LAMIVUDINA ZIDOVUDINA MY 60CPR

212,31 €

Prezzo indicativo

Principio attivo: LAMIVUDINA/ZIDOVUDINA
  • ATC: J05AR01
  • Descrizione tipo ricetta: RNRL - LIMITATIVA NON RIPETIB.
  • Presenza Glutine:
  • Presenza Lattosio:

Data ultimo aggiornamento: 09/07/2013

Lamivudina e Zidovudina Mylan è indicato nella terapia di associazione antiretrovirale per il trattamento dell’infezione da Virus dell’Immunodeficienza Umana (HIV) (vedere paragrafo 4.2).
Ogni compressa rivestita con film contiene 150 mg di lamivudina e 300 mg di zidovudina. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

Ipersensibilità ai principi attivi o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1; La zidovudina è controindicata nei pazienti con conta dei neutrofili anormalmente bassa (<0,75 x 109/l) oppure con livelli di emoglobina anormalmente bassi (<7,5 g/dl o 4,65 mmol/l).
Pertanto Lamivudina e Zidovudina Mylan è controindicato in questi pazienti (vedere paragrafo 4.4).

Posologia

La terapia deve essere iniziata da un medico con esperienza nella gestione dell’infezione da HIV.
Posologia Adulti e adolescenti di peso almeno pari ad almeno 30 kg La dose raccomandata di Lamivudina e Zidovudina Mylan è una compressa due volte al giorno.
Bambini di peso compreso fra 21 kg e 30 kg La dose orale raccomandata di Lamivudina e Zidovudina Mylan è mezza compressa assunta al mattino e una compressa intera assunta alla sera.
Bambini di peso compreso fra 14 kg e 21 kg La dose orale raccomandata di Lamivudina e Zidovudina Mylan è mezza compressa due volte al giorno.
Il regime posologico per pazienti in età pediatrica con peso compreso tra 14 e 30 kg si basa in prevalenza su modelli farmacocinetici ed è supportato dai dati provenienti da studi clinici in cui i componenti lamivudina e zidovudina sono stati usati singolarmente.
Può verificarsi una sovraesposizione farmacocinetica di zidovudina, pertanto in questi pazienti deve essere garantito un accurato monitoraggio di sicurezza.
Se si verifica intolleranza gastrointestinale nei pazienti con peso compreso fra 21 e 30 kg, può essere adottato uno schema posologico alternativo che prevede l’assunzione di mezza compressa tre volte al giorno nel tentativo di migliorare la tollerabilità.
Le compresse di Lamivudina e Zidovudina Mylan non devono essere usate nei bambini con peso inferiore a 14 kg, poiché non è possibile aggiustare in modo adeguato il dosaggio in funzione del peso del bambino.
Questi pazienti devono assumere lamivudina e zidovudina in formulazioni separate, secondo le raccomandazioni di dosaggio prescritte per questi prodotti.
Per questi pazienti e per quelli che non sono in grado di deglutire le compresse, sono disponibili soluzioni orali di lamivudina e zidovudina.
Nei casi in cui si renda necessaria l’interruzione della terapia con uno dei principi attivi di Lamivudina e Zidovudina Mylan o la riduzione della dose, sono disponibili preparazioni a base di lamivudina e zidovudina separate in compresse/capsule e in soluzione orale.
Danno renale Nei pazienti con danno renale, le concentrazioni di lamivudina e zidovudina sono aumentate a causa della riduzione della clearance (vedere paragrafo 4.4).
Pertanto, poiché possono essere necessari aggiustamenti del dosaggio, si raccomanda di somministrare preparazioni separate di lamivudina e zidovudina nei pazienti con grave compromissione renale (clearance creatinina ≤30 ml/min).
Il medico deve fare riferimento alle relative informazioni di prescrizione dei singoli medicinali.
Compromissione epatica Dati limitati ottenuti da pazienti con cirrosi suggeriscono che può verificarsi accumulo di zidovudina in pazienti con compromissione epatica a causa della diminuzione della glucuronidazione.
I dati ottenuti da pazienti con compromissione epatica da moderata a grave, mostrano che la farmacocinetica della lamivudina non è significativamente alterata dalla disfunzione epatica.
Tuttavia, poiché possono rendersi necessari aggiustamenti posologici della zidovudina, si raccomanda di somministrare preparazioni separate di lamivudina e zidovudina nei pazienti con grave compromissione epatica.
Il medico deve fare riferimento alle relative informazioni di prescrizione dei singoli medicinali.
Reazioni avverse ematologiche Possono rendersi necessari aggiustamenti nella posologia della zidovudina se i livelli di emoglobina scendono al di sotto di 9 g/dl o 5,59 mmol/l o se la conta dei neutrofili scende al di sotto di 1,0 x 109/l (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
Poiché non è possibile l’aggiustamento della posologia di Lamivudina e Zidovudina Mylan, devono essere usate preparazioni separate di zidovudina e lamivudina.
Il medico deve fare riferimento alle relative informazioni di prescrizione dei singoli medicinali.
Anziani Non sono disponibili dati specifici, tuttavia si consiglia di prestare particolare attenzione in questa classe di età, a causa delle modifiche associate all’età, come la diminuzione della funzionalità renale e le alterazioni dei parametri ematologici.
Modo di somministrazione Uso orale.
Lamivudina e Zidovudina Mylan può essere assunto con o senza cibo.
Al fine di garantire la somministrazione dell’intera dose, la/e compressa/e deve/ono preferibilmente essere deglutita/e senza essere rotta/e.
Per i pazienti che non sono in grado di deglutire le compresse, queste possono essere frantumate e aggiunte ad una piccola quantità di cibo semi-solido o di liquido, il tutto deve essere assunto immediatamente (vedere paragrafo 5.2).

