DACARBAZINA MEDAC 1FL 500MG

117,61 €

Prezzo indicativo

Principio attivo: DACARBAZINA CITRATO
  • ATC: L01AX04
  • Descrizione tipo ricetta: OSP - USO OSPEDALIERO
  • Presenza Glutine:
  • Presenza Lattosio: No Il farmaco non contiene lattosio

Data ultimo aggiornamento: 20/04/2021

La dacarbazina è indicata per il trattamento di pazienti con melanoma maligno metastatizzato. Altre indicazioni per la somministrazione di dacarbazina nell’ambito di un regime chemioterapico di combinazione sono: • morbo di Hodgkin in stadio avanzato • sarcoma dei tessuti molli in stadio avanzato negli adulti (ad eccezione del mesotelioma e del sarcoma di Kaposi).
Ogni flaconcino monouso di Dacarbazina medac 100 mg contiene 100 mg di dacarbazina (dacarbazina citrato, formata in situ). Una volta ricostituito, Dacarbazina medac 100 mg contiene 10 mg/ml di dacarbazina. Ogni flaconcino monouso di Dacarbazina medac 200 mg contiene 200 mg di dacarbazina (dacarbazina citrato, formata in situ). Una volta ricostituito, Dacarbazina medac 200 mg contiene 10 mg/ml di dacarbazina. Ogni flaconcino monouso di Dacarbazina medac 500 mg contiene 500 mg di dacarbazina (dacarbazina citrato, formata in situ). Dopo la ricostituzione e la diluizione finale Dacarbazina medac 500 mg contiene 1,4 - 2,0 mg/ml di dacarbazina. Ogni flaconcino monouso di Dacarbazina medac 1 000 mg contiene 1 000 mg di dacarbazina (dacarbazina citrato, formata in situ). Dopo la ricostituzione e la diluizione finale Dacarbazina medac 1 000 mg contiene 2,8 - 4,0 mg/ml di dacarbazina. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

• Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1, • gravidanza o allattamento (vedere paragrafo 4.6), • leucopenia e/o trombocitopenia, • gravi malattie epatiche o renali.

