LIXIANA 10CPR RIV 15MG

34,56 €

Prezzo indicativo

Principio attivo: EDOXABAN TOSILATO
  • ATC: B01AF03
  • Descrizione tipo ricetta: RR/RRL-RIC.RIP.FANV/RIP.LIMIT
  • Presenza Glutine:
  • Presenza Lattosio:

Data ultimo aggiornamento: 06/03/2019

Lixiana è indicato nella prevenzione dell’ictus e dell’embolia sistemica nei pazienti adulti affetti da fibrillazione atriale non valvolare (FANV), con uno o più fattori di rischio, quali insufficienza cardiaca congestizia, ipertensione, età ≥ 75 anni, diabete mellito, precedente ictus o attacco ischemico transitorio (TIA). Lixiana è indicato nel trattamento della trombosi venosa profonda (TVP) e dell’embolia polmonare (EP) e per la prevenzione delle recidive di TVP ed EP negli adulti (vedere paragrafo 4.4 per i pazienti con EP emodinamicamente instabili).
Lixiana 15 mg compresse rivestite con film Ogni compressa rivestita con film da 15 mg contiene 15 mg di edoxaban (come tosilato). Lixiana 30 mg compresse rivestite con film Ogni compressa rivestita con film da 30 mg contiene 30 mg di edoxaban (come tosilato). Lixiana 60 mg compresse rivestite con film Ogni compressa rivestita con film da 60 mg contiene 60 mg di edoxaban (come tosilato). Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1; Sanguinamento clinicamente significativo in atto; Malattia epatica associata a coagulopatia ed a rischio di sanguinamento clinicamente rilevante.
Lesioni o condizioni tali da costituire un rischio significativo di sanguinamento maggiore.
Queste possono includere ulcerazione gastrointestinale recente o in corso, presenza di neoplasie maligne ad alto rischio di sanguinamento, recente traumatismo cerebrale o spinale, recente intervento chirurgico cerebrale, spinale od oftalmico, recente emorragia intracranica, varici esofagee accertate o sospette, malformazioni arterovenose, aneurismi vascolari o disfunzioni vascolari maggiori a livello intraspinale o intracerebrale.
Ipertensione severa non controllata.
Trattamento concomitante con altri anticoagulanti, come le eparine non frazionate, le eparine a basso peso molecolare (enoxaparina, dalteparina, ecc.), i derivati dell’eparina (fondaparinux, ecc.), gli anticoagulanti orali (warfarin, dabigatran etexilato, rivaroxaban, apixaban, ecc.), tranne nel caso specifico di cambiamento di terapia anticoagulante orale (vedere paragrafo 4.2) o quando le eparine non frazionate siano somministrate a dosi necessarie per mantenere pervio un catetere centrale, venoso o arterioso (vedere paragrafo 4.5).
Gravidanza e allattamento (vedere paragrafo 4.6).

