EVRENZO 12CPR RIV 150MG

872,41 €

Prezzo indicativo

Principio attivo: ROXADUSTAT
  • ATC: B03XA05
  • Descrizione tipo ricetta: RNRL - LIMITATIVA NON RIPETIB.
  • Presenza Glutine:
  • Presenza Lattosio: Il farmaco contiene lattosio

Data ultimo aggiornamento: 26/02/2023

Evrenzo è indicato per il trattamento di pazienti adulti con anemia sintomatica associata a malattia renale cronica (MRC).
Evrenzo 20 mg compresse rivestite con film: Ogni compressa contiene 20 mg di roxadustat. Evrenzo 50 mg compresse rivestite con film: Ogni compressa contiene 50 mg di roxadustat. Evrenzo 70 mg compresse rivestite con film: Ogni compressa contiene 70 mg di roxadustat. Evrenzo 100 mg compresse rivestite con film: Ogni compressa contiene 100 mg di roxadustat. Evrenzo 150 mg compresse rivestite con film: Ogni compressa contiene 150 mg di roxadustat. Eccipiente(i) con effetti noti Ogni compressa rivestita con film da 20 mg contiene 40,5 mg di lattosio, 0,9 mg di lacca di alluminio rosso allura AC e 0,21 mg di lecitina di soia. Ogni compressa rivestita con film da 50 mg contiene 101,2 mg di lattosio, 1,7 mg di lacca di alluminio rosso allura AC e 0,39 mg di lecitina di soia. Ogni compressa rivestita con film da 70 mg contiene 141,6 mg di lattosio, 2,1 mg di lacca di alluminio rosso allura AC e 0,47 mg di lecitina di soia. Ogni compressa rivestita con film da 100 mg contiene 202,4 mg di lattosio, 2,8 mg di lacca di alluminio rosso allura AC e 0,63 mg di lecitina di soia. Ogni compressa rivestita con film da 150 mg contiene 303,5 mg di lattosio, 3,7 mg di lacca di alluminio rosso allura AC e 0,84 mg di lecitina di soia. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

Evrenzo è controindicato nelle seguenti condizioni: • ipersensibilità al principio attivo, alle arachidi, alla soia o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1; • terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.4 e 4.6); • allattamento (vedere paragrafo 4.6).

