QUETAMED 30CPR RIV 25MG

9,27 €

Prezzo indicativo

Principio attivo: QUETIAPINA FUMARATO
  • ATC: N05AH04
  • Descrizione tipo ricetta: RR - RIPETIBILE 10V IN 6MESI
  • Presenza Glutine:
  • Presenza Lattosio: Il farmaco contiene lattosio

Data ultimo aggiornamento: 11/05/2013

Quetamed è indicato per: • trattamento della schizofrenia • trattamento del disturbo bipolare: – per il trattamento degli episodi maniacali da moderati a gravi associati al disturbo bipolare; – per il trattamento degli episodi depressivi maggiori associati al disturbo bipolare; – per la prevenzione delle recidive di episodi maniacali o depressivi nei pazienti affetti da disturbo bipolare che hanno risposto in precedenza al trattamento con quetiapina.
Quetamed 25 mg contiene 25 mg di quetiapina (come quetiapina fumarato) Eccipienti con effetti noti: 7,00 mg di lattosio (monoidrato) e 0,003 mg di giallo tramonto (E110). Quetamed 100 mg contiene 100 mg di quetiapina (come quetiapina fumarato) Eccipiente con effetti noti: 28,00 mg di lattosio (monoidrato) Quetamed 200 mg contiene 200 mg di quetiapina (come quetiapina fumarato) Eccipiente con effetti noti: 56,00 mg di lattosio (monoidrato) Quetamed 300 mg contiene 300 mg di quetiapina (come quetiapina fumarato) Eccipiente con effetti noti: 84,00 mg di lattosio (monoidrato) La confezione "25 mg/100 mg/200 mg compresse rivestite con film" contiene 6 compresse da 25 mg, 3 compresse da 100 mg e 1 compressa da 200 mg Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

Ipersensibilità al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
La somministrazione concomitante degli inibitori del citocromo P450 3A4, come gli inibitori dell’HIV proteasi, gli antifungini azolici, l’eritromicina, la claritromicina e il nefazodone, è controindicata.
(vedere ancheparagrafo 4.5).

Posologia

Esistono diversi schemi di dosaggio per ciascuna indicazione.
Bisogna pertanto assicurarsi che i pazienti ricevano informazioni chiare sul dosaggio più appropriato alla loro patologia.
Quetamed può essere somministrato con o senza cibo.
Adulti: Per il trattamento della schizofrenia Per il trattamento della schizofrenia Quetamed deve essere somministrato due volte al giorno.
La dose totale giornaliera per i primi quattro giorni di terapia è di 50 mg (Giorno 1), 100 mg (Giorno 2), 200 mg (Giorno 3) e 300 mg (Giorno 4).
Dal quarto giorno in poi, la dose deve essere titolata alla dose normalmente efficace tra i 300 e i 450 mg/die.
La dose può essere aggiustata in base alla risposta clinica e alla tollerabilità del singolo paziente in un intervallo compreso tra 150 mg e 750 mg/die.
Per il trattamento degli episodi maniacali di entità da moderata a grave nel disturbo bipolare Per il trattamento degli episodi maniacali associati al disturbo bipolare Quetamed deve essere somministrato due volte al giorno.
La dose totale giornaliera per i primi quattro giorni di terapia è di 100 mg (Giorno 1), 200 mg (Giorno 2), 300 mg (Giorno 3) e 400 mg (Giorno 4).
Ulteriori aggiustamenti del dosaggio fino a 800 mg/die dal Giorno 6 devono avvenire con incrementi graduali non superiori ai 200 mg/die.
La dose può essere aggiustata in base alla risposta clinica e alla tollerabilità del singolo paziente in un intervallo compreso tra 200 mg e 800 mg/die.
La dose normalmente efficace è nell’intervallo compreso tra i 400 e gli 800 mg/die.
Per il trattamento degli episodi depressivi maggiori associati al disturbo bipolare Quetamed deve essere somministrato una volta al giorno prima coricarsi.
La dose totale giornaliera per i primi quattro giorni di terapia è di 50 mg (Giorno 1), 100 mg (Giorno 2), 200 mg (Giorno 3) e 300 mg (Giorno 4).
La dose giornaliera raccomandata è di 300 mg.
Negli studi clinici non è stato osservato alcun beneficio aggiuntivo nei pazienti trattati con la dose da 600 mg rispetto ai pazienti trattati con la dose da 300 mg (vedere paragrafo 5.1).
Singoli pazienti possono beneficiare del trattamento con il dosaggio da 600 mg.
Le dosi superiori a 300 mg devono essere iniziate da medici con esperienza nel trattamento del disturbo bipolare.
In singoli pazienti, nel caso di problemi di tolleranza, gli studi clinici hanno evidenziato che può essere considerata la riduzione della dose fino ad un minimo di 200 mg.
Per la prevenzione di recidive nel disturbo bipolare Per prevenire la recidiva di episodi maniacali, misti o depressivi nel disturbo bipolare, i pazienti responsivi alla quetiapina per il trattamento acuto del disturbo bipolare devono proseguire la terapia allo stesso dosaggio.
La dose può essere variata in funzione della risposta clinica e della tollerabilità del singolo paziente in un intervallo compreso tra 300 mg e 800 mg/die somministrati due volte al giorno.
È importante utilizzare la dose minima efficace per la terapia di mantenimento.
Anziani: Come per altri antipsicotici, Quetamed deve essere utilizzata con cautela nei pazienti anziani, soprattutto durante le prime fasi del trattamento.
Il tasso di titolazione della dose potrebbe essere più lento e la dose terapeutica giornaliera più bassa rispetto a quella utilizzata in pazienti più giovani, a seconda della risposta clinica e della tollerabilità del singolo paziente.
La clearance plasmatica media della quetiapina è risultata ridotta del 30–50% nei pazienti anziani rispetto ai pazienti più giovani.
L’efficacia e la sicurezza non sono state valutate nei pazienti di età superiore a 65 anni con episodi depressivi associati al disturbo bipolare.
Popolazione pediatrica: L’uso di Quetamed non è raccomandato nei bambini e negli adolescenti di età inferiore a 18 anni a causa della mancanza di dati che ne supportino l’uso in questa fascia di età.
I dati al momento disponibili provenienti da studi clinici controllati con placebo sono riportati nei paragrafi 4.4, 4.8, 5.1 e 5.2.
Compromissione della funzionalità renale: Non è necessario un aggiustamento del dosaggio nei pazienti con funzione renale compromessa.
Compromissione della funzionalità epatica: La quetiapina viene ampiamente metabolizzata a livello epatico.
Pertanto, Quetamed deve essere usato con cautela nei pazienti con nota compromissione della funzionalità epatica, in modo particolare durante le fasi iniziali del trattamento.
La dose iniziale per i pazienti con funzione epatica compromessa deve essere di 25 mg/die.
L’aggiustamento della dose deve avvenire con incrementi giornalieri pari a 25–50 mg/die fino a raggiungere la dose efficace, in funzione della risposta clinica e della tollerabilità di ogni singolo paziente.

