PERINDOPRIL IN AM TE 5+1,25+5
7,06 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 21/03/2025
Perindopril/Indapamide/Amlodipina Teva Italia è indicato come terapia di sostituzione per il trattamento dell’ipertensione essenziale, in pazienti già controllati con l’associazione a dose fissa perindopril/indapamide e amlodipina, assunti alla stessa dose.
Ogni compressa rivestita con film contiene 5 mg di perindopril arginina equivalenti a 3,395 mg di perindopril, 1,25 mg di indapamide e 5 mg di amlodipina (come amlodipina besilato). Ogni compressa rivestita con film contiene 5 mg di perindopril arginina equivalenti a 3,395 mg di perindopril, 1,25 mg di indapamide e 10 mg di amlodipina (come amlodipina besilato). Ogni compressa rivestita con film contiene 10 mg di perindopril arginina equivalenti a 6,790 mg di perindopril, 2,5 mg di indapamide e 5 mg di amlodipina (come amlodipina besilato). Ogni compressa rivestita con film contiene 10 mg di perindopril arginina equivalenti a 6,790 mg di perindopril, 2,5 mg di indapamide e 10 mg di amlodipina (come amlodipina besilato). Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- - Pazienti in dialisi - Pazienti con insufficienza cardiaca scompensata non trattata - Compromissione renale severa (clearance della creatinina inferiore a 30 mL/min) - Compromissione renale moderata (clearance della creatinina inferiore a 60 mL/min) per dosi di Perindopril/Indapamide/Amlodipina Teva Italia contenenti 10 mg/2,5 mg dell’associazione perindopril/indapamide (es.
Perindopril/Indapamide/Amlodipina Teva Italia 10 mg/2,5 mg/5 mg e 10 mg/2,5 mg/10 mg) - Ipersensibilità ai principi attivi, ad altri sulfamidici, ai derivati delle diidropiridine, a qualsiasi altro ACE-inibitore o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1 - Anamnesi di angioedema (edema di Quincke) associato a precedente terapia con ACE-inibitori (vedere paragrafo 4.4) - Angioedema ereditario/idiopatico - Secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.4 e 4.6).
- Encefalopatia epatica - Compromissione epatica severa - Ipokaliemia - Ipotensione severa - Shock, incluso shock cardiogeno - Ostruzione del tratto di efflusso del ventricolo sinistro (ad es.
stenosi aortica di grado elevato) - Insufficienza cardiaca con instabilità emodinamica dopo infarto miocardico acuto - Uso concomitante di Perindopril/Indapamide/Amlodipina Teva Italia con medicinali contenenti aliskiren in pazienti con diabete mellito o compromissione renale (GFR < 60 mL/min/1,73 m²) (vedere paragrafi 4.5 e 5.1) - Uso concomitante con terapia a base di sacubitril/valsartan.
Il trattamento con Perindopril/Indapamide/Amlodipina Teva Italia non deve essere avviato prima che siano trascorse 36 ore dall’ultima dose di sacubitril/valsartan (vedere paragrafi 4.4 e 4.5).
- Trattamenti extracorporei che causano il contatto del sangue con superfici caricate negativamente (vedere paragrafo 4.5) - Importante stenosi bilaterale dell’arteria renale o stenosi dell’arteria in caso di un unico rene funzionante (vedere paragrafo 4.4) Posologia
- Posologia Una compressa rivestita con film di Perindopril/Indapamide/Amlodipina Teva Italia al giorno come dose singola, preferibilmente da assumere al mattino e comunque prima di un pasto.
L’associazione a dose fissa non è idonea per la terapia iniziale.
Se è necessaria una modifica della posologia, deve essere fatta una titolazione dei singoli componenti.
Popolazioni speciali Compromissione renale (vedere paragrafi 4.3 e 4.4) In caso di compromissione renale severa (clearance della creatinina inferiore a 30 mL/min), il trattamento è controindicato.
Nei pazienti con compromissione renale moderata (clearance della creatinina di 30-60 mL/min), Perindopril/Indapamide/Amlodipina Teva Italia alle dosi di 10 mg/2,5 mg/5 mg e 10 mg/2,5 mg/10 mg è controindicato.
Si raccomanda di iniziare il trattamento con il dosaggio adeguato dell’associazione libera.
Il controllo medico periodico dovrà prevedere un monitoraggio frequente della creatinina e del potassio.
L’uso concomitante di perindopril con aliskiren è controindicato nei pazienti con compromissione renale (GFR < 60 mL/min/1,73 m²) (vedere paragrafo 4.3).
Compromissione epatica (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.2) Perindopril/Indapamide/Amlodipina Teva Italia è controindicato in caso di severa compromissione epatica.
Nei pazienti con compromissione epatica da lieve a moderata, Perindopril/Indapamide/Amlodipina Teva Italia deve essere somministrato con cautela, poiché non sono stati stabiliti dosaggi specifici per l’amlodipina in questi pazienti.
Anziani (vedere paragrafo 4.4) L’eliminazione di perindoprilato diminuisce negli anziani (vedere paragrafo 5.2).
Gli anziani possono essere trattati con Perindopril/Indapamide/Amlodipina Teva Italia in base alla funzione renale (vedere paragrafo 4.3).
Popolazione pediatrica La sicurezza e l’efficacia dell’associazione fissa perindopril/indapamide/amlodipina nei bambini e negli adolescenti non sono state stabilite.
Non ci sono dati disponibili.
Modo di somministrazione Uso orale. Avvertenze e precauzioni
- Tutte le avvertenze relative ai singoli componenti, come riportato di seguito, si applicano anche all’associazione fissa Perindopril/Indapamide/Amlodipina Teva Italia.
Avvertenze speciali Litio Generalmente, la combinazione di litio con l’associazione perindopril/indapamide non è raccomandata (vedere paragrafo 4.5).
Duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) Esiste l’evidenza che l’uso concomitante di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren aumenta il rischio di ipotensione, iperkaliemia e riduzione della funzione renale (inclusa insufficienza renale acuta).
Il duplice blocco del RAAS attraverso l’uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren non è pertanto raccomandato (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).
Se considerata assolutamente necessaria, la terapia del duplice blocco deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista, con un attento e frequente monitoraggio della funzionalità renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna.
Gli ACE-inibitori e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II non devono essere usati in concomitanza nei pazienti con nefropatia diabetica.
Diuretici risparmiatori di potassio, integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio L’associazione di perindopril con diuretici risparmiatori di potassio, integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio è generalmente sconsigliata (vedere paragrafo 4.5).
Neutropenia/Agranulocitosi/Trombocitopenia/Anemia In pazienti trattati con ACE inibitori sono stati segnalati casi dineutropenia/agranulocitosi/trombocitopenia e anemia.
Nei pazienti con funzione renale normale e in assenza di altri fattori di complicazione, raramente compare neutropenia.
Il perindopril deve essere somministrato con estrema cautela nei pazienti con collagenopatie vascolari, trattati con agenti immunosoppressori, con allopurinolo o procainamide, o che presentino una combinazione di questi fattori di complicazione, soprattutto in caso di funzione renale compromessa preesistente.
Alcuni di questi pazienti hanno sviluppato infezioni gravi, che in pochi casi non hanno risposto a una terapia antibiotica intensiva.
Se questi pazienti vengono trattati con perindopril, si raccomanda di eseguire un controllo periodico della conta dei globuli bianchi e di invitarli a segnalare qualunque episodio di infezione (es.
mal di gola, febbre) (vedere paragrafo 4.8).
Ipertensione renovascolare Nei pazienti con stenosi bilaterale dell’arteria renale o stenosi dell’arteria in caso di un unico rene funzionante in trattamento con ACE-inibitori, sussiste un maggior rischio di ipotensione e insufficienza renale (vedere paragrafo 4.3).
