NICOZID 50CPR 200MG
7,13 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 17/01/2013
L’isoniazide è un antitubercolare “di prima linea”. Viene utilizzata in associazione con altri antitubercolari, soprattutto con etambutolo e rifampicina: a questi tre farmaci viene riconosciuto il più elevato indice terapeutico. Viene impiegata per il trattamento delle forme tubercolari a localizzazione polmonare ed extrapolmonare (primo trattamento e trattamenti successivi). Viene pure impiegata nei soggetti ad alto rischio per la profilassi della tubercolosi.
Una compressa contiene: isoniazide 200mg. Eccipienti: Polivinilpirrolidone K30, Amido di mais pregelatinizzato, Sodio croscarmellosa, Magnesio stearato vegetale, Silice (anidra). Una fiala da 100mg/2ml contiene: isoniazide 100 mg; acqua per preparazioni iniettabili. Una fiala da 500mg/5ml contiene: isoniazide 500 mg; acqua per preparazioni iniettabili.
Controindicazioni
- Ipersensibilità nota verso l’isoniazide, anamnesi di epatopatie da farmaci, affezioni epatiche acute di qualsiasi natura.
Posologia
- Le dosi di isoniazide variano a seconda che si adotti lo schema terapeutico quotidiano o intermittente.
Adulti • Trattamento quotidiano 5-10 mg/Kg/die per via orale, per via i.m.
e per via e.v.
in 1-2 somministrazioni nel periodo iniziale di trattamento • Trattamento intermittente Circa 10 mg/Kg, dose che viene modificata a seconda dell’intervallo tra le somministrazioni e del numero di farmaci associati.
• Per via intratecale: 25-50 mg/die • Per instillazioni nel cavo pleurico: 50-250 mg/die Bambini 6-10-20 mg/Kg/die, fino ad un massimo di 500 mg/die (nel bambino più grandicello).
• Per via intratecale: 10-20 mg/die Aggiustamento della posologia Non sembra necessario ridurre la posologia del farmaco in caso di insufficienza renale.
Nel caso in cui la filtrazione glomerulare fosse inferiore a 10 ml/min somministrare il 66-75% di una dose normale.
Nel caso invece di insufficienza epatica è spesso opportuno ridurre la dose dell’isoniazide per evitare fenomeni tossici.
Dopo emodialisi o dialisi peritoneale somministrare una dose supplementare del farmaco. Avvertenze e precauzioni
- Le neuriti periferiche che potrebbero sopravvenire in corso di terapia isoniazidica devono essere trattate con Vit.
B6 (piridossina); normalmente per la profilassi vengono impiegate dosi da 50 a 100 mg di piridossina al giorno; ovviamente dosi maggiori sono necessarie qualora la neurite sia già in atto.
Sebbene sia possibile con l’uso di isoniazide un lieve e transitorio aumento delle transaminasi epatiche in un certo numero di pazienti trattati (10-20%), sono stati descritti casi di epatite grave e nausea, vomito, anoressia e malessere.
In questi casi il trattamento deve essere immediatamente sospeso.
Il rischio di epatite è correlato con l’età e aumenta nei soggetti che assumono quotidianamente alcool.
Pertanto durante la terapia è necessario, specie in soggetti oltre i 35 anni, eseguire regolari controlli della funzionalità epatica avvertendo inoltre i pazienti circa i segni prodromici di epatite affinchè siano riferiti tempestivamente al medico.
L’epatotossicità dell’’isoniazide può essere accresciuta dalla rifampicina o da altre sostanze che determinano induzione enzimatica.
Anche la frequenza e la gravità delle reazioni secondarie di tipo ematologico possono essere aumentate dall’uso contemporaneo di rifampicina.
La sospensione della terapia è necessaria quando si manifestano reazioni d’ipersensibilità; l’eventuale ripresa del farmaco deve avvenire, se indispensabile, con l’impiego di dosi inizialmente ridotte e progressivamente crescenti.