Avvertenze e precauzioni

In questo paragrafo sono incluse le avvertenze speciali e le precauzioni relative sia alla lamivudina sia alla zidovudina.
Non vi sono ulteriori precauzioni e avvertenze relative all’associazione di Lamivudina e Zidovudina Mylan.
Nei casi in cui è necessario un aggiustamento della posologia, si raccomanda di somministrare preparazioni separate di lamivudina e zidovudina (vedere paragrafo 4.2).
In questi casi il medico deve far riferimento alle relative informazioni di prescrizione dei singoli medicinali.
L’uso concomitante di stavudina e zidovudina deve essere evitato (vedere paragrafo 4.5).
Infezioni opportunistiche I pazienti che ricevono Lamivudina e Zidovudina Mylan o qualsiasi altra terapia antiretrovirale possono continuare a sviluppare infezioni opportunistiche ed altre complicanze dovute all’infezione da HIV.
Pertanto, i pazienti devono rimanere sotto stretta osservazione clinica da parte di medici esperti nel trattamento dell’infezione da HIV.
Reazioni ematologiche avverse Ci si può attendere che nei pazienti in trattamento con zidovudina si verifichino anemia, neutropenia e leucopenia (di solito secondaria alla neutropenia).
Queste reazioni si verificano con maggior frequenza ai dosaggi più alti di zidovudina (1200 - 1500 mg/die) e in pazienti con una scarsa riserva di tessuto midollare prima del trattamento, in particolar modo in quelli con patologia da HIV in fase avanzata.
Pertanto, nei pazienti che ricevono Lamivudina e Zidovudina Mylan i parametri ematologici devono essere attentamente monitorati (vedere paragrafo 4.3).
Questi effetti ematologici di solito non vengono osservati prima di 4-6 settimane di terapia.
Nei pazienti con patologia da HIV sintomatica in fase avanzata, si raccomanda generalmente di effettuare i controlli ematologici almeno ogni due settimane per i primi tre mesi di terapia ed almeno una volta al mese in seguito.
Nei pazienti con patologia da HIV in fase precoce le reazioni avverse ematologiche non sono frequenti.
A seconda delle condizioni generali del paziente, i test ematologici possono essere effettuati con minore frequenza, per esempio ogni uno-tre mesi.
Inoltre, può essere richiesto un aggiustamento della posologia della zidovudina se si verificano anemia grave e mielosoppressione durante il trattamento con Lamivudina e Zidovudina Mylan, o nei pazienti con preesistente compromissione midollare, ad es.
emoglobina <9 g/dl (5,59 mmol/l) o conta dei neutrofili <1,0 x 109 /l (vedere paragrafo 4.2).
Poiché non è possibile un aggiustamento della posologia di Lamivudina e Zidovudina Mylan, devono essere impiegate preparazioni separate di zidovudina e lamivudina.
Il medico deve far riferimento alle relative informazioni di prescrizione dei singoli medicinali.
Pancreatite Raramente si sono verificati casi di pancreatite nei pazienti trattati con lamivudina e zidovudina.
Tuttavia, non è chiaro se questi casi siano dovuti al trattamento antiretrovirale o alla patologia da HIV in corso.
Il trattamento con Lamivudina e Zidovudina Mylan deve essere interrotto immediatamente se si verificano segni clinici, sintomi, o anomalie di laboratorio indicativi di pancreatite.
Acidosi lattica: Con l’uso di analoghi nucleosidici è stata segnalata acidosi lattica di solito associata ad epatomegalia e steatosi epatica.
Sintomi precoci (iperlattatemia sintomatica) includono sintomi benigni a carico dell’apparato digerente (nausea, vomito e dolore addominale), malessere non specifico, perdita di appetito, perdita di peso, sintomi respiratori (respirazione accelerata e/o profonda) o sintomi neurologici (compresa debolezza motoria).
L’acidosi lattica presenta un’alta mortalità e può essere associata a pancreatite, insufficienza epatica o insufficienza renale.
In genere l’acidosi lattica si è verificata sia dopo i primi mesi di trattamento sia dopo molti mesi.
Il trattamento con analoghi nucleosidici deve essere interrotto in caso di insorgenza di iperlattatemia sintomatica e acidosi metabolica/lattica, epatomegalia progressiva o rapido incremento dei livelli di aminotransferasi.
