ISOLYTE INFUS 6SACC 2000ML

82,46 €

Prezzo indicativo

Principio attivo: GLUCOSIO (DESTROSIO) ANIDRO/SODIO ACETATO/SODIO CLORURO/POTASSIO CLORURO/MAGNESIO CLORURO/CALCIO CLORURO/ACIDO ACETICO
  • ATC: B05BB02
  • Descrizione tipo ricetta: OSP - USO OSPEDALIERO
  • Presenza Glutine:
  • Presenza Lattosio: No Il farmaco non contiene lattosio

Data ultimo aggiornamento: 17/02/2023

ISOLYTE è indicato: nella terapia sostitutiva delle perdite di fluidi extracellulari ed elettroliti, quando è necessario correggere stati acidosici lievi o moderati ma non gravi e provvedere contestualmente ad un apporto calorico.
1000 ml di soluzione contengono Principi attivi:

Glucosio anidro 50,000 g
Acetato di Sodio.3H2O 4,080 g
Cloruro di Sodio 1,170 g
Cloruro di Potassio 1,680 g
Cloruro di Magnesio.6H2O 0,508 g
Cloruro di Calcio.2H2O 0,184 g
mEq/litro circa
Sodium 50,0
Potassio 22.5
Magnesio 5.0
Calcio 2.5
Cloruro 50.0
Acetato 38.0
Osmolarità: 450mOsm/l circa pH 5 circa Kcal/l 200 (837 kJ/l). Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1 Elenco degli Eccipienti

Controindicazioni

Ipersensibilità al principio attivo o ad uno degli eccipienti elencati nel paragrafo 6.1 Elenco degli Eccipienti.
Come per altre soluzioni per infusione contenenti calcio, la somministrazione concomitante di ceftriaxone e ISOLYTE è controindicata nei neonati (≤28 giorni di età), anche se vengono utilizzate linee di infusione separate (vi è il rischio di formazione di fatali precipitati di sali di calcio e ceftriaxone nel sistema circolatorio dei bambini).
(Vedere paragrafi 4.8 e 6.2.) Nella popolazione pediatrica (pazienti con età maggiore di 28 giorni) e negli adulti il ceftriaxone non deve essere simultaneamente somministrato con soluzioni endovenose contenenti calcio, incluso ISOLYTE, attraverso la stessa linea di infusione (es.
Via connettori ad Y).
Se la stessa linea di infusione è utilizzata per la somministrazione sequenziale la linea deve essere accuratamente risciacquata tra le due infusioni con un liquido compatibile.
ISOLYTE è controindicato nei pazienti con: • iperglicemia clinicamente significativa • iperpotassiemia o condizioni in cui è presente ritenzione di potassio • ipercalcemia • grave insufficienza epatica • difetti cardiaci congeniti • insufficienza renale grave o stati clinici dove sia presente edema con ritenzione di sodio • aumento dei livelli di acetato o con problemi nella sua metabolizzazione oppure in caso di alcalosi metabolica e respiratoria.
A causa del rischio di coagulazione, Isolyte (una soluzione acquosa, cioè una soluzione di glucosio priva di elettroliti) non deve essere somministrata durante una trasfusione di sangue, né nella stessa linea venosa, simultaneamente attraverso lo stesso kit di trasfusione di sangue, a causa della possibilità che si verifichi pseudoagglutinazione o emolisi.
A causa del rischio di precipitazione di coaguli dovuti al contenuto in calcio, ISOLYTE non deve essere somministrato simultaneamente attraverso le stesse linee con anticoagulanti a base di citrato o conservanti del sangue.
Non collegare in serie i contenitori flessibili in plastica per evitare l’embolia gassosa a causa di possibile aria residua contenuta nel contenitore primario.
(vedere paragrafo 4.4 Embolia gassosa)

