INTRAROSA 28OV VAG 6,5MG

33,50 €

Prezzo indicativo

Principio attivo: PRASTERONE (DHEA)
  • ATC: G03XX01
  • Descrizione tipo ricetta: RR - RIPETIBILE 10V IN 6MESI
  • Presenza Glutine:
  • Presenza Lattosio:

Data ultimo aggiornamento: 01/01/2023

Intrarosa è indicato per il trattamento dell’atrofia vulvo-vaginale in donne in postmenopausa che presentano sintomi da moderati a gravi.
Ogni ovulo contiene 6,5 mg di prasterone. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

• Ipersensibilità al principio attivo o all’eccipiente indicato al paragrafo 6.1; • sanguinamento genitale non diagnosticato; • cancro della mammella accertato, pregresso o sospetto; • tumori maligni estrogeno-dipendenti (ad esempio cancro dell’endometrio) accertati o sospetti; • iperplasia endometriale non trattata; • epatopatia acuta, o anamnesi positiva per epatopatia se i test della funzione epatica non sono tornati nella norma; • tromboembolia venosa (trombosi venosa profonda, embolia polmonare) pregressa o in atto; • disturbi trombofilici accertati (ad esempio deficit di proteina C, proteina S o antitrombina, vedere paragrafo 4.4); • malattia tromboembolica arteriosa in atto o recente (ad esempio angina, infarto del miocardio); • porfiria.

Posologia

Posologia La dose raccomandata è di 6,5 mg di prasterone (un ovulo) somministrata una volta giorno, al momento di coricarsi.
Per il trattamento dei sintomi postmenopausali, Intrarosa deve essere iniziato solo per i sintomi che influiscono negativamente sulla qualità della vita.
In tutti i casi, è necessario rieseguire un’attenta valutazione dei rischi e dei benefici a cadenza almeno semestrale e il trattamento con Intrarosa deve essere continuato solo fintanto che il beneficio supera il rischio.
Se si dimentica una dose, questa dovrà essere assunta non appena la paziente se ne ricorda.
Tuttavia, se mancano meno di 8 ore all’assunzione della dose successiva, la paziente deve saltare la dose dimenticata.
Non utilizzare due ovuli per compensare la dose dimenticata.
Popolazioni speciali Anziani Nelle pazienti anziane non si ritiene necessario alcun aggiustamento della dose.
Pazienti con insufficienza renale e/o epatica Poiché Intrarosa agisce localmente nella vagina, non è necessario alcun aggiustamento della dose per le donne in postmenopausa affette da insufficienza renale o epatica o qualsiasi altra anomalia o patologia sistemica.
Popolazione pediatrica Non esiste alcuna indicazione per un uso specifico di Intrarosa nelle bambine di qualsiasi fascia di età per l’atrofia vulvo-vaginale dovuta a menopausa.
Modo di somministrazione Uso vaginale.
Intrarosa può essere inserito nella vagina con il dito o con un applicatore fornito nella confezione.
L’ovulo deve essere inserito nella vagina in profondità, senza forzare.
In caso di inserimento con l’applicatore, seguire i passi seguenti.
1.
Attivare l’applicatore (arretrando il pistone) prima dell’uso.
2.
L’estremità piatta dell’ovulo deve essere posizionata nel lato aperto dell’applicatore attivato.
3.
L’applicatore deve essere inserito nella vagina in profondità, senza forzare.
4.
Il pistone dell’applicatore deve essere premuto per rilasciare l’ovulo.
5.
L’applicatore deve poi essere estratto e smontato e i due pezzi dell’applicatore devono essere sciacquati per 30 secondi sotto l’acqua corrente prima di asciugarli con un asciugamano di carta e rimontati.
L’applicatore deve essere riposto in un luogo pulito fino all’utilizzo successivo.6.
Ogni applicatore deve essere gettato via dopo una settimana di utilizzo (sono forniti due applicatori supplementari).