Avvertenze e precauzioni

Poiché Quetamed ha numerose indicazioni, si deve tener conto del profilo di sicurezza rispetto alla diagnosi del singolo paziente e alla dose da somministrare.
Popolazione pediatrica La quetiapina non è raccomandata nei bambini e negli adolescenti di età inferiore a 18 anni a causa della mancanza di dati che ne supportino l’uso in questa fascia di età.
Gli studi clinici con quetiapina hanno evidenziato che in aggiunta al noto profilo di sicurezza osservato negli adulti (vedere paragrafo 4.8), alcuni eventi avversi si verificano con una frequenza superiore nei bambini e negli adolescenti rispetto agli adulti (aumento dell’appetito, innalzamento della prolattina sierica,vomito, rinite e sincope) o possono avere differenti implicazioni per bambini e adolescenti (sintomi extrapiramidali e irritabilità) e uno di questi non era mai stato riportato precedentemente negli studi condotti su soggetti adulti (aumenti della pressione sanguigna).
Nei bambini e negli adolescenti sono state osservate anche alterazioni dei test di funzionalità tiroidea.
Inoltre, le implicazioni nel lungo termine del trattamento con quetiapina sulla crescita e la maturazione non sono state analizzate oltre le 26 settimane.
Analogamente, le implicazioni nel lungo termine relative allo sviluppo cognitivo e comportamentale non sono note.
Negli studi clinici controllati con placebo condotti su bambini e adolescenti, la quetiapina è stata associata ad una maggiore incidenza di sintomi extrapiramidali (EPS) rispetto al placebo nei pazienti trattati per schizofrenia, mania bipolare e depressione bipolare (vedere paragrafo 4.8).
Suicidio/ideazione suicidaria o peggioramento clinico: La depressione nel disturbo bipolare è associata a un rischio maggiore di ideazione suicidaria, autolesionismo e suicidio (eventi correlati al suicidio).
Questo rischio persiste fino a una remissione significativa.
Poiché tale miglioramento potrebbe non verificarsi nel corso delle prime settimane o più di trattamento, i pazienti devono essere strettamente monitorati fino al raggiungimento di tale miglioramento.
Dall’esperienza clinica generale si è osservato che il rischio di suicidio può aumentare nelle fasi precoci del miglioramento.
Inoltre, i medici devono considerare il rischio potenziale di eventi correlati al suicidio dopo la brusca interruzione del trattamento con quetiapina, dovuti ai noti fattori di rischio per la patologia in questione.
Anche altre patologie psichiatriche per le quali viene prescritta la quetiapina possono essere associate a un aumento del rischio di eventi correlati al suicidio.
Oltre a ciò, queste patologie possono esistere in co–morbilità con episodi depressivi maggiori.
Le stesse precauzioni seguite per il trattamento di pazienti con episodi depressivi maggiori devono perciò essere adottate durante il trattamento di pazienti affetti da altri disturbi psichiatrici.
I pazienti con un’anamnesi positiva per eventi correlati al suicidio, o coloro che mostrano un grado significativo di ideazione suicidaria prima dell’inizio del trattamento sono esposti a un rischio maggiore di ideazione suicidaria o tentativo di suicidio, e devono pertanto essere sottoposti a stretta sorveglianza durante il trattamento.
Una metanalisi condotta su studi clinici controllati con placebo con farmaci antidepressivi in pazienti adulti con disturbi psichiatrici ha mostrato un maggiore rischio di comportamento suicidario con l’uso di antidepressivi rispetto al placebo nei pazienti di età inferiore a 25 anni.
Durante la terapia deve essere effettuato un attento monitoraggio dei pazienti, in particolare di quelli ad alto rischio, soprattutto nelle fasi iniziali del trattamento e in seguito alle variazioni di dosaggio.
I pazienti (e chi si prende cura di loro) devono essere avvertiti della necessità di controllare qualsiasi eventuale peggioramento clinico, comportamento o ideazione suicidaria e variazioni inusuali del comportamento, e di richiedere immediatamente un intervento medico se tali sintomi si presentano.
In studi clinici controllati con placebo a più breve termine condotti su pazienti con episodi depressivi maggiori associati a disturbo bipolare è stato osservato un rischio maggiore di eventi correlati al suicidio nei pazienti adulti giovani (di età inferiore a 25 anni) trattati con quetiapina rispetto ai pazienti trattati con placebo (rispettivamente 3,0% vs.
0%).
Rischio metabolico Dato il rischio di peggioramento del profilo metabolico, incluse le variazioni del peso corporeo, del glucosio ematico (vedere iperglicemia) e dei lipidi, che è stato riscontrato nell’ambito di studi clinici, i parametri metabolici dei pazienti devono essere valutati all’inizio del trattamento e le variazioni di questi parametri devono essere controllate regolarmente durante il trattamento.
Il peggioramento di questi parametri deve essere gestito in modo clinicamente appropriato (vedere anche paragrafo 4.8).
Sintomi extrapiramidali: Negli studi clinici controllati con placebo nei pazienti adulti trattati per episodi depressivi maggiori correlati al disturbo bipolare, la quetiapina è stata associata ad un aumento dell’incidenza di sintomi extrapiramidali (EPS) rispetto al placebo (vedere paragrafi 4.8 e 5.1).
L’uso di quetiapina è stato associato allo sviluppo di acatisia, caratterizzata da una sensazione di agitazione soggettivamente spiacevole o stressante e dalla necessità di muoversi, spesso accompagnata da un’incapacità a rimanere seduti o fermi.
Ciò è più probabile che si verifichi entro le prime settimane di trattamento.
Nei pazienti che manifestano questi sintomi, l’incremento della dose potrebbe rivelarsi nocivo.
Discinesia tardiva: Qualora si manifestassero segni e sintomi di discinesia tardiva si deve considerare una riduzione del dosaggio o l’interruzione della terapia con quetiapina.