Posologia

Posologia Il dosaggio, la velocità e la durata della somministrazione devono essere personalizzati in base all'indicazione per l'uso, all'età, al peso, alle condizioni cliniche, al trattamento concomitante, agli esami di laboratorio e alla risposta clinica del paziente.
ISOLYTE non è indicato per il trattamento primario dell'acidosi metabolica grave, per il trattamento dell'ipomagnesemia, dell'ipocalcemia, dell'ipofosfatemia.
La velocità di infusione e il volume delle soluzioni endovenose contenenti glucosio devono essere selezionati con particolare cautela specialmente nei bambini, (vedere paragrafi 4.3 Controindicazioni; 4.4, Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego - Popolazione pediatrica; 4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione).
I farmaci per uso parenterale devono essere ispezionati visivamente per la presenza di particolato e scolorimento prima della somministrazione.
Non somministrare a meno che la soluzione non sia limpida e il sigillo sia intatto.
(vedere paragrafo 6.6) È consigliabile somministrare a velocità non superiore a 0,4-0,8 g/ora di glucosio per kg di peso corporeo.
Somministrare a funzione renale integra e ad una velocità di perfusione non superiore a 10 mEq potassio/ora.
Popolazioni speciali Popolazione anziana L’anziano ha un maggiore rischio di sviluppare squilibri elettrolitici.
Nell’anziano il dosaggio deve essere valutato con cautela, iniziando solitamente dal limite inferiore dell'intervallo posologico a causa della maggiore frequenza di riduzione della funzionalità epatica, renale o cardiaca e di patologie concomitanti o di altre terapie farmacologiche.
Nei pazienti anziani si consiglia di monitorare la funzionalità renale.
Compromissione renale ISOLYTE viene escreto in gran parte per via renale e il rischio di reazioni tossiche può essere maggiore nei pazienti con funzionalità renale compromessa.
Nei pazienti con compromissione della funzione renale, la somministrazione di ISOLYTE può causare ritenzione di sodio e/o potassio o magnesio, nei pazienti con compromissione renale grave può causare inoltre sovraccarico di liquidi o edema, pertanto se l'uso non può essere evitato, monitorare i pazienti per il rischio di queste reazioni avverse (vedere paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni d'impiego).
Popolazione pediatrica La sicurezza e l’efficacia di ISOLYTE non è stata stabilita.
La velocità di infusione ed il volume della soluzione endovenosa contenente glucosio deve essere selezionata con particolare cautela nei bambini (vedere paragrafi 4.3 Controindicazioni; 4.4, Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego - Popolazione Pediatrica).
Modo di somministrazione ISOLYTE è una soluzione ipertonica per uso endovenoso, da somministrare con precauzione a velocità controllata di perfusione.
Il bilancio idroelettrolitico, il glucosio sierico, il sodio sierico e altri elettroliti devono essere monitorati prima e durante la somministrazione, soprattutto nei pazienti con aumentato rilascio non osmotico di vasopressina (sindrome da secrezione inappropriata dell'ormone antidiuretico, SIADH) e nei pazienti trattati contemporaneamente con farmaci agonisti della vasopressina a causa del rischio di iponatriemia.
Il monitoraggio del sodio sierico è particolarmente importante per le soluzioni fisiologicamente ipotoniche.
ISOLYTE può diventare estremamente ipotonico dopo la somministrazione a causa della metabolizzazione del glucosio nell'organismo (vedere paragrafi 4.4, 4.5 e 4.8).
Agitare bene durante la preparazione e prima dell’uso Somministrare per via endovenosa, in vena periferica, utilizzando un set per infusione sterile ed apirogeno (vedere paragrafo 6.6).
Si raccomanda l’utilizzo di un regolatore di flusso sulla linea di infusione.