Posologia

Posologia Prevenzione dell’ictus e dell’embolia sistemica La dose raccomandata è 60 mg di edoxaban una volta al giorno.
Nei pazienti affetti da FANV la terapia con edoxaban deve essere continuata a lungo termine.
Trattamento della TVP, trattamento dell’EP e prevenzione delle recidive di TVP ed EP (TEV) La dose raccomandata è 60 mg di edoxaban una volta al giorno, dopo l’uso iniziale di un anticoagulante per via parenterale per almeno 5 giorni (vedere paragrafo 5.1).
Edoxaban e l’anticoagulante iniziale per via parenterale non devono essere somministrati contemporaneamente.
La durata della terapia per il trattamento di TVP ed EP (tromboembolia venosa (TEV)) e per la prevenzione delle recidive di TEV deve essere personalizzata dopo una attenta valutazione dei benefici del trattamento rispetto al rischio di sanguinamento (vedere paragrafo 4.4).
Il trattamento di breve durata (almeno 3 mesi) si deve basare su fattori di rischio transitori (come ad esempio recente intervento chirurgico, trauma, immobilizzazione), mentre una durata prolungata si deve basare su fattori di rischio permanenti, quali TVP o EP idiopatica.
Per la FANV e la TEV la dose raccomandata è 30 mg di edoxaban una volta al giorno, nei pazienti con uno o più dei fattori clinici seguenti: • compromissione renale moderata o severa (clearance della creatinina (CrCl) 15-50 mL/min); • basso peso corporeo ≤ 60 kg; • co-somministrazione dei seguenti inibitori della glicoproteina P (P-gp): ciclosporina, dronedarone, eritromicina o ketoconazolo.
Tabella 1: Riassunto della posologia nella FANV e nella TEV (TVP ed EP)
Guida riassuntiva per la somministrazione
Dose raccomandata  60 mg di edoxaban una volta al giorno
Raccomandazione sulla dose per i pazienti con uno o più dei fattori clinici seguenti:
Compromissione renale Moderata o severa (CrCl 15-50 mL/min) 30 mg di edoxaban una volta al giorno
Basso peso corporeo 60 kg
Inibitori della P-gp Ciclosporina, dronedarone, eritromicina, ketoconazolo
Dose dimenticata In caso di dimenticanza di una dose di edoxaban, il paziente deve assumere la dose immediatamente e continuare il giorno seguente con lo schema di assunzione raccomandato una volta al giorno.
Il paziente non deve prendere nello stesso giorno una dose doppia di quella prescritta per compensare la dimenticanza della dose.
Passaggio da o ad altra terapia Una terapia anticoagulante continuata è importante nei pazienti con FANV e TEV.
Possono esserci situazioni che giustificano un cambiamento della terapia anticoagulante (Tabella 2).
Tabella 2: Passaggio da o ad altra terapia anticoagulante nella FANV e nella TEV (TVP ed EP)
Passaggio alla terapia con edoxaban
Da A Raccomandazione
Antagonista della vitamina K (AVK) Edoxaban Interrompere l’AVK e iniziare l’assunzione di edoxaban quando il rapporto internazionale normalizzato (INR) è ≤ 2,5.
Anticoagulanti orali diversi da AVK: • dabigatran; • rivaroxaban; • apixaban Edoxaban Interrompere dabigatran, rivaroxaban o apixaban e iniziare ad assumere edoxaban all’ora in cui sarebbe prevista la dose successiva dell’anticoagulante orale (vedere paragrafo 5.1).
Anticoagulanti parenterali Edoxaban Questi medicinali non devono essere somministrati contemporaneamente.
Anticoagulanti per via sottocutanea (ad es.: eparina a basso peso molecolare (LMWH), fondaparinux): Interrompere l’anticoagulante per via sottocutanea e iniziare ad assumere edoxaban nel momento in cui sarebbe prevista la dose successiva di anticoagulante per via sottocutanea.
Eparina non frazionata per via endovenosa (UFH): Interrompere l’infusione e iniziare edoxaban 4 ore dopo.
Passaggio da edoxaban ad altra terapia
Da A Raccomandazione
Edoxaban AVK Durante il passaggio da edoxaban agli AVK esiste la possibilità di un effetto anticoagulante inadeguato.
Durante il passaggio a un anticoagulante alternativo deve essere assicurata un’anticoagulazione adeguata.
Opzione orale: per i pazienti attualmente trattati con una dose da 60 mg, somministrare una dose di edoxaban da 30 mg una volta al giorno, insieme a una dose adeguata di AVK.
Per i pazienti attualmente trattati con una dose da 30 mg (per uno o più dei fattori clinici seguenti: compromissione renale moderata o severa (CrCl 15-50 mL/min), basso peso corporeo o uso di alcuni inibitori della P-gp), somministrare una dose di edoxaban da 15 mg una volta al giorno, insieme a una dose adeguata di AVK.
I pazienti non devono assumere una dose di carico di AVK al fine di raggiungere rapidamente un INR stabile compreso tra 2 e 3.
Si raccomanda di tenere conto della dose di mantenimento di AVK e dell’eventuale precedente trattamento dei pazienti con un AVK, oppure di usare un valido algoritmo di trattamento per l’AVK basato sull’INR, in conformità alla pratica locale.
Una volta conseguito un INR ≥ 2,0, si deve interrompere l’assunzione di edoxaban.
La maggior parte dei pazienti (85%) dovrebbe essere in grado di raggiungere un INR ≥ 2,0 entro 14 giorni di co-somministrazione di edoxaban e AVK.
Dopo 14 giorni si raccomanda di interrompere edoxaban e di continuare l’aumento graduale della dose di AVK al fine di conseguire un INR compreso tra 2 e 3.
Durante i primi 14 giorni di terapia concomitante, si raccomanda di misurare l’INR almeno tre volte subito prima di assumere la dose giornaliera di edoxaban, al fine di ridurre al minimo l’influenza di edoxaban sulle misurazioni dell’INR.
La co-somministrazione di edoxaban e AVK può aumentare l’INR post-somministrazione di edoxaban fino al 46%.
Opzione parenterale: interrompere l’assunzione di edoxaban e somministrare un anticoagulante parenterale e un AVK al momento della successiva dose di edoxaban prevista.
Una volta conseguito un INR stabile ≥ 2,0, interrompere l’anticoagulante parenterale e continuare con l’AVK.
Edoxaban Anticoagulanti orali diversi da AVK Interrompere l’assunzione di edoxaban e iniziare l’anticoagulante non-AVK nel momento in cui sarebbe prevista la dose successiva di edoxaban.