I sintomi di discinesia tardiva possono peggiorare o persino insorgere dopo l’interruzione del trattamento (vedere paragrafo 4.8).
Sonnolenza e capogiro: Il trattamento con quetiapina è stato associato a sonnolenza e sintomi correlati, come la sedazione (vedere paragrafo 4.8).
Negli studi clinici per il trattamento di pazienti con depressione bipolare, l’insorgenza di tale evento si verifica generalmente entro i primi 3 giorni di trattamento ed è prevalentemente di intensità da lieve a moderata.
I pazienti che sperimentano sonnolenza di grave intensità potrebbero necessitare di controlli più frequenti per un minimo di 2 settimane dall’insorgenza della sonnolenza o fino al miglioramento dei sintomi, e deve essere presa in considerazione l’interruzione del trattamento.
Ipotensione ortostatica: Il trattamento con quetiapina è stato associato a ipotensione ortostatica e relativi capogiri (vedere paragrafo 4.8) i quali, analogamente alla sonnolenza, insorgono solitamente durante la fase iniziale di aggiustamento del dosaggio.
Ciò può aumentare il verificarsi di lesioni accidentali (cadute), soprattutto nella popolazione anziana.
Pertanto, i pazienti devono essere avvertiti di prestare cautela fino a quando non saranno a conoscenza dei potenziali effetti del farmaco.
La quetiapina deve essere usata con cautela nei pazienti con patologie cardiovascolari note, patologie cerebrovascolari o altre condizioni predisponenti all’ipotensione.
Una riduzione del dosaggio o un aggiustamento più graduale deve essere considerata se si verifica ipotensione ortostatica, soprattutto nei pazienti con patologia cardiovascolare sottostante.
Crisi epilettiche: Gli studi clinici controllati non hanno evidenziato differenze nell’incidenza di crisi epilettiche nei pazienti trattati con quetiapina o placebo.
Non sono disponibili dati sull’incidenza delle crisi epilettiche nei pazienti con disturbi convulsivi nell’anamnesi.
Come per gli altri antipsicotici, si raccomanda cautela nel trattamento di pazienti con crisi epilettiche nell’anamnesi (vedere paragrafo 4.8).
Sindrome maligna da neurolettici: La sindrome maligna da neurolettici è stata associata al trattamento con farmaci antipsicotici, compresa la quetiapina (vedere paragrafo 4.8).
Le manifestazioni cliniche comprendono ipertermia, alterazione dello stato mentale, rigidità muscolare, instabilità del sistema nervoso autonomo e aumento della creatina fosfochinasi.
In tali circostanze, il trattamento con quetiapina deve essere interrotto e deve essere istituita un’appropriata terapia medica.
Neutropenia grave e agranulocitosi: Negli studi clinici con quetiapina sono stati osservati casi di grave neutropenia (conta dei neutrofili <0,5 X 109/L).
La maggior parte degli episodi di neutropenia grave si sono verificati entro due mesi dall’inizio della terapia con quetiapina.
Non è stata osservata un’apparente correlazione con il dosaggio.
Nel corso dell’esperienza di post–commercializzazione, alcuni casi hanno avuto un esito fatale.
I possibili fattori di rischio per neutropenia comprendono una preesistente riduzione del numero di globuli bianchi nel sangue (WBC) ed un’anamnesi di neutropenia iatrogena.
Tuttavia, alcuni casi si sono verificati in pazienti senza fattori di rischio pre–esistenti.
La somministrazione di quetiapina deve essere interrotta in pazienti con una conta dei neutrofili <1,0 X 109/L.
I pazienti devono essere controllati per possibili segni e sintomi di infezione, e la conta dei neutrofili deve essere regolarmente monitorata (fino a quando superi valori di 1,5 X 109/L).
(Vedere paragrafo 5.1).
La neutropenia deve essere tenuta in considerazione in pazienti con infezione o febbre, in particolare in assenza di chiari fattori predisponenti, e deve essere gestita in modo clinicamente appropriato.
I pazienti devono essere avvisati di riferire immediatamente la comparsa di segni / sintomi compatibili con agranulocitosi o infezione (es.
febbre, debolezza, letargia, o mal di gola) in qualsiasi momento durante la terapia con Quetamed.
Tali pazienti devono avere una conta leucocitaria e conta assoluta dei neutrofili (ANC) eseguita tempestivamente, soprattutto in assenza di fattori predisponenti.
Interazioni Vedere anche paragrafo 4.5.
L’uso concomitante di quetiapina con potenti induttori enzimatici epatici come la carbamazepina o la fenitoina riduce sostanzialmente le concentrazioni plasmatiche di quetiapina, con possibili ripercussioni sull’efficacia della terapia.
Nei pazienti trattati con induttori enzimatici epatici, il trattamento con quetiapina può essere iniziato solo se il medico ritiene che i benefici della terapia con quetiapina superino i rischi della sospensione degli induttori enzimatici epatici.
È importante che ogni variazione riguardante gli induttori sia graduale e, se necessario, sostituita da un farmaco non induttore (per es.
sodio valproato).
Peso corporeo: Nei pazienti trattati con quetiapina è stato osservato un incremento del peso corporeo; i pazienti devono essere monitorati e trattati in maniera clinicamente appropriata secondo le linee guida dell’antipsicotico utilizzato (vedere paragrafi 4.8 e 5.1).
Iperglicemia Raramente, durante il trattamento con quetiapina sono stati riportati casi di iperglicemia e/o sviluppo o esacerbazione del diabete preesistente occasionalmente associati a chetoacidosi o coma, compresi alcuni casi con esito fatale (vedere paragrafo 4.8).
In taluni casi un precedente aumento del peso corporeo poteva rappresentare un fattore predisponente.
È consigliabile un appropriato monitoraggio clinico in base alle linee guida dell’antipsicotico utilizzato.
