CUFENCE 100CPS 200MG

3.782,79 €

Prezzo indicativo

Principio attivo: TRIENTINA DICLORIDRATO
  • ATC: A16AX12
  • Descrizione tipo ricetta: RNRL - LIMITATIVA NON RIPETIB.
  • Presenza Glutine:
  • Presenza Lattosio:

Data ultimo aggiornamento: 07/11/2020

Cufence è indicato per il trattamento della malattia di Wilson in pazienti adulti, adolescenti e bambini di età pari o superiore a 5 anni intolleranti alla terapia con D-penicillamina.
Ciascuna capsula rigida contiene 300 mg di trientina dicloridrato, equivalenti a 200 mg di trientina. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

Ipersensibilità al(ai) principio(i) attivo(i) o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.

Posologia

La terapia deve essere eseguita solo da medici specialisti con esperienza nella gestione della malattia di Wilson.
Posologia: La dose iniziale corrisponde di solito alla dose minima raccomandata e successivamente deve essere adattata in funzione della risposta clinica del paziente (vedere paragrafo 4.4).
La dose raccomandata è compresa tra 800 e 1.600 mg (da 4 a 8 capsule) al giorno in 2 a 4 dosi divise.
Le dosi raccomandate di Cufence sono espresse in mg di trientina base (ossia non in mg del suo sale dicloridrato) (vedere paragrafo 4.4).
Popolazioni speciali. Anziani: Le informazioni cliniche attualmente disponibili su Cufence non sono sufficienti per stabilire se esistano differenze di risposta tra i pazienti anziani e quelli più giovani.
In generale, la selezione del dosaggio deve essere cauta, partendo dal limite inferiore dell’intervallo di dosaggio consigliato per gli adulti, alla luce della maggiore frequenza di ridotta funzionalità epatica, renale o cardiaca e di patologie concomitanti o terapie con altri farmaci.
Insufficienza renale: Esistono informazioni limitate sui pazienti con insufficienza renale.
Pertanto la dose raccomandata nei pazienti con insufficienza renale è la stessa prevista per gli adulti.
Per precauzioni specifiche, vedere paragrafo 4.4.
Insufficienza epatica: Esistono informazioni limitate sui pazienti con insufficienza epatica.
Pertanto, la dose raccomandata nei pazienti con insufficienza epatica è la stessa prevista per gli adulti.
Per precauzioni specifiche, vedere paragrafo 4.4.
Pazienti che presentano sintomi principalmente epatici: La dose raccomandata nei pazienti che presentano sintomi principalmente epatici è la stessa raccomandata per gli adulti.
Si consiglia, comunque, di monitorare i pazienti che presentano sintomi epatici ogni 2-3 settimane dopo l’inizio del trattamento con Cufence.
Pazienti che presentano sintomi principalamente neurologici: Le raccomandazioni di dosaggio sono le stesse valide per gli adulti.
In ogni caso, l'aumento della titolazione deve essere eseguito con moderazione e ponderatezza e adattato in base alla risposta clinica del paziente, per esempio al peggioramento del tremore, poiché i pazienti potrebbero essere a rischio di deterioramento dello stato neurologico all’inizio del trattamento (vedere paragrafo 4.4).
Si consiglia inoltre di monitorare i pazienti che presentano sintomi neurologici ogni 1-2 settimane dopo l’inizio del trattamento con Cufence, fino al raggiungimento della dose target.
Popolazione pediatrica: La dose è più bassa rispetto a quella per gli adulti e dipende dall’età e dal peso corporeo.
La dose deve essere adattata in base alla risposta clinica: all'inizio della terapia sono stati utilizzati 400 -1.000 mg (2-5 capsule) (vedere paragrafo 4.4).
Bambini di età inferiore a 5 anni: La sicurezza e l’efficacia di Cufence nei bambini di età inferiore a 5 anni non sono state ancora stabilite.
Non vi sono dati disponibili.
Modo di somministrazione: Per uso orale.
Le capsule devono essere deglutite intere con acqua.
È importante che Cufence venga somministrato a stomaco vuoto, almeno un’ora prima dei pasti o due ore dopo i pasti, e ad almeno un’ora di distanza da altri prodotti medicinali, alimenti o latte (vedere paragrafo 4.5).