Edoxaban Anticoagulanti parenterali Questi medicinali non devono essere somministrati contemporaneamente.
Interrompere l’assunzione di edoxaban e iniziare l’anticoagulante parenterale nel momento in cui sarebbe prevista la dose successiva di edoxaban.
Popolazioni speciali Popolazione anziana Non è richiesta una riduzione della dose (vedere paragrafo 5.2).
Compromissione renale La funzione renale deve essere valutata in tutti i pazienti calcolando la CrCl, prima di iniziare il trattamento con edoxaban, al fine di escludere i pazienti con malattia renale allo stadio terminale (CrCl < 15 mL/min), di utilizzare la dose corretta di edoxaban nei pazienti con CrCl 15-50 mL/min (30 mg una volta al giorno) e nei pazienti con CrCl > 50 mL/min (60 mg una volta al giorno) e per decidere l’impiego di edoxaban nei pazienti con aumentata CrCl (vedere paragrafo 4.4).
La funzione renale deve essere valutata inoltre quando se ne sospetta un’alterazione durante il trattamento (ad es.
ipovolemia, disidratazione e in caso di co-somministrazione di alcuni medicinali).
Il metodo utilizzato per stimare la funzione renale (CrCl in mL/min) durante lo sviluppo clinico di edoxaban è stato il metodo di Cockcroft-Gault.
La formula è la seguente: • per la creatinina in mcmol/L:
1,23 x (140-età [anni]) x peso [kg] ( x 0,85 se donna)
creatinina sierica [mcmol/L]
• per la creatinina in mg/dL:
140-età [anni]) x peso [kg] ( x 0,85 se donna)
72 x creatinina sierica [mg/dL]
Questo metodo è raccomandato quando si valuta la CrCl dei pazienti prima e durante il trattamento con edoxaban.
Nei pazienti con compromissione renale lieve (CrCl > 50-80 mL/min), la dose raccomandata è 60 mg di edoxaban una volta al giorno.
Nei pazienti con compromissione renale moderata o severa (CrCl 15-50 mL/min), la dose raccomandata è 30 mg di edoxaban una volta al giorno (vedere paragrafo 5.2).
Nei pazienti con malattia renale allo stadio terminale (End Stage Renal Disease, ESRD) (CrCl < 15 mL/min) o in dialisi, l’uso di edoxaban non è raccomandato (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
Compromissione epatica Edoxaban è controindicato in pazienti con patologie epatiche associate a coagulopatia e rischio emorragico clinicamente significativo (vedere paragrafo 4.3).
Nei pazienti con compromissione epatica severa, l’uso di edoxaban non è raccomandato (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
Nei pazienti con compromissione epatica da lieve a moderata, la dose raccomandata è 60 mg di edoxaban una volta al giorno (vedere paragrafo 5.2).
Edoxaban deve essere usato con cautela nei pazienti con compromissione epatica da lieve a moderata (vedere paragrafo 4.4).
I pazienti con elevati livelli di enzimi epatici (alanina aminotransferasi (ALT) o aspartato aminotransferasi (AST) > 2 volte il limite superiore della norma (ULN)) o bilirubina totale ≥ 1,5 volte l’ULN sono stati esclusi dagli studi clinici.
Pertanto, edoxaban deve essere utilizzato con cautela in questa popolazione (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
Prima di iniziare il trattamento con edoxaban devono essere eseguiti i test di funzionalità epatica.
Peso corporeo Per i pazienti con peso corporeo ≤ 60 kg, la dose raccomandata è 30 mg di edoxaban una volta al giorno (vedere paragrafo 5.2).
Sesso Non è richiesta una riduzione della dose (vedere paragrafo 5.2).
Co-somministrazione di Lixiana con inibitori della glicoproteina P (P-gp) Nei pazienti che assumono Lixiana in concomitanza con i seguenti inibitori della P-gp: ciclosporina, dronedarone, eritromicina o ketoconazolo, la dose raccomandata è 30 mg di Lixiana una volta al giorno (vedere paragrafo 4.5).
Non è richiesta una riduzione della dose in caso di co-somministrazione di amiodarone, chinidina o verapamil (vedere paragrafo 4.5).
L’uso di Lixiana con altri inibitori della P-gp, inclusi gli inibitori delle proteasi dell’HIV, non è stato studiato.
Pazienti sottoposti a cardioversione Il trattamento con Lixiana può essere iniziato o continuato in pazienti che possono richiedere cardioversione.
Per la cardioversione guidata da ecocardiogramma transesofageo (TEE) in pazienti non trattati in precedenza con anticoagulanti, il trattamento con Lixiana deve iniziare almeno 2 ore prima della cardioversione al fine di assicurare un’adeguata anticoagulazione (vedere paragrafi 5.1 e 5.2).
La cardioversione deve essere eseguita entro e non oltre 12 ore dalla dose di Lixiana il giorno della procedura.
Per tutti i pazienti sottoposti a cardioversione: prima della cardioversione, si deve ottenere la conferma che il paziente abbia assunto Lixiana secondo le prescrizioni.
Le decisioni in merito all’inizio e alla durata del trattamento devono seguire le linee guida consolidate per il trattamento anticoagulante nei pazienti sottoposti a cardioversione.
Popolazione pediatrica L’uso di edoxaban non è raccomandato nei bambini e negli adolescenti dalla nascita ai 18 anni di età con evento di TEV (EP e/o TVP) confermato perché l’efficacia non è stata stabilita.
I dati al momento disponibili in pazienti con TEV sono riportati nei paragrafi 4.8, 5.1 e 5.2.
Modo di somministrazione Per uso orale.
Edoxaban può essere assunto con o senza cibo (vedere paragrafo 5.2).
Per i pazienti che non sono in grado di ingerire le compresse intere, le compresse di Lixiana possono essere frantumate e miscelate con acqua o purea di mele e somministrate immediatamente per via orale (vedere paragrafo 5.2).
In alternativa, le compresse di Lixiana possono essere frantumate e sospese in una piccola quantità di acqua e somministrate immediatamente attraverso un sondino nasogastrico o gastrico, che successivamente deve essere lavato con acqua (vedere paragrafo 5.2).
Le compresse di Lixiana frantumate sono stabili in acqua e purea di mele per un massimo di 4 ore.