Il trattamento con diuretici può essere un fattore contribuente.
Nei pazienti con stenosi unilaterale dell’arteria renale, in caso di alterazioni anche lievi della creatinina sierica, può verificarsi perdita della funzione renale.
Ipersensibilità/Angioedema Nei pazienti trattati con inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina, incluso perindopril, è stato raramente segnalato un angioedema al volto, agli arti, alle labbra, alla lingua, alla glottide e/o alla laringe.
Ciò può verificarsi in qualunque momento durante la terapia.
In questi casi il trattamento con perindopril deve essere immediatamente sospeso e deve essere intrapreso un controllo appropriato per assicurare la completa risoluzione dei sintomi prima della dimissione del paziente.
Nel caso di edema limitato al viso e alle labbra, la reazione si è generalmente risolta senza trattamento, sebbene gli antistaminici siano stati utili per alleviare i sintomi.
Un angioedema associato a un edema laringeo può essere fatale.
Nel caso in cui ci sia il coinvolgimento della lingua, della glottide o della laringe, che possano provocare l’ostruzione delle vie aeree, deve essere somministrata prontamente una terapia appropriata, che può includere una soluzione di adrenalina per via sottocutanea a 1:1 000 (da 0,3 mL a 0,5 mL) e/o misure per il mantenimento della pervietà delle vie aeree.
Nei pazienti di etnia nera trattati con ACE-inibitori è stata segnalata una maggiore incidenza di angioedema rispetto ai pazienti di altre etnie.
I pazienti con anamnesi di angioedema non correlato alla terapia con ACE-inibitori possono essere più a rischio di angioedema durante il trattamento con un ACE-inibitore (vedere paragrafo 4.3).
È stato riportato raramente angioedema intestinale in pazienti trattati con ACE-inibitori.
Questi pazienti presentavano dolore addominale (con o senza nausea o vomito); in alcuni casi, l’anamnesi era negativa per angioedema del viso e i livelli di C-1 esterasi erano nella norma.
L’angioedema è stato diagnosticato tramite procedure comprendenti TC addominale o ecografia, oppure al momento di un intervento chirurgico, e i sintomi si sono risolti dopo la sospensione dell’ACE-inibitore.
L’angioedema intestinale deve essere incluso nella diagnosi differenziale dei pazienti in trattamento con ACE-inibitori che presentano dolore addominale.
L’associazione di perindopril con sacubitril/valsartan è controindicata a causa dell’aumentato rischio di angioedema (vedere paragrafo 4.3).
Il trattamento con sacubitril/valsartan non deve essere iniziato prima che siano trascorse 36 ore dall’assunzione dell’ultima dose di perindopril.
Se il trattamento con sacubitril/valsartan viene interrotto, la terapia con perindopril non deve essere avviata prima che siano trascorse 36 ore dall’ultima dose di sacubitril/valsartan (vedere paragrafi 4.3 e 4.5).
L’uso concomitante di ACE-inibitori con inibitori della NEP (ad es.
racecadotril), inibitori di mTOR (ad es.
sirolimus, everolimus, temsirolimus) e gliptine (ad es.
linagliptin, saxagliptin, sitagliptin, vildagliptin) può aumentare il rischio di angioedema (ad es.
tumefazione delle vie aeree o della lingua, con o senza insufficienza respiratoria) (vedere paragrafo 4.5).
È necessario prestare cautela quando si inizia il trattamento con racecadotril, inibitori di mTOR (ad es.
sirolimus, everolimus, temsirolimus) e gliptine (ad es.
linagliptin, saxagliptin, sitagliptin, vildagliptin) in un paziente già in trattamento con un ACE-inibitore.
Reazioni anafilattoidi durante terapia desensibilizzante In pazienti in terapia con ACE-inibitori, sottoposti a terapia desensibilizzante per punture di imenotteri (api, vespe), sono stati segnalati casi isolati di reazioni anafilattoidi prolungate e a rischio di vita per il soggetto.
Gli ACE-inibitori devono essere impiegati con cautela nei pazienti allergici trattati con terapia desensibilizzante ed evitati in quelli che si stanno sottoponendo a immunoterapia specifica.
Tuttavia, tali reazioni possono essere prevenute sospendendo temporaneamente l’ACE-inibitore almeno 24 ore prima di intraprendere il trattamento di desensibilizzazione, in quei pazienti che necessitano sia del trattamento con ACE-inibitori che del trattamento di desensibilizzazione.
Reazioni anafilattoidi durante aferesi delle LDL Raramente, i pazienti trattati con ACE-inibitori sottoposti ad aferesi delle lipoproteine a bassa densità (LDL) con destrano solfato hanno manifestato reazioni anafilattoidi a rischio di vita per il soggetto.
Queste reazioni sono state evitate sospendendo temporaneamente il trattamento con ACE-inibitori prima di ogni aferesi.
Pazienti in emodialisi In pazienti in dialisi con membrane ad alto flusso (ad es.
AN 69 ) e in terapia concomitante con ACE-inibitore sono state segnalate reazioni anafilattoidi.
Per questi pazienti deve essere preso in considerazione l’impiego di un tipo diverso di membrane per dialisi o di una classe diversa di agenti antipertensivi.Aldosteronismo primario I pazienti con iperaldosteronismo primario generalmente non rispondono alla terapia con farmaci antipertensivi che agiscono per inibizione del sistema renina-angiotensina.
Pertanto, l’uso di questo farmaco non è raccomandato.
Gravidanza La terapia con ACE-inibitori non deve essere iniziata durante la gravidanza.
A meno che il proseguimento della terapia con ACE-inibitori non sia considerato essenziale, per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antipertensivi alternativi, con profilo di sicurezza comprovato per l’uso in gravidanza.
Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE-inibitori deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).
Encefalopatia epatica Quando è compromessa la funzionalità epatica, i diuretici tiazidici e affini possono provocare, soprattutto in caso di squilibrio elettrolitico, un’encefalopatia epatica, che può progredire fino al coma.
In questi casi, la somministrazione del diuretico deve essere interrotta immediatamente.
Fotosensibilità Sono stati riportati casi di reazioni di fotosensibilità con tiazidici e diuretici affini (vedere paragrafo 4.8).
Se la reazione di fotosensibilità si verifica durante il trattamento, si raccomanda l’interruzione della terapia.
Nel caso in cui si ritenga necessario ri-somministrare il diuretico, si raccomanda di proteggere le aree esposte al sole o ai raggi artificiali UVA.
Precauzioni di impiego Funzione renale - In caso di compromissione renale severa (clearance della creatinina < 30 mL/min), il trattamento è controindicato.
- Per i pazienti con compromissione renale moderata (clearance della creatinina < 60 mL/min), il trattamento con dosi di Perindopril/Indapamide/Amlodipina Teva Italia contenenti 10 mg/2,5 mg dell’associazione perindopril/indapamide (ossia Perindopril/Indapamide/Amlodipina Teva Italia 10 mg/2,5 mg/5 mg e 10 mg/2,5 mg/10 mg) è controindicato.
- In alcuni pazienti ipertesi senza lesioni renali apparenti preesistenti e per i quali gli esami del sangue dei reni mostrano insufficienza renale funzionale, il trattamento deve essere sospeso ed eventualmente ripreso a basse dosi oppure con uno solo dei componenti.
La pratica corrente deve prevedere per questi pazienti un monitoraggio frequente del potassio e della creatinina, dopo due settimane di trattamento e successivamente ogni due mesi in periodo di stabilità terapeutica.
È stata segnalata insufficienza renale principalmente in pazienti con severa insufficienza cardiaca o insufficienza renale di base, compresa stenosi dell’arteria renale.