Posologia

Il trattamento con roxadustat deve essere iniziato da un medico esperto nella gestione dell’anemia.
Prima di iniziare la terapia con Evrenzo e quando si decide di aumentare la dose si devono valutare tutte le altre cause di anemia.
I sintomi e le conseguenze dell’anemia possono variare con l’età, il sesso e l’impatto generale della malattia; è necessaria una valutazione medica del decorso clinico e della condizione del singolo paziente.
Oltre alla presenza di sintomi di anemia, nella valutazione del decorso clinico e della condizione del singolo paziente potrebbero essere rilevanti criteri quali la velocità di riduzione della concentrazione di emoglobina (Hb), la precedente risposta a una terapia a base di ferro e l’eventuale necessità di una trasfusione di eritrociti (RBC).
Posologia La dose appropriata di roxadustat deve essere assunta per via orale tre volte alla settimana e non in giorni consecutivi.
La dose deve essere personalizzata per raggiungere e mantenere i livelli desiderati di Hb di 10-12 g/dL, come descritto di seguito.
Il trattamento con roxadustat non deve essere continuato oltre le 24 settimane di terapia se non si ottiene un aumento clinicamente significativo dei livelli di Hb.
Prima di riprendere la somministrazione di Evrenzo, è necessario indagare e trattare le cause alternative di una risposta inadeguata.
Dose iniziale all’avvio del trattamento Prima di iniziare il trattamento devono essere assicurate adeguate riserve di ferro.
Pazienti non attualmente in trattamento con un agente stimolante l’eritropoiesi (ESA) Per i pazienti che iniziano il trattamento per l’anemia non precedentemente trattati con un ESA, la dose iniziale raccomandata di roxadustat è di 70 mg tre volte alla settimana nei soggetti di peso inferiore a 100 kg e di 100 mg tre volte alla settimana nei soggetti di peso pari o superiore a 100 kg.
Pazienti che passano da un ESA a roxadustat I pazienti attualmente in trattamento con un ESA possono passare a roxadustat.
Tuttavia, la conversione di pazienti in dialisi altrimenti stabili grazie al trattamento con un ESA deve essere presa in considerazione solo in presenza di un valido motivo clinico (vedere paragrafi 4.4 e 5.1).
La conversione di pazienti non in dialisi altrimenti stabili grazie al trattamento con un ESA non è stata studiata.
La decisione di trattare questi pazienti con roxadustat deve essere basata sul rapporto beneficio-rischio di ogni singolo paziente.
La dose iniziale raccomandata di roxadustat è basata sulla dose media prescritta dell’ESA nelle 4 settimane precedenti la conversione (vedere Tabella 1).
La prima dose di roxadustat deve sostituire la dose successiva programmata dell’ESA attuale.
Tabella 1.
Dosi iniziali di roxadustat da assumere tre volte alla settimana nei pazienti che passano da un ESA a roxadustat
Dose di darbepoetina alfa endovenosa o sottocutanea (microgrammi/settimana) Dose di epoetina endovenosa o sottocutanea (UI/settimana) Dose di metossipolietilenglicole-epoetina beta endovenosa o sottocutanea (microgrammi/mese) Dose di roxadustat (milligrammi tre volte alla settimana)
Meno di 25 Meno di 5 000 Meno di 80 70
Da 25 a meno di 40 Da 5000 fino a 8000 Da 80 fino a 120 inclusi 100
Da 40 fino a 80 inclusi Da più di 8000 fino a 16000 incluse Da più di 120 fino a 200 inclusi 150
Più di 80 Più di 16000 Più di 200 200
ESA: agente stimolante l’eritropoiesi.
Aggiustamento della dose e monitoraggio dell’Hb La dose di mantenimento personalizzata è compresa tra 20 mg e 400 mg tre volte alla settimana (vedere paragrafo dose massima raccomandata).
I livelli di Hb devono essere monitorati ogni due settimane fino al raggiungimento e alla stabilizzazione del livello desiderato di Hb di 10-12 g/dL, e successivamente ogni 4 settimane, o come clinicamente indicato.
La dose di roxadustat può essere aggiustata gradualmente verso l’alto o verso il basso rispetto alla dose iniziale a partire da 4 settimane dopo l’inizio del trattamento, e successivamente ogni 4 settimane, fatta eccezione per l’eventualità in cui l’Hb aumenti di più di 2 g/dL, nel qual caso la dose dovrà essere ridotta immediatamente di un livello.
Quando si aggiusta la dose di roxadustat, tenere conto del livello attuale di Hb e della recente velocità di variazione del livello di Hb nelle ultime 4 settimane, e seguire i livelli di aggiustamento della dose secondo l’algoritmo di aggiustamento della dose descritto nella Tabella 2.
Gli aggiustamenti graduali della dose verso l’alto o verso il basso devono seguire la sequenza delle dosi disponibili: 20 mg-40 mg-50 mg-70 mg-100 mg-150 mg-200 mg-250 mg-300 mg-400 mg (solo per i pazienti con MRC in dialisi).
Tabella 2.
Regole di aggiustamento della dose
Variazione dell’Hb nelle precedenti 4 settimane¹ Livello attuale di Hb (g/dL):
Inferiore a 10,5 Da 10,5 a 11,9 Da 12,0 a 12,9 13,0 o superiore