L’isoniazide inibsce il metabolismo epatico della fenilidantoina; l’innalzamento dei livelli ematici di quest’ultima può condurre ad uno stato tossico con nistagmo, atassia e letargia.
L’associazione dei due farmaci deve essere pertanto fatta solo se necessaria e riducendo opportunamente il dosaggio della fenilidantoina.
Tenuto conto delle caratteristiche farmacologiche di isoniazide, il suo impiego deve essere effettuato con la dovuta attenzione in soggetti con malattie, in convalescenti o con affezioni epatiche e renali.
Poichè sono possibili alterazioni della vista sono necessari controlli oftamologici prima e durante la terapia con isoniazide.
Reazioni avverse cutanee severe (SCAR) come necrolisi epidermica tossica (TEN) e reazione da farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS), e pustolosi esantematica acuta generalizzata (PEAG) che può essere potenzialmente letale o fatale, sono state segnalate in associazione al trattamento con Nicozid.
All’atto della prescrizione i pazienti devono essere informati in merito ai segni nonché ai sintomi e monitorati attentamente al fine di rilevare eventuali reazioni cutanee.
Se si manifestano segni e sintomi riconducibili a queste reazioni, la somministrazione di Nicozid deve essere immediatamente sospesa e si deve prendere in considerazione un trattamento alternativo.
Se il paziente ha sviluppato una reazione grave come TEN o DRESS o PEAG con l’uso di Nicozid, il trattamento con Nicozid non deve più riprendere per questo paziente. Interazioni
- L’isoniazide inibisce il metabolismo epatico della fenilidantoina; l’innalzamento dei livelli nel sangue di quest’ultima può condurre ad uno stato tossico con movimenti rapidi ed involontari dei globi oculari, mancanza di coordinamento muscolare e stato di torpore.
L’associazione dei due farmaci deve essere pertanto fatta solo se necessaria e riducendo opportunamente il dosaggio della fenilidantoina.
L’alluminio idrossido (antiacido) riduce l’assorbimento intestinale dell’isoniazide la cui somministrazione deve avvenire almeno un’ora prima rispetto all’antiacido.
La concomitante somministrazione di isoniazide e di disulfiram può causare disturbi della coordinazione e turbe psichiche.
L’associazione delle due sostanze deve pertanto essere evitata.
Sono stati descritti fenomeni di potenziamento tra isoniazide e cicloserina sul sistema nervoso centrale.
Pertanto tale associazione deve essere utilizzata con grande cautela. Effetti indesiderati
- Neuropsichici: neuropatie periferiche precedute da turbe parestesiche delle estremità, specie nei soggetti malnutriti o predisposti (alcolisti, diabetici, ecc.); neurite ed atrofia ottica; convulsioni, iperattività, euforia, insonnia, psicosi tossiche con accessi maniacali e deliri.
Patologie epatobiliari: nausea, vomito, aumento delle transaminasi, iperbilirubinemia, bilirubinuria, epatite (non comune).
Ematologici: anemia emolitica, eosinofilia, agranulocitosi, trombocitopenia, anemia aplastica.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: necrolisi epidermica tossica, reazione da farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (frequenza rara), pustolosi esantematica acuta generalizzata (frequenza non nota).
Metabolici: sintomi da carenza di vit.
B6 e PP; iperglicemia, acidosi.
Reazioni d’ipersensibilità: febbre, eruzioni cutanee (morbilliformi, maculo-papulose, esfoliative), linfoadeniti, vasculiti.
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo: sindrome simil-lupoide (frequenza non nota).
Patologie gastrointestinali: pancreatite (frequenza non nota).
Patologie vascolari: vasculite (frequenza non nota).
Altre reazioni: sindrome reumatoide.
Effetti locali: l’iniezione i.m.
può essere seguita da irritazione nel punto di inoculazione. Gravidanza e allattamento
- Nelle donne in stato di gravidanza e nella primissima infanzia il prodotto va somministrato solo in caso di effettiva necessità e sotto il diretto controllo del medico.
Conservazione
- Nessuna speciale precauzione per la conservazione.
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