RUBRACA 60CPR RIV 250MG FL

6.849,98 €

Prezzo indicativo

Principio attivo: RUCAPARIB CAMSILATO
  • ATC: L01XK03
  • Descrizione tipo ricetta: RNRL - LIMITATIVA NON RIPETIB.
  • Presenza Glutine:
  • Presenza Lattosio:

Data ultimo aggiornamento: 13/11/2019

Rubraca è indicato come monoterapia per il trattamento di mantenimento di pazienti adulte con carcinoma ovarico epiteliale, delle tube di Falloppio o peritoneale primario, avanzato (stadio III e IV secondo FIGO) e ad alto grado, in risposta (risposta completa o parziale) dopo il completamento della chemioterapia di prima linea a base di platino. Rubraca è indicato come monoterapia per il trattamento di mantenimento di pazienti adulte con recidiva platino sensibile di carcinoma ovarico epiteliale ad alto grado, delle tube di Falloppio o peritoneale primario, in risposta (risposta completa o parziale) dopo chemioterapia a base di platino.
Rubraca compresse rivestite con film da 200 mg Ogni compressa contiene rucaparib camsilato corrispondente a 200 mg di rucaparib. Rubraca compresse rivestite con film da 250 mg Ogni compressa contiene rucaparib camsilato corrispondente a 250 mg di rucaparib. Rubraca compresse rivestite con film da 300 mg Ogni compressa contiene rucaparib camsilato corrispondente a 300 mg di rucaparib. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1; Allattamento al seno (vedere paragrafo 4.6).