Avvertenze e precauzioni

Per il trattamento dei sintomi postmenopausali, Intrarosa deve essere iniziato solo per i sintomi che influiscono negativamente sulla qualità della vita.
In tutti i casi, si deve rieseguire un’attenta valutazione dei rischi e dei benefici a cadenza almeno semestrale e Intrarosa deve essere continuato solo fintanto che il beneficio supera il rischio, dopo avere consultato il proprio medico.
Prima di iniziare il trattamento con Intrarosa, si deve eseguire un’anamnesi personale e familiare completa.
La visita medica (compresa quella pelvica e del seno) deve essere basata sull’anamnesi nonché sulle controindicazioni e avvertenze speciali e precauzioni d’impiego secondo la decisione del medico.
Durante il trattamento si raccomandano controlli periodici, di frequenza e natura adeguate al singolo caso.
Le donne devono essere informate in merito a quali alterazioni della mammella segnalare al medico o all’infermiere (vedere “Cancro della mammella” sotto).
Gli esami diagnostici, comprendenti il Pap test e misurazioni della pressione arteriosa, devono essere eseguiti in conformità alle prassi di screening attualmente accettate, modificate secondo le esigenze cliniche individuali.
Condizioni cliniche che richiedono osservazione • Se una qualsiasi delle condizioni cliniche seguenti è presente, si è verificata in precedenza e/o si è aggravata durante la gravidanza o un precedente trattamento ormonale, la paziente deve essere tenuta sotto attenta osservazione.
Va considerato che queste condizioni cliniche possono ripresentarsi o aggravarsi durante il trattamento con Intrarosa, in particolare: - leiomioma (fibromi uterini) o endometriosi; - fattori di rischio per disturbi tromboembolici (vedere di seguito); - fattori di rischio per tumori estrogeno-dipendenti, ad esempio ereditarietà di primo grado per cancro della mammella; - ipertensione; - epatopatie (ad esempio adenoma epatico); - diabete mellito con o senza coinvolgimento vascolare; - colelitiasi; - emicrania o cefalea (severa); - lupus eritematoso sistemico; - anamnesi positiva per iperplasia endometriale (vedere di seguito); - epilessia; - asma; - otosclerosi.
Motivi per un’immediata sospensione della terapia La terapia deve essere sospesa nel caso in cui si rilevi una controindicazione e nelle situazioni seguenti: - ittero o peggioramento della funzione epatica; - aumento significativo della pressione arteriosa; - nuova insorgenza di cefalea emicranica; - gravidanza.
Iperplasia e carcinoma endometriali • L’estrogeno è un metabolita del prasterone.
Nelle donne con utero intatto, il rischio d’iperplasia e carcinoma endometriali aumenta quando gli estrogeni esogeni vengono somministrati per periodi prolungati.
Non sono stati segnalati casi di iperplasia endometriale in donne trattate per 52 settimane durante gli studi clinici.
Intrarosa non è stato studiato nelle donne con iperplasia endometriale.
• Per i prodotti estrogenici per uso vaginale la cui esposizione sistemica agli estrogeni rimane entro i valori postmenopausali normali, l’aggiunta di un progestinico non è raccomandata.
• La sicurezza endometriale a lungo termine del prasterone somministrato localmente in vagina non viene studiata da oltre un anno.
Pertanto, se ripetuto, il trattamento deve essere ricontrollato almeno a cadenza annuale.
• Se in qualsiasi momento della terapia compaiono sanguinamento o perdite di sangue scuro, deve esserne ricercata la causa, anche con biopsia endometriale, al fine di escludere un tumore maligno dell’endometrio.
• La stimolazione con estrogeni non contrastati può provocare una trasformazione premaligna o maligna nei foci residui di endometriosi.
Si consiglia pertanto cautela nell’utilizzo di questo medicinale in donne sottoposte a isterectomia a causa di endometriosi, soprattutto se è accertata la presenza di endometriosi residua perché il prasterone intravaginale non è stato studiato in donne affette da endometriosi.
Il prasterone è metabolizzato in composti estrogenici.