Avvertenze e precauzioni

Edoxaban 15 mg non è indicato in monoterapia perché può avere una ridotta efficacia.
È indicato unicamente per il passaggio da edoxaban 30 mg (pazienti con uno o più fattori clinici che determinano un aumento dell’esposizione; vedere Tabella 1) ad AVK, insieme a una dose adeguata di AVK (vedere Tabella 2, paragrafo 4.2).
Rischio emorragico Edoxaban aumenta il rischio di sanguinamento e può causare sanguinamento grave, potenzialmente fatale.
Come per altri anticoagulanti, si raccomanda cautela nell’utilizzo di edoxaban in pazienti con aumentato rischio di emorragia.
La somministrazione di edoxaban dev’essere sospesa in caso di emorragia severa (vedere paragrafi 4.8 e 4.9).
Negli studi clinici i sanguinamenti delle mucose (ad es.
epistassi, sanguinamenti gastrointestinali e genito-urinari) e l’anemia sono stati segnalati più frequentemente durante il trattamento a lungo termine con edoxaban, rispetto al trattamento con AVK.
Perciò, oltre ad un’adeguata sorveglianza clinica, può essere importante, se ritenuto opportuno, effettuare dei controlli di laboratorio su emoglobina/ematocrito per rilevare dei sanguinamenti occulti.
Diverse sottopopolazioni di pazienti, descritte di seguito in dettaglio, presentano un rischio emorragico aumentato.
Tali pazienti devono essere sottoposti ad attento monitoraggio per la comparsa di segni e sintomi di complicanze emorragiche e anemia dopo l’inizio del trattamento (vedere paragrafo 4.8).
Una riduzione dell’emoglobina o della pressione arteriosa di origine sconosciuta deve indurre a ricercare un focolaio emorragico.
L’effetto anticoagulante di edoxaban non può essere monitorato in modo affidabile con i test di laboratorio standard.
Non è disponibile un agente specifico per l’inversione dell’effetto anticoagulante di edoxaban (vedere paragrafo 4.9).
L’emodialisi non contribuisce in misura significativa alla clearance di edoxaban (vedere paragrafo 5.2).
Anziani La co-somministrazione di edoxaban con acido acetilsalicilico (ASA) in pazienti anziani richiede cautela, a causa di un rischio di emorragia potenzialmente più elevato in questa popolazione (vedere paragrafo 4.5).
Compromissione renale Nei soggetti con compromissione renale lieve (CrCl > 50-80 mL/min), moderata (CrCl 30-50 mL/min) e severa (CrCl < 30 mL/min, ma non sottoposti a dialisi), l’area sotto la curva (AUC) plasmatica risultava aumentata rispettivamente del 32%, 74% e 72%, in rapporto ai soggetti con funzionalità renale nella norma (vedere paragrafo 4.2 per la riduzione della dose).
Nei pazienti con malattia renale allo stadio terminale o in dialisi, l’uso di Lixiana non è raccomandato (vedere paragrafi 4.2 e 5.2).
Funzione renale nella FANV Una tendenza verso una riduzione dell’efficacia a fronte di un aumento della CrCl è stata osservata con edoxaban, rispetto a warfarin ben gestito (vedere paragrafo 5.1 per ENGAGE AF-TIMI 48 e per ulteriori dati da E314 ed ETNA-AF).
Nei pazienti con FANV ed elevata CrCl edoxaban deve essere usato solo dopo un’attenta valutazione del rischio tromboembolico ed emorragico individuale.
Valutazione della funzione renale: la CrCl deve essere monitorata all’inizio del trattamento in tutti i pazienti e successivamente quando clinicamente indicato (vedere paragrafo 4.2).
Compromissione epatica Edoxaban non è raccomandato in pazienti con compromissione epatica severa (vedere paragrafi 4.2 e 5.2).
Edoxaban deve essere usato con cautela nei pazienti con compromissione epatica lieve o moderata (vedere paragrafo 4.2).
I pazienti con elevati livelli di enzimi epatici (ALT/AST > 2 volte l’ULN) o bilirubina totale ≥ 1,5 volte l’ULN sono stati esclusi dagli studi clinici.
Pertanto, edoxaban deve essere utilizzato con cautela in questa popolazione (vedere paragrafi 4.2 e 5.2).
Prima di iniziare il trattamento con edoxaban devono essere eseguiti i test di funzionalità epatica.Si raccomanda il monitoraggio periodico della funzionalità epatica nei pazienti in trattamento con edoxaban per oltre un anno.