Posologia

Il trattamento con Rubraca deve essere avviato e supervisionato da un medico con esperienza nell’uso di prodotti medicinali antitumorali.
Posologia Il dosaggio di Rubraca raccomandato è di 600 mg due volte al giorno, equivalente a una dose giornaliera totale di 1 200 mg.
Le pazienti dovrebbero iniziare il trattamento con Rubraca non oltre 8 settimane dopo il completamento della dose finale del regime chemioterapico contenente platino.
Durata del trattamento Trattamento di mantenimento di prima linea del carcinoma ovarico avanzato: Le pazienti possono continuare il trattamento fino a progressione della malattia, tossicità inaccettabile o completamento di 2 anni di trattamento.
Trattamento di mantenimento di recidiva platino sensibile di carcinoma ovarico: Le pazienti possono continuare il trattamento fino a progressione della malattia o tossicità inaccettabile.
Nel caso in cui una paziente vomitasse dopo l’assunzione di Rubraca, non dovrebbe assumere nuovamente quella dose bensì la dose programmata successiva.
Dosi dimenticate Se una dose viene dimenticata, la paziente dovrebbe riprendere l’assunzione di Rubraca con la dose programmata successiva.Aggiustamenti del dosaggio per reazioni avverse Le reazioni avverse possono essere gestite con interruzioni e/o riduzioni della dose, per reazioni di grado da moderato a severo (vale a dire, CTCAE di grado 3 o 4) quali neutropenia, anemia e trombocitopenia.
L’innalzamento delle transaminasi epatiche (aspartato transaminasi (AST) e/o alanina transaminasi (ALT) si verifica negli stadi iniziali del trattamento ed è generalmente transitorio.
Gli aumenti di AST/ALT di grado da 1 a 3 possono essere gestiti senza variare il dosaggio di rucaparib o con una modifica del trattamento (interruzione e/o ridotto della dose).
Le reazioni di grado 4 richiedono una modifica del trattamento (vedere Tabella 2).
Altre reazioni avverse di tipo non ematologico di grado da moderato a severo, quali nausea e vomito, se non adeguatamente controllate mediante un’appropriata gestione sintomatica, possono essere gestite con l’interruzione e/o la ridotto della dose.
Tabella 1.
Aggiustamenti del dosaggio raccomandati
Ridotto della dose Dose
Dose iniziale 600 mg due volte al giorno (due compresse da 300 mg due volte al giorno)
Prima ridotto della dose 500 mg due volte al giorno (due compresse da 250 mg due volte al giorno)
Seconda ridotto della dose 400 mg due volte al giorno (due compresse da 200 mg due volte al giorno)
Terza ridotto della dose 300 mg due volte al giorno (una compressa da 300 mg due volte al giorno)
Tabella 2.
Gestione terapeutica - innalzamento emergente di AST/ ALT
Grado di aumento di AST/ ALT Gestione
Grado 3 senza altri sintomi di disfuzione epatica Eseguire settimanalmente il pannello epatico (LFT- test di funzionalità epatica) fino alla risoluzione ad un grado ≤ 2 Continuare rucaparib purché si abbiano valori della bilirubina < LSN e fosfatasi alcalina < 3 x LSN Interrompere il trattamento se i livelli di AST/ ALT non si riducono entro 2 settimane ad un grado ≤ 2; successivamente iniziare nuovamente rucaparib alla stessa dose o ad una dose ridotta
Grado 4 Interrompere rucaparib fino a che i valori scendano ad un grado ≤ 2; dopodiché riavviare rucaparib con una dose ridotta e monitorare settimanalmente la funzionalità epatica per 3 settimane
Popolazioni speciali Anziani Per le pazienti anziane (età ≥ 65 anni) non è consigliato alcun aggiustamento della dose iniziale (vedere paragrafi 4.8 e 5.2).
Non si può escludere una maggiore sensibilità agli eventi avversi di alcune pazienti anziane (di età ≥ 65 anni).
I dati clinici relativi a pazienti di età pari o superiore a 75 anni sono limitati.
Insufficienza epatica Per le pazienti con insufficienza epatica lieve o moderata non è richiesto un aggiustamento della dose iniziale (vedere paragrafo 5.2).
In pazienti con insufficienza epatica moderata, la funzionalità epatica e le reazioni avverse devono essere attentamente monitorate.
Non vi sono dati clinici relativi a pazienti con insufficienza epatica severa (ovvero con valori di bilirubina totale superiori a 3 volte il limite superiore della norma [LSN]), di conseguenza l’impiego di rucaparib in tali pazienti non è raccomandato.
Insufficienza renale Per le pazienti con insufficienza renale lieve o moderata non è richiesto un aggiustamento di dose iniziale (vedere paragrafo 5.2).
Non vi sono dati clinici relativi a pazienti con insufficienza renale severa (CLcr inferiore a 30 mL/min), di conseguenza l’impiego di rucaparib in tali pazienti non è raccomandato.
Nelle pazienti con insufficienza renale severa, rucaparib può essere utilizzato unicamente se il potenziale beneficio supera il rischio.
In pazienti con insufficiena renale moderata o severa la funzionalità renale e le reazioni avverse devono essere attentamente monitorate.
Popolazione pediatrica La sicurezza e l’efficacia di Rubraca in bambini o adolescenti di età inferiore ai 18 anni non sono state ancora stabilite.
Non ci sono dati disponibili.
Modo di somministrazione Rubraca è per uso orale e può essere assunto con o senza cibo.
Le dosi devono essere assunte a distanza di circa 12 ore.
Vedere paragrafo 5.2.