Avvertenze e precauzioni

ISOLYTE deve essere usato con cautela nei pazienti con ipocloremia, ipopotassiemia.
AVVERTENZE Ipersensibilità e reazioni dovute all’infusione, incluse reazioni anafilattoidi, sono state riportate con ISOLYTE.
L’infusione deve essere fermata immediatamente al primo segnale o sintomo di sospetto di sviluppo di reazione di ipersensibilità.
Devono essere intraprese appropriate contromisure terapeutiche.
Soluzioni contenenti glucosio devono essere utilizzate con cautela in pazienti con nota allergia al mais o a prodotti derivati dal mais.
A seconda del volume e della velocità di infusione endovenosa la somministrazione endovenosa di ISOLYTE, può provocare: • un sovraccarico dei fluidi o di elettroliti e portare ad una diluizione delle concentrazioni elettrolitiche del siero, iperidratazione, stati congestizi o edema polmonare.
• disturbi elettrolitici clinicamente rilevanti e squilibrio acido-base È necessario monitorare le condizioni cliniche e le analisi di laboratorio (bilancio dei liquidi, i livelli degli elettroliti) del paziente per controllare i cambiamenti nell'equilibrio dei liquidi, nelle concentrazioni di elettroliti, nell'equilibrio acido-base, nell’osmolarità plasmatica durante una terapia parenterale con ISOLYTE, specialmente quando è prolungata, al fine di verificare le condizioni del paziente, il dosaggio o la velocità di somministrazione.
Soluzioni contenenti magnesio devo essere utilizzate con cautela nei pazienti con: - ipermagnesemia o condizioni predisponenti la ipermagnesemia incluse ma non limitate a grave compromissione renale o terapia con magnesio come per eclampsia in cui devono essere monitorati i segni clinici di eccesso di magnesio - ipermagnesemia secondaria ad aumento dell'assunzione di antiacidi, lassativi, deplezione del volume o di litio che compromette la gestione renale del magnesio (vedere paragrafo 4.5) - miastenia grave ISOLYTE deve essere somministrato con particolare cautela in pazienti con alcalosi o rischio di alcalosi e l’eccesso di somministrazione di ISOLYTE può causare alcalosi metabolica.
ISOLYTE deve essere somministrato con particolare cautela in pazienti con ipervolemia o pazienti sovraidratati.
ISOLYTE deve essere somministrato con particolare cautela in pazienti con condizioni che possono causare ritenzione di sodio, eccesso di liquidi ed edema come ad esempio nei pazienti con iperaldosteronismo primario, nell’iperaldosteronismo secondario (associato, ad esempio, ad ipertensione, insufficienza cardiaca congestizia, stenosi dell'arteria renale o nefrosclerosi) o preeclampsia”.
A causa della presenza di potassio, la somministrazione deve essere guidata attraverso elettrocardiogrammi seriati.
È importante considerare che l’iperpotassiemia non è indicativa delle concentrazioni di potassio a livello cellulare.
ISOLYTE deve essere somministrato con particolare cautela in pazienti con condizioni predisponenti l’iperpotassiemia come insufficienza adrenocorticale, deidratazione acuta, danno tissutale esteso o bruciature ed in pazienti con malattie cardiache.
Embolia gassosa L’osservanza delle seguenti precauzioni è importante al fine di evitare la possibile formazione di emboli gassosi: - Non collegare in serie i contenitori flessibili in plastica per evitare l’embolia gassosa a causa di possibile aria residua contenuta nel contenitore primario.
Vi è il rischio di embolie gassose quando le sacche con soluzioni per infusione sono collegate in serie.
- Eliminare completamente il contenuto di aria presente nei contenitori flessibili in plastica prima della somministrazione.
Sottoporre ad alte pressioni le soluzioni endovenose contenute in contenitori flessibili in plastica al fine di aumentare il livello di flusso può provocare la formazione di embolie gassose se il contenuto di aria nel contenitore non è stato completamente eliminato.
prima della somministrazione.
L'embolia gassosa può verificarsi quando l'aria residua presente nel contenitore primario viene aspirata nel set per infusione.
-I set per somministrazione endovenosa ventilati con lo sfiato nella posizione aperta non devono essere utilizzati con contenitori di plastica flessibili, poiché ciò potrebbe causare embolie gassose.
L'embolia gassosa può verificarsi quando l'aria residua presente nel contenitore primario viene aspirata nel set per infusione.
Il rischio di embolie gassose esiste anche quando le soluzioni endovenose in contenitori di plastica flessibili che contengono aria residua vengono pressurizzate.
Iperglicemia Al fine di evitare iperglicemia la velocità di infusione non deve superare la capacità del paziente di utilizzare il glucosio.
L’iperglicemia è implicata nell’incremento di ischemia cerebrale e danni mentali e ridotta capacità di recupero dopo stroke ischemici acuti.
Si raccomanda cautela nell’uso di soluzioni contenenti glucosio in tali pazienti.
L’iperglicemia precoce è stata associata a miglioramenti scarsi nei pazienti con gravi lesioni cerebrali dovute a traumi.
Le soluzioni contenenti glucosio devono inoltre essere usate con cautela nei pazienti con ferite alla testa in particolare durante le prime 24 ore dopo il trauma.
Se si dovesse verificare iperglicemia, il livello di somministrazione di glucosio deve essere ridotto o deve essere somministrata insulina o modificata la dose di insulina.