Il medicinale è generalmente sconsigliato in caso di stenosi bilaterale dell’arteria renale o di un unico rene funzionante.
- Rischio di ipotensione arteriosa e/o insufficienza renale (in caso di insufficienza cardiaca, deplezione idroelettrolitica, ecc.): con perindopril è stata osservata una marcata stimolazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone, in particolare durante marcata deplezione idroelettrolitica (dieta rigida a basso contenuto di sodio o trattamento diuretico prolungato), in pazienti la cui pressione arteriosa era inizialmente bassa, in caso di stenosi dell’arteria renale, insufficienza cardiaca congestizia o cirrosi con edema e ascite.
Il blocco di questo sistema con un inibitore dell’enzima di conversione dell’angiotensina può quindi causare, in particolare al momento della prima somministrazione e durante le prime due settimane di trattamento, un calo improvviso della pressione arteriosa e/o un aumento dei livelli plasmatici di creatinina, mostrando insufficienza renale funzionale.
Talvolta, questa può essere ad insorgenza acuta, anche se di rado, e comparire dopo un intervallo di tempo variabile.
In questi casi, il trattamento deve essere avviato ad una dose più bassa, poi aumentata progressivamente.
Nei pazienti con cardiopatia ischemica o malattia cerebrovascolare, un calo eccessivo della pressione arteriosa potrebbe determinare infarto miocardico o accidente cerebrovascolare.
- I diuretici tiazidici e affini sono pienamente efficaci soltanto quando la funzione renale è normale o solo lievemente compromessa (livelli di creatinina più bassi di circa 25 mg/L, ad es.
220 micromol/L nell’adulto).
Negli anziani, il valore dei livelli plasmatici di creatinina deve essere aggiustato in relazione all’età, al peso e al sesso.
L’ipovolemia, secondaria alla perdita di acqua e sodio causata dai diuretici all’inizio del trattamento, causa una riduzione della filtrazione glomerulare.
Ciò può determinare un aumento dei livelli urea e creatinina nel sangue.
Questa insufficienza renale funzionale transitoria non ha conseguenze negative nei pazienti con funzione renale normale, ma può comunque aggravare una compromissione renale preesistente.- Amlodipina può essere usata a dosi normali nei pazienti con insufficienza renale.
Variazioni delle concentrazioni plasmatiche di amlodipina non sono correlate al grado di compromissione renale.
- L’effetto dell’associazione Perindopril/Indapamide/Amlodipina Teva Italia non è stato testato nella disfunzione renale.
Nella compromissione renale, le dosi di Perindopril/Indapamide/Amlodipina Teva Italia devono rispettare quelle dei singoli componenti assunti separatamente.
Ipotensione e deplezione di acqua e sodio - Esiste il rischio di ipotensione improvvisa in caso di deplezione di sodio preesistente (in particolare in soggetti con stenosi dell’arteria renale).
Pertanto, è necessario ricercare sistematicamente i segni clinici di deplezione idroelettrolitica, che può sopraggiungere in occasione di un episodio intercorrente di diarrea o vomito.
Questi pazienti devono essere sottoposti al regolare monitoraggio degli elettroliti plasmatici.
Una marcata ipotensione può richiedere l’esecuzione di un’infusione endovenosa di soluzione salina isotonica.
Un’ipotensione transitoria non costituisce una controindicazione al proseguimento del trattamento.
Una volta ristabilita una volemia e una pressione arteriosa soddisfacenti, è possibile riprendere il trattamento a una dose ridotta oppure con uno solo dei componenti.
- Poiché la riduzione dei livelli di sodio può essere inizialmente asintomatica, è essenziale un controllo regolare.
Il controllo deve essere più frequente nei pazienti anziani e cirrotici (vedere paragrafi 4.8 e 4.9).
- Qualunque trattamento diuretico può provocare iponatriemia, talvolta con conseguenze molto gravi.
L’iponatriemia con ipovolemia può essere responsabile di disidratazione e ipotensione ortostatica.
La perdita concomitante di ioni cloruro può portare ad alcalosi metabolica secondaria compensatoria: l’incidenza e il grado di questo effetto sono lievi.
Livelli di potassio - L’associazione di indapamide con perindopril e amlodipina non previene l’insorgenza di ipokaliemia, soprattutto nei pazienti diabetici o con insufficienza renale.
Come per ogni antipertensivo in associazione con un diuretico, deve essere effettuato un controllo regolare del potassio plasmatico.
- In alcuni pazienti in terapia con ACE-inibitori, incluso perindopril, è stato osservato un aumento delle concentrazioni sieriche di potassio.
Gli ACE-inibitori possono causare iperkaliemia poiché inibiscono il rilascio di aldosterone.
Generalmente, l’effetto non è significativo nei pazienti con funzione renale normale.
I fattori di rischio per l’insorgenza di iperkaliemia includono insufficienza renale, peggioramento della funzionalità renale, età (> 70 anni), diabete mellito, eventi concomitanti, in particolare disidratazione, scompenso cardiaco acuto, acidosi metabolica e uso concomitante di diuretici risparmiatori di potassio (ad es.
spironolattone, eplerenone, triamterene o amiloride), integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio; sono inoltre a rischio più elevato i pazienti che assumono altri farmaci associati ad un incremento del potassio sierico (ad es.
eparina, cotrimossazolo, detto anche trimetoprim/sulfametossazolo) e soprattutto antagonisti dell’aldosterone o antagonisti del recettore dell’angiotensina.
L’uso di integratori di potassio, diuretici risparmiatori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio, in particolare nei pazienti con funzione renale compromessa, può portare ad un aumento significativo del potassio sierico.
L’iperkaliemia può causare aritmie gravi e talvolta fatali.
I diuretici risparmiatori di potassio e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina devono essere usati con cautela nei pazienti trattati con ACE-inibitori, monitorando il potassio sierico e la funzione renale.
Se si ritiene opportuno l’uso concomitante degli agenti sopra riportati, questi devono essere usati con cautela, deve essere effettuato un frequente monitoraggio del potassio sierico (vedere paragrafo 4.5).
- La deplezione di potassio con ipokaliemia rappresenta uno dei rischi principali dei diuretici tiazidici e affini.
L’ipokaliemia può causare disturbi muscolari.
Sono stati segnalati casi di rabdomiolisi, principalmente nel contesto di ipokaliemia severa.
Il rischio di insorgenza della riduzione dei livelli di potassio (< 3,4 mmol/L) deve essere prevenuto in alcune popolazioni ad alto rischio, quali soggetti anziani e/o denutriti, politrattati o meno, cirrotici con edema e ascite, coronaropatici e con insufficienza cardiaca.
In questi casi, l’ipokaliemia aumenta la tossicità cardiaca dei glicosidi cardiaci e il rischio di disturbi del ritmo cardiaco.
Anche i soggetti con intervallo QT lungo, di origine sia congenita che iatrogena, sono a rischio.
L’ipokaliemia, come pure la bradicardia, agisce come fattore predisponente alla comparsa di gravi disturbi del ritmo cardiaco, soprattutto di torsioni di punta, che possono essere fatali.
In tutti questi casi, è necessario un controllo più frequente dei livelli di potassio.
Il primo controllo dei livelli plasmatici di potassio deve essere effettuato nel corso della prima settimana dopo l’inizio del trattamento.
Se si rilevano bassi livelli di potassio, è necessaria la loro correzione.
L’ipokaliemia riscontrata in associazione a bassa concentrazione sierica di magnesio può essere refrattaria al trattamento se non viene corretto il magnesio sierico.
Livelli di calcio I diuretici tiazidici e affini possono ridurre l’escrezione urinaria di calcio e provocare un aumento lieve e transitorio dei livelli plasmatici di calcio.