Avvertenze e precauzioni

Tossicità ematologica Durante il trattamento con rucaparib è possibile osservare eventi di mielosoppressione (anemia, neutropenia, trombocitopenia), generalmente osservati per la prima volta dopo 8-10 settimane di trattamento con rucaparib.
Queste reazioni sono gestibili con il trattamento medico di routine e/o l’aggiustamento del dosaggio nei casi più gravi.
Si consiglia di eseguire un esame emocromocitometrico completo prima di iniziare il trattamento con Rubraca e successivamente una volta al mese; le pazienti non devono iniziare il trattamento con Rubraca fino a quando non si siano riprese dalle tossicità ematologiche (≤ CTCAE di grado 1) dovute a una chemioterapia precedente.
Per la gestione delle citopenie evidenziate all’emocromo devono essere attuate terapie di supporto e seguite le linee guida istituzionali per il trattamento dell’anemia e della neutropenia.
Rubraca deve essere interrotto o si deve ridurne il dosaggio conformemente alla Tabella 1 (vedere paragrafo 4.2) e gli indici ematologici vanno monitorati settimanalmente fino al recupero.
Se dopo 4 settimane i livelli non sono risaliti a un CTCAE di grado 1 o migliore, la paziente deve essere rinviata a un ematologo per ulteriori esami diagnostici.
Sindrome mielodisplastica/leucemia mieloide acuta Casi di sindrome mielodisplastica/leucemia mieloide acuta (MDS/AML), inclusi quelli ad esito fatale, sono stati segnalati in pazienti trattate con rucaparib.
La durata della terapia con rucaparib in pazienti che hanno sviluppato una MDS/AML era variabile, da < 2 mesi a circa 6 anni.
Se si sospetta una MDS/AML, la paziente deve essere inviata a un ematologo per ulteriori esami diagnostici, tra cui l’analisi del midollo osseo e il prelievo di campioni ematici per citogenetica.
Nel caso in cui, in seguito agli esami diagnostici per la prolungata tossicità ematologica, la MDS/AML venga confermata, Rubraca deve essere interrotto.
Fotosensibilità In pazienti trattate con rucaparib è stata osservata fotosensibilità.
Le pazienti devono evitare di trascorrere tempo alla luce solare diretta, in quanto durante il trattamento con rucaparib possono scottarsi più facilmente; quando si trovano all’aperto, le pazienti devono indossare un cappello e abiti protettivi, e utilizzare crema solare e burro di cacao con un fattore di protezione solare (FPS) pari o superiore a 50.
Tossicità gastrointestinale Per rucaparib vengono segnalate frequentemente tossicità gastrointestinali (nausea e vomito), che sono generalmente di grado basso (CTCAE di grado 1 o 2) e possono essere gestite con la riduzione della dose (fare riferimento alla Tabella 1) o con l’interruzione.
Per il trattamento della nausea/del vomito si possono impiegare gli antiemetici, quali gli antagonisti di 5-HT3, il desametasone, l’aprepitant e il fosaprepitant, che possono inoltre essere presi in considerazione per l’uso profilattico (ovvero, preventivo) prima di iniziare Rubraca.
È importante gestire questi eventi in maniera proattiva per evitare eventi prolungati o più gravi di nausea/ vomito che potrebbero comportare altre complicazioni, quali disidratazione o ricovero in ospedale.
Occlusione intestinale Negli studi clinici sono stati osservati casi di occlusione intestinale nelle pazienti con carcinoma ovarico trattate con rucaparib; il 3,5% delle pazienti trattate con rucaparib ha manifestato un evento grave di occlusione intestinale, con esito fatale in 1 paziente trattata con rucaparib (meno dello 0,1%).
La patologia preesistente può contribuire allo sviluppo dell’occlusione intestinale nelle pazienti con carcinoma ovarico.
In un eventuale caso sospetto di occlusione intestinale, è necessario eseguire una valutazione diagnostica tempestiva e sottoporre la paziente a trattamento adeguato.
Tossicità embrio-fetale Rubraca può causare danno al feto quando somministrato ad una donna incinta, in base al suo meccanismo d’azione e ai risultati derivati dagli studi sugli animali.
In uno studio sulla riproduzione animale, la somministrazione di rucaparib a femmine di ratto incinte durante l’organogenesi ha determinato la tossicità embrio-fetale in esposizioni inferiori a quelle delle pazienti che avevano ricevuto la dose umana raccomandata di 600 mg due volte al giorno (vedere paragrafo 5.3).
Gravidanza/contraccezione Le donne incinte devono essere informate del rischio potenziale per il feto.
Alle donne potenzialmente fertili deve essere raccomandata l’adozione di una contraccezione efficace durante il trattamento e per 6 mesi dopo l’ultima dose di Rubraca (vedere paragrafo 4.6).
Si raccomanda l’esecuzione di un test di gravidanza prima di iniziare il trattamento nelle donne potenzialmente fertili.
Eccipienti Questo medicinale contiene meno di 1 mmol di sodio (23 mg) per compressa, vale a dire essenzialmente “privo di sodio”.