Variazione del valore superiore a +1,0 g/dL Nessuna variazione Ridurre la dose di un livello Ridurre la dose di un livello Sospendere la somministrazione, monitorare il livello di Hb e riprendere la somministrazione quando l’Hb è inferiore a 12,0 g/dL, a una dose ridotta di due livelli
Variazione del valore compreso tra -1,0 e +1,0 g/dL Aumentare la dose di un livello Nessuna variazione Ridurre la dose di un livello
Variazione del valore inferiore a -1,0 g/dL Aumentare la dose di un livello Aumentare la dose di un livello Nessuna variazione
La dose di roxadustat non deve essere aggiustata con una frequenza superiore a una volta ogni 4 settimane, fatta eccezione per l’eventualità in cui l’Hb aumenti di più di 2 g/dL in qualsiasi momento in un periodo di 4 settimane, nel qual caso la dose deve essere ridotta immediatamente di un livello.
¹Variazione dell’emoglobina (Hb) nelle ultime 4 settimane = (valore attuale di Hb) - (valore precedente di Hb ottenuto 4 settimane prima).
Se dovesse essere necessaria un’ulteriore riduzione della dose in un paziente che assume già la dose minima (20 mg tre volte alla settimana), non ridurre la dose da 20 mg spezzando la compressa, ma diminuire la frequenza di somministrazione a due volte alla settimana.
Se dovesse essere necessaria un’ulteriore riduzione della dose, la frequenza di somministrazione può essere ulteriormente diminuita a una volta alla settimana.
Dose di mantenimento Dopo la stabilizzazione ai livelli desiderati di Hb compresi tra 10 e 12 g/dL, è necessario continuare a monitorare regolarmente i livelli di Hb e a seguire le regole di aggiustamento della dose (vedere Tabella 2).
Pazienti che iniziano la dialisi mentre sono in trattamento con roxadustat Non è necessario alcun particolare aggiustamento della dose per i pazienti con MRC che iniziano la dialisi mentre sono in trattamento con roxadustat.
Si devono seguire le normali regole di aggiustamento della dose (vedere Tabella 2).
Trattamento concomitante di roxadustat con induttori o inibitori Quando si inizia o si interrompe il trattamento concomitante con forti inibitori (ad es.
gemfibrozil) o induttori (ad es.
rifampicina) del CYP2C8, oppure con inibitori (ad es.
probenecid) di UGT1A9: devono essere monitorati periodicamente i livelli di Hb e seguite le regole di aggiustamento della dose (vedere Tabella 2; vedere anche paragrafi 4.5 e 5.2).
Dose massima raccomandata I pazienti non in dialisi non devono superare una dose di roxadustat di 3 mg/kg di peso corporeo o 300 mg tre volte alla settimana, a seconda di quale sia quella più bassa.
I pazienti in dialisi non devono superare una dose di roxadustat di 3 mg/kg di peso corporeo o 400 mg tre volte alla settimana, a seconda di quale sia quella più bassa.
Dose dimenticata Se viene dimenticata una dose e manca più di 1 giorno alla dose programmata successiva, la dose dimenticata deve essere assunta il prima possibile.
Se manca un solo giorno o meno alla dose programmata successiva, non assumere la dose dimenticata e assumere la dose successiva nel giorno programmato successivo.
In ciascuno dei due casi, deve essere successivamente ripreso lo schema di somministrazione abituale.
Popolazioni speciali Anziani Non è necessario alcun aggiustamento della dose iniziale nei pazienti anziani (vedere paragrafo 5.2).
Pazienti con compromissione epatica Non è necessario alcun aggiustamento del livello della dose iniziale nei pazienti con compromissione epatica lieve (Child-Pugh classe A) (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
Si raccomanda cautela quando si prescrive roxadustat a pazienti con compromissione epatica moderata.
Quando si inizia il trattamento nei pazienti con compromissione epatica moderata (Child-Pugh classe B), la dose iniziale deve essere ridotta della metà o portata al livello della dose più vicina alla metà della dose iniziale.
Evrenzo non è raccomandato per l’uso in pazienti con compromissione epatica severa (Child-Pugh classe C) perché la sicurezza e l’efficacia non sono state valutate in questa popolazione (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
Popolazione pediatrica La sicurezza e l’efficacia di roxadustat nei pazienti pediatrici di età inferiore ai 18 anni non sono state stabilite.
Non ci sono dati disponibili.
Modo di somministrazione Le compresse rivestite con film di Evrenzo devono essere assunte per via orale con o senza cibo.
Le compresse devono essere deglutite intere e non devono essere masticate, rotte o frantumate vista l’assenza di dati clinici in queste condizioni, e per proteggere il nucleo fotosensibile della compressa dalla fotodegradazione.
Le compresse devono essere assunte almeno 1 ora dopo la somministrazione di leganti del fosfato (eccetto lantanio) o di altri medicinali contenenti cationi multivalenti quali calcio, ferro, magnesio o alluminio (vedere paragrafi 4.5 e 5.2).