Avvertenze e precauzioni

Si consiglia cautela in caso di passaggio di un paziente da un’altra formulazione di trientina, poiché sono disponibili diversi sali di trientina che potrebbero avere un contenuto in trientina (base) e una biodisponibilità diversi.
Potrebbe essere necessario un aggiustamento della dose (vedere paragrafo 4.2).
La trientina è un agente chelante che ha dimostrato di ridurrei livelli di ferro sierico.
In alcuni casi potrebbe rendersi necessario il ricorso a integratori di ferro.
La co-somministrazione di ferro per via orale deve avvenire in un momento diverso rispetto a quella della trientina (vedere paragrafo 4.5).
La co-somministrazione di trientina e zinco non è raccomandata.
Sono disponibili solo dati limitati sull’uso concomitante e non è possibile formulare raccomandazioni specifiche relativamente alla dose.
Non esistono prove che gli antiacidi a base di calcio e magnesio alterino l’efficacia della trientina, tuttavia si raccomanda di somministrare tali medicinali in tempi diversi (vedere paragrafo 4.5).
In pazienti precedentemente trattati con D-penicillamina, durante il successivo trattamento con trientina sono state riportate reazioni avverse con sintomi simili a quelli del lupus, tuttavia non è possibile stabilire se esista una relazione causale con la trientina.
Monitoraggio: I pazienti trattati con Cufence devono rimanere sotto regolare supervisione medica ed essere monitorati utilizzando tutti i dati clinici disponibili per un controllo appropriato dei sintomi clinici e dei livelli di rame, al fine di ottimizzare la terapia.
La frequenza di monitoraggio raccomandata è di almeno due volte l’anno.
Si consiglia un monitoraggio più frequente durante la fase iniziale del trattamento e le fasi di progressione della malattia o in caso di aggiustamenti della dose che devono essere decisi dal medico curante (vedere paragrafo 4.2).
L’obiettivo della terapia di mantenimento è di mantenere i livelli di rame libero nel plasma (anche noto come rame plasmatico non ceruloplasminico) e l’escrezione urinaria di rame entro i limiti accettabili.
Un indice affidabile per il monitoraggio della terapia è la determinazione dei livelli di rame libero nel siero, calcolati utilizzando la differenza tra i livelli di rame totale e di rame legato alla ceruloplasmina (il valore normale di rame libero nel siero è generalmente di 100 - 150 microgrammi/L).
La misurazione dell’escrezione di rame nelle urine può essere condotta durante la terapia.
Poiché la terapia chelante causa un aumento dei livelli urinari di rame, questo potrebbe non offrire/non offrirà un quadro accurato del rame in eccesso nell’organismo, ma può comunque rappresentare una misura utile della conformità con il regime di trattamento.
L'impiego di opportuni intervalli target relativi ai valori del rame è descritto nelle linee guida di pratica clinica per la malattia di Wilson.
Come con tutti gli agenti anti-rame, il sovratrattamento implica un rischio di carenza di rame, che è particolarmente dannoso per i bambini e le donne in gravidanza (vedere paragrafo 4.6) poiché il rame è necessario per una corretta crescita e un adeguato sviluppo mentale.
Pertanto deve essere effettuato un monitoraggio delle manifestazioni di sovratrattamento.I pazienti con insufficienza renale e/o epatica trattati con trientina devono restare sotto regolare controllo medico per un adeguato controllo dei sintomi e dei livelli di rame.
In questi pazienti si raccomanda anche un attento monitoraggio della funzionalità renale e/o epatica (vedere paragrafo 4.2).
All’inizio della terapia chelante, l’eccesso di rame libero nel siero durante la risposta iniziale al trattamento può determinare un peggioramento dei sintomi neurologici.
Tale effetto può apparire più evidente nei pazienti con sintomi neurologici preesistenti.
Si raccomanda di monitorare attentamente nei pazienti segni e sintomi di questo tipo e di considerare un’accurata titolazione per raggiungere la dose terapeutica raccomandata, riducendo la dose se necessario.
In caso di segni di efficacia ridotta, come un aumento (persistente) degli enzimi epatici o un peggioramento del tremore, deve essere preso in considerazione un aggiustamento del dosaggio di trientina.
In caso di aggiustamento della dose di trientina, questo deve avvenire in modo graduale.
La dose di trientina può essere ridotta anche in caso di effetti indesiderati dovuti alla trientina come disturbi gastrointestinali e alterazioni ematologiche.
Le dosi devono essere ridotte fino a una dose più tollerabile e possono essere nuovamente aumentate una volta risolti gli effetti indesiderati.

Interazioni

Non sono stati effettuati studi d’interazione.
Zinco: Non vi sono dati sufficienti per supportare l’uso concomitante di zinco e trientina.
La co-somministrazione di trientina e zinco non è raccomandata, in quanto è probabile un’interazione tra zinco e trientina tale da ridurre gli effetti di entrambe le sostanze attive.
Altri agenti anti-rame: Non sono stati effettuati studi d’interazione sulla co-somministrazione di trientina e D-penicillamina.
Alimenti: La trientina è scarsamente assorbita dopo l’assunzione orale e il cibo può inibirne ulteriormente l’assorbimento.
Studi specifici di interazione con il cibo condotti su soggetti sani hanno evidenziato una riduzione della quantità di trientina assorbita fino al 45%.
Un’esposizione sistemica è fondamentale per il suo principale meccanismo d’azione, la chelazione del rame (vedere paragrafo 5.1).
Pertanto, si raccomanda di assumere la trientina almeno 1 ora prima dei pasti o 2 ore dopo i pasti e ad almeno un’ora di distanza da altri medicinali, alimenti o latte per consentirne il massimo assorbimento e ridurre la probabilità di formazione di complessi mediante legami con metalli nel tratto gastrointestinale (vedere paragrafo 4.2).
Altri prodotti: È stato dimostrato che la trientina riduce i livelli di ferro sierico.
Per questo, in alcuni casi potrebbe rendersi necessario il ricorso a integratori di ferro.
La co-somministrazione di ferro o altri metalli pesanti per via orale deve avvenire in un momento diverso rispetto a quella della trientina, in modo da prevenire la formazione di complessi (vedere paragrafo 4.4).
Sebbene non esistano prove che gli antiacidi a base di calcio e magnesio alterino l’efficacia della trientina, è buona pratica somministrare tali medicinali in tempi diversi (vedere paragrafo 4.4).