Interazioni

Effetto di altri prodotti medicinali su rucaparib Gli enzimi responsabili del metabolismo di rucaparib non sono stati identificati.
Sulla base dei dati ottenuti in vitro, CYP2D6 e, in misura minore, CYP1A2 e CYP3A4 sono stati in grado di metabolizzare rucaparib.
Sebbene il metabolismo in vitro di rucaparib mediato da CYP3A4 fosse lento, non si può escludere un contributo significativo di CYP3A4 in vivo.
Occorre cautela per l’uso concomitante di forti inibitori o induttori di CYP3A4.
In vitro, rucaparib si è dimostrato essere un substrato di P-gp e BCRP.
Non si può escludere l’effetto degli inibitori di P-gp e BCRP sulla PK di rucaparib.
Si raccomanda cautela quando rucaparib è co-somministrato con prodotti medicinali che sono forti inibitori della P-gp.
Effetti di rucaparib su altri prodotti medicinali Negli studi sull’interazione farmacologica nei pazienti affetti da tumore, gli effetti di rucaparib all’equilibrio, per la dose di 600 mg due volte al giorno, su CYP1A2, CYP2C9, CYP2C19, CYP3A, BCRP e P-gp sono stati valutati con dosi orali singole di sonde sensibili (caffeina, S-warfarin, omeprazolo, midazolam, rosuvastatina e digossina, rispettivamente).
È stato inoltre valutato l’effetto di rucaparib sulla farmacocinetica dei contraccettivi orali in terapia combinata (etinilestradiolo e levonorgestrel) I dati suggeriscono che rucaparib è un moderato inibitore di CYP1A2 e un lieve inibitore di CYP2C9, CYP2C19 e CYP3A.
Inoltre, rucaparib inibisce marginalmente la P-gp e indebolisce lievemente la BCRP a livello intestinale.
Substrati del CYP1A2 Rucaparib non ha dimostrato alcun effetto sulla Cmax della caffeina, sebbene ne abbia aumentato l’AUCinf moderatamente, di 2,55 volte (IC 90%: 2,12, 3,08).
In caso di co-somministrazione di prodotti medicinali metabolizzati dal CYP1A2, in particolare farmaci che hanno un indice terapeutico ristretto (ad es.
tizanidina, teofillina), possono essere presi in considerazione aggiustamenti del dosaggio sulla base di un appropriato monitoraggio clinico.
Substrati del CYP2C9 Per l’S-warfarin, rucaparib ha prodotto un aumentato della Cmax di 1,05 volte (IC 90%: da 0,99 a 1,12) e dell’AUC0-96 h di 1,49 volte (IC 90%: da 1,40 a 1,58), rispettivamente.
In caso di co-somministrazione di prodotti medicinali substrati del CYP2C9 con un indice terapeutico ristretto (ad es.
warfarin, fenitoina), possono essere presi in considerazione aggiustamenti della dose se clinicamente indicato.
Si deve prestare cautela e si deve prendere in considerazione un ulteriore monitoraggio del Rapporto internazionale normalizzato (INR) in caso di co-somministrazione di warfarin e si deve effettuare il monitoraggio terapeutico dei livelli di fenitoina, quando utilizzata in concomitanza con rucaparib.
Substrati del CYP2C19 Per l’omeprazolo, rucaparib ha prodotto un aumentato della Cmax di 1,09 volte (IC 90%: da 0,93 a 1,27) e dell’AUCinf di 1,55 volte (IC 90%: da 1,32 a 1,83).
Il rischio di un effetto clinicamente rilevante dovuto alla somministrazione degli inibitori della pompa protonica (IPP) è verosimilmente basso (vedere paragrafo 5.2).
Non è considerato necessario alcun aggiustamento del dosaggio per la co-somministrazione di prodotti medicinali substrati del CYP2C19.
Substrati del CYP3A Per il midazolam, rucaparib ha prodotto un aumentato della Cmax di 1,13 volte (IC 90%: da 0,95 a 1,36) e dell’AUCinf di 1,38 volte (IC 90%: da 1,13 a 1,69).
Si raccomanda cautela nella co-somministrazione di prodotti medicinali substrati del CYP3A con un indice terapeutico ristretto (ad es.
alfentanil, astemizolo, cisapride, ciclosporina, diidroergotamina, ergotamina, fentanil, pimozide, chinidina, sirolimus, tacrolimus, terfenadina).
Si possono prendere in considerazione aggiustamenti del dosaggio se clinicamente indicato sulla base di reazioni avverse osservate.
Contraccettivi orali Per l’etinilestradiolo, rucaparib ha prodotto un aumento della Cmax di 1,09 volte (IC 90%: da 0,94 a 1,27) e dell’AUCinf di 1,43 volte (IC 90%: da 1,15 a 1,77).
Per levonorgestrel, rucaparib ha prodotto un aumento della Cmax di 1,19 volte (IC 90%: da 1,00 a 1,42) e dell’AUCinf di 1,56 volte (IC 90%: da 1,33 a 1,83).
Non è considerato necessario alcun aggiustamento del dosaggio per la co-somministrazione dei contraccettivi orali.
Substrati della BCRP Per la rosuvastatina, rucaparib ha prodotto un aumento della Cmax di 1,29 volte (IC 90%: da 1,07 a 1,55) e dell’AUCinf di 1,35 volte (IC 90%: da 1,17 a 1,57).
Non è considerato necessario alcun aggiustamento del dosaggio per la co-somministrazione di prodotti medicinali substrati della BCRP.
Substrati della P-gp Rucaparib non ha dimostrato alcun effetto sulla Cmax della digossina, incrementandone l’AUC0-72 h in modo marginale, di 1,20 volte (IC 90%: da 1,12 a 1,29).
Non è raccomandato alcun aggiustamento del dosaggio per la co-somministrazione di prodotti medicinali substrati della P-gp.
L’interazione di rucaparib con altri enzimi e trasportatori è stata valutata in vitro.
Rucaparib è un debole inibitore di CYP2C8, CYP2D6 e UGT1A1.
A esposizioni clinicamente rilevanti, rucaparib ha ridotto la CYP2B6 negli epatociti umani.
Rucaparib è un potente inibitore di MATE-1 e MATE2-K, un moderato inibitore di OCT1 e un debole inibitore di OCT2.
Dato che l’inibizione di tali trasportatori potrebbe diminuire l’eliminazione renale della metformina e la ridotto della sua captazione epatica, si raccomanda cautela nella co-somministrazione di metformina e rucaparib.
Non è chiara la rilevanza clinica dell’inibizione di UGT1A1 da parte di rucaparib.
Si deve prestare cautela quando rucaparib è co-somministrato con i substrati di UGT1A1 (vale a dire, irinotecan) a pazienti con UGT1A1*28 (metabolizzatrici scarse) a causa di un possibile aumento nell’esposizione a SN-38 (il metabolita attivo di irinotecan) e delle tossicità associate.