Interruzione per intervento chirurgico e altri interventiSe l’anticoagulazione deve essere interrotta per ridurre il rischio di sanguinamento in corso di interventi chirurgici o altre procedure, edoxaban deve essere sospeso non appena possibile e preferibilmente almeno 24 ore prima dell’intervento.
Nel decidere l’eventualità di rimandare una procedura fino a 24 ore dopo l’ultima dose di edoxaban, deve essere valutato l’aumentato rischio emorragico in rapporto all’urgenza dell’intervento.
Il trattamento con edoxaban deve essere ripreso al più presto dopo l’intervento chirurgico o altra procedura non appena sia stata raggiunta un’emostasi adeguata, tenendo presente che il tempo richiesto per l’insorgenza dell’effetto terapeutico anticoagulante di edoxaban è 1 - 2 ore.
Se durante o dopo l’intervento chirurgico non possono essere assunti medicinali orali, si deve considerare la somministrazione di un anticoagulante parenterale e poi passare a edoxaban per via orale una volta al giorno (vedere paragrafo 4.2).
Interazione con altri medicinali che influiscono sull’emostasi La co-somministrazione di medicinali che influiscono sull’emostasi può aumentare il rischio di sanguinamento.
Questi comprendono ASA, inibitori del recettore piastrinico P2Y12, altri agenti antitrombotici, terapia fibrinolitica, inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) o inibitori della ricaptazione della serotonina-norepinefrina (SNRI) e uso cronico di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) (vedere paragrafo 4.5).
Protesi valvolari cardiache e stenosi mitralica da moderata a severa Edoxaban non è stato studiato in pazienti con valvole cardiache meccaniche, in pazienti durante i 3 mesi successivi all’impianto di una bioprotesi valvolare cardiaca, con o senza fibrillazione atriale, o in pazienti con stenosi mitralica da moderata a severa.
Pertanto, l’uso di edoxaban non è raccomandato in questi pazienti.
Pazienti con EP emodinamicamente instabili o pazienti che richiedono trombolisi o embolectomia polmonare Edoxaban non è raccomandato in alternativa all’eparina non frazionata in pazienti con embolia polmonare emodinamicamente instabili o che possono essere sottoposti a trombolisi o embolectomia polmonare, poiché la sicurezza e l’efficacia di edoxaban non sono state stabilite in tali situazioni cliniche.
Pazienti con neoplasie attive L’efficacia e la sicurezza di edoxaban nel trattamento e/o nella prevenzione della TEV nei pazienti con neoplasie attive non sono state stabilite.
Pazienti con sindrome antifosfolipidica Gli anticoagulanti orali ad azione diretta (DOAC), tra cui edoxaban, non sono raccomandati nei pazienti con storia pregressa di trombosi ai quali è diagnosticata la sindrome antifosfolipidica.
In particolare, per pazienti triplo-positivi (per anticoagulante lupico, anticorpi anticardiolipina e anticorpi anti-beta 2-glicoproteina I), il trattamento con DOAC potrebbe essere associato a una maggiore incidenza di eventi trombotici ricorrenti rispetto alla terapia con antagonisti della vitamina K.
Parametri di laboratorio relativi alla coagulazione Anche se il trattamento con edoxaban non richiede il monitoraggio continuo, l’effetto anticoagulante può essere stimato mediante un dosaggio quantitativo calibrato dell’anti-fattore Xa (anti-FXa), che può essere d’aiuto nel prendere una decisione clinica in situazioni particolari, come nei casi di sovradosaggio e di chirurgia d’urgenza (vedere anche paragrafo 5.2).
Edoxaban prolunga i test di coagulazione standard, quali tempo di protrombina (PT), l’INR e il tempo di tromboplastina parziale attivata (aPTT), in conseguenza dell’inibizione del fattore Xa (FXa).
Tuttavia, le modifiche osservate in questi test di coagulazione, alle dosi terapeutiche previste, sono minime, soggette ad un alto grado di variabilità e non sono utili per il monitoraggio dell’effetto anticoagulante di edoxaban.