Si deve prestare cautela quando si somministrano analoghi nucleosidici a qualunque paziente (in particolare donne obese) con epatomegalia, epatite od altri noti fattori di rischio di patologia epatica e steatosi epatica (compresi alcuni medicinali e gli alcolici).
I pazienti con infezione concomitante da epatite C e trattati con alfa interferone e ribavirina possono essere particolarmente a rischio.
I pazienti con aumentato rischio devono essere attentamente seguiti.
Disfunzione mitocondriale dopo esposizione in utero Gli analoghi nucleosidici e nucleotidici possono influire sulla funzione mitocondriale a livelli variabili, più pronunciati con stavudina, didanosina e zidovudina.
Sono stati segnalati casi di disfunzione mitocondriale in neonati HIV-negativi esposti agli analoghi nucleosidici in utero e/o dopo la nascita; questi riguardavano prevalentemente regimi terapeutici contenenti zidovudina.
Le principali reazioni avverse segnalate sono disturbi ematologici (anemia, neutropenia) e disturbi metabolici (iperlattatemia e iperlipasemia).
Queste reazioni sono state spesso transitorie.
Raramente sono stati segnalati disturbi neurologici a insorgenza ritardata (ipertonia, convulsioni, comportamenti anomali).
Attualmente non è noto se tali disturbi neurologici siano transitori o permanenti.
Questi risultati devono essere tenuti in considerazione per qualsiasi bambino esposto in utero ad analoghi nucleosidici e nucleotidici, che presenti manifestazioni cliniche severe di eziologia non nota, in particolare manifestazioni neurologiche.
Queste osservazioni non hanno effetto sulle attuali linee guida nazionali di impiego della terapia antiretrovirale nelle donne in gravidanza per prevenire la trasmissione verticale dell’HIV.
Lipoatrofia Il trattamento con zidovudina è stato associato con la perdita del grasso sottocutaneo che è stato collegato alla tossicità mitocondriale.
L'incidenza e la gravità della lipoatrofia sono legate all’esposizione cumulativa.
Questa perdita di grasso che risulta più evidente nel viso, negli arti e nei glutei, può non essere reversibile quando si passa ad un regime terapeutico privo di zidovudina.
I pazienti devono essere regolarmente valutati per i segni di lipoatrofia durante la terapia con zidovudina e con medicinali contenenti zidovudina.
Qualora vi sia il sospetto di sviluppo di lipoatrofia, si deve passare ad un regime terapeutico alternativo.
Peso e parametri metabolici Durante la terapia antiretrovirale si può verificare un aumento del peso e dei livelli ematici dei lipidi e del glucosio.
Tali cambiamenti possono in parte essere correlati al controllo della malattia e allo stile di vita.
Per i lipidi, in alcuni casi vi è evidenza di un effetto del trattamento, mentre per l'aumento di peso non esiste un’evidenza forte che lo correli a un trattamento particolare.
Per il monitoraggio dei livelli dei lipidi ematici e del glucosio si fa riferimento alle linee guida stabilite per il trattamento dell'HIV.
I disturbi del metabolismo lipidico devono essere trattati in maniera clinicamente appropriata.
Sindrome da riattivazione immunitaria In pazienti affetti da HIV con deficienza immunitaria grave al momento dell’istituzione della terapia antiretrovirale di combinazione (CART), può insorgere una reazione infiammatoria a patogeni opportunisti asintomatici o residuali e causare condizioni cliniche gravi, o il peggioramento dei sintomi.
Tipicamente, tali reazioni sono state osservate entro le prime settimane o mesi dall’inizio della CART.
Esempi rilevanti sono le retiniti da citomegalovirus, le infezioni micobatteriche generalizzate e/o focali e la polmonite da Pneumocystis jiroveci (spesso indicata come PCP).
Qualsiasi sintomo infiammatorio deve essere valutato e deve essere instaurato un trattamento, se necessario.
Patologie autoimmuni (come la malattia di Graves e epatite autoimmune) si sono verificate nell’ambito della riattivazione immunitaria; tuttavia, il tempo di insorgenza segnalato è più variabile e questi eventi possono verificarsi molti mesi dopo l’inizio del trattamento.
Patologia epatica Se la lamivudina viene impiegata in concomitanza per il trattamento dell’HIV e del virus dell’epatite B(HBV), nel Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto di lamivudina sono disponibili ulteriori informazioni relative all’impiego di lamivudina nel trattamento dell’infezione da virus dell’epatite B.