Usare estrema cautela nei pazienti con ridotta tolleranza al glucosio o diabete mellito e monitorare i livelli di glucosio nel sangue al fine di intervenire con ogni necessario aggiustamento farmacologico.
L'infusione endovenosa materna intrapartum di soluzioni contenenti glucosio può causare produzione di insulina fetale, con un rischio associato di iperglicemia fetale e acidosi metabolica, nonché ipoglicemia di rimbalzo nel neonato.
(vedere paragrafi 4.2, Popolazione pediatrica, 4.6 Fertilità, gravidanza, allattamento).
La somministrazione di soluzioni iperosmotiche possono causare irritazione venosa, incluse flebiti.
Le soluzioni iperosmolari devono essere somministrate con cautela in pazienti con stati di iperosmolarità.
Le soluzioni contenenti calcio devono essere usate con cautela nei pazienti con calcoli renali di calcio o con una storia di calcoli renali di calcio o in condizioni predisponenti all'ipercalcemia, come nei pazienti con grave compromissione renale e malattie granulomatose associate ad aumentata sintesi di calcitriolo come la sarcoidosi.
Usare estrema cautela nei pazienti con scompenso cardiaco congestizio, nei pazienti in trattamento con farmaci cardiaci inotropi o corticosteroidi o corticotropinici (vedere paragrafo 4.5).
Le infusioni endovenose di glucosio sono in genere soluzioni isotoniche.
Tuttavia, nell’organismo le soluzioni contenenti glucosio possono diventare estremamente ipotoniche a livello fisiologico a causa della rapida metabolizzazione del glucosio (vedere paragrafo 4.2).
Il monitoraggio del sodio sierico è particolarmente importante per i fluidi IPOtonici.
Iponatremia: Pazienti con rilascio non osmotico di vasopressina (ad es.
nella fase acuta della malattia, dolori, stress post-operatorio, infezioni, ustioni e malattie del sistema nervoso centrale), pazienti con cardiopatie, epatopatie e nefropatie e pazienti trattati con agonisti della vasopressina (vedere paragrafo 4.5) sono particolarmente a rischio di iponatremia acuta in seguito a infusione di soluzioni ipotoniche.
L’iponatremia acuta può causare encefalopatia iponatremica acuta (edema cerebrale) caratterizzata da cefalea, nausea, crisi convulsive, letargia e vomito.
I pazienti con edema cerebrale sono particolarmente a rischio di lesioni cerebrali severe, irreversibili e pericolose per la vita.
Bambini, donne in età fertile e pazienti con ridotta compliance cerebrale (ad es.
meningite, sanguinamento intracranico e contusione cerebrale) sono particolarmente a rischio di edema cerebrale severo e pericoloso per la vita causato da iponatremia acuta.
• A seconda della tonicità della soluzione, del volume e della velocità di infusione e in base alle condizioni cliniche di base del paziente e alla capacità di metabolizzare il glucosio, la somministrazione endovenosa di glucosio può causare disturbi elettrolitici, soprattutto IPO- o IPOnatriemia IPERosmotica.
• L'infusione ad alto volume deve essere utilizzata sotto monitoraggio specifico nei pazienti con insufficienza cardiaca o polmonare e nei pazienti con rilascio non osmotico di vasopressina (inclusa SIADH), a causa del rischio di IPOnatriemia acquisita in ospedale.
Popolazione pediatrica Nei bambini la sicurezza e l’efficacia non sono state determinate da studi adeguati e ben controllati.
La velocità di infusione ed il volume dipendono dall’età, dal peso, dalle condizioni metaboliche e cliniche del paziente, dalle terapie concomitanti e deve essere stabilita da professionisti medici con esperienza nella terapia di fluidi endovenosi in pediatria.
I neonati - specialmente i nati prematuri con basso peso alla nascita, hanno un rischio aumentato di sviluppare ipo o iperglicemia e pertanto necessitano di un monitoraggio costante durante il trattamento con soluzioni endovenose di glucosio, al fine di assicurare un adeguato controllo glicemico ed evitare eventi avversi a lungo termine.
L’ipoglicemia nei neonati può causare problemi prolungati di epilessia, coma e danno cerebrale.
L’iperglicemia è stata associata con casi di emorragia intraventricolare, infezioni batteriche e fungine primarie o tardive, retinopatie precoci (della prematurità), enterocoliti necrotizzanti, displasie broncopolmonari, prolungate ospedalizzazioni e morte.
Nei bambini è importante definire un dosaggio preciso per non superare la capacità del paziente di metabolizzare il glucosio.
Le concentrazioni elettrolitiche del plasma devono essere monitorate attentamente nella popolazione pediatrica, perchè tale popolazione può avere una ridotta capacità di regolare i fluidi e gli elettroliti.
L’infusione di liquidi ipotonici con la secrezione non osmotica di ADH può causare iponatremia.
Nei pazienti pediatrici, e in particolare nei neonati pretermine, il rischio di sviluppare iponatriemia è più elevato.
L’iponatremia può causare mal di testa, nausea, epilessia, letargia, coma, edema cerebrale e morte.
Pertanto l’encefalopatia iponatriemica sintomatica acuta è considerata una emergenza medica.
Pazienti anziani Quando si deve selezionare un tipo di soluzione da infusione ed il volume/velocità di infusione per un paziente anziano, bisogna tenere presente che tali pazienti sono generalmente più soggetti ad avere malattie cardiache, renali, epatiche e altre malattie o terapie farmacologiche concomitanti.