Interazioni

Edoxaban viene assorbito prevalentemente nella parte superiore del tratto gastrointestinale.
Pertanto, i medicinali o le condizioni patologiche che aumentano lo svuotamento gastrico e la motilità intestinale possono ridurre la dissoluzione e l’assorbimento di edoxaban.
Inibitori della P-gp Edoxaban è un substrato del trasportatore di efflusso P-gp.
Negli studi di farmacocinetica, la co-somministrazione di edoxaban con gli inibitori della P-gp ciclosporina, dronedarone, eritromicina, ketoconazolo, chinidina o verapamil ha prodotto un aumento delle concentrazioni plasmatiche di edoxaban.
La co-somministrazione di edoxaban con ciclosporina, dronedarone, eritromicina o ketoconazolo richiede una riduzione della dose a 30 mg una volta al giorno.
La co-somministrazione di edoxaban con chinidina, verapamil o amiodarone non richiede una riduzione della dose sulla base dei dati clinici (vedere paragrafo 4.2).
L’uso di edoxaban con altri inibitori della P-gp, inclusi gli inibitori delle proteasi del virus dell’immunodeficienza umana (HIV), non è stato studiato.
Durante la co-somministrazione con i seguenti inibitori della P-gp, edoxaban deve essere somministrato alla dose di 30 mg una volta al giorno: • Ciclosporina: la co-somministrazione di una dose singola di ciclosporina da 500 mg con una dose singola di edoxaban da 60 mg ha aumentato l’AUC e la concentrazione sierica massima (Cmax) di edoxaban rispettivamente del 73% e del 74%.
Dronedarone: dronedarone 400 mg due volte al giorno per 7 giorni, con una singola dose concomitante di edoxaban 60 mg il giorno 5, ha aumentato l’AUC e la Cmax di edoxaban rispettivamente dell’85% e del 46%.
Eritromicina: eritromicina 500 mg quattro volte al giorno per 8 giorni, con una singola dose concomitante di edoxaban 60 mg il giorno 7, ha aumentato l’AUC e la Cmax di edoxaban rispettivamente dell’85% e del 68%.
Ketoconazolo: ketoconazolo 400 mg una volta al giorno per 7 giorni, con una singola dose concomitante di edoxaban 60 mg il giorno 4, ha aumentato l’AUC e la Cmax di edoxaban rispettivamente dell’87% e dell’89%.
Durante la co-somministrazione con i seguenti inibitori della P-gp, edoxaban è raccomandato alla dose di 60 mg una volta al giorno: • Chinidina: chinidina 300 mg una volta al giorno i giorni 1 e 4 e tre volte al giorno i giorni 2 e 3, con una singola dose concomitante di edoxaban 60 mg il giorno 3, ha aumentato l’AUC di edoxaban nelle 24 ore del 77% e la Cmax dell’85%.
Verapamil: verapamil 240 mg una volta al giorno per 11 giorni, con una singola dose concomitante di edoxaban 60 mg il giorno 10, ha aumentato l’AUC e la Cmax di edoxaban di circa il 53%.
Amiodarone: la co-somministrazione di amiodarone 400 mg una volta al giorno con edoxaban 60 mg una volta al giorno ha aumentato l’AUC del 40% e la Cmax del 66%.
Questo risultato non è stato considerato clinicamente significativo.
Nello studio ENGAGE AF-TIMI 48 condotto nella FANV, l’efficacia e la sicurezza sono risultate simili per i soggetti con o senza la co-somministrazione di amiodarone.
Claritromicina: claritromicina (500 mg due volte al giorno) per 10 giorni, con una singola dose concomitante di edoxaban 60 mg il 9° giorno, ha aumentato l’AUC e la Cmax di edoxaban, rispettivamente, di circa il 53% e il 27%.
Induttori della P-gp La co-somministrazione di edoxaban e dell’induttore della P-gp rifampicina ha determinato riduzione dell’AUC media e dell’emivita di edoxaban, con possibile riduzione dei suoi effetti farmacodinamici.
La co-somministrazione di edoxaban e altri induttori della P-gp (ad es.