La sicurezza e l’efficacia della zidovudina non sono state stabilite nei pazienti con significativi disturbi epatici in corso.
I pazienti con epatite cronica B o C e trattati con una terapia di combinazione antiretrovirale sono a rischio aumentato di eventi avversi epatici gravi e potenzialmente fatali.
Nel caso di una terapia antivirale concomitante per l’epatite B o C, si faccia riferimento anche alle relative informazioni di tali medicinali.
Se Lamivudina e Zidovudina Mylan viene sospeso nei pazienti con infezione concomitante da virus dell’epatite B, si raccomanda il monitoraggio periodico sia dei test di funzionalità epatica sia dei marker di replicazione dell’HBV per 4 mesi, dal momento che la sospensione della lamivudina può provocare un’esacerbazione acuta dell’epatite.
I pazienti con disfunzione epatica pre-esistente, compresa l’epatite cronica attiva, presentano una aumentata frequenza di anomalie della funzionalità epatica durante la terapia antiretrovirale di combinazione e devono essere monitorati secondo la prassi consueta.
Qualora in tali pazienti si evidenzi un peggioramento della patologia epatica, si deve prendere in considerazione l’interruzione o la sospensione del trattamento.
Co-infezione da virus dell’epatite C L’uso concomitante di ribavirina con zidovudina non è raccomandato a causa dell’aumentato rischio di anemia (vedere paragrafo 4.5).
Osteonecrosi Sebbene l’eziologia sia considerata multifattoriale (compreso l’impiego di corticosteroidi, il consumo di alcol, l’immunosoppressione grave, un più elevato indice di massa corporea), sono stati segnalati casi di osteonecrosi soprattutto nei pazienti con malattia da HIV in stadio avanzato e/o esposti per lungo tempo alla terapia antiretrovirale di combinazione (CART).
Ai pazienti deve essere raccomandato di rivolgersi al medico in caso di comparsa di fastidi, dolore e rigidità alle articolazioni, o difficoltà nel movimento.
Lamivudina e Zidovudina Mylan non deve essere assunto in associazione ad altri medicinali contenenti lamivudina o medicinali contenenti emtricitabina.
La combinazione di lamivudina con cladribina non è raccomandata (vedere paragrafo 4.5).
Somministrazione nei soggetti con compromissione renale moderataI pazienti con una clearance della creatinina compresa tra 30 e 49 ml/min trattati con Lamivudina e Zidovudina Mylan possono andare incontro ad un’esposizione a lamivudina (AUC) da 1,6 a 3,3 volte superiore rispetto ai pazienti con una clearance della creatinina ≥50 ml/min.
Non ci sono dati di sicurezza provenienti da studi randomizzati, controllati che confrontano Lamivudina e Zidovudina Mylan con i singoli componenti nei pazienti con una clearance della creatinina compresa tra 30 e 49 ml/min che hanno ricevuto lamivudina ad una dosa aggiustata.
Negli studi registrativi originali di lamivudina in combinazione con zidovudina, esposizioni più elevate di lamivudina sono state associate a tassi più elevati di tossicità ematologiche (neutropenia e anemia), sebbene le interruzioni dovute a neutropenia o anemia si siano verificate ciascuna in <1% dei soggetti.
Possono verificarsi altri eventi avversi correlati a lamivudina (come disturbi gastrointestinali ed epatici).
I pazienti con una clearance della creatinina persistente tra 30 e 49 ml/min che vengono trattati con Lamivudina e Zidovudina devono essere monitorati per gli eventi avversi correlati a lamivudina, in particolare le tossicità ematologiche.
Se si manifestano neutropenia o anemia o un peggioramento delle stesse, si raccomanda un aggiustamento della dose di lamivudina, secondo le informazioni del riassunto delle caratteristiche del prodotto di lamivudina, che non può essere ottenuto con Lamivudina e Zidovudina Mylan.
Lamivudina e Zidovudina Mylan deve essere sospeso e devono essere usati i singoli componenti per ricostruire il regime di trattamento.
Lamivudina e Zidovudina Mylan contiene sodio Questo medicinale contiene meno di 1 mmol di sodio (23 mg) per compressa, cioè è essenzialmente “privo di sodio”.