Interazioni

Ceftriaxone • Come per altre soluzioni per infusione contenenti calcio, la somministrazione concomitante di ceftriaxone e ISOLYTE è controindicata nei neonati (≤28 giorni di età), anche se vengono utilizzate linee di infusione separate (rischio di precipitazione fatale di sali di calcio e ceftriaxone nel flusso sanguigno del neonato).
(Vedere paragrafi 4.3 e 6.2) • Nei pazienti pediatrici e negli adulti il ceftriaxone non deve essere simultaneamente somministrato con soluzioni endovenose contenenti calcio, incluso ISOLYTE, attraverso la stessa linea di infusione (es.
Via connettori ad Y).
Se la stessa linea di infusione è utilizzata per la somministrazione sequenziale la linea deve essere accuratamente risciacquata tra le due infusioni con un liquido compatibile.
(Vedere paragrafi 4.3 e 6.2)Somministrare ISOLYTE con cautela nei pazienti trattati con medicinali la cui eliminazione è pH dipendente.
Infatti, a causa del suo effetto alcalinizzante (formazione di bicarbonato), ISOLYTE può interferire con l’eliminazione di tali medicinali.
- La clearance renale di medicinali acidi come i salicilati, barbiturici, ed il litio può aumentare.
- La clearance renale di medicinali alcalini come i simpaticomimetici (es.
efedrina, pseudoefedrina), chinidina, o destroamfetamina (desamfetamina) solfato può diminuire.
A causa del suo contenuto di potassio, ISOLYTE deve essere somministrato con cautela nei pazienti trattati con agenti o prodotti che possono causare iperpotassiemia o aumentare il rischio di iperpotassiemia, ad esempio diuretici risparmiatori di potassio (amiloride, spironolattone, triamterene) degli ACE inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o gli immunosoppressori tacrolimus e le ciclosporine.
La somministrazione di potassio in pazienti trattati con tali medicinali può provocare iperpotassiemie gravi e potenzialmente fatali, in particolare nei pazienti con insufficienza renale.
Somministrare con cautela nei pazienti trattati con corticosteroidi o corticotropina.
Le seguenti interazioni devono inoltre essere considerate in caso si verifichi un aumento delle concentrazioni plasmatiche di qualche elettrolita: - Sodio: corticoidi/steroidi e carbenoxolone possono essere associati alla ritenzione di sodio e acqua (con edema e ipertensione).
- Potassio: suxametonio, diuretici risparmiatori di potassio (amiloride, spironolattone, triamterene, da soli o in associazione), tacrolimus, ciclosporina, ACE-inibitori, eparina.
Un aumento delle concentrazioni plasmatiche di potassio può causare iperpotassiemia potenzialmente letale, specialmente in caso di insufficienza renale, che a sua volta aggrava l’iperpotassiemia.
- Calcio: l’effetto dei glucosidi digitalici (cardiotonici digitalici) può essere intensificato in condizioni di ipercalcemia che può portare ad un’aritmia cardiaca grave o letale.
Nei pazienti trattati con glicosidi digitalici devono essere usati con cautela i volumi maggiori e,o le velocità di infusione più elevate - Magnesio: è stato segnalato il rischio di ipermagnesemia secondaria nei casi di assunzione di litio, che compromette la gestione renale del magnesio.
Il rischio di ipermagnesemia secondaria è stata riportata anche nei casi di un importante aumento dell'assunzione di antiacidi, lassativi, deplezione del volume che influenzano negativamente la gestione renale del magnesio.
(Vedere paragrafo 4.4) - Vitamina D: può determinare ipercalcemia.
- Diuretici tiazidici: possono aumentare il rischio di ipercalcemia.
Medicinali che causano un aumento dell’effetto della vasopressina. Nel seguente elenco sono indicati i medicinali che aumentano l’effetto della vasopressina, causando una riduzione dell’escrezione dell’acqua libera da elettroliti renali e un aumento del rischio di iponatraemia acquisita in ospedale in seguito a un trattamento non adeguatamente bilanciato con soluzioni per via endovenosa (vedere paragrafi 4.2, 4.4 e 4.8).
• Medicinali stimolanti il rilascio di vasopressina, ad es.: Clorpropamide, clofibrato, carbamazepina, vincristina, inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, 3,4-metilenediossi-Nmetamfetamina, ifosfamide, antipsicotici, narcotici, incluso oppioidi • Medicinali che potenziano l’azione della vasopressina, ad es.: Clorpropamide, FANS, ciclofosfamide • Analoghi della vasopressina, ad es.: Desmopressina, ossitocina, vasopressina, terlipressina Altri medicinali che aumentano il rischio di iponatremia includono anche diuretici in generale e antiepilettici come oxcarbazepina.