fenitoina, carbamazepina, fenobarbital o iperico) può ridurre le concentrazioni plasmatiche di edoxaban.
Edoxaban deve essere usato con cautela in caso di co-somministrazione di induttori della P-gp.
Substrati della P-gp Digossina Edoxaban 60 mg una volta al giorno nei Giorni da 1 a 14, con co-somministrazione di dosi giornaliere ripetute di digossina 0,25 mg due volte al giorno (Giorni 8 e 9) e 0,25 mg una volta al giorno (Giorni da 10 a 14), ha aumentato la Cmax di edoxaban del 17%, senza effetti significativi sull’AUC o sulla clearance renale allo stato stazionario.
Quando sono stati esaminati gli effetti di edoxaban anche sulla farmacocinetica di digossina, la Cmax della digossina è risultata aumentata di circa il 28% e l’AUC del 7%.
Questo dato non è stato considerato clinicamente rilevante.
Non è necessaria una modifica della dose quando edoxaban è somministrato con digossina.
Anticoagulanti, antiaggreganti piastrinici, FANS e SSRI/SNRI Anticoagulanti La co-somministrazione di edoxaban con altri anticoagulanti è controindicata a causa dell’aumentato rischio di sanguinamento (vedere paragrafo 4.3).
ASA La co-somministrazione di ASA (100 mg o 325 mg) ed edoxaban ha aumentato il tempo di sanguinamento rispetto alla somministrazione di ciascun medicinale da solo.
La co-somministrazione di ASA ad alte dosi (325 mg) ha aumentato la Cmax e l’AUC di edoxaban allo stato stazionario rispettivamente del 35% e 32%.
La co-somministrazione cronica di ASA ad alte dosi (325 mg) con edoxaban non è raccomandata.
La co-somministrazione di dosi di ASA superiori a 100 mg deve avvenire esclusivamente sotto supervisione medica.
Negli studi clinici, la co-somministrazione di ASA a basse dosi (≤ 100 mg/die), altri agenti antiaggreganti e tienopiridine era consentita e ha determinato un aumento di sanguinamento maggiore di due volte rispetto all’assenza di co-somministrazione, sebbene in misura simile nei gruppi edoxaban e warfarin (vedere paragrafo 4.4).
La co-somministrazione di ASA a basse dosi (≤ 100 mg) non ha influito sul picco di esposizione o sull’esposizione totale di edoxaban, dopo dose singola o allo stato stazionario.
Edoxaban può essere somministrato in concomitanza con ASA a basse dosi (≤ 100 mg/die).
Inibitori dell’aggregazione piastrinica Nello studio ENGAGE AF-TIMI 48, la co-somministrazione di tienopiridine (ad es.
clopidogrel) in monoterapia era consentita e ha determinato un aumento clinicamente rilevante del sanguinamento, sebbene con un minore rischio di sanguinamento per edoxaban rispetto a warfarin (vedere paragrafo 4.4).
L’esperienza sull’uso di edoxaban con duplice terapia antiaggregante o agenti fibrinolitici è molto limitata.FANS La co-somministrazione di naprossene ed edoxaban ha aumentato il tempo di sanguinamento rispetto alla somministrazione di ciascuno dei due medicinali da solo.
Naprossene non ha avuto alcun effetto sulla Cmax e sull’AUC di edoxaban.
Negli studi clinici la co-somministrazione di FANS ha determinato un aumento del sanguinamento clinicamente rilevante.
L’uso cronico di FANS con edoxaban non è raccomandato.
SSRI/SNRI Come con altri anticoagulanti, è possibile che i pazienti siano esposti a un maggiore rischio di sanguinamento in caso di co-somministrazione con SSRI o SNRI a causa del loro effetto sulle piastrine (vedere paragrafo 4.4).
Effetto di edoxaban su altri medicinali Edoxaban ha aumentato del 28% la Cmax di digossina somministrata in concomitanza, senza tuttavia influire sull’AUC.
Edoxaban non ha avuto alcun effetto sulla Cmax e sull’AUC di chinidina.
Edoxaban ha ridotto la Cmax e l’AUC di verapamil somministrato in concomitanza rispettivamente del 14% e del 16%.