I seguenti rischi sono stati associati a TOS (terapia ormonale sostitutiva) sistemica e riguardano in misura minore i prodotti estrogenici per uso vaginale la cui esposizione sistemica agli estrogeni rimane entro i valori postmenopausali normali.
Tuttavia, devono essere presi in considerazione in caso di uso prolungato o ripetuto di questo medicinale.
Cancro della mammella Le evidenze generali suggeriscono un aumento del rischio di cancro della mammella nelle donne che seguono una TOS sistemica estroprogestinica combinata ed eventualmente anche a base di soli estrogeni, dipendente dalla durata di assunzione della TOS.
Il rischio in eccesso diventa evidente nell’arco di alcuni anni di utilizzo, ma ritorna ai livelli iniziali entro alcuni (al massimo cinque) anni dall’interruzione del trattamento.
Intrarosa non è stato studiato nelle donne con cancro della mammella in atto o pregresso.
È stato segnalato un caso di cancro della mammella alla settimana 52 su 1196 donne che erano state esposte alla dose di 6,5 mg, il che è al di sotto del tasso di incidenza osservato nella normale popolazione della stessa età.
Cancro delle ovaie Il cancro delle ovaie è molto più raro del cancro della mammella.
L’evidenza epidemiologica derivata da una vasta meta-analisi indica un lieve aumento del rischio nelle donne che assumono una TOS sistemica a base di soli estrogeni, che diventa manifesto entro 5 anni di utilizzo e si riduce col tempo dopo l’interruzione.
Intrarosa non è stato studiato nelle donne con cancro delle ovaie in atto o pregresso.
È stato segnalato un caso di cancro delle ovaie su 1196 donne che erano state esposte alla dose di 6,5 mg, il che è al di sopra del tasso di incidenza osservato nella normale popolazione della stessa età.
Va notato che questo caso era in atto prima dell’inizio del trattamento e presentava una mutazione BRCA1.
Pap test anomalo Intrarosa non è stato studiato in donne con Pap test anomalo [cellule squamose atipiche di significato indeterminato (ASCUS)] o più grave.
Sono stati segnalati casi di Pap test anomalo corrispondente ad ASCUS o a lesione squamosa intraepiteliale di basso grado (LSIL) in donne trattate con la dose di 6,5 mg (frequenza comune).
Tromboembolia venosa Intrarosa non è stato studiato nelle donne con malattia tromboembolica venosa in atto o pregressa.
• La TOS sistemica è associata a un rischio da 1,3 a 3 volte maggiore di sviluppare tromboembolia venosa (TEV), come trombosi venosa profonda o embolia polmonare.
Il verificarsi di tale evento è più probabile nel primo anno di TOS anziché più tardi (vedere paragrafo 4.8).
• Le pazienti con stati trombofilici accertati hanno un maggiore rischio di TEV e la TOS può aumentare tale rischio.
La TOS è pertanto controindicata in tali pazienti (vedere paragrafo 4.3).
• I fattori di rischio generalmente riconosciuti per la TEV comprendono uso di estrogeni, età avanzata, intervento chirurgico maggiore, immobilità prolungata, obesità (IMC > 30 kg/m²), gravidanza/periodo post-parto, lupus eritematoso sistemico (LES) e cancro.
Non esiste un parere unanime sul possibile ruolo delle vene varicose nella TEV.
Come per tutti i pazienti in fase postoperatoria, devono essere prese in considerazione misure profilattiche al fine di prevenire una TEV dopo l’intervento.
Se dopo l’intervento chirurgico in elezione è prevista un’immobilizzazione prolungata, si raccomanda di interrompere provvisoriamente la TOS 4-6 settimane prima.
Il trattamento non deve essere ripreso fino alla completa mobilizzazione della paziente.
• Nelle donne senza anamnesi personale di TEV, ma con un parente di primo grado con una storia di trombosi in giovane età, può essere proposto uno screening dopo un’attenta consulenza in merito alle sue limitazioni (solo una percentuale di difetti trombofilici viene individuata con lo screening).
Se s’individua un difetto trombofilico correlato a trombosi nei familiari o se il difetto è “severo” (ad esempio deficit di antitrombina, proteina S o proteina C o una combinazione di difetti), la TOS è controindicata.
• Le donne già in trattamento cronico con anticoagulanti richiedono un’attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio dell’uso della TOS.