Effetti indesiderati

Riassunto del profilo di sicurezza Il profilo generale di sicurezza di rucaparib si basa su dati ricavati in studi clinici da 1 594 pazienti con carcinoma ovarico trattate in monoterapia con rucaparib.
Le pazienti sono state esposte a rucaparib per una mediana di 7,4 mesi.
Reazioni avverse manifestatesi nel ≥ 20% delle pazienti che ricevono rucaparib sono state nausea, affaticamento/astenia, vomito, anemia, dolore addominale, disgeusia, aumento dell’ALT, aumento dell’AST, riduzione dell’appetito, diarrea, neutropenia e trombocitopenia.
La maggior parte delle reazioni avverse sono state di grado da lieve a moderato (Grado 1 o 2).
Reazioni avverse di grado ≥ 3, manifestatesi in > 5% delle pazienti sono state anemia (25%), aumento dell’ALT (10%), neutropenia (10%), affaticamento/ astenia (9%) e trombocitopenia (7%).
La sola reazione avversa grave, manifestatasi in > 2% delle pazienti, è stata l’anemia (5%).
Le reazioni avverse che hanno determinato con maggiore frequenza la riduzione o l’interruzione della dose sono state anemia (23%), affaticamento/astenia (15%), nausea (14%), trombocitopenia (14%), neutropenia (10%) e aumento dell’AST/ALT (10%).
Reazioni avverse che hanno determinato l’interruzione permanente del trattamento si sono manifestate nel 15% delle pazienti; quelle segnalate con maggiore frequenza sono state trombocitopenia, nausea, anemia e affaticamento/astenia.
Tabella delle reazioni avverse La frequenza di reazioni avverse è indicata dalla classificazione MedDRA per organi e sistemi (System Organ Class, SOC) a livello di terminologia convenzionale raccomandata.
La frequenza delle manifestazioni delle reazioni avverse è definita come: molto comune (≥ 1/10); comune (da ≥ 1/100 a < 1/10); non comune (da ≥ 1/1 000 a < 1/100); rara (da ≥ 1/10 000 a < 1/1 000); molto rara (< 1/10 000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Tabella 3.
Elenco tabulato delle reazioni avverse secondo la classificazione MedDRA per organi e sistemi
  Reazioni avverse 
Classificazione MedDRA per organi e sistemi Frequenza di tutti i gradi CTCAE Frequenza del grado 3 CTCAE e superiori
Neoplasie benigne, maligne e non specificate (cisti e polipi compresi) Comune: Sindrome mielodisplastica / Leucemia mieloide acuta a Comune: Sindrome mielodisplastica / Leucemia mieloide acuta a
Patologie del sistema emolinfopoietico Molto comune: Anemia b, trombocitopenia b, neutropenia b, leucopenia b Molto comune: Anemia b, Neutropenia b
Comune: Linfopenia b, neutropenia febbrile Comune: Trombocitopenia b, Neutropenia febbrile, leucopenia b Linfopenia b
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Molto comune: Riduzione dell’appetito, Aumento della creatinina ematica b, Ipercolesterolemia b Comune: Riduzione dell’appetito, Disidratazione, Ipercolesterolemia b
Comune: Disidratazione Non comune: Aumento della creatinina ematica b
Patologie del sistema immunitario Comune: Ipersensibilità c Non comune: Ipersensibilità c
Patologie del sistema nervoso Molto comune: Disgeusia, vertigini Non comune: Disgeusia, vertigini
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Molto comune: Dispnea Non comune: Dispnea
Patologie gastrointestinali Molto comune: Nausea, diarrea, vomito, dispepsia, dolore addominale Comune: Nausea, vomito, diarrea, dolore addominale, occlusione intestinale d