Interazioni

Lamivudina e Zidovudina Mylan contiene lamivudina e zidovudina, pertanto ogni interazione identificata con i singoli medicinali principi attivi è pertinente anche a Lamivudina e Zidovudina Mylan.
Studi clinici hanno dimostrato che non si verificano interazioni clinicamente significative tra lamivudina e zidovudina.
La zidovudina è metabolizzata principalmente dagli enzimi UGT; la co-somministrazione di induttori o inibitori degli enzimi UGT può alterare l’esposizione a zidovudina.
La lamivudina viene eliminata per via renale.
La secrezione renale attiva della lamivudina nell’urina è mediata dai trasportatori dei cationi organici (OCT); la co-somministrazione di lamivudina con inibitori degli OCT o con farmaci nefrotossici può aumentare l’esposizione alla lamivudina.
La lamivudina e la zidovudina non sono metabolizzate in maniera significativa dagli enzimi del citocromo P450 (come CYP 3A4, CYP 2C9 o CYP 2D6) e non inibiscono o inducono questo sistema enzimatico.
Pertanto, vi è uno scarso potenziale di interazioni con gli inibitori della proteasi antiretrovirale, con i non nucleosidi e altri medicinali metabolizzati dagli enzimi principali del citocromo P450.
Sono stati condotti studi di interazione solo negli adulti.
L’elenco di seguito riportato non deve essere considerato esaustivo, ma è rappresentativo delle classi studiate.
Medicinali per area terapeutica Interazioni Cambiamenti nella media geometrica (%) (Possibile meccanismo) Raccomandazioni relative alla co-somministrazione
Medicinali antiretrovirali
Didanosina/Lamivudina Interazione non studiata. Non è necessario alcun aggiustamento della dose.
Didanosina/Zidovudina Interazione non studiata.
Stavudina/Lamivudina Interazione non studiata. Associazione non raccomandata.
Stavudina/Zidovudina L'antagonismo in vitro dell'attività anti-HIV tra stavudina e zidovudina può determinare una riduzione dell'efficacia di entrambi i farmaci.
Medicinali anti-infettivi
Atovaquone/Lamivudina Interazione non studiata. Poiché i dati disponibili sono limitati, non è noto il significato clinico.
Atovaquone/Zidovudina (750 mg due volte al giorno con cibo/200 mg tre volte al giorno) Zidovudina AUC ↑33%
Atovaquone AUC ↔
Claritromicina/Lamivudina Interazione non studiata. Lasciar trascorrere almeno 2 ore tra la somministrazione di lamivudina/zidovudina e claritromicina.
Claritromicina/Zidovudina (500 mg due volte al giorno /100 mg ogni 4 ore) Zidovudina AUC ↓ 12%
Trimetoprim/sulfametossazolo (Co-trimossazolo)/Lamivudina (160 mg/800 mg una volta al giorno per 5 giorni/ 300 mg in dose singola) Lamivudina: AUC ↑40% Non è necessario alcun aggiustamento della dose di lamivudina/zidovudina, a meno che il paziente non abbia compromissione renale (vedere paragrafo 4.2).
Qualora sia necessaria la co-somministrazione con co-trimossazolo, i pazienti devono essere clinicamente monitorati.
Alte dosi di trimetoprim/sulfametossazolo per il trattamento della polmonite da Pneumocystis jirovecii (PCP) e della toxoplasmosi non sono state studiate e devono essere evitate.
Trimetoprim: AUC ↔
sulfametossazolo: AUC ↔ (inibizione dei trasportatori dei cationi organici)
Trimetoprim/sulfametossazolo (Co-trimossazolo)/Zidovudina Interazione non studiata.
Antimicotici
Fluconazolo/Lamivudina Interazione non studiata. Poiché sono disponibili solo dati limitati, il significato clinico non è noto.
Monitorare i segni di tossicità da zidovudina (vedere paragrafo 4.8).
Fluconazolo/Zidovudina (400 mg una volta al giorno/200 mg tre volte al giorno) Zidovudina AUC ↑74% (inibizione dell'UGT)
Antimicobatterici
Rifampicina/Lamivudina Interazione non studiata. Dati insufficienti per raccomandare un aggiustamento della dose.
Rifampicina/Zidovudina (600 mg una volta al giorno/200 mg tre volte al giorno) Zidovudina AUC ↓ 48% (induzione dell'UGT)
Anticonvulsivanti
Fenobarbitale/Lamivudina Interazione non studiata. Dati insufficienti per raccomandare un aggiustamento della dose.
Fenobarbitale/Zidovudina Interazione non studiata.
Da potenziale a leggera diminuzione delle concentrazioni plasmatiche di zidovudina mediante induzione dell’UGT.
Fenitoina/Lamivudina Interazione non studiata. Monitorare le concentrazioni di fenitoina.
Fenitoina/Zidovudina Fenitoina AUC ↑↓
Acido valproico/Lamivudina Interazione non studiata. Poiché sono disponibili solo dati limitati, il significato clinico non è noto.
Monitorare per segni di tossicità da zidovudina (vedere paragrafo 4.8).