• Se si sviluppa la TEV dopo l’inizio della terapia, il farmaco deve essere sospeso.
Le pazienti devono essere avvisate di contattare immediatamente il medico se avvertono un potenziale sintomo tromboembolico (ad esempio edema doloroso a una gamba, dolore improvviso al torace, dispnea).
Sono stati segnalati un caso di embolia polmonare nel gruppo trattato con 6,5 mg e un caso nel gruppo che ha ricevuto placebo durante gli studi clinici.
Coronaropatia/ipertensione Intrarosa non è stato studiato nelle donne con ipertensione non controllata (pressione arteriosa superiore a 140/90 mmHg) e con malattia cardiovascolare.
Sono stati segnalati casi di ipertensione durante gli studi clinici con una frequenza non comune e sono stati osservati tassi di incidenza simili in entrambi i gruppi (prasterone 6,5 mg e placebo).
Durante gli studi clinici non è stato segnalato alcun caso di coronaropatia.
Ictus ischemico La terapia sistemica con soli estrogeni è associata a un aumento fino a 1,5 volte del rischio d’ictus ischemico.
Il rischio relativo non varia con l’età o con il tempo intercorso dalla menopausa.
Tuttavia, poiché il rischio d’ictus al basale dipende in larga misura dall’età, il rischio generale d’ictus nelle donne che seguono una TOS aumenta con l’età (vedere paragrafo 4.8).Intrarosa non è stato studiato nelle donne con malattia tromboembolica arteriosa in atto o pregressa.
Durante gli studi clinici non è stato segnalato alcun caso di malattia tromboembolica arteriosa.
Altre condizioni osservate con la TOS • Gli estrogeni possono causare ritenzione di liquidi; pertanto, le pazienti con disfunzione cardiaca o renale devono essere tenute sotto attenta osservazione.
• Le donne con ipertrigliceridemia preesistente devono essere seguite attentamente durante la terapia sostitutiva estrogenica o la terapia ormonale sostitutiva, poiché con la terapia estrogenica sono stati segnalati rari casi di forti aumenti dei trigliceridi plasmatici, con conseguente pancreatite, in questa condizione clinica.
• Gli estrogeni aumentano i livelli di globulina legante la tiroxina (TBG), provocando un aumento dei livelli totali di ormone tiroideo in circolazione, misurato come iodio legato alle proteine (PBI), dei livelli di T4 (metodo su colonna o dosaggio radioimmunologico) o dei livelli di T3 (mediante dosaggio radioimmunologico).
L’uptake su resina di T3 diminuisce, rispecchiando l’innalzamento della TBG.
Le concentrazioni di T4 e T3 libere sono invariate.
Possono risultare aumentati i valori sierici di altre proteine di legame, come globulina legante i corticosteroidi (CBG) e la globulina legante gli ormoni sessuali (SHBG), che determinano un aumento rispettivamente dei livelli circolanti di corticosteroidi e steroidi sessuali.
Le concentrazioni degli ormoni liberi o biologicamente attivi sono invariate.
È possibile che si verifichi l’aumento di altre proteine plasmatiche (substrato angiotensinogeno/renina, alfa-1-antitripsina, ceruloplasmina).
• La TOS non migliora la funzione cognitiva.
Vi sono alcune evidenze di un aumento del rischio di probabile demenza nelle donne che iniziano la TOS combinata continua o a base di soli estrogeni dopo i 65 anni di età.
Nessuna di queste condizioni è stata osservata con Intrarosa durante gli studi clinici.
Le donne con infezione vaginale devono ricevere una terapia antimicrobica adeguata prima di iniziare il trattamento con Intrarosa.
Dato lo scioglimento della base grassa solida associato ad un previsto aumento delle secrezioni vaginali dovuto al trattamento, si possono verificare perdite vaginali che tuttavia non richiedono l’interruzione del trattamento (vedere paragrafo 4.8).
L’uso di Intrarosa con preservativi, diaframmi o cappucci cervicali in lattice deve essere evitato perché la gomma può essere danneggiata dal medicinale.
Intrarosa non è stato studiato nelle donne con terapia ormonale in atto: terapia ormonale sostitutiva (a base di soli estrogeni e/o di estro-progestinici) o trattamento con androgeni.