Un aumento marcato dei livelli di calcio può essere correlato a iperparatiroidismo non diagnosticato.
In questi casi, il trattamento deve essere interrotto prima di valutare la funzione paratiroidea (vedere paragrafo 4.8).
Magnesio plasmatico È stato dimostrato che i diuretici tiazidici e affini, inclusa indapamide, aumentano l’escrezione urinaria di magnesio, con possibile ipomagnesemia (vedere paragrafi 4.5 e 4.8).
Ipertensione renovascolare Il trattamento dell’ipertensione renovascolare è la rivascolarizzazione.
Tuttavia, gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina possono essere utili nei pazienti con ipertensione renovascolare in attesa di un intervento chirurgico correttivo o quando esso non è possibile.
Se Perindopril/Indapamide/Amlodipina Teva Italia viene prescritto a pazienti con stenosi dell’arteria renale accertata o sospetta, il trattamento deve essere iniziato in ambiente ospedaliero, a basse dosi e monitorando la funzionalità renale e i livelli di potassio, poiché alcuni pazienti hanno sviluppato insufficienza renale funzionale, rivelatasi reversibile con l’interruzione del trattamento.
Tosse A seguito della somministrazione degli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina è stata segnalata tosse secca, le cui caratteristiche sono la persistenza e la scomparsa con la sospensione del trattamento.
In presenza di questo sintomo si deve considerare una possibile eziologia iatrogena.
Nel caso in cui la prescrizione di un inibitore dell’enzima di conversione dell’angiotensina sia tuttavia preferita, si può considerare di continuare il trattamento.
Aterosclerosi Il rischio di ipotensione è presente in tutti i pazienti, ma si deve prestare particolare attenzione in quelli con cardiopatia ischemica o insufficienza circolatoria cerebrale, iniziando il trattamento ad un dosaggio ridotto.
Crisi ipertensiva La sicurezza e l’efficacia di amlodipina nelle crisi ipertensive non è stata stabilita.
Insufficienza cardiaca/Insufficienza cardiaca severa I pazienti con insufficienza cardiaca devono essere trattati con cautela.
In uno studio clinico a lungo termine, controllato con placebo, in pazienti con insufficienza cardiaca severa (classe NYHA III e IV), nel gruppo trattato con amlodipina è stata segnalata una maggiore incidenza di edema polmonare rispetto al gruppo placebo.
I calcio-antagonisti, inclusa amlodipina, devono essere usati con cautela nei pazienti con insufficienza cardiaca congestizia, poiché possono aumentare il rischio di futuri eventi cardiovascolari e mortalità.
Nei pazienti con insufficienza cardiaca severa (grado IV), il trattamento deve essere iniziato sotto supervisione medica con una dose iniziale ridotta.
Il trattamento con beta-bloccanti nei pazienti ipertesi con insufficienza coronarica non deve essere interrotto: l’ACE-inibitore deve essere aggiunto al beta-bloccante.
Stenosi della valvola aortica o mitrale/Cardiomiopatia ipertrofica Gli ACE-inibitori devono essere utilizzati con cautela nei pazienti con ostruzione del tratto di efflusso del ventricolo sinistro.
Pazienti diabetici Nei pazienti con diabete mellito insulinodipendente (tendenza spontanea ad avere elevati livelli di potassio), il trattamento deve essere iniziato sotto supervisione medica con una dose iniziale ridotta.
Nei pazienti diabetici precedentemente trattati con agenti antidiabetici orali o insulina, i livelli di glicemia devono essere monitorati attentamente, soprattutto durante il primo mese di terapia con un ACE-inibitore.
Il monitoraggio dei livelli ematici di glucosio è importante nei pazienti diabetici, in particolare quando i livelli di potassio sono bassi.
Differenze etniche Al pari di altri inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina, perindopril può essere meno efficace nel ridurre la pressione arteriosa nei pazienti di etnia nera rispetto ai pazienti di altre etnie, probabilmente a causa di una maggiore prevalenza di ridotte concentrazioni di renina nella popolazione ipertesa di etnia nera.
Intervento chirurgico/Anestesia In caso di anestesia, e a maggior ragione se l’anestesia è effettuata con agenti a potenziale ipotensivo, gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina possono provocare ipotensione.
L’interruzione del trattamento con inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina a lunga durata d’azione, come perindopril, è quindi raccomandata, se possibile, un giorno prima dell’intervento chirurgico.
Compromissione epatica In rari casi, gli ACE-inibitori sono stati associati ad una sindrome che inizia con ittero colestatico e progredisce fino a necrosi epatica fulminante e (talora) alla morte.
Il meccanismo di tale sindrome non è noto.
I pazienti in trattamento con ACE-inibitori che sviluppano ittero o un marcato incremento degli enzimi epatici devono interrompere l’assunzione dell’ACE-inibitore ed essere sottoposti a un adeguato controllo medico (vedere paragrafo 4.8).
L’emivita di amlodipina è prolungata e i valori dell’AUC sono maggiori nei pazienti con funzione epatica compromessa; per questi pazienti non sono stati stabiliti specifici dosaggi.
Pertanto, il trattamento con amlodipina deve essere avviato al dosaggio più basso e occorre prestare cautela sia durante il trattamento iniziale sia quando si aumenta la dose.
Nei pazienti con compromissione epatica severa può essere richiesto un graduale aggiustamento del dosaggio e un attento monitoraggio.
L’effetto dell’associazione perindopril/indapamide/amlodipina non è stato testato nella disfunzione epatica.
Tenendo in considerazione l’effetto dei singoli componenti di questa associazione, Perindopril/Indapamide/Amlodipina Teva Italia è controindicato nei pazienti con compromissione epatica severa e occorre prestare cautela nei pazienti con compromissione epatica da lieve a moderata.
Acido urico Nei pazienti iperuricemici può aumentare la tendenza ad attacchi di gotta.
Anziani Prima dell’inizio del trattamento è necessario controllare la funzione renale e i livelli di potassio.
La dose iniziale deve essere pertanto aggiustata in funzione della risposta pressoria, soprattutto in caso di deplezione idroelettrolitica, per evitare la comparsa improvvisa di ipotensione.
Nei pazienti anziani, l’aumento del dosaggio di amlodipina deve avvenire con cautela (vedere paragrafi 4.2 e 5.2).
Effusione coroideale, miopia acuta e glaucoma secondario ad angolo chiuso I sulfamidici o i derivati sulfamidici possono causare una reazione idiosincratica con conseguente effusione coroideale con difetto del campo visivo, miopia transitoria e glaucoma acuto ad angolo chiuso.
I sintomi includono l’insorgenza acuta di diminuzione dell’acuità visiva o dolore oculare e tipicamente si manifestano entro poche ore o settimane dall’inizio della terapia.
Il glaucoma acuto ad angolo chiuso non trattato può portare alla perdita permanente della vista.
Il trattamento primario prevede di interrompere il più rapidamente possibile l’assunzione del medicinale.
Se la pressione intraoculare rimane incontrollata, può essere necessario considerare trattamenti medici o chirurgici tempestivi.
I fattori di rischio per lo sviluppo del glaucoma acuto ad angolo chiuso possono includere allergia pregressa ai sulfamidici o alla penicillina.
Sportivi Gli sportivi devono essere consapevoli che questo medicinale contiene un principio attivo che può determinare positività ai test di controllo antidoping.
Eccipienti Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per compressa rivestita con film, cioè è essenzialmente “senza sodio”. Interazioni
- I dati degli studi clinici hanno dimostrato che il duplice blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS) attraverso l’uso combinato di ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren è associato ad una maggiore frequenza di eventi avversi quali ipotensione, iperkaliemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa insufficienza renale acuta) rispetto all’uso di un singolo agente attivo sul sistema RAAS (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.1).Farmaci che aumentano il rischio di angioedema: L’uso concomitante di ACE-inibitori con sacubitril/valsartan è controindicato poiché aumenta il rischio di angioedema (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
Il trattamento con sacubitril/valsartan non deve essere iniziato prima che siano trascorse 36 ore dall’assunzione dell’ultima dose della terapia con perindopril.