Acido valproico/Zidovudina (250 mg o 500 mg tre volte al giorno/100 mg tre volte al giorno) Zidovudina AUC ↑80% (inibizione dell'UGT)
Antistaminici (Antagonisti dei recettori H1 dell'istamina)
Ranitidina/Lamivudina Interazione non studiata.
Sono improbabili interazioni clinicamente significative.
La ranitidina viene eliminata solo in parte dal sistema di trasporto renale dei cationi organici.
Non è necessario alcun aggiustamento della dose.
Ranitidina/Zidovudina Interazione non studiata.
Cimetidina/Lamivudina Interazione non studiata.
Sono improbabili interazioni clinicamente significative.
La cimetidina viene eliminata solo in parte dal sistema di trasporto renale dei cationi organici.
Non è necessario alcun aggiustamento della dose.
Cimetidina/Zidovudina Interazione non studiata.
Citotossici
Cladribina/Lamivudina Interazione non studiata.
In vitro lamivudina inibisce la fosforilazione intracellulare di cladribina portando ad un potenziale rischio di perdita di efficacia di cladribina in caso di associazione in ambito clinico.
Alcune evidenze cliniche supportano anche una possibile interazione tra lamivudina e cladribina.
Pertanto, l’uso concomitante di lamivudina con cladribina non è raccomandato (vedere paragrafo 4.4).
Oppioidi
Metadone/Lamivudina Interazione non studiata. Poiché sono disponibili solo dati limitati il significato clinico non è noto.
Monitorare per segni di tossicità da zidovudina (vedere paragrafo 4.8).
Nella maggior parte dei pazienti è improbabile che si renda necessario l’aggiustamento della dose del metadone; talvolta può essere richiesta una ri-titolazione del metadone.
Metadone/Zidovudina (da 30 a 90 mg una volta al giorno /200 mg ogni 4 ore) Zidovudina AUC ↑43%
Metadone AUC ↔
Uricosurici
Probenecid/Lamivudina Interazione non studiata. Poiché sono disponibili solo dati limitati, il significato clinico non è noto.
Monitorare per segni di tossicità da zidovudina (vedere paragrafo 4.8).
Probenecid/Zidovudina (500 mg quattro volte al giorno/2mg/kg tre volte al giorno) Zidovudina AUC ↑106% (inibizione dell'UGT)
MISCELLANEA
Soluzione di sorbitolo (3,2 g, 10,2 g, 13,4 g)/Lamivudina Singola dose di 300 mg di lamivudina soluzione orale Quando possibile, evitare la co-somministrazione cronica di lamivudina con medicinali contenenti sorbitolo o altri poli-alcoli ad azione osmotica o alcoli monosaccaridici (per esempio xilitolo, mannitolo, lactitolo, maltitolo).
Qualora la co-somministrazione cronica non possa essere evitata, prendere in considerazione un monitoraggio più frequente della carica virale dell’HIV-1.
Lamivudina:
AUC ↓ 14%; 32%; 36%
Cmax ↓ 28%; 52%, 55%.
Abbreviazioni: ↑ = aumento; ↓ = riduzione; ↔ = nessuna alterazione significativa; AUC = area sotto la curva della concentrazione in funzione del tempo; Cmax = massima concentrazione osservata; CL/F=clearance orale apparente.
È stato segnalato un peggioramento dell’anemia dovuto a ribavirina quando zidovudina è stata inclusa nel regime di trattamento dell’HIV, sebbene l’esatto meccanismo non sia ancora stato stabilito.
Non è raccomandato l’uso concomitante di ribavirina con zidovudina dato l’aumentato rischio di anemia (vedere paragrafo 4.4).
Occorre prendere in considerazione la sostituzione di zidovudina nel regime di combinazione ART se tale regime è già stato istituito.
Ciò è particolarmente importante nei pazienti con nota anamnesi di anemia indotta da zidovudina.
Il trattamento concomitante, in special modo la terapia acuta, con medicinali potenzialmente nefrotossici o mielosoppressivi (ad es.
pentamidina sistemica, dapsone, pirimetamina, cotrimossazolo, amfotericina, flucitosina, ganciclovir, interferone, vincristina, vinblastina e doxorubicina) può anche aumentare il rischio di reazioni avverse della zidovudina.
Se si rende necessaria la terapia concomitante con Lamivudina e Zidovudina Mylan ed uno qualsiasi di questi medicinali, ulteriore cautela deve essere posta nel monitoraggio della funzionalità renale e dei parametri ematologici e, se richiesto, deve essere ridotto il dosaggio di uno o più agenti.
Dati limitati, relativi a studi clinici, non indicano un aumento significativo del rischio di reazioni avverse alla zidovudina con il co-trimossazolo (vedere le informazioni sulle interazioni relative alla lamivudina e al co-trimossazolo sopra riportate), pentamidina per aerosol, pirimetamina e aciclovir alle dosi usate in profilassi.