Avvertenze e precauzioni

Rischio cardiovascolare e di mortalità Sulla base dei dati del confronto diretto di entrambe le terapie, complessivamente è stato stimato che il rischio cardiovascolare e di mortalità del trattamento con roxadustat è paragonabile al rischio cardiovascolare e di mortalità della terapia con ESA (vedere paragrafo 5.1).
Poiché per i pazienti con anemia associata a MRC e non in dialisi non è stato possibile stimare questo rischio con sufficiente confidenza rispetto al placebo, la decisione di trattare questi pazienti con roxadustat deve essere basata su considerazioni simili a quelle che verrebbero utilizzate prima del trattamento con un ESA.
Inoltre, sono stati identificati molteplici fattori che potrebbero contribuire a determinare questo rischio, inclusi la mancata risposta al trattamento e la conversione di pazienti in dialisi stabili in trattamento con ESA (vedere paragrafi 4.2 e 5.1).
Nel caso di mancata risposta, il trattamento con roxadustat non deve essere continuato oltre 24 settimane dopo l’inizio del trattamento (vedere paragrafo 4.2).
La conversione dei pazienti in dialisi altrimenti stabili grazie al trattamento con un ESA deve essere presa in considerazione solo in presenza di un valido motivo clinico (vedere paragrafo 4.2).
Per i pazienti con anemia associata a MRC stabili in trattamento con un ESA e non in dialisi, non è stato possibile stimare questo rischio perché questi pazienti non sono stati studiati.
La decisione di trattare questi pazienti con roxadustat deve essere basata sul rapporto beneficio-rischio di ogni singolo paziente.
Eventi trombotici vascolari Il rischio riportato di eventi trombotici vascolari (ETV) deve essere attentamente soppesato alla luce dei benefici derivanti dal trattamento con roxadustat, in particolare nei pazienti con pre-esistenti fattori di rischio per ETV, comprese obesità e anamnesi pregressa di ETV (ad es.
trombosi venosa profonda [TVP] ed embolia polmonare [EP]).
La trombosi venosa profonda è stata riportata come evento comune e l’embolia polmonare come evento non comune nei pazienti inclusi negli studi clinici.
La maggior parte degli eventi di TVP ed EP è stata grave.
La trombosi dell’accesso vascolare (TAV) è stata riportata come evento molto comune nei pazienti con MRC in dialisi inclusi negli studi clinici (vedere paragrafo 4.8).
Nei pazienti con MRC in dialisi, l’incidenza di TAV nei pazienti trattati con roxadustat è stata più alta nelle prime 12 settimane dopo l'inizio del trattamento, per valori di Hb superiori a 12 g/dL e nel contesto di un aumento di Hb superiore a 2 g/dL nel corso di 4 settimane.
Si raccomanda di monitorare i livelli di Hb e di aggiustare la dose in base alle regole di aggiustamento della dose (vedere Tabella 2) per evitare livelli di Hb superiori a 12 g/dL e un aumento dell’Hb superiore a 2 g/dL nel corso di 4 settimane.
I pazienti con segni e sintomi di ETV devono essere valutati e trattati tempestivamente secondo il trattamento standard.
La decisione di interrompere o sospendere il trattamento deve essere basata sul rapporto beneficio-rischio di ogni singolo paziente.
Crisi convulsive Le crisi convulsive sono state riportate come evento comune nei pazienti trattati con roxadustat inclusi negli studi clinici (vedere paragrafo 4.8).
Roxadustat deve essere usato con cautela nei pazienti con anamnesi di crisi convulsive (convulsioni o attacchi), epilessia o condizioni mediche associate a una predisposizione ad attività convulsiva, quali infezioni del sistema nervoso centrale (SNC).