Interazioni

L’uso in concomitanza con la terapia ormonale sostitutiva sistemica (trattamento a base di estrogeni e/o di estro-progestinici o con androgeni) o con estrogeni vaginali non è stato studiato e pertanto non è raccomandato.

Effetti indesiderati

Riassunto del profilo di sicurezza La reazione avversa osservata più di frequente è costituita da perdite vaginali.
Tali perdite dipendono dallo scioglimento del grasso solido usato come veicolo, che si aggiunge al previsto aumento delle secrezioni vaginali dovuto al trattamento.
Non è necessario interrompere Intrarosa se si verificano perdite vaginali (vedere paragrafo 4.4).
Tabella delle reazioni avverse La reazione avversa osservata con prasterone 6,5 mg ovuli durante gli studi clinici è riportata nella tabella sottostante.
Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRAcomune (da ≥ 1/100 a <1/10)non comune (da ≥ 1/1000 a <1/100)
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Perdite in sede di applicazione 
Disturbi dell’apparato riproduttivo e della mammella Pap test anomalo (soprattutto ASCUS o LGSIL) Polipi cervicali/uterini Massa in sede mammaria (benigna)
Esami diagnostici Fluttuazioni del peso 
Rischio di cancro della mammella • Nelle donne che seguono una terapia estroprogestinica combinata da più di 5 anni è stato segnalato un aumento fino a due volte del rischio di diagnosi di cancro della mammella.
• Qualsiasi aumento del rischio nelle donne sottoposte a terapia a base di soli estrogeni è sostanzialmente inferiore a quello osservato nelle donne che utilizzano estroprogestinici combinati.
• Il livello di rischio dipende dalla durata d’uso (vedere paragrafo 4.4).
• I risultati della più grande sperimentazione randomizzata controllata verso placebo (studio WHI) e del più grande studio epidemiologico (MWS) sono presentati di seguito.
Studio MWS (Million Women Study).
Rischio supplementare stimato di cancro della mammella dopo 5 anni di utilizzo
Intervallo di età (anni) Casi aggiuntivi ogni 1000 non utilizzatrici di TOS nell’arco di 5 anni*¹ Rapporto dei rischi e IC al 95%# Casi supplementari ogni 1000 utilizzatrici di TOS nel corso di 5 anni (IC al 95%)
TOS a base di soli estrogeni
50-65 9-12 1,2 1-2 (0-3)
# Rapporto dei rischi generale.
Il rapporto dei rischi non è costante, ma aumenta con la durata d’uso.
NB: poiché l’incidenza di fondo del cancro della mammella è diversa nei vari paesi dell’UE, anche il numero di casi supplementari di tale tipo di cancro varierà proporzionalmente.
Studi WHI (Women Health Initiative) statunitensi.
Rischio supplementare di cancro della mammella dopo 5 anni di utilizzo
Intervallo di età (anni) Incidenza ogni 1000 donne nel braccio placebo nel corso di 5 anni Rapporto dei rischi e IC al 95% Casi aggiuntivi ogni 1 000 utilizzatrici di TOS nel corso di 5 anni (IC al 95%)
CEE solo estrogeni
50-79 21 0,8 (0,7 - 1,0) -4 (-6 - 0)*²
* ¹ Tratto dai tassi di incidenza al basale nei paesi sviluppati.
* ² Studio WHI in donne senza utero, che non ha dimostrato un aumento del rischio di cancro della mammella.
Cancro delle ovaie L’uso a lungo termine di una TOS a base di soli estrogeni o estroprogestinica combinata è stato associato a un lieve aumento del rischio di una diagnosi di cancro delle ovaie (vedere paragrafo 4.4).
Una meta-analisi di 52 studi epidemiologici ha riscontrato un aumento del rischio di cancro delle ovaie nelle donne in trattamento con una TOS rispetto alle donne che non ne avevano mai fatto uso (RR 1,43, IC al 95% 1,31-1,56).
