsi settimane o anni dopo il trattamento, richiedendo un adeguato monitoraggio della funzione tiroidea a tempi prestabiliti e una terapia sostitutiva tiroidea appropriata.
Generalmente, l’ipotiroidismo non si manifesta fino a 6-12 settimane dopo la somministrazione di sodio ioduro (131I).
Patologie dell’occhio Dopo il trattamento dell’ipertiroidismo o della malattia di Graves con radioiodio, si potrebbe avere il progresso di un’oftalmopatia endocrina preesistente o l’esordio di una nuova oftalmopatia.
Il trattamento con radioiodio nella malattia di Graves deve essere associato a corticosteroidi.
Effetti locali dell’irradiazione Dopo la somministrazione di sodio ioduro (131I) sono state segnalate disfunzione e paralisi delle corde vocali.
Tuttavia, in alcuni casi è impossibile stabilire se la disfunzione delle corde vocali sia stata provocata dalle radiazioni o dal trattamento chirurgico.
Una captazione tissutale elevata di radioiodio può essere associata a dolore, disagio ed edema locale.
Nel trattamento con radioiodio del residuo tiroideo, ad esempio, nella regione della testa e del collo potrebbe insorgere un dolore diffuso grave dei tessuti molli.
Polmonite e fibrosi polmonare da radiazioni sono state osservate in pazienti con metastasi polmonari diffuse derivanti da carcinomi tiroidei differenziati, a causa della distruzione del tessuto metastatico.
Ciò si verifica soprattutto con dosaggi elevati di terapia con radioiodio.
Nel trattamento dei carcinomi tiroidei metastatizzanti con coinvolgimento del SNC, è inoltre necessario tenere presente il rischio di edema cerebrale locale e/o di aumento dell’eventuale edema cerebrale preesistente.
Patologie gastrointestinali Livelli elevati di radioattività potrebbero, inoltre, causare disturbi gastrointestinali, generalmente nelle prime ore o nei primi giorni successivi alla somministrazione.
Per la prevenzione delle patologie gastrointestinali, vedere paragrafo 4.4.
Disturbi delle ghiandole salivari e lacrimali Potrebbero verificarsi scialoadenite, con gonfiore e dolore delle ghiandole salivari, nonché perdita parziale del gusto e secchezza della bocca.
La scialoadenite è solitamente reversibile spontaneamente o con un trattamento antinfiammatorio, ma sono stati saltuariamente descritti casi di ageusia e secchezza della bocca persistenti e dose-dipendenti.
La mancanza di saliva può causare infezioni, ad es.
carie, e comportare la perdita di denti.
Per la prevenzione dei disturbi salivari, vedere paragrafo 4.4.
Una disfunzione delle ghiandole salivari e/o lacrimali con conseguente cheratocongiuntivite secca può anche manifestarsi con un ritardo di diversi mesi e fino a due anni dopo la terapia con radioiodio.
Sebbene la cheratocongiuntivite secca sia un effetto transitorio, nella maggior parte dei casi, in alcuni pazienti il sintomo può persistere per anni.
Depressione midollare Come conseguenza tardiva potrebbe svilupparsi una depressione midollare reversibile che si presenta con trombocitopenia isolata o eritrocitopenia anche mortale.
È più probabile che la depressione midollare segua un’unica somministrazione di oltre 5000 MBq o la somministrazione ripetuta a intervalli inferiori a 6 mesi.
Malignità secondarie Dopo l’uso delle attività più elevate, generalmente quelle impiegate nel trattamento delle malignità tiroidee, è stato rilevato un aumento nell’incidenza della leucemia.
Esistono anche evidenze di aumento dell’incidenza di tumori solidi, dopo attività elevate (superiori a 7,4 GBq).
Compromissione della fertilità Dopo la terapia con radioiodio del carcinoma tiroideo, in entrambi i sessi, potrebbe verificarsi una compromissione transitoria dose-dipendente della fertilità.
In base alla dose dell’attività, può manifestarsi una compromissione reversibile della spermatogenesi in dosi superiori a 1850 MBq; effetti clinicamente rilevanti, inclusi oligospermia e azoospermia oltre a livelli sierici di FSH elevati sono stati descritti dopo somministrazione superiore a 3700 MBq.
Popolazione pediatrica È prevedibile che le reazioni avverse nei bambini siano analoghe a quelle degli adulti.
Vista la maggiore sensibilità alle radiazioni dei tessuti dei bambini (vedere paragrafo 11) e l’aspettativa di vita superiore di questi ultimi, la frequenza e la gravità potrebbero essere diverse.
Segnalazione di sospette reazioni avverse La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