La terapia con perindopril non deve essere avviata prima che siano trascorse 36 ore dall’ultima dose di sacubitril/valsartan (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
L’uso concomitante di ACE-inibitori con racecadotril, inibitori di mTOR (ad es.
sirolimus, everolimus, temsirolimus) e gliptine (ad es.
linagliptin, saxagliptin, sitagliptin, vildagliptin) può aumentare il rischio di angioedema (vedere paragrafo 4.4).
Farmaci che inducono iperkaliemia: Sebbene il potassio sierico rimanga generalmente entro i limiti della norma, in alcuni pazienti trattati con Perindopril/Indapamide/Amlodipina Teva Italia può verificarsi iperkaliemia.
Alcuni farmaci o classi terapeutiche possono aumentare l’incidenza di iperkaliemia: aliskiren, sali di potassio, diuretici risparmiatori di potassio (ad es.
spironolattone, triamterene o amiloride), ACE-inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II, FANS, eparine, immunosoppressori come ciclosporina o tacrolimus, trimetoprim e cotrimossazolo (trimetoprim/sulfametossazolo), in quanto trimetoprim agisce notoriamente come un diuretico risparmiatore di potassio, come amiloride.
L’associazione di questi farmaci aumenta il rischio di iperkaliemia.
Pertanto, l’associazione di Perindopril/Indapamide/Amlodipina Teva Italia con i farmaci sopra riportati non è raccomandata.
Se l’uso concomitante è indicato, l’impiego deve avvenire con cautela e con un monitoraggio frequente del potassio sierico.
Uso concomitante controindicato (vedere paragrafo 4.3): Aliskiren: in pazienti diabetici o con compromissione renale, rischio di iperkaliemia, peggioramento della funzione renale, e aumento della morbilità e della mortalità cardiovascolare.
Trattamenti extracorporei: trattamenti extracorporei che causano il contatto del sangue con superfici caricate negativamente, come la dialisi o l’emofiltrazione con alcuni tipi di membrane ad alto flusso (ad es.
membrane poliacrilonitriliche) e l’aferesi delle lipoproteine a bassa densità con destrano solfato, a causa del maggior rischio di gravi reazioni anafilattoidi (vedere paragrafo 4.3).
Se tali trattamenti sono necessari, deve essere preso in considerazione l’impiego di un tipo diverso di membrane per dialisi o di una classe diversa di agenti antipertensivi.
Uso concomitante non raccomandato:
Uso concomitante che necessita di precauzioni particolari:Componente Interazione nota con il seguente prodotto Interazione con altri medicinali perindopril/indapamide Litio Durante la somministrazione concomitante di litio con ACE-inibitori sono stati segnalati aumenti reversibili delle concentrazioni sieriche di litio e della sua tossicità.
L’associazione di perindopril e indapamide con il litio non è raccomandata, ma qualora si rendesse necessaria, deve essere effettuato un attento monitoraggio dei livelli sierici di litio (vedere paragrafo 4.4).perindopril Aliskiren in pazienti diversi da pazienti diabetici o con compromissione renale, rischio di iperkaliemia, peggioramento della funzionalità renale, e aumento della morbilità cardiovascolare e della mortalità (vedere paragrafo 4.4). Terapia concomitante con ACE-inibitore e antagonista del recettore dell’angiotensina È stato riportato in letteratura che in pazienti con malattia aterosclerotica conclamata, insufficienza cardiaca o diabete con danno d’organo terminale, la terapia concomitante con ACE-inibitore e antagonista del recettore dell’angiotensina è associata ad una frequenza più elevata di ipotensione, sincope, iperkaliemia e peggioramento della funzione renale (inclusa insufficienza renale acuta) rispetto all’uso di un singolo agente del sistema renina- angiotensina-aldosterone.
Il duplice blocco (ad es.
associando un ACE-inibitore con un antagonista del recettore dell’angiotensina II) deve essere limitato a casi definiti singolarmente con stretto monitoraggio di funzione renale, livelli di potassio e pressione arteriosa (vedere paragrafo 4.4).Estramustina Rischio di aumento di effetti avversi come edema angioneurotico (angioedema). Diuretici risparmiatori di potassio (ad es.
triamterene, amiloride, ecc.), sali di potassioIperkaliemia (potenzialmente letale), soprattutto in associazione a compromissione renale (effetti additivi iperkaliemici).
L’associazione di perindopril con i farmaci sopra riportati non è raccomandata (vedere paragrafo 4.4).
Se l’uso concomitante è comunque indicato, l’impiego deve avvenire con cautela e con un monitoraggio frequente del potassio sierico.
Per l’utilizzo dello spironolattone nell’insufficienza cardiaca, vedere “Uso concomitante che necessita di precauzioni particolari”.amlodipina Dantrolene (infusione) Negli animali, in seguito a somministrazione di verapamil e dantrolene per via endovenosa sono stati osservati fibrillazione ventricolare letale e collasso cardiovascolare associati a iperkaliemia.
A causa del rischio di iperkaliemia, si raccomanda di evitare la somministrazione concomitante di calcio-antagonisti come amlodipina nei pazienti soggetti ad ipertermia maligna e nel trattamento dell’ipertermia maligna.Pompelmo o succo di pompelmo La biodisponibilità potrebbe aumentare in alcuni pazienti, aumentando l’effetto antipertensivo.
Uso concomitante a cui prestare attenzione:Componente Interazione nota con il seguente prodotto Interazione con altri medicinali perindopril/indapamide Baclofene Aumento dell’effetto antipertensivo.
Monitorare la pressione arteriosa e adattare il dosaggio dell’antipertensivo, se necessario.Farmaci antinfiammatori non steroidei (compreso l’acido acetilsalicilico ad alte dosi) Quando gli ACE-inibitori vengono somministrati contemporaneamente a farmaci antinfiammatori non steroidei (ad es.
l’acido acetilsalicilico a regimi di dosaggio antinfiammatorio, inibitori delle COX-2 e FANS non selettivi), può verificarsi un’attenuazione dell’effetto antipertensivo.
L’uso concomitante di ACE-inibitori e FANS può portare ad un aumento del rischio di peggioramento della funzionalità renale, compresa una possibile insufficienza renale acuta, e ad un aumento del potassio sierico, soprattutto nei pazienti con bassa funzionalità renale preesistente.
Tale associazione deve essere somministrata con cautela, in particolare negli anziani.
I pazienti devono essere adeguatamente idratati e si deve prendere in considerazione il monitoraggio della funzionalità renale dopo l’inizio della terapia concomitante ed, in seguito, periodicamente.perindopril Antidiabetici (insulina, ipoglicemizzanti orali) Studi epidemiologici hanno suggerito che la somministrazione concomitante di ACE-inibitori e antidiabetici (insuline, ipoglicemizzanti orali) può causare un aumento dell’effetto di abbassamento del glucosio ematico con rischio di ipoglicemia.
Questo fenomeno sembra verificarsi maggiormente durante le prime settimane del trattamento in associazione e nei pazienti con compromissione renale.Diuretici non risparmiatori di potassio I pazienti trattati con diuretici, e soprattutto quelli che presentano deplezione del volume e/o salina, possono manifestare una riduzione eccessiva della pressione arteriosa dopo l’inizio della terapia con un ACE-inibitore.
La possibilità di effetti ipotensivi può essere ridotta interrompendo la somministrazione del diuretico, espandendo la volemia o aumentando l’assunzione di sale prima di iniziare la terapia con dosi basse e progressive di perindopril.