I pazienti trattati con qualsiasi agente antipsicotico, quetiapina inclusa, devono essere monitorati per possibili segni e sintomi di iperglicemia (come polidipsia, poliuria, polifagia e debolezza), mentre i pazienti con diabete mellito o con fattori di rischio per diabete mellito devono essere regolarmente controllati per un possibile peggioramento del controllo del glucosio.
Il peso corporeo deve essere sottoposto a controlli regolari.
Lipidi: Negli studi clinici con quetiapina sono stati osservati aumenti dei trigliceridi e del colesterolo LDL e totale, e una riduzione del colesterolo HDL (vedere paragrafo 4.8).
Gli aumenti dei lipidi devono essere gestiti in modo clinicamente appropriato.
Prolungamento dell’intervallo QT: La quetiapina, negli studi clinici e durante l’uso secondo le istruzioni riportate nell’RCP, non è stata associata a incrementi persistenti dell’intervallo QT assoluto.
Nell’esperienza di post–commercializzazione il prolungamento dell’intervallo QT è stato osservato con la somministrazione di quetiapina a dosi terapeutiche (vedere paragrafo 4.8) e nel sovradosaggio (vedere paragrafo 4.9).
Come con altri antipsicotici, è necessaria cautela nella prescrizione di quetiapina a pazienti con patologie cardiovascolari o anamnesi familiare di prolungamento del QT.
È necessario prestare cautela anche nella prescrizione di quetiapina con farmaci noti per allungare l’intervallo QT o con neurolettici concomitanti, soprattutto nei soggetti anziani, nei pazienti con sindrome del QT lungo congenita, insufficienza cardiaca congestizia, ipertrofia cardiaca, ipopotassiemia o ipomagnesemia (vedere paragrafo 4.5).
Cardiomiopatia e miocardite Sono stati segnalati casi di cardiomiopatia e miocardite nell’ambito di studi clinici e nel corso dell’esperienza di post–marketing; tuttavia, non è stata stabilita una relazione causale con quetiapina.
Il trattamento con quetiapina deve essere rivalutato nei pazienti con sospetto di cardiomiopatia o miocardite.
Sospensione: Dopo l’improvvisa cessazione della terapia con quetiapina sono stati riportati sintomi da sospensione acuta come insonnia, nausea, cefalea, diarrea, vomito, vertigini e irritabilità.
Si consiglia un’interruzione graduale nell’arco di un periodo di almeno 1–2 settimane (vedere paragrafo 4.8).
Pazienti anziani con psicosi correlata alla demenza: L’uso della quetiapina non è autorizzato per il trattamento della psicosi correlata alla demenza.
In studi clinici randomizzati controllati con placebo, condotti in una popolazione di pazienti con demenza trattati con alcuni antipsicotici atipici, è stato osservato un aumento di circa 3 volte del rischio di eventi avversi cerebrovascolari.
Il meccanismo di tale aumento del rischio non è noto.
Non può essere escluso un aumento del rischio per altri antipsicotici o in altre popolazioni di pazienti.
Quetiapina deve essere utilizzato con cautela nei pazienti con fattori di rischio per l’ictus.
In una metanalisi eseguita su farmaci antipsicotici atipici, è stato riportato un incremento del rischio di morte rispetto al placebo nei pazienti anziani con psicosi correlata alla demenza.
Tuttavia, in due studi clinici con quetiapina controllati con placebo della durata di 10 settimane nella stessa popolazione di pazienti (n=710); età media: 83 anni; intervallo: 56–99 anni) l’incidenza di mortalità nei pazienti trattati con quetiapina è stata del 5,5% rispetto al 3,2% del gruppo trattato con placebo.
I pazienti di questi studi sono deceduti per varie cause, in linea con quanto atteso per questa popolazione.
Questi dati non hanno stabilito una relazione causale tra il trattamento con quetiapina e la morte in pazienti anziani con demenza.
Disfagia: Con quetiapina è stata riportata disfagia (vedere paragrafo 4.8).
La quetiapina deve essere utilizzata con cautela in pazienti a rischio di polmonite da aspirazione.
Stipsi e ostruzione intestinale La stipsi rappresenta un fattore di rischio per l’ostruzione intestinale.
Stipsi e ostruzione intestinale sono stati riportati con quetiapina (vedere paragrafo 4.8 Effetti indesiderati).
Sono compresi casi fatali in pazienti che hanno un maggior rischio di ostruzione intestinale, inclusi quelli in trattamento con terapie multiple concomitanti che riducono la motilità intestinale e/o quelli che potrebbero non riportare sintomi di stipsi.
I pazienti con ostruzione intestinale/ileo devono essere sottoposti a un attento monitoraggio e a cure urgenti.
Tromboembolismo venoso (VTE): Con l’uso di farmaci antipsicotici sono stati riportati casi di tromboembolismo venoso (VTE).
Poiché i pazienti trattati con antipsicotici presentano spesso fattori di rischio acquisiti per VTE, è necessario identificare tutti i possibili fattori di rischio per VTE prima e durante il trattamento con quetiapina e adottare appropriate misure preventive.
Pancreatite La pancreatite è stata evidenziata negli studi clinici e durante l’esperienza post–marketing.
Tra le segnalazioni post–marketing, mentre non per tutti i casi era possibile identificare i fattori di rischio, molti pazienti avevano fattori che sono noti per essere associati a pancreatite, come aumento dei trigliceridi (vedere paragrafo 4.4), calcoli biliari, e il consumo di alcool.
Informazioni aggiuntive I dati relativi all’uso di quetiapina in associazione a divalproex o litio negli episodi maniacali acuti da moderati a gravi sono limitati; tuttavia, la terapia combinata è risultata ben tollerata (vedere paragrafi 4.8 e 5.1).
I dati hanno evidenziato un effetto additivo alla settimana 3.
Lattosio Le compresse di Quetamed contengono lattosio monoidrato.
I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit di Lapp lattasi o malassorbimento di glucosio–galattosio non devono assumere questo medicinale.
Uno degli ingredienti di Quetamed da 25 mg, il colorante giallo tramonto (E110) può provocare reazioni allergiche.