La decisione di interrompere o sospendere il trattamento deve essere basata sul rapporto beneficio-rischio di ogni singolo paziente.
Infezioni gravi Le infezioni gravi riportate più comunemente sono state infezioni polmonari e infezioni delle vie urinarie.
I pazienti con segni e sintomi di infezione devono essere valutati e trattati tempestivamente secondo il trattamento standard.
Sepsi La sepsi è stata una delle infezioni gravi riportate più comunemente e ha incluso eventi fatali.
I pazienti con segni e sintomi di sepsi (ad es.
un’infezione che si diffonde a tutto l’organismo con pressione arteriosa bassa e potenziale insufficienza d’organo) devono essere valutati e trattati tempestivamente secondo il trattamento standard.
Ipotiroidismo secondario Sono stati riportati casi di ipotiroidismo secondario con l'uso di roxadustat (vedere paragrafo 4.8).
Queste reazioni erano reversibili con la sospensione di roxadustat.
È raccomandato il monitoraggio della funzionalità tiroidea come clinicamente indicato.
Risposta inadeguata alla terapia Una risposta inadeguata alla terapia con roxadustat deve portare alla ricerca tempestiva delle cause scatenanti.
Devono essere corretti i deficit di nutrienti.
Infezioni intercorrenti, perdita di sangue occulto, emolisi, tossicità da alluminio severa, malattie ematologiche pre-esistenti o fibrosi del midollo osseo possono altresì compromettere la risposta eritropoietica.
Nell’ambito della valutazione deve essere presa in considerazione la conta reticolocitaria.
Se le cause tipiche della mancata risposta vengono escluse, e il paziente presenta reticolocitopenia, si deve prendere in considerazione un esame del midollo osseo.
In assenza di una causa attribuibile alla risposta inadeguata alla terapia, Evrenzo non deve essere continuato oltre le 24 settimane di terapia.
Compromissione epatica È necessaria cautela quando si somministra roxadustat a pazienti con compromissione epatica moderata (Child-Pugh classe B).
Evrenzo non è raccomandato per l’uso nei pazienti con compromissione epatica severa (Child-Pugh classe C) (vedere paragrafo 5.2).
Gravidanza e contraccezione Il trattamento con roxadustat non deve essere avviato nelle donne che intendono iniziare una gravidanza, durante la gravidanza o quando durante la gravidanza venga diagnosticata anemia associata a MRC.
In questi casi, si deve iniziare una terapia alternativa, se opportuna.
Se ha inizio una gravidanza durante la somministrazione di roxadustat, il trattamento deve essere interrotto e deve essere avviato un trattamento alternativo, se opportuno.
Le donne in età fertile devono usare misure contraccettive altamente efficaci durante il trattamento e per almeno una settimana dopo l’ultima dose di Evrenzo (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).
Uso inappropriato Un uso inappropriato può causare un aumento eccessivo dell’ematocrito, che può essere associato a complicazioni potenzialmente fatali a carico del sistema cardiovascolare.
Eccipienti Evrenzo contiene lattosio.
I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi, o da malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.
Evrenzo contiene lacca di alluminio rosso allura AC (vedere paragrafo 6.1) che può causare reazioni allergiche.
Evrenzo contiene tracce di lecitina di soia.
I pazienti allergici alle arachidi o alla soia non devono usare questo medicinale.