Effetti indesiderati

Sono state segnalate reazioni avverse durante la terapia per la patologia da HIV con la lamivudina e con la zidovudina, in monoterapia o in associazione.
Per molti di questi eventi, non è chiaro se siano correlati alla lamivudina, alla zidovudina, o all’ampia gamma di medicinali usati per il trattamento della patologia da HIV, oppure se siano dovute al decorso della patologia di base.
Poiché Lamivudina e Zidovudina Mylan contiene lamivudina e zidovudina, si possono prevedere reazioni avverse del tipo e della gravità associate a ciascuno dei due composti.
Non vi sono evidenze di tossicità additiva a seguito della concomitante somministrazione dei due composti.
Con l’uso di analoghi nucleosidici sono stati riferiti casi di acidosi lattica, talvolta fatali, di solito associati a grave epatomegalia e steatosi epatica (vedere paragrafo 4.4).
Il trattamento con zidovudina è stato associato alla perdita del grasso sottocutaneo che risulta più evidente nel viso, negli arti e nei glutei.
I pazienti in trattamento con Lamivudina e Zidovudina Mylan devono essere frequentemente esaminati e interrogati per i segni di lipoatrofia.
Qualora si riscontri tale sviluppo, il trattamento con Lamivudina e Zidovudina Mylan non deve essere continuato (vedere paragrafo 4.4).
Durante la terapia antiretrovirale il peso e i livelli ematici dei lipidi e del glucosio possono aumentare (vedere paragrafo 4.4).
In pazienti affetti da HIV con deficienza immunitaria grave al momento dell’inizio della terapia antiretrovirale di combinazione (CART), può insorgere una reazione infiammatoria a infezioni opportunistiche asintomatiche o residuali (vedere paragrafo 4.4).
Sono stati anche segnalati disturbi autoimmuni (come il morbo di Graves e epatite autoimmune) in un contesto di riattivazione immunitaria; tuttavia il tempo di insorgenza segnalato è più variabile e questi eventi possono verificarsi molti mesi dopo l’inizio del trattamento (vedere paragrafo 4.4).
Sono stati segnalati casi di osteonecrosi soprattutto in pazienti con fattori di rischio generalmente noti, con patologia da HIV in stadio avanzato o esposti per lungo tempo alla terapia antiretrovirale di combinazione (CART).
La frequenza di tali casi non è nota (vedere paragrafo 4.4).
Lamivudina Le reazioni avverse considerate almeno possibilmente correlate al trattamento sono elencate di seguito per classificazione per sistemi e organi e frequenza assoluta.
Le frequenze sono definite come molto comune (≥1/10), comune (≥1/100 a < 1/10), non comune (≥1/1000 a < 1/100), raro (≥1/10.000 a <1/1000), molto raro (<1/10.000).
All’interno di ciascun gruppo di frequenza, gli effetti indesiderati sono elencati in ordine decrescente di gravità.
Patologie del sistema emolinfopoietico Non comune: neutropenia ed anemia (entrambe talvolta gravi), trombocitopenia; Molto raro: aplasia eritrocitaria pura.
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Molto raro: acidosi lattica.
Patologie del sistema nervoso Comune: cefalea, insonnia; Molto raro: neuropatia periferica (o parestesie).
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Comune: tosse, sintomi nasali.
Patologie gastrointestinali Comune: nausea, vomito, dolori o crampi addominali, diarrea; Raro: pancreatite, aumenti dell’amilasi sierica.
Patologie epatobiliari Non comune: aumenti transitori dei livelli degli enzimi epatici (AST, ALT); Raro: epatite.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Comune: eruzione cutanea, alopecia; Raro: angioedema.
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Comune: artralgia, disturbi muscolari; Raro: rabdomiolisi.
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Comune: affaticamento, malessere, febbre.
Zidovudina Il profilo delle reazioni avverse appare simile sia negli adulti sia negli adolescenti.
Le reazioni avverse più gravi includono anemia (che può richiedere trasfusioni), neutropenia e leucopenia.
Questi insorgono più frequentemente ai dosaggi maggiori (1200 - 1500 mg/die) ed in pazienti con patologia da HIV in fase avanzata (specialmente in caso di scarsa riserva di midollo osseo antecedente al trattamento) e particolarmente in pazienti con numero di cellule CD4 inferiore a 100/mm³ (vedere paragrafo 4.4).
L’incidenza della neutropenia è aumentata anche nei pazienti che presentano basse conte dei neutrofili, bassi livelli di emoglobina e di vitamina B12 all’inizio della terapia con zidovudina.
Le reazioni avverse considerate almeno possibilmente correlate al trattamento sono elencate di seguito per classificazione per sistemi e organi e frequenza assoluta.
Le frequenze sono definite come molto comune (≥1/10), comune (≥1/100 a < 1/10), non comune (≥1/1000 a < 1/100), raro (≥1/10.000 a <1/1000), molto raro (<1/10.000).
All’interno di ciascun gruppo di frequenza, gli effetti indesiderati sono elencati in ordine decrescente di gravità.
Patologie del sistema emolinfopoietico Comune: anemia, neutropenia e leucopenia; Non comune: trombocitopenia e pancitopenia (con ipoplasia midollare); Raro: aplasia eritrocitaria pura; Molto raro: anemia aplastica.
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Raro: acidosi lattica in assenza di ipossiemia, anoressia.
Disturbi psichiatrici Raro: ansia e depressione.
Patologie del sistema nervoso Molto comune: cefalea; Comune: capogiro; Raro: insonnia, parestesie, sonnolenza, perdita della concentrazione mentale, convulsioni.
Patologie cardiache Raro: cardiomiopatia.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Non comune: dispnea; Raro: tosse.
Patologie gastrointestinali Molto comune: nausea; Comune: vomito, dolori addominali e diarrea; Non comune: flatulenza; Raro: pigmentazione della mucosa orale, disgeusia e dispepsia.
Pancreatite.
Patologie epatobiliari Comune: aumento dei livelli ematici degli enzimi epatici e della bilirubina; Raro: Patologie epatiche quali grave epatomegalia con steatosi.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Non comune: eruzione cutanea e prurito; Raro: pigmentazione delle unghie e della pelle, orticaria e sudorazione.
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Comune: mialgia; Non comune: miopatia.
Patologie renali e urinarie Raro: pollachiuria.
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Raro: ginecomastia.
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Comune: malessere; Non comune: febbre, dolore generalizzato e astenia; Raro: brividi, dolore toracico e sindrome simil-influenzale.
I dati disponibili relativi a studi controllati con placebo e condotti in aperto indicano che l’incidenza di nausea e di altri eventi avversi clinici frequentemente segnalati si riducono consistentemente nel tempo durante le prime settimane di terapia con zidovudina.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