Nell’ipertensione arteriosa, quando la terapia diuretica precedente può aver causato deplezione di sale/volume, è necessario interrompere la somministrazione del diuretico prima di avviare il trattamento con l’ACE-inibitore, nel qual caso può essere successivamente reintrodotto un diuretico non risparmiatore di potassio, oppure occorre avviare il trattamento con l’ACE-inibitore con un basso dosaggio, aumentandolo progressivamente.
Nell’insufficienza cardiaca congestizia trattata con diuretici, il trattamento con l’ACE-inibitore deve essere avviato con un dosaggio molto basso, possibilmente dopo la riduzione del dosaggio del diuretico non risparmiatore di potassio associato.
In tutti i casi, la funzione renale (livelli di creatinina) deve essere monitorata durante le prime settimane della terapia con ACE-inibitori.Diuretici risparmiatori di potassio (eplerenone, spironolattone) Con eplerenone o spironolattone a dosi comprese tra 12,5 mg e 50 mg al giorno e con basse dosi di ACE-inibitori: Nel trattamento dell’insufficienza cardiaca di classe II-IV (NYHA) con frazione di eiezione < 40%, e precedentemente trattata con ACE-inibitori e diuretici dell’ansa, rischio di iperkaliemia, potenzialmente letale, soprattutto in caso di non osservanza delle raccomandazioni prescrittive di questa associazione.
Prima di iniziare l’associazione, controllare l’assenza di iperkaliemia e compromissione renale.
Si raccomanda uno stretto monitoraggio di kaliemia e creatininemia una volta a settimana nel primo mese di trattamento e successivamente una volta al mese.indapamide Farmaci che inducono torsione di punta A causa del rischio di ipokaliemia, indapamide deve essere somministrata con cautela in associazione a medicinali che inducono torsioni di punta, tra cui, a titolo esemplificativo: - antiaritmici di classe IA (chinidina, idrochinidina, disopiramide); - antiaritmici di classe III (amiodarone, dofetilide, ibutilide, bretilio, sotalolo); - alcuni antipsicotici: fenotiazine (ad es.
clorpromazina, ciamemazina, levomepromazina, tioridazina, trifluoperazina); benzamidi (ad es.
amisulpride, sulpiride, sultopride, tiapride); butirrofenoni (ad es.
droperidolo, aloperidolo); altri antipsicotici (ad es.
pimozide); altre sostanze (ad es.
bepridil, cisapride, difemanile, eritromicina e.v., alofantrina, mizolastina, moxifloxacina, pentamidina, sparfloxacina, vincamina e.v., metadone, astemizolo, terfenadina).
Prevenzione dell’abbassamento dei livelli di potassio e correzione, se necessario: monitoraggio dell’intervallo QT.Amfotericina B (per via e.v.), glucocorticoidi e mineralcorticoidi (per via sistemica), tetracosactide, lassativi stimolanti Aumento del rischio di bassi livelli di potassio (effetto additivo).
Monitoraggio dei livelli di potassio e correzione, se necessario; è necessaria particolare attenzione in caso di trattamento con glicosidi cardioattivi.
Utilizzare lassativi non stimolanti.Glicosidi cardioattivi L’ipokaliemia e/o l’ipomagnesemia predispongono agli effetti tossici della digitale.
Si raccomanda il monitoraggio del potassio plasmatico, del magnesio plasmatico e dell’ECG e, se necessario, riconsiderare il trattamento.Allopurinolo Il trattamento concomitante con indapamide può aumentare l’incidenza di reazioni di ipersensibilità ad allopurinolo. amlodipina Induttori del CYP3A4 La somministrazione concomitante di induttori noti del CYP3A4 può far variare la concentrazione plasmatica di amlodipina.
Pertanto, è necessario monitorare la pressione arteriosa e prendere in considerazione una regolazione della dose sia durante che dopo la somministrazione concomitante, in particolare con gli induttori potenti del CYP3A4 (ad es.
rifampicina, Hypericum perforatum).Inibitori del CYP3A4 L’uso concomitante di amlodipina con inibitori potenti o moderati del CYP3A4 (inibitori della proteasi, antifungini azolici, macrolidi quali eritromicina o claritromicina, verapamil o diltiazem) può causare un aumento significativo dell’esposizione ad amlodipina.
Il significato clinico di queste variazioni farmacocinetiche può essere più pronunciato negli anziani.
Pertanto possono essere richiesti un monitoraggio clinico e un aggiustamento del dosaggio.
Sussiste un aumento del rischio di ipotensione nei pazienti che assumono claritromicina con amlodipina.
Si raccomanda uno stretto controllo dei pazienti quando amlodipina viene co-somministrata con claritromicina.Componente Interazione nota con il seguente prodotto Interazione con altri medicinali perindopril/indapamide/amlodipina Antidepressivi simili all’imipramina (triciclici), neurolettici Aumento dell’effetto antipertensivo e aumento del rischio di ipotensione ortostatica (effetto additivo). Altri antipertensivi L’uso di altri antipertensivi potrebbe indurre un ulteriore effetto di abbassamento della pressione arteriosa. Corticosteroidi, tetracosactide Riduzione dell’effetto antipertensivo (ritenzione idrosalina da parte dei corticosteroidi). perindopril Antipertensivi e vasodilatatori L’uso concomitante di nitroglicerina e altri nitrati, o altri vasodilatatori, può ulteriormente ridurre la pressione arteriosa. Allopurinolo, citostatici o immunosoppressori, corticosteroidi sistemici o procainamide La somministrazione concomitante con ACE-inibitori può portare ad un aumento del rischio di leucopenia. Anestetici Gli ACE-inibitori possono potenziare l’effetto ipotensivo di alcuni anestetici. Diuretici (tiazidici o diuretici dell’ansa) Un precedente trattamento con alte dosi di diuretici può comportare una deplezione del volume e un rischio di ipotensione quando si inizia la terapia con perindopril. Simpaticomimetici I simpaticomimetici possono ridurre gli effetti antiipertensivi degli ACE-inibitori. Oro Raramente sono state segnalate reazioni nitritoidi (i sintomi includono vampate al viso, nausea, vomito e ipotensione) nei pazienti in trattamento con oro per via iniettabile (sodio aurotiomalato) e terapia concomitante con ACE-inibitori, incluso perindopril. indapamide Metformina Acidosi lattica dovuta alla metformina causata da un’eventuale insufficienza renale funzionale legata ai diuretici e più specificamente ai diuretici dell’ansa.
Non utilizzare la metformina se i livelli plasmatici di creatinina superano 15 mg/L (135 micromol/L) negli uomini e 12 mg/L (110 micromol/L) nelle donne.Mezzi di contrasto iodati In caso di disidratazione provocata dai diuretici, esiste un aumento di rischio di insufficienza renale acuta, soprattutto quando vengono usate alte dosi di mezzi di contrasto iodati.
Deve essere eseguita una reidratazione prima della somministrazione del mezzo iodato.Sali di calcio Rischio di aumento dei livelli di calcio dovuto alla ridotta eliminazione del calcio per via urinaria. Ciclosporina Rischio di aumento dei livelli di creatinina senza variazione dei livelli circolanti di ciclosporina, anche in assenza di deplezione idrosalina. amlodipina Atorvastatina, digossina o warfarin In studi clinici di interazione, amlodipina non ha influito sulla farmacocinetica di atorvastatina, digossina o warfarin. Tacrolimus Vi è il rischio di aumento dei livelli ematici di tacrolimus quando viene co-somministrato con amlodipina.