Comune: Occlusione intestinale d, stomatite Non comune: Dispepsia, stomatite
Patologie epatobiliari Molto comune: Aumentato dell’alanina transaminasi, aumentato dell’aspartato transaminasi Comune: Aumento dell’alanina aminotransferasi/ Aumento dell’aspartato aminotransferasi
Comune: Aumentato delle transaminasi b Non comune: Aumento delle transaminasi b
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Molto comune: Reazione di fotosensibilità, eruzione cutanea Non comune: Reazione di fotosensibilità, eruzione cutanea, eruzione cutanea maculopapulare, eritrodisestesia palmo-plantare
Comune: Eruzione cutanea maculopapulare, eritrodisestesia palmo-plantare, eritema
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Molto comune: Affaticamento e, Piressia Comune: Affaticamento e
Non comune: Piressia
a Il tasso di MDS/AML si basa sulla popolazione complessiva totale delle 3 025 pazienti che hanno ricevuto una dose di rucaparib orale.
b Include i risultati di laboratorio.
c Gli eventi più comuni osservati comprendono ipersensibilità, ipersensibilità al farmaco e gonfiore/edema del viso e degli occhi.
d Include occlusione intestinale, occlusione dell’intestino crasso e occlusione dell’intestino tenue.
e Include affaticamento, astenia e letargia.
Descrizione di reazioni avverse selezionate Tossicità ematologica Reazioni avverse ematologiche di anemia, trombocitopenia e neutropenia, di tutti i gradi CTCAE, sono state segnalate rispettivamente nel 46%, 26% e 21% delle pazienti.
Anemia e trombocitopenia hanno determinato l’interruzione del trattamento rispettivamente nel 2% e 1% delle pazienti.
Reazioni avverse CTCAE di grado 3 o superiore, si sono verificate nel 25% (anemia), 10% (neutropenia) e 7% (trombocitopenia) delle pazienti.
Il momento di esordio delle reazioni avverse di mielosoppressione di grado 3 o superiore è stato generalmente più tardivo nel trattamento (dopo 2 o più mesi).
Per la mitigazione e la gestione del rischio, vedere paragrafo 4.4.
Sindrome mielodisplastica/Leucemia mieloide acuta La MDS/AML sono reazioni avverse gravi non comuni (0,5%) che si verificano nelle pazienti in trattamento e durante i 28 giorni di follow-up di sicurezza, e comuni (1,1%) in tutte le pazienti, compreso il periodo di follow-up di sicurezza a lungo termine (il tasso è calcolato in base alla popolazione di sicurezza complessiva di 3 025 pazienti esposte ad almeno una dose di rucaparib orale in tutti gli studi clinici).
Negli studi di fase 3 controllati con placebo, ARIEL3 e ATHENA-MONO, l’incidenza di MDS/AML in corso del trattamento nelle pazienti che hanno ricevuto rucaparib è stata rispettivamente dell’1,6% e dello 0,5%.
Sebbene non siano stati segnalati casi durante il trattamento nelle pazienti che hanno ricevuto placebo, sono stati segnalati sei casi in pazienti trattate con placebo durante il follow-up di sicurezza a lungo termine.
Tutte le pazienti presentavano potenziali fattori contributivi per lo sviluppo di MDS/AML; in tutti i casi, le pazienti avevano ricevuto precedenti regimi chemioterapici contenenti platino e/o altri agenti che danneggiano il DNA.
Per la mitigazione e la gestione del rischio, vedere paragrafo 4.4.
Tossicità gastrointestinali Vomito e nausea sono stati segnalati rispettivamente nel 37% e nel 68% delle pazienti ed erano generalmente di basso grado (CTCAE grado da 1 a 2).