Interazioni

Effetto di altri medicinali su roxadustat Leganti del fosfato e altri prodotti contenenti cationi multivalenti La somministrazione concomitante di roxadustat con i leganti del fosfato sevelamer carbonato o acetato di calcio in soggetti sani ha ridotto l’AUC di roxadustat rispettivamente del 67% e del 46% e la Cmax del 66% e del 52%.
Roxadustat potrebbe formare un chelato con cationi multivalenti come nei leganti del fosfato o altri prodotti contenenti calcio, ferro, magnesio o alluminio.
La somministrazione sfalsata di leganti del fosfato (ad almeno 1 ora di distanza) non ha prodotto un effetto clinicamente significativo sull’esposizione a roxadustat in pazienti con MRC.
Roxadustat deve essere assunto almeno 1 ora dopo la somministrazione di leganti del fosfato o di altri medicinali o di integratori contenenti cationi multivalenti (vedere paragrafo 4.2).
Questa limitazione non si applica al lantanio carbonato, perché la somministrazione concomitante di roxadustat e lantanio carbonato non ha prodotto una variazione clinicamente significativa nell’esposizione plasmatica di roxadustat.Modificatori dell’attività di CYP2C8 o UGT1A9 Roxadustat è un substrato di CYP2C8 e UGT1A9.
La somministrazione concomitante di roxadustat e gemfibrozil (inibitore di CYP2C8 e di OATP1B1) o probenecid (inibitore di UGT e OAT1/OAT3) in soggetti sani ha aumentato l’AUC di roxadustat di 2,3 volte e la Cmax di 1,4 volte.
Quando si inizia o si interrompe il trattamento concomitante con gemfibrozil, probenecid, altri forti inibitori o induttori di CYP2C8 oppure altri forti inibitori di UGT1A9, è necessario monitorare i livelli di Hb.
Aggiustare la dose di roxadustat seguendo le regole di aggiustamento della dose (vedere Tabella 2) in base al monitoraggio dell’Hb.
Effetti di roxadustat su altri medicinali Substrati di OATP1B1 o BCRP Roxadustat è un inibitore di BCRP e OATP1B1.
Questi trasportatori svolgono un ruolo importante nell’assorbimento intestinale ed epatico e nell’efflusso delle statine.
La somministrazione concomitante di 200 mg di roxadustat e simvastatina in soggetti sani ha aumentato l’AUC e la Cmax di simvastatina rispettivamente di 1,8 e 1,9 volte, e l’AUC e la Cmax dell’acido di simvastatina (il metabolita attivo di simvastatina) rispettivamente di 1,9 e 2,8 volte.
Le concentrazioni di simvastatina e di acido di simvastatina sono altresì aumentate quando simvastatina è stata somministrata 2 ore prima oppure 4 o 10 ore dopo roxadustat.
La somministrazione concomitante di 200 mg di roxadustat e rosuvastatina ha aumentato l’AUC e la Cmax di rosuvastatina rispettivamente di 2,9 e 4,5 volte.
La somministrazione concomitante di 200 mg di roxadustat e atorvastatina ha aumentato l’AUC e la Cmax di atorvastatina rispettivamente di 2,0 e 1,3 volte.
Sono previste interazioni anche con altre statine.
In caso di somministrazione concomitante con roxadustat, tenere conto di questa interazione, monitorare le reazioni avverse associate alle statine e prendere in considerazione la necessità di ridurre la dose delle statine.
Fare riferimento alle informazioni di prescrizione delle statine per decidere la dose di statina appropriata per i singoli pazienti.
Roxadustat potrebbe aumentare l’esposizione plasmatica di altri medicinali che sono substrati di BCRP o OATP1B1.
Monitorare l’insorgenza di possibili reazioni avverse dei medicinali somministrati in concomitanza e aggiustare la dose di conseguenza.
Roxadustat ed ESA La somministrazione di roxadustat ed ESA in associazione non è raccomandata perché tale associazione non è stata studiata.