Posologia

Posologia L’uso della dacarbazina deve essere limitato a medici specialisti in oncologia o ematologia.
È possibile usare i seguenti regimi.
Per ulteriori informazioni vedere la letteratura scientifica corrente.
Melanoma maligno La dacarbazina può essere somministrata in monoterapia a dosi di 200 - 250 mg/m² di area di superficie corporea/die mediante iniezioni endovenose (EV) per 5 giorni a intervalli di 3 settimane.
In alternativa a un’iniezione EV in bolo è possibile somministrare la dacarbazina come infusione a breve termine (nell’arco di 15 - 30 minuti).
È anche possibile somministrare 850 mg/m² di area di superficie corporea al giorno 1 e quindi a intervalli di 3 settimane mediante un’infusione endovenosa.
Morbo di Hodgkin La dacarbazina viene somministrata, ogni 15 giorni, per via EV alla dose giornaliera di 375 mg/m² di area di superficie corporea in combinazione con doxorubicina, bleomicina e vinblastina (regime ABVD).
Sarcoma dei tessuti molli negli adulti Per i sarcomi dei tessuti molli negli adulti la dacarbazina viene somministrata per via EV a dosi giornaliere di 250 mg/m² di area di superficie corporea (giorni 1 - 5) in combinazione con doxorubicina a intervalli di 3 settimane (regime ADIC).
Durante il trattamento con dacarbazina si deve effettuare un monitoraggio frequente delle conte ematiche e della funzione epatica e renale.
Poiché sono frequenti gravi reazioni intestinali, si consiglia l’adozione di misure antiemetiche e di supporto.
Poiché possono verificarsi gravi disturbi gastrointestinali ed ematologici, si raccomanda una valutazione estremamente accurata dei rischi e dei benefici prima di ogni ciclo di terapia con la dacarbazina.
Durata della terapia Il medico curante deve decidere su base individuale la durata della terapia tenendo conto del tipo e dello stadio della malattia sottostante, della terapia di combinazione somministrata, della risposta alla dacarbazina e dei relativi effetti avversi.
Per il morbo di Hodgkin in stadio avanzato si raccomandano generalmente 6 cicli di terapia di combinazione ABVD.
Nel melanoma maligno metastatizzato e nel sarcoma dei tessuti molli in stadio avanzato la durata del trattamento dipende dall’efficacia e dalla tollerabilità nel singolo paziente.
Compromissione renale e/o epatica Nei casi di sola insufficienza renale o epatica da lieve a moderata, una riduzione della dose non è generalmente necessaria.
Nei pazienti con compromissione sia renale che epatica l’eliminazione della dacarbazina richiede più tempo.
Tuttavia, al momento non è possibile fornire raccomandazioni convalidate sulla riduzione della dose.
Anziani Poiché l’esperienza nei pazienti anziani è limitata, non è possibile fornire istruzioni particolari per l’uso in questa popolazione.
Popolazione pediatrica La sicurezza e l’efficacia della dacarbazina nei bambini di età < 15 anni non sono state ancora stabilite.
Non è possibile fornire raccomandazioni particolari per l’uso della dacarbazina nel gruppo di età pediatrica fino a quando non saranno disponibili ulteriori dati.
Modo di somministrazione Precauzioni che devono essere prese prima della manipolazione o della somministrazione del medicinale La dacarbazina è fotosensibile.
Tutte le soluzioni ricostituite devono essere tenute al riparo dalla luce anche durante la somministrazione con mezzi appropriati (set per infusione resistenti alla luce).
Durante l’iniezione si deve procedere con cautela per evitare lo stravaso nei tessuti, che provoca dolore locale e danno tissutale.
In caso di stravaso, si deve sospendere immediatamente l’iniezione e si deve introdurre l’eventuale dose restante in un’altra vena.
Per le istruzioni sulla ricostituzione del medicinale prima della somministrazione, vedere paragrafo 6.6.
Velocità di somministrazione Le dosi fino a 200 mg/m² possono essere somministrate mediante un’iniezione endovenosa lenta, e quelle superiori (da 200 a 850 mg/m²) devono essere somministrate mediante un’infusione EV nell’arco di 15 - 30 minuti.
Si raccomanda di verificare prima la pervietà venosa irrigando la vena con 5 - 10 ml di soluzione per infusione di cloruro di sodio allo 0,9% o glucosio al 5%.
Le stesse soluzioni devono essere usate dopo l’infusione per eliminare eventuali residui di medicinale dalla cannula.
Dopo la ricostituzione con acqua per preparazioni iniettabili senza ulteriore diluizione con una soluzione per infusione di cloruro di sodio allo 0,9% o glucosio al 5%, le preparazioni di dacarbazina 100 mg e 200 mg sono iposmolari (circa 100 mOsmol/kg) e devono pertanto essere somministrate mediante un’iniezione endovenosa lenta, p.es.
nell’arco di 1 minuto, anziché mediante un bolo endovenoso rapido effettuato in alcuni secondi.

Avvertenze e precauzioni

Si raccomanda di somministrare la dacarbazina solo sotto la supervisione di un medico specialista in oncologia, in presenza delle apparecchiature necessarie per il monitoraggio costante di tutti gli effetti clinici, biochimici ed ematologici, durante e dopo la terapia.
Qualora si manifestino sintomi di disfunzione epatica o renale o di una reazione di ipersensibilità, occorre interrompere immediatamente la terapia.
In caso di malattia veno-occlusiva del fegato è controindicato proseguire la terapia con la dacarbazina.
Nota: il medico responsabile deve prestare attenzione a una grave complicanza della terapia che si verifica raramente ed è dovuta alla necrosi epatica causata dall’occlusione delle vene intraepatiche.
Occorre pertanto effettuare frequenti monitoraggi delle dimensioni e della funzione del fegato nonché delle conte ematiche (in particolare degli eosinofili).
In singoli casi di sospetta malattia veno-occlusiva è risultata efficace una terapia precoce a base di corticosteroidi a dosi elevate (p.es.
idrocortisone 300 mg/die) con o senza agenti fibrinolitici come l’eparina o l’attivatore del plasminogeno tissutale (vedere paragrafo 4.8).
Una terapia a lungo termine può causare tossicità cumulativa del midollo osseo.
La possibile depressione del midollo osseo richiede un attento monitoraggio dei livelli dei globuli bianchi, dei globuli rossi e delle piastrine.
La tossicità emopoietica può giustificare una sospensione temporanea o la cessazione della terapia.
Lo stravaso del medicinale durante la somministrazione EV può provocare danno tissutale e dolore di grado severo.
L’uso concomitante con fenitoina deve essere evitato, perché il ridotto assorbimento di fenitoina da parte del tratto gastrointestinale può predisporre il paziente a convulsioni (vedere paragrafo 4.5).
La dacarbazina è un agente immunosoppressore moderato.
La somministrazione di vaccini vivi a pazienti immunocompromessi in conseguenza del trattamento con chemioterapici, come la dacarbazina, può causare infezioni gravi e potenzialmente fatali.
L’immunizzazione con vaccini vivi deve pertanto essere evitata durante la terapia con dacarbazina.
In linea generale, si consiglia di utilizzare vaccini a virus vivi con cautela dopo l’interruzione della chemioterapia e di tenere conto dello stato immunitario del paziente, in funzione anche della malattia e di altre terapie.
La vaccinazione con vaccini vivi deve essere praticata non prima di 3 mesi dal completamento della chemioterapia.
I vaccini inattivati possono essere usati, se disponibili.
Fotemustina e dacarbazina non devono essere usate in concomitanza (vedere paragrafo 4.5).
Durante la chemioterapia si deve evitare l’uso di medicinali epatotossici e il consumo di alcool.
Donne in età fertile/contraccezione negli uomini e nelle donne A causa del potenziale genotossico della dacarbazina (vedere paragrafo 5.3), le donne in età fertile devono usare misure contraccettive efficaci durante il trattamento con Dacarbazina medac e nei 6 mesi successivi al completamento del trattamento.
Si raccomanda agli uomini di usare misure contraccettive efficaci e di non concepire un figlio durante il trattamento con Dacarbazina medac e nei 3 mesi successivi al completamento del trattamento.
Le pazienti che pianificano una gravidanza devono richiedere una consulenza genetica al termine del periodo di contraccezione (vedere paragrafo 4.6).
Popolazione pediatrica Non si raccomanda l’uso della dacarbazina in età pediatrica fino a quando non saranno disponibili ulteriori dati.
Per le precauzioni sulla manipolazione, vedere paragrafo 6.6.