Il dolore addominale (termini combinati dolore addominale, dolore addominale basso, dolore addominale alto) è stato segnalato nel 39% delle pazienti trattate con rucaparib, ma è stato un effetto molto comune (34%) anche nelle pazienti trattate con placebo, molto probabilmente in relazione alla patologia sottostante.
Per la mitigazione e la gestione del rischio, vedere paragrafo 4.4.
Fotosensibilità La fotosensibilità è stata segnalata nel 10% delle pazienti come reazioni cutanee di basso grado (CTCAE grado 1 o 2) e nello 0,2% delle pazienti come reazione ≥ CTCAE grado 3.
Per la mitigazione e la gestione del rischio, vedere paragrafo 4.4.
Aumenti delle transaminasi sieriche (AST/ALT) Eventi legati agli aumenti di alanina transaminasi (ALT) o aspartato transaminasi (AST) sono stati osservati nel 39% (tutti i gradi) e nel 10% (≥ CTCAE grado 3) delle pazienti.
Tali eventi si sono verificati entro le prime settimane di trattamento con rucaparib, erano reversibili e raramente associati a un aumentato della bilirubina.
Sono stati osservati un aumento dell’ALT nel 37% (tutti i gradi) e nel 10% (≥ CTCAE grado 3) delle pazienti; un aumento dell’AST nel 33% (tutti i gradi) e nel 3% (≥ CTCAE grado 3) delle pazienti, e un aumento dell’ALT e dell’AST nel 31% (tutti i gradi) e nel 3% (≥ CTCAE grado 3) delle pazienti.
Nessun evento ha soddisfatto i criteri della Legge di Hy che è un indicatore delle lesioni del fegato farmaco-indotte.
Potrebbe essere necessario gestire gli aumenti dei valori di AST/ALT con l’interruzione della terapia e/o la riduzione della dose come indicato nella Tabella 2 (vedere paragrafo 4.2).
La maggior parte delle pazienti ha potuto continuare il trattamento con rucaparib, con o senza modifica della terapia, senza episodi ricorrenti di anomalie LFT di Grado ≥ 3.
Aumenti dei valori della creatininemia Aumenti della creatinina sierica, prevalentemente di grado da lieve a moderato (CTCAE grado 1 o 2), sono stati osservati nel 17% delle pazienti entro le prime settimane di trattamento con rucaparib; lo 0,6% delle pazienti ha riferito una reazione CTCAE di grado 3.
Gli aumenti della creatinina con il trattamento con rucaparib possono essere dovuti all’inibizione dei trasportatori renali MATE1 e MATE2-K (vedere paragrafo 4.5).
Questi aumenti della creatinina sierica sono stati clinicamente asintomatici.Anziani Nelle pazienti di età ≥ 75 anni, le frequenze di alcune reazioni avverse sono aumentate: aumento della creatinina ematica (33%), le vertigini (19%), il prurito (16%) e la compromissione della memoria (4%) erano superiori rispetto alle pazienti di età < 75 anni (rispettivamente 16%, 14%, 11% e 1%).
Pazienti con insufficienza renale Nelle pazienti con insufficienza renale moderata (CLcr pari a 30-59 mL/min), la frequenza di alcune reazioni avverse di grado di gravità 3 o superiore è aumentata: l’anemia (34%), la neutropenia (13%), la trombocitopenia (12%) e l’affaticamento/ astenia (12%) e aumento combinato di AST/ALT (12%) erano superiori rispetto alle pazienti con funzione renale normale (CLcr > 90 mL/min) (rispettivamente 23%, 8%, 5%, 7% e 7%).
Popolazione pediatrica Non sono stati effettuati studi per analizzare la farmacocinetica di rucaparib nelle pazienti pediatriche.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite: Agenzia Italiana del Farmaco Sito web: https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