Effetti indesiderati

Riassunto del profilo di sicurezza La sicurezza di Evrenzo è stata valutata su 3542 pazienti non dipendenti da dialisi (NDD) e su 3353 pazienti dipendenti da dialisi (DD) con anemia e MRC, che hanno ricevuto almeno una dose di roxadustat.
Le reazioni avverse più frequenti (≥ 10%) associate a roxadustat sono ipertensione (13,9%), trombosi dell’accesso vascolare (12,8%), diarrea (11,8%), edema periferico (11,7%), iperkaliemia (10,9%) e nausea (10,2%).
Le reazioni avverse gravi più frequenti (≥ 1%) associate a roxadustat sono state sepsi (3,4%), iperkaliemia (2,5%), ipertensione (1,4%) e trombosi venosa profonda (1,2%).
Tabella delle reazioni avverse Le reazioni avverse osservate durante gli studi clinici e/o nell’esperienza post-marketing, sono elencate in questo paragrafo in base alla frequenza.
Le categorie di frequenza sono definite come segue: molto comune (≥ 1/10); comune (≥ 1/100, < 1/10); non comune (≥ 1/1000, < 1/100); raro (≥ 1/10000, < 1/1000); molto raro (< 1/10000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Tabella 3.
Reazioni avverse
Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA Categoria di frequenza Reazione avversa
Infezioni ed infestazioni Comune Sepsi
Patologie endocrine Non nota Ipotiroidismo secondario
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Molto comune Iperkaliemia
Disturbi psichiatrici Comune Insonnia
Patologie del sistema nervoso Comune Crisi convulsive, cefalea
Patologie vascolari Molto comune Ipertensione, trombosi dell’accesso vascolare (TAV)¹
Comune Trombosi venosa profonda (TVP)
Patologie gastrointestinali Molto comune Nausea, diarrea
Comune Stipsi, vomito
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Non nota Dermatite Esfoliativa Generalizzata (DEG)
Patologie epatobiliari Non comune Iperbilirubinemia
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Non comune Embolia polmonare
Patologie generali e condizioni relative alla sede di somministrazione Molto comune Edema periferico
Esami diagnostici Non nota Ormone tireostimolante (TSH) ematico diminuito
¹Questa reazione avversa è associata a pazienti con MRC in dialisi durante il trattamento con roxadustat.
Descrizione di reazioni avverse selezionate Eventi trombotici vascolari Nei pazienti con MRC non in dialisi, gli eventi di TVP sono stati non comuni; si sono verificati nell’1,0% (0,6 pazienti con eventi ogni 100 pazienti-anno di esposizione) nel gruppo roxadustat e nello 0,2% (0,2 pazienti con eventi ogni 100 pazienti-anno di esposizione) nel gruppo placebo.
Nei pazienti con MRC in dialisi, gli eventi di TVP si sono verificati nell’1,3% (0,8 pazienti con eventi ogni 100 pazienti-anno di esposizione) nel gruppo roxadustat e nello 0,3% (0,1 pazienti con eventi ogni 100 pazienti-anno di esposizione) nel gruppo ESA (vedere paragrafo 4.4).
Nei pazienti con MRC non in dialisi è stata osservata embolia polmonare nello 0,4% (0,2 pazienti con eventi ogni 100 pazienti-anno di esposizione) nel gruppo roxadustat rispetto allo 0,2% (0,1 pazienti con eventi ogni 100 pazienti-anno di esposizione) nel gruppo placebo.
Nei pazienti con MRC in dialisi è stata osservata embolia polmonare nello 0,6% (0,3 pazienti con eventi ogni 100 pazienti-anno di esposizione) nel gruppo roxadustat rispetto allo 0,5% (0,3 pazienti con eventi ogni 100 pazienti-anno di esposizione) nel gruppo ESA (vedere paragrafo 4.4).
Nei pazienti con MRC in dialisi è stata osservata trombosi dell’accesso vascolare nel 12,8% (7,6 pazienti con eventi ogni 100 pazienti-anno di esposizione) nel gruppo roxadustat rispetto al 10,2% (5,4 pazienti con eventi ogni 100 pazienti-anno di esposizione) nel gruppo ESA (vedere paragrafo 4.4).
Crisi convulsive Nei pazienti con MRC non in dialisi, le crisi convulsive si sono verificate nell’1,1% (0,6 pazienti con eventi ogni 100 pazienti-anno di esposizione) nel gruppo roxadustat e nello 0,2% (0,2 pazienti con eventi ogni 100 pazienti-anno di esposizione) nel gruppo placebo (vedere paragrafo 4.4).
Nei pazienti con MRC in dialisi, le crisi convulsive si sono verificate nel 2,0% (1,2 pazienti con eventi ogni 100 pazienti-anno di esposizione) nel gruppo roxadustat e nell’1,6% (0,8 pazienti con eventi ogni 100 pazienti-anno di esposizione) nel gruppo ESA (vedere paragrafo 4.4).
Sepsi Nei pazienti con MRC non in dialisi è stata osservata sepsi nel 2,1% (1,3 pazienti con eventi ogni 100 pazienti-anno di esposizione) nel gruppo roxadustat rispetto allo 0,4% (0,3 pazienti con eventi ogni 100 pazienti-anno di esposizione) nel gruppo placebo.
Nei pazienti in dialisi è stata osservata sepsi nel 3,4% (2,0 pazienti con eventi ogni 100 pazienti-anno di esposizione) nel gruppo roxadustat rispetto al 3,4% (1,8 pazienti con eventi ogni 100 pazienti-anno di esposizione) nel gruppo ESA (vedere paragrafo 4.4).
Reazioni cutanee La Dermatite Esfoliativa Generalizzata, parte delle Reazioni Avverse Cutanee Gravi (SCAR), è stata segnalata durante la sorveglianza post-marketing e ha mostrato un’associazione con il trattamento a base di roxadustat (frequenza non nota).
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione: https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