Effetti indesiderati

Sintesi del profilo di sicurezza: All’inizio del trattamento possono comparire comunemente nausea e occasionalmente eruzioni cutanee.
Sono state segnalate anche duodenite e colite grave.
All’inizio del trattamento può verificarsi un deterioramento dello stato neurologico.
Tabella riepilogativa delle reazioni avverse. La tabella presentata di seguito è conforme alla classificazione sistemica organica MedDRA (SOC e livello dei Termini Preferiti).
Le frequenze sono definite come: molto comune (> 1/10); comune (≥ 1/100, < 1/10); non comune (≥ 1/1000, < 1/100); rara (≥ 1/10.000, < 1/1.000); molto rara (< 1/10.000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
MedDRA - Database di classificazione sistemica organica Reazione avversa
Patologie del sistema emolinfopoietico: Non comune: Anemia
Non comune: Anemia aplastica
Non comune: Anemia sideroblastica
Patologie del sistema nervoso: Non comune: Distonia
Non comune: Tremore
Non nota: Disartria
Non nota: Rigidità muscolare
Non nota: Deterioramento dello stato neurologico
Patologie del sistema immunitario: Non nota: Sindrome simili-lupoide
Non nota: Nefrite da lupus eritematoso sistemico
Patologie gastrointestinali: Comuni: Nausea
Non nota: Colite
Non nota: Duodenite
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: Non comune: Eruzioni cutanee
Descrizione di specifiche reazioni avverse: All’inizio del trattamento in pazienti con malattia di Wilson trattati con chelanti del rame, inclusa la trientina, vi sono state segnalazioni di deterioramento dello stato neurologico con sintomi come, ad esempio, distonia, rigidità, tremore e disartria (vedere paragrafo 4.2).
Popolazione pediatrica: Studi clinici su Cufence comprendenti un limitato numero di bambini di età compresa tra 5 e 17 anni all’inizio del trattamento indicano che la frequenza, il tipo e la gravità delle reazioni avverse nei bambini sono prevedibilmente gli stessi degli adulti.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette.
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato nell’Allegato V.

Gravidanza e allattamento

Gravidanza: I dati relativi all’uso di trientina in donne in gravidanza sono in numero limitato.
Gli studi sugli animali hanno mostrato una tossicità riproduttiva, dovuta probabilmente a una carenza di rame indotta da trientina (vedere paragrafo 5.3).
La trientina deve essere usata in gravidanza solo dopo un’attenta valutazione dei benefici rispetto ai rischi legati all’interruzione del trattamento nella singola paziente.
I fattori da prendere in considerazione includono i rischi noti associati alla malattia di Wilson sotto trattata e non trattata, i rischi dei trattamenti alternativi disponibili e i possibili effetti della trientina (vedere paragrafo 5.3).
Se a seguito di un’analisi dei rischi e benefici è ritenuto necessario proseguire la terapia con trientina, deve essere presa in considerazione una riduzione del dosaggio di trientina alla dose efficace più bassa e il monitoraggio dell’aderenza al trattamento.
La gravidanza deve essere strettamente monitorata per individuare eventuali anomalie fetali e valutare i livelli di rame nel siero durante la gravidanza.
La dose di trientina utilizzata deve essere aggiustata al fine di mantenere i livelli di rame nel siero entro valori normali.
Poiché il rame è necessario per una corretta crescita e un adeguato sviluppo mentale, potrebbero essere necessari aggiustamenti della dose per evitare la carenza di rame nel feto.
Inoltre è fondamentale uno stretto monitoraggio della paziente (vedere paragrafo 4.4).
Laddove opportuno, devono essere monitorati i livelli sierici di rame e ceruloplasmina nei bambini nati da madri trattate con trientina.
Allattamento: Vi sono dati clinici limitati indicanti che la trientina non è escreta nel latte materno.
Tuttavia, il rischio per i neonati/lattanti non può essere escluso.
Deve essere presa la decisione se interrompere l’allattamento o interrompere la terapia/astenersi dalla terapia con trientina tenendo in considerazione il beneficio dell’allattamento per il bambino e il beneficio della terapia per la donna.
Fertilità: Non è noto se la trientina possa avere effetti sulla fertilità umana.

Conservazione

Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.
Tenere il flacone ben chiuso per proteggere il medicinale dall’umidità.

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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.