Gravidanza e allattamento

Donne potenzialmente fertili Quando è necessario somministrare medicinali radioattivi a donne potenzialmente fertili, si devono assumere sempre informazioni su una possibile gravidanza.
Ove non sia provato il contrario, qualsiasi donna che abbia saltato un ciclo mestruale deve essere considerata in stato di gravidanza.
In caso di dubbio riguardo ad una possibile gravidanza (se la donna ha saltato un ciclo mestruale, se il ciclo mestruale è molto irregolare, ecc.), devono essere proposte alla paziente tecniche alternative (se esistenti), che non utilizzino radiazioni ionizzanti.
Alle donne che assumono sodio ioduro (131I) deve essere raccomandato di NON iniziare una gravidanza per un periodo da 6 a 12 mesi dalla somministrazione.
Contraccezione negli uomini e nelle donne In entrambi i sessi, si raccomanda la contraccezione per un periodo da 6 mesi (per pazienti con condizioni tiroidee benigne) a 12 mesi (per pazienti con cancro alla tiroide) dalla somministrazione terapeutica di sodio ioduro (131I).
Agli uomini viene consigliato di non procreare per un periodo di tempo pari a 6 mesi dopo il trattamento con radioiodio per consentire la sostituzione degli spermatozoi irradiati con quelli non irradiati.Si potrebbe prendere in considerazione il ricorso alla banca dello sperma per i giovani che hanno una malattia estesa e pertanto potrebbero avere bisogno di alte dosi terapeutiche iodio radioattivo.
Gravidanza La terapia con radioiodio è controindicata durante la gravidanza accertata, sospetta o che non possa essere esclusa, a causa del passaggio transplacentare di sodio ioduro (131I) che può causare ipotiroidismo grave e potenzialmente irreversibile nei neonati (la dose di questo agente assorbita dall’utero potrebbe variare dagli 11 ai 511 mGy e la tiroide fetale concentra avidamente lo iodio nel corso del secondo e terzo trimestre) (vedere paragrafo 4.3).
In caso di carcinoma differenziato della tiroide, diagnosticato durante la gravidanza, dopo la tiroidectomia seguita da una terapia ormonale sostitutiva TSH-soppressiva, la terapia con radioiodio deve essere rimandata a dopo la nascita del bambino.
Allattamento Prima di somministrare un radiofarmaco a una madre che allatta con latte materno, è necessario prendere in considerazione la possibilità di posticipare ragionevolmente la somministrazione del radiofarmaco fino all’interruzione dell’allattamento e scegliere il radiofarmaco più appropriato, tenendo conto della secrezione di attività nel latte materno.
Se la somministrazione è considerata necessaria, le pazienti devono essere avvisate di interrompere l’allattamento al seno per almeno 8 settimane prima della somministrazione dello iodio radioattivo e di non riprendere ad allattare dopo il trattamento (vedere paragrafo 4.3).
Per ragioni di radioprotezione, si raccomanda di evitare il contatto ravvicinato tra la madre e il bambino per almeno una settimana.
Fertilità Per informazioni riguardanti la compromissione della fertilità, vedere paragrafo 4.8.
Dopo la terapia del carcinoma tiroideo con radioiodio, in entrambi i sessi, potrebbe verificarsi una compromissione transitoria dose-dipendente della fertilità.
In base alla dose dell’attività, può manifestarsi una compromissione reversibile della spermatogenesi in dosi superiori a 1850 MBq; effetti clinicamente rilevanti, inclusi oligospermia e azoospermia oltre a livelli sierici di FSH elevati sono stati descritti dopo somministrazione superiore a 3700 MBq.

Conservazione

Non conservare a temperatura superiore ai 25°C.
Non congelare.
Conservare nella confezione originale per prevenire l'esposizione esterna alle radiazioni.
I radiofarmaci devono essere conservati in conformità con la normativa nazionale relativa ai prodotti radioattivi.

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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.