Gravidanza e allattamento

Gravidanza Come regola generale, quando si decide di usare un agente antiretrovirale per il trattamento dell’infezione da HIV nelle donne in gravidanza e di conseguenza per ridurre il rischio di trasmissione verticale dell’HIV al neonato, devono essere presi in considerazione i dati sull’impiego negli animali così come l’esperienza clinica nelle donne in gravidanza.
Nel caso specifico, è stato dimostrato che l'uso della zidovudina nelle donne in gravidanza, e il successivo trattamento dei neonati, riducono la frequenza della trasmissione materno-fetale dell'HIV.
Una grande quantità di dati sulle donne in gravidanza trattate con lamivudina o zidovudina indica che non vi è tossicità malformativa (più di 3000 esiti di esposizioni a ciascuno dei due principi attivi dal primo trimestre di gravidanza di cui oltre 2000 esiti riguardavano esposizioni sia a lamivudina sia a zidovudina).
Sulla base della menzionata grande quantità di dati, nell’uomo il rischio di malformazioni è improbabile.
I principi attivi di Lamivudina e Zidovudina Mylan possono inibire la replicazione del DNA cellulare e in uno studio nell’animale la zidovudina ha dimostrato di essere cancerogena per via transplacentare (vedere paragrafo 5.3).
La rilevanza clinica di queste osservazioni non è nota.
Per le pazienti con infezione concomitante da epatite che vengono trattate con medicinali contenenti lamivudina come lamivudina/zidovudina e che successivamente iniziano una gravidanza, deve essere presa in considerazione la possibilità di una recidiva dell’epatite correlata alla sospensione della lamivudina.
Disfunzione mitocondriale: gli analoghi nucleosidici e nucleotidici hanno dimostrato di causare un grado variabile di danno mitocondriale sia in vivo che in vitro.
Sono stati segnalati casi di disfunzione mitocondriale in neonati HIV-negativi esposti agli analoghi nucleosidici in utero e/o dopo la nascita (vedere paragrafo 4.4).
Allattamento al seno Sia la lamivudina che la zidovudina sono escrete nel latte materno in concentrazioni simili a quelle ritrovate nel siero.
Sulla base di più di 200 coppie madre/figlio in trattamento per l’HIV, le concentrazioni sieriche di lamivudina nei lattanti allattati al seno da madri in trattamento per l’HIV sono molto basse (meno del 4% delle concentrazioni sieriche materne) e progressivamente diminuiscono a livelli non rilevabili quando i lattanti allattati al seno raggiungono le 24 settimane di età.
Non esistono dati disponibili sulla sicurezza di lamivudina quando somministrata a bambini di età inferiore a tre mesi.
Dopo somministrazione di una singola dose di 200 mg di zidovudina a donne con infezione da HIV, la concentrazione media di zidovudina era simile nel latte materno e nel siero.
Si raccomanda che le donne sieropositive non allattino al seno i loro neonati al fine di evitare la trasmissione dell'HIV.
Fertilità Negli studi condotti nei ratti maschi e femmine, né zidovudina né lamivudina hanno mostrato evidenza di compromissione della fertilità.
Non esistono dati relativi al loro effetto sulla fertilità nella donna.
Nell’uomo la zidovudina non ha mostrato di interferire sul numero, sulla morfologia e sulla motilità degli spermatozoi.

Conservazione

Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.

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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.