Al fine di evitare fenomeni di tossicità da tacrolimus, la somministrazione di amlodipina in pazienti trattati con tacrolimus richiede il monitoraggio dei livelli ematici di tacrolimus e un aggiustamento della dose di tacrolimus, ove opportuno.Inibitori di mTOR (Mechanistic Target of Rapamycin) Gli inibitori di mTOR come sirolimus, temsirolimus ed everolimus sono substrati del CYP3A.
Amlodipina è un debole inibitore del CYP3A.
Con l’uso concomitante di inibitori di mTOR, amlodipina può aumentare l’esposizione agli inibitori di mTOR.Ciclosporina Non sono stati condotti studi di interazione con ciclosporina e amlodipina su volontari sani o altre popolazioni ad eccezione dei pazienti sottoposti a trapianto renale, nei quali sono stati osservati aumenti variabili della concentrazione minima (in media 0-40%) di ciclosporina.
Occorre prendere in considerazione il monitoraggio dei livelli di ciclosporina nei pazienti sottoposti a trapianto renale trattati con amlodipina e ridurre la dose di ciclosporina, ove necessario.Simvastatina La co-somministrazione di dosi multiple di 10 mg di amlodipina con 80 mg di simvastatina ha portato ad un aumento dell’esposizione a simvastatina pari al 77% rispetto a simvastatina in monoterapia.
Limitare la dose di simvastatina nei pazienti trattati con amlodipina a 20 mg al giorno. Effetti indesiderati
- Riassunto del profilo di sicurezza Le reazioni avverse segnalate più comunemente con perindopril, indapamide e amlodipina somministrati separatamente sono: ipokaliemia, capogiro, cefalea, parestesia, sonnolenza, disgeusia, compromissione della visione, diplopia, tinnito, vertigine, palpitazioni, rossore, ipotensione (ed effetti correlati all’ipotensione), tosse, dispnea, patologie gastrointestinali (dolore addominale, stipsi, diarrea, dispepsia, nausea, vomito, cambiamento nelle abitudini intestinali), prurito, eruzione cutanea, eruzione cutanea maculo-papulare, spasmi muscolari, tumefazione della caviglia, astenia, edema e stanchezza.
Tabella delle reazioni avverse I seguenti effetti indesiderati sono stati osservati con perindopril, indapamide o amlodipina durante il trattamento e classificati secondo la seguente frequenza: molto comune (≥ 1/10), comune (≥ 1/100, < 1/10), non comune (≥ 1/1,000, < 1/100), raro (≥ 1/10 000, < 1/1 000), molto raro (< 1/10 000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
*Frequenza calcolata dagli studi clinici per eventi avversi individuati da segnalazioni spontanee. Descrizione di alcune reazioni avverse: Durante studi di fase II e III volti a confrontare indapamide 1,5 mg e 2,5 mg, l’analisi del potassio plasmatico ha mostrato un effetto dose-dipendente di indapamide: - Indapamide 1,5 mg: sono stati osservati livelli plasmatici di potassio < 3,4 mmol/L nel 10% dei pazienti e < 3,2 mmol/L nel 4% dei pazienti dopo 4-6 settimane di trattamento.Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA Effetti indesiderati Frequenza Perindopril Indapamide Amlodipina Infezioni ed infestazioni Rinite Molto raro - Non comune Patologie del sistema emolinfopoietico Eosinofilia Non comune* - - Agranulocitosi (vedere paragrafo 4.4) Molto raro Molto raro - Anemia aplastica - Molto raro - Pancitopenia Molto raro - - Leucopenia (vedere paragrafo 4.4) Molto raro Molto raro Molto raro Neutropenia (vedere paragrafo 4.4) Molto raro - - Anemia emolitica Molto raro Molto raro - Trombocitopenia (vedere paragrafo 4.4) Molto raro Molto raro Molto raro Disturbi del sistema immunitario Ipersensibilità - Non comune Molto raro Patologie endocrine Sindrome da inappropriata secrezione di ormone antidiuretico (SIADH) Raro - - Disturbi del metabolismo e della nutrizione Ipokaliemia (vedere paragrafo 4.4) - Comune - Ipoglicemia (vedere paragrafi 4.4 e 4.5) Non comune* - - Iperkaliemia reversibile su interruzione (vedere paragrafo 4.4) Non comune* - - Iponatriemia (vedere paragrafo 4.4) Non comune* Non comune - Ipocloremia - Raro - Ipomagnesemia - Raro - Iperglicemia - - Molto raro Ipercalcemia - Molto raro - Disturbi psichiatrici Insonnia - - Non comune Umore alterato (inclusa ansia) Non comune - Non comune Depressione Non comune* - Non comune Disturbo del sonno Non comune - - Stato confusionale Molto raro - Raro Patologie del sistema nervoso Capogiro Comune - Comune Cefalea Comune Raro Comune Parestesia Comune Raro Non comune Sonnolenza Non comune* - Comune Ipoestesia - - Non comune Disgeusia Comune - Non comune Tremore - - Non comune Sincope Non comune* Non nota Non comune Ipertonia - - Molto raro Neuropatia periferica - - Molto raro Disturbo extrapiramidale (sindrome extrapiramidale) - - Non nota Ictus, potenzialmente secondario a eccessiva ipotensione in pazienti ad alto rischio (vedere paragrafo 4.4) Molto raro - - Possibilità di insorgenza di encefalopatia epatica in caso di insufficienza epatica (vedere paragrafi 4.3 e 4.4) - Non nota - Patologie dell’occhio Compromissione della visione Comune Non nota Comune Glaucoma acuto ad angolo chiuso - Non nota - Effusione coroideale - Non nota - Diplopia - - Comune Miopia - Non nota - Vista offuscata - Non nota - Patologie dell’orecchio e del labirinto Tinnito Comune - Non comune Vertigine Comune Raro - Patologie cardiache Palpitazioni Non comune* - Comune Tachicardia Non comune* - - Angina pectoris (vedere paragrafo 4.4) Molto raro - - Aritmia (incluse bradicardia, tachicardia ventricolare e fibrillazione atriale) Molto raro Molto raro Non comune Infarto miocardico, potenzialmente secondario a eccessiva ipotensione in pazienti ad alto rischio (vedere paragrafo 4.4) Molto raro - Molto raro Torsione di punta (potenzialmente fatale) (vedere paragrafi 4.4 e 4.5) - Non nota - Patologie vascolari Rossore Raro* - Comune Ipotensione (ed effetti correlati all’ipotensione) (vedere paragrafo 4.4) Comune Molto raro Non comune Vasculite Non comune* - Molto raro Fenomeno di Raynaud Non nota - - Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Tosse (vedere paragrafo 4.4) Comune - Non comune Dispnea Comune - Comune Broncospasmo Non comune - - Polmonite eosinofila Molto raro - - Patologie gastrointestinali Dolore addominale Comune - Comune Stipsi Comune Raro Comune Diarrea Comune - Comune Dispepsia Comune - Comune Nausea Comune Raro Comune Vomito Comune Non comune Non comune Bocca secca Non comune Raro Non comune Cambiamento nelle abitudini intestinali - - Comune Iperplasia gengivale - - Molto raro Pancreatite Molto raro Molto raro Molto raro Gastrite - - Molto raro Patologie epatobiliari Epatite (vedere paragrafo 4.4) Molto raro Non nota Molto raro Ittero - - Molto raro Funzione epatica anormale - Molto raro - Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Prurito Comune - Non comune Eruzione cutanea Comune - Non comune Eruzione cutanea maculo-papulare - Comune - Orticaria (vedere paragrafo 4.4) Non comune Molto raro Non comune Angioedema (vedere paragrafo 4.4) Non comune Molto raro Molto raro Alopecia - - Non comune Porpora - Non comune Non comune Alterazione del colore della pelle - - Non comune Iperidrosi Non comune - Non comune Esantema - - Non comune Reazione di fotosensibilità Non comune* Non nota (vedere paragrafo 4.4) Molto raro Aggravamento della psoriasi Raro - - Pemfigoide Non comune* - - Eritema multiforme Molto raro - Molto raro Sindrome di Stevens-Johnson - Molto raro Molto raro Dermatite esfoliativa - - Molto raro Necrolisi epidermica tossica - Molto raro Non nota Edema di Quincke - - Molto raro Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Spasmi muscolari Comune Non nota Comune Tumefazione della caviglia - - Comune Artralgia Non comune* - Non comune Debolezza muscolare - Non nota - Mialgia Non comune* Non nota Non comune Rabdomiolisi - Non nota - Dolore dorsale - - Non comune Possibile peggioramento di lupus eritematoso sistemico preesistente - Non nota - Patologie renali e urinarie Disturbo della minzione - - Non comune Nicturia - - Non comune Pollachiuria - - Non comune Anuria/Oliguria Raro* - - Insufficienza renale acuta Raro - - Insufficienza renale Non comune Molto raro - Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Disfunzione erettile Non comune Non comune Non comune Ginecomastia - - Non comune Patologie generali e condizioni relative alla sede di somministrazione Astenia Comune - Comune Stanchezza - Raro Comune Edema - - Molto comune Dolore toracico Non comune* - Non comune Dolore - - Non comune Malessere Non comune* - Non comune Edema periferico Non comune* - - Piressia Non comune* - - Esami diagnostici Peso aumentato - - Non comune Peso diminuito - - Non comune Urea ematica aumentata Non comune* - - Creatinina ematica aumentata Non comune* - - Bilirubina ematica aumentata Raro - - Enzima epatico aumentato Raro Non nota Molto raro Emoglobina diminuita ed ematocrito diminuito (vedere paragrafo 4.4) Molto raro - - QT dell’elettrocardiogramma prolungato (vedere paragrafi 4.4 e 4.5) - Non nota - Glucosio ematico aumentato - Non nota - Acido urico ematico aumentato - Non nota - Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura Caduta Non comune* - -
Dopo 12 settimane di trattamento, la riduzione media del potassio plasmatico è stata di 0,23 mmol/L.