Interazioni

Poiché la quetiapina esplica i suoi effetti primariamente a livello del sistema nervoso centrale, essa deve essere usata con cautela in associazione ad altri farmaci ad attività centrale e ad alcol.
Il (CYP) 3A4 è il principale enzima del sistema del citocromo P450 responsabile del metabolismo della quetiapina.
In uno studio di interazione in volontari sani, la somministrazione concomitante di quetiapina (dosaggio da 25 mg) con ketoconazolo, un inibitore del CYP3A4, ha causato un aumento dell’AUC della quetiapina di 5–8 volte.
Per tale motivo, l’uso concomitante di quetiapina e inibitori del CYP3A4 è controindicato.
Si raccomanda inoltre di non consumare succo di pompelmo durante il trattamento con quetiapina.
In uno studio in pazienti trattati con dosi multiple per la valutazione della farmacocinetica della quetiapina, somministrata prima e durante il trattamento con carbamazepina (un noto induttore degli enzimi epatici), la co–somministrazione di carbamazepina ha aumentato significativamente la clearance della quetiapina.
Questo incremento della clearance ha ridotto l’esposizione sistemica della quetiapina (misurata dall’AUC) in media del 13% rispetto alla somministrazione di sola quetiapina, sebbene in alcuni pazienti sia stato osservato un effetto più marcato.
Come conseguenza di tale interazione possono prodursi concentrazioni plasmatiche ridotte che possono interferire con l’efficacia della terapia con quetiapina.
La somministrazione contemporanea di quetiapina e fenitoina (un altro induttore del sistema enzimatico microsomiale) ha indotto un marcato aumento della clearance della quetiapina, pari a circa il 450%.
Nei pazienti trattati con induttori enzimatici epatici, il trattamento con quetiapina può essere iniziato solo se il medico ritiene che i benefici della terapia con quetiapina superino i rischi della sospensione degli induttori enzimatici epatici.
È importante che ogni variazione di tali induttori avvenga gradualmente e, se necessario, che venga sostituita da un farmaco non induttore (per es.
sodio valproato) (vedere paragrafo 4.4).La co–somministrazione di antidepressivi a base di imipramina (un noto inibitore del CYP 2D6) o fluoxetina (un noto inibitore del CYP 3A4 e del CYP 2D6) non altera in modo significativo il profilo farmacocinetico della quetiapina.
La contemporanea somministrazione degli antipsicotici risperidone o aloperidolo non altera significativamente la farmacocinetica della quetiapina.
L’uso concomitante di quetiapina e tioridazina causa un incremento nella clearance della quetiapina di circa il 70%.
La co–somministrazione della cimetidina non altera il profilo farmacocinetico della quetiapina.
La farmacocinetica del litio non viene alterata dalla contemporanea somministrazione di quetiapina.
Nell’ambito di uno studio clinico randomizzato, della durata di 6 settimane, che ha valutato l’impiego di litio e Quetamed compresse a rilascio prolungato versus placebo e Quetamed compresse a rilascio prolungato in pazienti adulti affetti da mania acuta, è stata riscontrata un’incidenza più alta di eventi correlati extrapiramidali (in particolare tremore, sonnolenza e incremento ponderale) nel gruppo di trattamento con l’aggiunta di litio, in confronto al gruppo di trattamento con l’aggiunta del placebo (vedere paragrafo 5.1).
La somministrazione contemporanea di sodio valproato e quetiapina non influenza in modo clinicamente rilevante la farmacocinetica dei due prodotti.
Uno studio retrospettivo su bambini e adolescenti riceventi valproato, quetiapina o entrambi, ha riportato una maggiore incidenza di leucopenia e neutropenia nel gruppo in terapia combinata rispetto ai gruppi in monoterapia.
Non sono stati eseguiti studi formali di interazione con i farmaci cardiovascolari più comunemente utilizzati.
Occorre prestare cautela quando la quetiapina viene somministrata in concomitanza a farmaci noti per determinare squilibri elettrolitici o allungamenti dell’intervallo QT.
Sono stati riportati risultati falsi positivi in saggi immunoenzimatici per il metadone e gli antidepressivi triciclici in pazienti che hanno assunto quetiapina.
Si raccomanda di convalidare i risultati incerti degli immunodosaggi con un’adegutata tecnica cromatografica.