Effetti indesiderati

Riassunto del profilo di sicurezza Il profilo di sicurezza di edoxaban si basa su due studi di fase 3 (21 105 pazienti con FANV e 8 292 pazienti con TEV (TVP ed EP)) e sull’esperienza post-autorizzazione.
Le reazioni avverse più comunemente segnalate in associazione al trattamento con edoxaban sono epistassi (7,7%), ematuria (6,9%) e anemia (5,3%).
Il sanguinamento può verificarsi in qualsiasi sede e può essere di grado severo e addirittura fatale (vedere paragrafo 4.4).
Tabella delle reazioni avverse La Tabella 3 fornisce l’elenco delle reazioni avverse osservate nei due studi registrativi di fase 3, nei pazienti con TEV e FANV, combinati per entrambe le indicazioni e delle reazioni avverse al farmaco identificate nel contesto post-marketing.
Le reazioni avverse sono riportate secondo la classificazione per sistemi e organi (SOC) secondo MedDRA e frequenza, utilizzando la convenzione seguente: molto comune (≥1/10), comune (≥1/100, <1/10), non comune (≥1/1 000, <1/100); raro (≥1/10 000, <1/1 000), molto raro (<1/10 000) e non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Tabella 3: Elenco delle reazioni avverse per FANV e TEV
Classificazione per sistemi e organi Frequenza
Patologie del sistema emolinfopoietico
Anemia Comune
Trombocitopenia Non comune
Disturbi del sistema immunitario
Ipersensibilità Non comune
Reazione anafilattica Raro
Edema allergico Raro
Patologie del sistema nervoso
Capogiro Comune
Cefalea Comune
Emorragia intracranica Non comune
Emorragia subaracnoidea Raro
Patologie dell’occhio
Emorragia della congiuntiva/sclera Non comune
Emorragia intraoculare Non comune
Patologie cardiache
Emorragia pericardica Raro
Patologie vascolari
Altra emorragia Non comune
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Epistassi Comune
Emottisi Non comune
Patologie gastrointestinali
Dolore addominale Comune
Emorragia del tratto gastrointestinale inferiore Comune
Emorragia del tratto gastrointestinale superiore Comune
Emorragia orale/della faringe Comune
Nausea Comune
Emorragia retroperitoneale Raro
Patologie epatobiliari
Bilirubina ematica aumentata Comune
Gamma-glutamiltransferasi aumentata Comune
Fosfatasi alcalina ematica aumentata Non comune
Transaminasi aumentate Non comune
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Emorragia del tessuto molle cutaneo Comune
Eruzione cutanea Comune
Prurito Comune
Orticaria Non comune
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
Emorragia intramuscolare (senza sindrome compartimentale) Raro
Emorragia intra-articolare Raro
Patologie renali e urinarie
Ematuria macroscopica/Emorragia uretrale Comune
Nefropatia da anticoagulanti Non nota
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella
Emorragia vaginale¹ Comune
Patologie generali e condizioni relative alla sede di somministrazione
Emorragia in sede di puntura Comune
Esami diagnostici
Prova di funzionalità epatica anormale Comune
Traumatismi, intossicazioni e complicazioni da procedura
Emorragia in sede di intervento Non comune
Emorragia subdurale Raro
Emorragia procedurale Raro
¹ Le frequenze di segnalazione si basano sulla popolazione femminile negli studi clinici.
Emorragie vaginali sono state segnalate con frequenza comune nelle donne di età inferiore a 50 anni, mentre la frequenza è stata non comune nelle donne di età superiore a 50 anni.
Descrizione di particolari reazioni avverse Anemia emorragica A causa del suo meccanismo d’azione farmacologico, l’uso di edoxaban può essere associato a un aumento del rischio di emorragie occulte o conclamate in qualsiasi tessuto od organo, che possono indurre anemia post-emorragica.
Segni, sintomi e severità (compreso l’esito fatale) variano a seconda della sede e del grado o dell’entità dell’emorragia e/o dell’anemia (vedere paragrafo 4.9).
Negli studi clinici i sanguinamenti delle mucose (ad es.
epistassi, sanguinamenti gastrointestinali e genito-urinari) e l’anemia sono stati segnalati più frequentemente durante il trattamento a lungo termine con edoxaban, in confronto al trattamento con AVK.
Perciò, oltre ad un’adeguata sorveglianza clinica, può essere importante, se ritenuto opportuno, effettuare dei controlli di laboratorio su emoglobina/ematocrito per rilevare dei sanguinamenti occulti.
Il rischio emorragico può essere aumentato in determinate categorie di pazienti, ad es.
nei pazienti con severa ipertensione arteriosa non controllata e/o sottoposti a trattamenti concomitanti con effetti sull’emostasi (vedere paragrafo 4.4).
Le mestruazioni possono essere di intensità e/o durata maggiore.
Le complicanze emorragiche possono manifestarsi come debolezza, pallore, capogiro, cefalea o gonfiori di origine sconosciuta, dispnea e shock di origine non nota.
Con edoxaban sono state segnalate le note complicanze delle emorragie severe, come la sindrome compartimentale e la compromissione renale dovuta a ipoperfusione o la nefropatia da anticoagulanti.
Pertanto, nella valutazione delle condizioni dei pazienti in terapia anticoagulante occorre considerare l’eventualità di un’emorragia.
Popolazione pediatrica La sicurezza di edoxaban è stata valutata in due studi di fase 3 (Hokusai VTE PEDIATRICS ed ENNOBLE-ATE) condotti in pazienti pediatrici dalla nascita a meno di 18 anni di età con TEV (286 pazienti, 145 pazienti trattati con edoxaban) e malattie cardiache a rischio di eventi trombotici (167 pazienti, 109 pazienti trattati con edoxaban).
Complessivamente, il profilo di sicurezza osservato nei bambini è stato simile a quello della popolazione di pazienti adulti (vedere Tabella 3).
In totale, il 16,6% dei pazienti pediatrici trattati con edoxaban per TEV ha manifestato reazioni avverse.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

Gravidanza e allattamento

Donne in età fertile Le donne in età fertile devono evitare di iniziare una gravidanza durante il trattamento con edoxaban.
Gravidanza La sicurezza e l’efficacia di edoxaban nelle donne in gravidanza non sono state stabilite.
Gli studi sugli animali hanno mostrato una tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).
Per la potenziale tossicità riproduttiva, il rischio emorragico intrinseco e l’evidenza che edoxaban attraversa la placenta, Lixiana è controindicato durante la gravidanza (vedere paragrafo 4.3).
Allattamento La sicurezza e l’efficacia di edoxaban nelle donne che allattano non sono state stabilite.
I dati ricavati dagli animali indicano che edoxaban è escreto nel latte materno.
Pertanto, Lixiana è controindicato durante l’allattamento (vedere paragrafo 4.3).
Si deve decidere se interrompere l’allattamento o interrompere la terapia/astenersi dalla terapia.Fertilità Non sono stati condotti studi specifici con edoxaban per determinare gli effetti sulla fertilità in uomini e donne.
In uno studio di fertilità maschile e femminile condotto nel ratto non sono stati osservati effetti (vedere paragrafo 5.3).

Conservazione

Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.

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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.