Per le donne di età compresa tra 50 e 54 anni che seguono una TOS da 5 anni, si registra circa 1 caso aggiuntivo su 2000 donne trattate.
Nelle donne di età compresa tra 50 e 54 anni che non seguono una TOS, circa 2 donne su 2000 riceveranno una diagnosi di cancro delle ovaie nell’arco di 5 anni.
Rischio di tromboembolia venosa La TOS è associata a un rischio relativo da 1,3 a 3 volte maggiore di sviluppare tromboembolia venosa (TEV), come trombosi venosa profonda o embolia polmonare.
Il verificarsi di tale evento è più probabile nel primo anno di terapia ormonale (vedere paragrafo 4.4).
I risultati degli studi WHI vengono presentati di seguito Studi WHI.
Rischio aggiuntivo di TEV nel corso di 5 anni di utilizzo
Intervallo di età (anni) Incidenza Ogni 1000 donne nel braccio placebo nel corso di 5 anni Rapporto dei rischi e IC al 95% Casi aggiuntivi ogni 1000 utilizzatrici di TOS
Solo estrogeni per via orale*³
50-59 7 1,2 (0,6 - 2,4) 1 (-3 - 10)
Rischio di coronaropatia • Il rischio di coronaropatia aumenta leggermente nelle donne di età superiore a 60 anni che utilizzano una TOS estroprogestinica combinata (vedere paragrafo 4.4).
Rischio di ictus ischemico • L’uso di una terapia a base di soli estrogeni e di estrogeni + progestinici è associata ad un aumento fino a 1,5 volte del rischio relativo d’ictus ischemico.
Il rischio d’ictus emorragico non aumenta durante l’uso della TOS.
• Questo rischio relativo non dipende dall’età o dalla durata di utilizzo; tuttavia, poiché il rischio di ictus al basale dipende in larga misura dall’età, il rischio generale di ictus nelle donne che seguono una TOS aumenta con l’età (vedere paragrafo 4.4).
Studi WHI combinati.
Rischio supplementare d’ictus ischemico*4 nel corso di 5 anni di utilizzo
Intervallo di età (anni) Incidenza Ogni 1 000 donne nel braccio placebo nell’arco di 5 anni Rapporto dei rischi e IC al 95% Casi aggiuntivi ogni 1 000 utilizzatrici di TOS nel corso di 5 anni
50-59 8 1,3 (1,1-1,6) 3 (1-5)
Altre reazioni avverse sono state segnalate in associazione al trattamento estroprogestinico: - malattia della cistifellea; - alterazioni cutanee e subcutanee: cloasma, eritema multiforme, eritema nodoso, purpura vascolare; - probabile demenza al di sopra dei 65 anni di età (vedere paragrafo 4.4).
³ * Studio nelle donne senza utero 4 *Non è stata effettuata alcuna differenziazione tra ictus ischemico ed emorragico.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato nell’allegato V.

Gravidanza e allattamento

Gravidanza Intrarosa non è indicato per le donne in premenopausa in età fertile, compreso lo stato di gravidanza.
Se si verifica una gravidanza durante il trattamento con Intrarosa, il trattamento deve essere sospeso immediatamente.
Non vi sono dati relativi all’uso di Intrarosa nelle donne in gravidanza.
Non sono stati realizzati studi sugli animali in relazione alla tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).
Non è noto il potenziale rischio per gli esseri umani.
Allattamento Intrarosa non è indicato in fase di allattamento.
Fertilità Intrarosa non è indicato nelle donne fertili.

Conservazione

Conservare a temperatura inferiore a 30 °C.
Non congelare.

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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.