Effetti indesiderati

Le Reazioni Avverse al Farmaco (ADR) più comunemente riportate con la quetiapina (≥10%) sono sonnolenza, vertigini, cefalea, secchezza delle fauci, sintomi di astinenza (interruzione), aumenti dei livelli sierici di trigliceridi, aumenti del colesterolo totale (prevalentemente colesterolo LDL), diminuzioni del colesterolo HDL, incremento ponderale, diminuzione dell’emoglobina e sintomi extrapiramidali.
L’incidenza di ADR associate alla terapia con quetiapina è riportata nella tabella seguente (Tabella 1), secondo il formato raccomandato dal Council for International Organizations of Medical Sciences (CIOMS III Working Group; 1995).
Tabella 1: ADR associate alla terapia con quetiapina Le frequenze degli eventi avversi sono classificate secondo la seguente convenzione: molto comune (≥1/10), comune (≥1/100, <1/10), non comune (≥1/1.000, <1/100), raro (≥1/10.000, <1/1.000), molto raro (<1/10.000), non noto (non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Classificazio– ne per organi e sistemi Molto comune Comune Non comune Raro Molto raro Non noto
Patologie del sistema emolinfopoie– ticoDiminuzione dell’emoglobina22Leucopenia1, 28, diminuzione della conta dei neutrofili, aumento degli eosinofili27Trombocitopenia, anemia, diminuzione della conta delle piastrine13Agranulocitosi26 Neutropenia1
Disturbi del sistema immunitario  Ipersensibilità (incluse reazioni allergiche cutanee) Reazione anafilattica5 
Patologie endocrine Iperprolattinemia15, diminuzione della T 4 totale24, diminuzione della T 4 libera24, diminuzione della T 3 totale24, aumento del TSH24Diminuzione della T 3 libera24, ipotiroidismo 21 Secrezione inappropriata dell’ormone antidiuretico 
Disturbi del metabolismo e della nutrizioneAumento dei livelli di trigliceridi nel sangue10,30, Aumento del colesterolo totale (principalmente colesterolo LDL)11,30, Diminuzione del colesterolo HDL17,30, Aumento ponderale 8,30Aumento dell’appetito, aumento della glicemia fino a livelli iperglicemici 6,30Iponatriemia19, diabete mellito1,,5Sindrome metabolica29Esacerbazione del diabete pre–esistente 
Disturbi psichiatrici Sogni anomali e incubi, ideazione suicidaria e comportamento suicidario20 Sonnambulismo ed altri eventi correlati come parlare nel sonno e disturbo dell’alimentazione correlato al sonno  
Patologie del sistema nervosoCapogiro4,16, sonnolenza2,16, cefalea, sintomi extrapiramidali1,21DisartriaCrisi epilettiche¹, sindrome delle gambe senza riposo, discinesia tardiva1,5, sincope4,16   
Patologie cardiache Tachicardia4, palpitazioni23Prolunga– mento dell’intervallo QT1,12,18, bradicardia32   
Patologie dell’occhio Visione offuscata    
Patologie vascolari Ipotensione ortostatica4,16 Tromboembolismo venoso¹  
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Dispnea23Rinite   
Patologie gastrointesti– naliSecchezza delle fauciStipsi, dispepsia, vomito25Disfagia7Pancreatite¹, ostruzione intestinale/ ileo  
Patologie epatobiliari Aumento dei livelli sierici di alanina aminotransferasi (ALT)³ Aumento dei livelli di gamma–GT³Aumento dei livelli sierici di aspartato aminotransferasi (AST)³Ittero5, epatite  
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo    Angioedema5 , sindrome di Stevens– Johnson5Necrolisi tossica epidermica, eritema multiforme
Patologie del sistema muscolosche– letrico e del tessuto connettivo    Rabdomiolisi 
Patologie renali e urinarie  Ritenzione urinaria   
Condizioni di gravidanza, puerperio e perinatali     Sindrome da astinenza neonatale da farmaci31
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella  Disfunzioni sessualiPriapismo, galattorrea, gonfiore mammario, disturbi mestruali  
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministra– zioneSintomi di astinenza (interruzione)1,9Astenia lieve, edema periferico, irritabilità, piressia Sindrome maligna da neurolettici¹, ipotermia  
Esami diagnostici   Aumento della creatina– fosfochinasi14  
1.
Vedere paragrafo 4.4 2.
Può verificarsi sonnolenza, generalmente durante le prime due settimane di trattamento, che si risolve solitamente proseguendo la somministrazione di quetiapina.
3.
In alcuni pazienti trattati con quetiapina sono stati osservati aumenti asintomatici (passaggio dal normale a 3X ULN in qualsiasi momento) delle transaminasi sieriche (ALT, AST) o dei livelli di gamma–GT.
Tali aumenti erano generalmente reversibili proseguendo la terapia con quetiapina.
4.
Come altri antipsicotici con attività α1–adrenergica bloccante, la quetiapina può comunemente indurre ipotensione ortostatica associata a vertigini, tachicardia e, in alcuni pazienti, sincope, soprattutto durante la fase iniziale di titolazione della dose.
(Vedere paragrafo 4.4).
5.
Il calcolo della frequenza per queste ADR è stato ricavato esclusivamente dai dati di post–commercializzazione.
6.
Glucosio a digiuno ≥126 mg/dL (≥7 mmol/L) o glucosio non a digiuno ≥200 mg/dL (≥11,1 mmol/L) in almeno un’occasione 7.
Un aumento del tasso di disfagia con quetiapina rispetto al placebo è stato osservato solo negli studi clinici sulla depressione bipolare 8.
Basato su un aumento ponderale >7% rispetto al peso iniziale.
Si verifica prevalentemente durante le prime settimane di trattamento negli adulti.
9.
I seguenti sintomi da astinenza sono stati osservati più frequentemente in studi clinici in acuto, monoterapici e controllati verso placebo, che hanno valutato i sintomi da sospensione: insonnia, nausea, cefalea, diarrea, vomito, vertigini e irritabilità.
L’incidenza di queste reazioni è diminuita significativamente dopo 1 settimana dall’interruzione del farmaco 10.
Trigliceridi ≥200 mg/dL (≥2,258 mmol/L) (pazienti di età ≥18 anni) o ≥150 mg/dL (≥1,694 mmol/L) (pazienti di età <18 anni) in almeno un’occasione.
11.
Colesterolo≥240 mg/dL (≥6,2064 mmol/L) (pazienti di età ≥18 anni) o ≥200 mg/dL (≥5,172 mmol/L) (pazienti di età <18 anni) in almeno un’occasione.
È stato osservato con frequenza molto comune un incremento del colesterolo LDL ≥30 mg/dL (≥0,769 mmol/L).
La variazione media tra i pazienti che hanno riportato questo aumento era pari a 41,7 mg/dL (≥1,07 mmol/L).
12.