Interazioni

Se un trattamento precedente o concomitante ha avuto o ha effetti avversi a carico del midollo osseo (in particolare agenti citostatici, radiazioni), sono possibili interazioni mielotossiche.
Non sono stati condotti studi sulla presenza di un metabolismo dei fenotipi ma è stata identificata l’idrossilazione del composto progenitore in metaboliti con attività antitumorale.
La dacarbazina è metabolizzata dal citocromo P450 (CYP1A1, CYP1A2 e CYP2E1).
Occorre tenerlo presente in caso di co-somministrazione con altri medicinali metabolizzati dagli stessi enzimi epatici.
La dacarbazina può potenziare gli effetti del metossipsoralene a causa della fotosensibilità.
L’immunizzazione con vaccini vivi deve essere evitata durante la terapia con dacarbazina a causa del rischio di infezioni gravi e potenzialmente fatali.
Si consiglia di utilizzare vaccini a virus vivi con cautela dopo l’interruzione della chemioterapia, e di vaccinare non prima di 3 mesi dopo l’ultima dose di chemioterapia.
Si raccomanda l’uso di un vaccino inattivato, se disponibile (vedere anche paragrafo 4.4).
Il rischio di trombosi è maggiore nelle patologie maligne; pertanto, è comune l’uso di terapie anticoagulanti.
Se il paziente deve ricevere anticoagulanti orali, la frequenza di monitoraggio dell’INR deve essere aumentata a causa della notevole variabilità interindividuale della coagulazione e di possibili interazioni tra anticoagulanti e citostatici.
L’uso concomitante con fenitoina può causare una riduzione dell’assorbimento di fenitoina da parte del tratto gastrointestinale e predisporre il paziente a convulsioni (vedere paragrafo 4.4).
L’uso concomitante di ciclosporina (e in alcuni casi di tacrolimus) deve essere valutato con cautela, perché questi agenti possono causare eccessiva immunosoppressione e linfoproliferazione.
L’uso concomitante di fotemustina può causare tossicità polmonare acuta (sindrome da distress respiratorio dell’adulto), che può avere esito fatale.
Fotemustina e dacarbazina non devono essere usate in concomitanza.