Gravidanza e allattamento

Donne in età fertile/Contraccezione femminile Le donne in età fertile devono essere informate della necessità di evitare il concepimento di un figlio mentre assumono rucaparib.
Alle pazienti deve essere consigliato l’utilizzo di un metodo contraccettivo efficace durante il trattamento e per 6 mesi dopo l’ultima dose di rucaparib.
(vedere paragrafo 4.5).
Gravidanza I dati relativi all’uso di rucaparib in donne in gravidanza non esistono o sono limitati.
Gli studi sugli animali hanno dimostrato tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).
In base al suo meccanismo di azione e ai dati preclinici, quando viene somministrato a una donna incinta rucaparib potrebbe causare danni fetali.
Rubraca non deve essere utilizzato durante la gravidanza, a meno che le condizioni cliniche della donna non richiedano il trattamento con rucaparib.
Si raccomanda l’esecuzione di un test di gravidanza prima di iniziare il trattamento nelle donne potenzialmente fertili.
Allattamento Non vi sono studi condotti su animali relativi all’escrezione di rucaparib nel latte materno.
Non è noto se rucaparib o i suoi metaboliti siano escreti nel latte umano.
Un rischio per i neonati/lattanti non può essere escluso.
Rubraca non deve essere utilizzato durante l’allattamento al seno.
A causa della possibile manifestazione di reazioni avverse serie dovute a rucaparib nei lattanti allattati al seno, l’allattamento al seno è controindicato durante il trattamento con Rubraca e nelle 2 settimane successive alla dose finale (vedere paragrafo 4.3).
Fertilità Non esiste alcun dato relativo all’effetto di rucaparib sulla fertilità umana.
In base agli studi condotti su animali, non si può escludere l’impatto sulla fertilità associato all’uso di rucaparib (vedere paragrafo 5.3).
Inoltre, in base al suo meccanismo di azione, rucaparib potrebbe influire sulla fertilità umana.

Conservazione

Questo medicinale non richiede alcuna condizione di conservazione particolare.

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Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.