Vedere il testo sottostante.
13.
Piastrine ≤100 x 109/L in almeno un’occasione.
14.
Basati su segnalazioni da studi clinici di eventi avversi relativi ad aumento della creatina fosfochinasi ematica non associato a sindrome maligna da neurolettici.
15.
Livelli di prolattina (pazienti di età > 18 anni): >20 mcg/L (>869,56 pmol/L) nei maschi; >30 mcg/L (>1304,34 pmol/L) nelle femmine in qualunque momento di osservazione.
16.
Possono provocare cadute.
17.
Colesterolo HDL: <40 mg/dL (1,025 mmol/L) nei maschi; <50 mg/dL (1,282 mmol/L) nelle femmine in qualunque momento di osservazione.
18.
Incidenza di pazienti con variazione del QTc da <450 msec a ≥450 msec con un aumento ≥30 msec.
Negli studi clinici con quetiapina controllati con placebo la variazione media e l’incidenza di pazienti che hanno manifestato uno spostamento verso livelli clinicamente significativi sono simili nei gruppi trattati con quetiapina e placebo.
19.
Variazione da >132 mmol/L a ≤132 mmol/L in almeno un’occasione 20.
Durante la terapia con quetiapina o subito dopo la sospensione del trattamento sono stati riportati casi di ideazione suicidaria e comportamenti suicidari (vedere paragrafi 4.4 e 5.1).
21.
Vedere paragrafo 5.1 22.
La riduzione dell’emoglobina fino a ≤13 g/dL (8,07 mmol/L) negli uomini, ≤12 g/dL (7,45 mmol/L) nelle donne in almeno un’occasione si è verificata nell’11% dei pazienti trattati con quetiapina in tutti gli studi, incluse le estensioni in aperto.
Per tali pazienti, la diminuzione massima media nell’emoglobina in qualunque momento di osservazione è stata pari a –1.50 g/dL.
23.
Tali segnalazioni hanno spesso avuto luogo nell’ambito di tachicardia, capogiri, ipotensione ortostatica e/o patologia cardiaca/respiratoria sottostante.
24.
In base alle variazioni da valori basali normali a valori potenzialmente importanti dal punto di vista clinico in qualunque momento di osservazione dopo il baseline in tutti gli studi.
Variazioni nel T4 totale, nel T4 libero, nel T3 totale e nel T3 libero sono definite come <0,8 x LLN (pmol/L) e la variazione nel TSH è > 5 mIU/L in qualunque momento di osservazione.
25.
Sulla base dell’aumentato tasso di emesi nei pazienti anziani (≥65 anni d’età).
26.
Variazioni dei valori basalinei neutrofili da >=1,5 x 10^9/L al baseline fino a <0,5 x 10^9/L in qualunque momento di osservazione durante il trattamento e rilevate in pazienti con neutropenia grave (<0,5x10^9/L) e infezione nel corso di tutti gli studi clinici sull’impiego di quetiapina (vedere paragrafo 4.4)..
27.
Basato sullo scostamento dal normale valore di base a valori potenzialmente clinicamente importanti in qualsiasi momento successivo al basale in tutti gli studi clinici.
Le variazioni degli eosinofili sono definite come >1x10^9 cellule/L in qualunque momento.
28.
Basato sullo scostamento dal normale valore di base a valori potenzialmente clinicamente importanti in qualsiasi momento successivo al basale in tutti gli studi clinici.
Le variazioni dei globuli bianchi sono definite come ≤3x10^9 cellule/L in qualunque momento.
29.
Basato su segnalazioni relative a sindrome metabolica in tutti gli studi clinici con quetiapina.
30.
Negli studi clinici è stato osservato in alcuni pazienti un peggioramento di più di uno dei fattori metabolici come peso, glucosio ematico e lipidi (vedere paragrafo 4.4).
31.
Vedere paragrafo 4.6.
32.
Possono verificarsi all’inizio o in prossimità del trattamento e possono essere associate ad ipotensione e/o sincope.
La frequenza è basata sugli eventi avversi riportati di bradicardia ed eventi correlati in tutti gli studi clinici con quetiapina.
In seguito all’uso di neurolettici sono stati riportati casi di prolungamento dell’intervallo QT, aritmia ventricolare, morte improvvisa inspiegabile, arresto cardiaco e torsioni di punta, che vengono considerati effetti di questa classe di farmaci.
Popolazione pediatrica Le stesse ADR sopra descritte per gli adulti devono essere considerate per i bambini e per gli adolescenti.
La tabella seguente riassume le ADR che si verificano con frequenza maggiore nei bambini e negli adolescenti (di età compresa tra 10 e 17 anni) rispetto alla popolazione adulta oppure ADR che non sono state identificate nella popolazione adulta.
Le frequenze degli eventi avversi sono classificate secondo la seguente convenzione: Tabella 2: ADR associate alla terapia con quetiapina nei bambini e negli adolescenti che si verificano con una frequenza più alta rispetto agli adulti o non sono state identificate nella popolazione adulta Molto comune (≥1/10), comune (≥1/100, <1/10), non comune (≥1/1000, <1/100), raro (≥1/10000, <1/1000) e molto raro (<1/10000)
Classificazione per organi e sistemi Molto comune Comune
Patologie endocrineInnalzamenti dei livelli di prolattina1 
Disturbi del metabolismo e della nutrizioneAumento dell’appetito 
Patologie del sistema nervosoSintomi extrapiramidali3, 4Sincope
Patologie vascolariAumento della pressione sanguigna2 
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Rinite
Patologie gastrointestinaliVomito 
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Irritabilità3
1.
Livelli di prolattina (pazienti di età < 18 anni): >20 ug/L (>869,56 pmol/L) nei maschi; >26 ug/L (>1130,428 pmol/L) nelle femmine in qualunque momento di osservazione.
Meno dell’1% dei pazienti ha riportato un aumento del livello di prolattina >100 mcg/L.
2.
Basati sul superamento delle soglie clinicamente significative (adattate dai criteri del National Institute of Health) oppure aumenti >20mmHg per la pressione arteriosa sistolica o >10 mmHg per la pressione arteriosa diastolica in qualunque momento di osservazione in due studi clinici in acuto (3–6 settimane) controllati con placebo condotti nei bambini e negli adolescenti.
3.
Nota: la frequenza ricalca quella osservata nei pazienti adulti, ma l’irritabilità potrebbe essere associata a diverse implicazioni cliniche nei bambini e negli adolescenti rispetto agli adulti.
4.
Vedere paragrafo 5.1.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione: Agenzia Italiana del Farmaco Sito web: www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili

Gravidanza e allattamento

Gravidanza Primo trimestre La moderata quantità di dati pubblicati da gravidenze esposte (tra 300 –1000 esiti di gravidanza), comprendenti reports individuali e alcuni studi osservazionali non suggeriscono un aumento del rischio di malformazioni dovute al trattamento.
Tuttavia, sulla base di tutti i dati disponibili, non può essere stabilita una conclusione definitiva.
Studi su animali hanno mostrato tossicità riproduttiva (vedere sezione 5.3).
Pertanto, la quetiapina deve essere utilizzata durante la gravidanza solo se i benefici giustificano i potenziali rischi.
Terzo trimestre I neonati esposti alle sostanze antipsicotiche, inclusa la quetiapina, durante il terzo semestre di gravidanza sono a rischio di reazioni avverse, inclusi i sintomi extrapiramidali e/o i sintomi da astinenza, i quali possono variare in gravità e durata dopo il parto.
Vi sono state segnalazioni di agitazione, ipertonia, ipotonia, tremore, sonnolenza, distress respiratorio o disturbi della nutrizione.
Di conseguenza, i neonati devono essere monitorati con attenzione.
Allattamento In base a un numero molto limitato di dati ricavati da reports pubblicati sull’escrezione di quetiapina nel latte materno umano, il grado di escrezione di quetiapina alle dosi terapeutiche non sembra essere costante.
Data la mancanza di dati robusti, bisogna decidere se interrompere l’allattamento al seno oppure sospendere la terapia con Quetamed, tenendo conto del beneficio dell’allattamento al seno per il bambino e del beneficio della terapia per la madre.
Fertilità Gli effetti di quetiapina sulla fertilità dell’uomo non sono stati valutati.
Sono stati riscontrati effetti correlati a livelli elevati di prolattina nei ratti, benché non siano direttamente rilevanti per l’uomo (vedere paragrafo 5.3 Dati preclinici).

Conservazione

Questo medicinale non richiede condizioni speciali per la conservazione.

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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.