- Indapamide 2,5 mg: sono stati osservati livelli plasmatici di potassio < 3,4 mmol/L nel 25% dei pazienti e < 3,2 mmol/L nel 10% dei pazienti dopo 4-6 settimane di trattamento.
Dopo 12 settimane di trattamento, la riduzione media del potassio plasmatico è stata di 0,41 mmol/L.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse. Gravidanza e allattamento
- Dati gli effetti dei singoli componenti di questa associazione sulla gravidanza e l’allattamento, Perindopril/Indapamide/Amlodipina Teva Italia non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza.
Perindopril/Indapamide/Amlodipina Teva Italia è controindicato durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza.
Perindopril/Indapamide/Amlodipina Teva Italia non è raccomandato durante l’allattamento.
Si deve decidere se interrompere l’allattamento o interrompere la terapia con Perindopril/Indapamide/Amlodipina Teva Italia tenendo in considerazione l’importanza della terapia per la donna.
Gravidanza Perindopril:
Le evidenze epidemiologiche sul rischio di teratogenicità a seguito dell’esposizione ad ACE-inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non hanno dato risultati conclusivi; tuttavia, non può essere escluso un lieve aumento del rischio.L’uso degli ACE-inibitori non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4).
L’uso degli ACE inibitori è controindicato durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
A meno che il proseguimento della terapia con ACE-inibitori sia considerato essenziale, per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antipertensivi alternativi, con profilo di sicurezza comprovato per l’uso in gravidanza.
Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE-inibitori deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa.
È noto che l’esposizione a una terapia con ACE-inibitori durante il secondo e terzo trimestre induce tossicità fetale (ridotta funzione renale, oligoidramnios, ritardo nell’ossificazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia) (vedere paragrafo 5.3).
In caso di esposizione ad ACE-inibitori dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzione renale e del cranio.
I neonati le cui madri hanno assunto ACE-inibitori devono essere sottoposti a un attento monitoraggio dell’ipotensione (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
Indapamide: I dati relativi all’uso di indapamide in donne in gravidanza non esistono o sono limitati (meno di 300 gravidanze esposte).
L’esposizione prolungata a tiazide durante il terzo trimestre di gravidanza può ridurre il volume del plasma materno nonché il flusso sanguigno utero-placentare, il che può provocare ischemia feto-placentare e ritardo della crescita.
Inoltre, sono stati segnalati rari casi di ipoglicemia e trombocitopenia nei neonati in seguito ad esposizione al termine della gravidanza.
Gli studi sugli animali non indicano effetti dannosi diretti o indiretti di tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).
Amlodipina: La sicurezza di amlodipina durante la gravidanza non è stata stabilita.
Negli studi sugli animali è stata osservata tossicità riproduttiva a dosi elevate (vedere paragrafo 5.3).
Allattamento Perindopril/Indapamide/Amlodipina Teva Italia è controindicato durante l’allattamento.
Perindopril: Poiché non sono disponibili informazioni riguardanti l’uso di perindopril durante l’allattamento, perindopril non è raccomandato e sono da preferire trattamenti alternativi con profilo di sicurezza migliore comprovato durante l’allattamento, soprattutto in caso di allattamento di neonati o prematuri.
Indapamide: Esistono informazioni insufficienti sull’escrezione di indapamide/metaboliti nel latte materno.
Potrebbero manifestarsi ipersensibilità ai derivati sulfamidici e ipokaliemia.
Il rischio per i neonati/lattanti non può essere escluso.
Indapamide è molto simile ai diuretici tiazidici, i quali sono stati associati, durante l’allattamento, ad una diminuzione o anche ad una soppressione della produzione di latte.
Amlodipina: Amlodipina viene escreta nel latte materno.
La percentuale della dose materna ricevuta dal neonato è stata stimata con uno scarto interquartile del 3-7%, fino ad un massimo del 15%.
L’effetto di amlodipina sui neonati non è noto.
Fertilità Comuni a perindopril e indapamide: Studi di tossicità riproduttiva non hanno mostrato effetti sulla fertilità nei ratti femmina e maschio (vedere paragrafo 5.3).
Nell’uomo non sono previsti effetti sulla fertilità.
Amlodipina: In alcuni pazienti trattati con calcio-antagonisti sono state segnalate alterazioni biochimiche reversibili alla testa degli spermatozoi.
Non sono disponibili dati clinici sufficienti sul potenziale effetto di amlodipina sulla fertilità.
In uno studio sui ratti sono stati segnalati effetti avversi sulla fertilità maschile (vedere paragrafo 5.3). Conservazione
- Questo medicinale non richiede condizioni particolari di temperatura per la conservazione.
Conservare nella confezione originale al riparo dalla luce e dall’umidità.
Cerca farmaci per nome:
La fonte dei dati utilizzati e pubblicati è Banche Dati Farmadati Italia. Farmadati Italia garantisce il massimo impegno affinché la Banca dati e gli Aggiornamenti relativi a farmaci, parafarmaci, prodotti omeopatici e principi attivi siano precisi, puntuali e costantemente aggiornati. Questo materiale è fornito solo a scopo didattico e non è inteso per consulenza medica, diagnosi o trattamento e non deve in nessun caso sostituirsi alla visita specialistica o ad un consulto medico. Farmadati Italia e SilhouetteDonna.it non si assumono responsabilità sull’utilizzo dei dati. E’ doveroso contattare il proprio medico e/o uno specialista per la prescrizione e assunzione di farmaci. L’ultimo aggiornamento dei dati e la messa online del database da parte di Silhouette Donna è stato effettuato in data 07/05/2025.
Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.