Gravidanza e allattamento

Gravidanza, donne in età fertile e contraccezione I dati relativi all’uso di roxadustat in donne in gravidanza non esistono.
Gli studi sugli animali hanno mostrato una tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).
Roxadustat è controindicato durante il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
Roxadustat non è raccomandato durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4).
Se ha inizio una gravidanza durante la somministrazione di Evrenzo, il trattamento deve essere interrotto e deve essere sostituito con trattamenti alternativi, se opportuno (vedere paragrafo 4.3).
Allattamento Non è noto se roxadustat/metaboliti siano escreti nel latte materno.
Dati disponibili negli animali hanno mostrato l’escrezione di roxadustat nel latte (per dettagli vedere paragrafo 5.3).
Evrenzo è controindicato durante l’allattamento (vedere paragrafi 4.3 e 5.3).
Fertilità Negli studi sugli animali, non vi sono stati effetti di roxadustat sulla fertilità maschile e femminile.
Tuttavia, sono state osservate variazioni negli organi riproduttivi maschili dei ratti.
Gli effetti potenziali di roxadustat sulla fertilità maschile nell’uomo sono attualmente sconosciuti.
A una dose tossica per la madre è stato osservato un aumento della perdita dell’embrione (vedere paragrafo 5.3).
Le donne in età fertile devono usare misure contraccettive altamente efficaci durante il trattamento e per almeno una settimana dopo l’ultima dose di Evrenzo.

Conservazione

Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.

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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.