Effetti indesiderati

Le seguenti reazioni avverse, elencate secondo la classificazione MedDRA per sistemi e organi (SOC) e quindi con Termine Preferenziale in ordine di gravità, ove possibile, sono state segnalate nella fase post-marketing.
La frequenza delle reazioni avverse descritte di seguito non è nota (non può essere stimata dai dati a disposizione) DISTURBI DEL SISTEMA IMMUNITARIO: Reazione anafilattoide*, Orticaria*.
PATOLOGIE ENDOCRINE: Iperglicemia.
DISTURBI DEL METABOLISMO E DELLA NUTRIZIONE: Iperpotassiemia, Iponatremia acquisita in ospedale***.
PATOLOGIE CARDIACHE: Tachicardia*, Palpitazioni*Edema periferico, Dolore Toracico.
PATOLOGIE VASCOLARI: Trombosi venosa, Tromboflebite, Ipotensione */Iperemia*.
PATOLOGIE RESPIRATORIE, TORACICHE E MEDIASTINICHE: Dispnea*, Respiro sibilante* PATOLOGIE DELLA CUTE E DEL TESSUTO SOTTOCUTANEO: Piloerezione*, Sudore freddo*.
PATOLOGIE GENERALI E CONDIZIONI RELATIVE ALLA SEDE DI SOMMINISTRAZIONE: Dolore nel sito di infusione, Infezione al sito di infusione, Flebite al sito di infusione, Sensazione di bruciore **, * Fastidio al torace*, Astenia*, Sensazione di anormalità*, Edema periferico*, Piressia*, Brividi *, Vampate*.
PATOLOGIE DEL SISTEMA NERVOSO: Encefalopatia iponatremica acuta***.
ESAMI DIAGNOSTICI: Frequenza respiratoria aumentata.
* Manifestazioni di ipersensibilità/reazioni nel sito di infusione incluse reazioni anafilattoidi.
** Si può manifestare durante la somministrazione del prodotto.
*** L’iponatremia acquisita in ospedale può causare lesioni cerebrali irreversibili e morte, a causa dello sviluppo di encefalopatia iponatremica acuta (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

Gravidanza e allattamento

L'infusione endovenosa materna durante il parto di soluzioni contenenti glucosio può determinare la produzione di insulina fetale, con un rischio associato di iperglicemia fetale e acidosi metabolica, nonché ipoglicemia di rimbalzo nel neonato.
ISOLYTE deve essere somministrato con particolare cautela nelle donne in gravidanza durante il travaglio, in particolare se somministrato in associazione con ossitocina, a causa del rischio di iponatremia (vedere paragrafi 4.4, 4.5 e 4.8).
La sicurezza di questo prodotto in donne in gravidanza non è stata stabilita.
Gli studi su animali da sperimentazione sono insufficienti per valutare la sicurezza relativamente allo sviluppo dell’embrione o del feto nel corso della gestazione, nello sviluppo prenatale e dopo la nascita o durante l’allattamento.
In gravidanza e durante l’allattamento somministrare solo in caso di effettiva necessità.
I medici devono considerare attentamente i rischi ed i benefici di ogni trattamento per la singola paziente prima di prescrivere ISOLYTE in gravidanza o in caso di allattamento al seno.

Conservazione

Questo medicinale non richiede alcuna particolare condizione per la conservazione

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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.