Effetti indesiderati

Frequenze Molto comune (≥ 1/10); Comune (≥ 1/100, < 1/10); Non comune (≥ 1/1 000, < 1/100); Raro (≥ 1/10 000, < 1/1 000); Molto raro (< 1/10 000); Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili.
Le reazioni avverse al farmaco più comunemente segnalate includono disturbi gastrointestinali (anoressia, nausea e vomito) e patologie del sistema emolinfopoietico come anemia, leucopenia e trombocitopenia.
Queste ultime sono dipendenti dalla dose e insorgono in ritardo, con nadir spesso solo dopo 3 - 4 settimane.
Infezioni ed infestazioni Non comune: Infezioni
Patologie del sistema emolinfopoietico Comune: Anemia, leucopenia, trombocitopenia
Raro: Pancitopenia, agranulocitosi
Disturbi del sistema immunitario Raro: Reazioni anafilattiche
Patologie del sistema nervoso Raro: Cefalea, compromissione della vista, confusione, letargia, convulsioni, parestesia facciale
Patologie vascolari Raro: Arrossamento del volto
Patologie gastrointestinali Comune: Anoressia, nausea, vomito
Raro: Diarrea
Patologie epatobiliari Raro: Necrosi epatica dovuta a malattia veno-occlusiva (VOD) del fegato, sindrome di Budd-Chiari (con esito potenzialmente fatale)
Patologie renali e urinarie Raro: Compromissione della funzione renale
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Non comune: Alopecia, iperpigmentazione, fotosensibilità
Raro: Eritema, esantema maculopapulare, orticaria
Patologie generali e condizioni relative alla sede di somministrazione Non comune: Sintomi simil-influenzali
Raro: Irritazione in sede di applicazione
Esami diagnostici Raro: Aumento degli enzimi epatici (p.es.
fosfatasi alcalina, ASAT, ALAT), aumento della lattato deidrogenasi (LDH) ematica, aumento della creatinina ematica, aumento dell’urea ematica.
Descrizione di reazioni avverse selezionate Le frequenti variazioni nelle conte ematiche (anemia, leucopenia, trombocitopenia) sono dipendenti dalla dose e si manifestano in ritardo, con nadir spesso solo dopo 3 - 4 settimane.
Sintomi simil-influenzali come sfinimento, brividi, febbre e dolore muscolare si manifestano occasionalmente durante o spesso solo a giorni di distanza dalla somministrazione della dacarbazina.
Questi disturbi possono ripresentarsi all’infusione successiva.
Rari casi di necrosi epatica dovuta all’occlusione delle vene intraepatiche (malattia veno-occlusiva del fegato) sono stati osservati in seguito alla somministrazione della dacarbazina in monoterapia o in terapia combinata.
In generale, questa sindrome si è manifestata durante il secondo ciclo di terapia con sintomi come febbre, eosinofilia, dolore addominale, ingrossamento epatico, itterizia e shock, che sono peggiorati rapidamente nell’arco di alcune ore o giorni.
Poiché sono stati riferiti esiti fatali, si deve prestare particolare cautela (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).
Si presume che l’irritazione nella sede di applicazione e alcune delle reazioni avverse sistemiche siano dovute alla formazione di prodotti della fotodegradazione.
Parestesie e arrossamento del viso possono insorgere appena dopo l’iniezione.
Le reazioni cutanee allergiche come eritema, esantema maculopapulare o orticaria sono state osservate raramente.
Un’accidentale iniezione paravenosa provoca necrosi e dolore in sede locale.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

Gravidanza e allattamento

Gravidanza La dacarbazina ha dimostrato effetti mutageni, teratogeni e cancerogeni negli animali.
Occorre presupporre un maggior rischio di effetti teratogeni nell’uomo.
Pertanto, Dacarbazina medac è controindicata durante gravidanza (vedere paragrafo 4.3).
Donne in età fertile/contraccezione negli uomini e nelle donne A causa del potenziale genotossico della dacarbazina (vedere paragrafo 5.3), le donne in età fertile devono usare misure contraccettive efficaci durante il trattamento con Dacarbazina medac e nei 6 mesi successivi al completamento del trattamento.
Si raccomanda agli uomini di usare misure contraccettive efficaci e di non concepire un figlio durante il trattamento con Dacarbazina medac e nei 3 mesi successivi al completamento del trattamento.
Allattamento Dacarbazina medac è controindicato durante l’allattamento (vedere paragrafo 4.3).
Fertilità A causa del potenziale genotossico della dacarbazina, si consiglia ai pazienti di chiedere consiglio in merito alle modalità di preservazione della fertilità prima del trattamento con dacarbazina.
Al termine del trattamento con dacarbazina, si consiglia alle pazienti che pianificano una gravidanza di richiedere una consulenza genetica.

Conservazione

Non conservare a temperatura superiore a 25 °C.
Tenere il flaconcino nell’imballaggio esterno per proteggere il medicinale dalla luce.
Anche le soluzioni ricostituite devono essere tenute al riparo dalla luce.
Per le condizioni di conservazione dopo la ricostituzione vedere paragrafo 6.3.

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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.

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