CARMUSTINA MED 1F 100MG+F SOLV

1.159,42 €

Prezzo indicativo

Principio attivo: CARMUSTINA
  • ATC: L01AD01
  • Descrizione tipo ricetta: OSP - USO OSPEDALIERO
  • Presenza Glutine:
  • Presenza Lattosio:

Data ultimo aggiornamento: 26/05/2021

Carmustina è indicata negli adulti nei seguenti neoplasmi maligni come agente singolo o in associazione ad altri agenti antineoplastici e/o altre misure terapeutiche (radioterapia, chirurgia): - tumori cerebrali (glioblastoma, gliomi del tronco cerebrale, medulloblastoma, astrocitoma ed ependimoma), tumori cerebrali metastatici; - terapia secondaria nei linfomi non Hodgkin e malattia di Hodgkin; - Tumori del tratto gastrointestinale, - Melanoma maligno in combinazione con altri medicinali antineoplastici - come trattamento di condizionamento precedente a trapianto di cellule progenitrici ematopoietiche autologhe (HPTC) in patologie ematologiche maligne (malattia di Hodgkin / linfoma non Hodgkin).
Ogni flaconcino di polvere per concentrato per soluzione per infusione contiene 100 mg di carmustina. Dopo la ricostituzione e diluizione (vedere paragrafo 6.6), 1 ml di soluzione contiene 3,3 mg di carmustina. Eccipienti con effetti noti Ogni fiala di solvente contiene 3 ml di etanolo anidro (che corrisponde a 2,37 g). Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

- Ipersensibilità al principio attivo, ad altre nitrosuree o a uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
- Grave depressione midollare.
- Grave danno renale (in stadio terminale).
- Bambini e adolescenti - Allattamento.

Posologia

Carmustine medac deve essere somministrato solo da specialisti con esperienza nel campo della chemioterapia e sotto appropriata supervisione medica.
Posologia Dosi iniziali La dose consigliata di Carmustine medac come unico agente in pazienti mai trattati in precedenza è di 150-200 mg/m² per via endovenosa ogni sei settimane.
Tale dose deve essere assunta in un’unica somministrazione o suddivisa in infusioni giornaliere di 75-100 mg/m² in due giorni consecutivi.
Quando Carmustine medac è utilizzato in associazione con altri medicinali mielosoppressivi o in pazienti con deplezione della riserva midollare, le dosi devono essere adeguate al profilo ematologico del paziente come mostrato di seguito.
Monitoraggio e dosi successive Non si deve somministrare un nuovo ciclo di Carmustine medac fino a quando gli elementi del sangue circolante non siano tornati a livelli accettabili (piastrine al di sopra di 100.000/mm³, leucociti al di sopra di 4.000/mm³), il che di solito avviene nell’arco di sei settimane.
I valori ematici devono essere monitorati frequentemente e non devono essere somministrati cicli ripetuti prima di sei settimane a causa della tossicità ematologica tardiva.
Le dosi successive a quella iniziale devono essere adeguate in base alla risposta ematologica del paziente alla dose precedente, sia in monoterapia sia in terapia di associazione con altri medicinali mielosoppressivi.
La tabella in basso è riportata come guida per l’aggiustamento posologico.
Tabella 1
Nadir dopo la dose precedente Percentuale della dose
Leucociti/mm³ Piastrine/mm³ precedente da somministrare
>4.000 >100.000 100%
3.000 - 3.999 75.000 - 99.999 100%
2.000 - 2.999 25.000 - 74.999 70%
<2.000 <25.000 50%
Nei casi in cui il nadir dopo la dose iniziale non rientri nella stessa riga per leucociti e piastrine (ad es.
leucociti >4.000 e piastrine <25.000), deve essere usato il valore con la percentuale più bassa della dose precedente (ad es.
con piastrine <25.000 deve essere somministrato al massimo il 50% della dose precedente).
Non ci sono limiti per il periodo di applicazione della terapia con carmustina.
Nel caso in cui il tumore rimanga incurabile o compaiano reazioni avverse gravi o intollerabili, la terapia con carmustina deve essere interrotta.
Trattamento di condizionamento precedente a HPTC La carmustina viene somministrata per via endovenosa in combinazione con altri agenti chemioterapici in pazienti con patologie ematologiche maligne precedentemente a HPCT a un dosaggio di 300 - 600 mg/m².
Popolazioni speciali Popolazione pediatrica Carmustina è controindicata nei bambini e adolescenti di età inferiore ai 18 anni (vedere paragrafo 4.3).
Anziani In generale, la scelta della dose per un paziente anziano deve essere prudente, solitamente partendo dal basso dell’intervallo, considerata la maggiore frequenza nella diminuzione della funzionalità epatica, renale o cardiaca e prendendo in considerazione eventuali malattie concomitanti o terapie con altri medicinali.
Poiché nei pazienti anziani è maggiore la probabilità di una funzionalità renale ridotta, occorre fare attenzione nella scelta della dose e monitorare la velocità di filtrazione glomerulare, abbassando la dose di conseguenza.
Compromissione renale Per pazienti con danno renale, la dose di Carmustine medac deve essere diminuita se vi è una riduzione della velocità di filtrazione glomerulare.
Modo di somministrazione Carmustine medac è per uso endovenoso dopo ricostituzione e ulteriore diluizione.
Nella ricostituzione della polvere con il solvente fornito deve essere preparata una soluzione madre aggiungendo altri 27 ml di acqua per iniezione.
Con la ricostituzione e la diluizione, secondo le istruzioni fornite, si ottiene una soluzione madre trasparente, da incolore a giallo chiaro, che deve essere ulteriormente diluita con 500 ml di soluzione di cloruro di sodio 9 mg/ml (0,9 %) per iniezione o di soluzione di glucosio 50 mg/ml (5 %) per iniezione.
La soluzione ottenuta pronta per l’infusione deve quindi essere somministrata immediatamente tramite flebo per via endovenosa per un periodo di una o due ore al riparo dalla luce.
L’infusione deve avere una durata non inferiore a un’ora altrimenti provoca bruciore e dolore nell’area di iniezione.
Il sito di iniezione deve essere monitorato durante la somministrazione.
Per le istruzioni sulla ricostituzione e la diluizione del medicinale prima della somministrazione, vedere paragrafo 6.6.

Avvertenze e precauzioni

È stata riferita tossicità polmonare caratterizzata da infiltrati polmonari e/o fibrosi con una frequenza fino al 30%, che può verificarsi nei tre anni successivi alla terapia e sembra essere dose-correlata con dosi cumulative di 1.200-1.500 mg/m² in quanto associata ad aumentata probabilità di fibrosi polmonare.
Tra i fattori di rischio rientrano il fumo, la presenza di un’affezione respiratoria, anomalie radiografiche preesistenti, irradiazione toracica sequenziale o concomitante e associazione con altri agenti che causano danno polmonare.
Durante il trattamento devono essere eseguiti studi di funzionalità polmonare al basale e radiografie al torace, oltre a frequenti test di funzionalità polmonare.
I pazienti con un basale inferiore al 70 % della capacità vitale forzata (FVC) o alla capacità di diffusione del monossido di carbonio (DLCO) previste sono particolarmente a rischio.È stato riferito un aumento del rischio di tossicità polmonare durante il trattamento in regime di condizionamento e HTCP per le donne.
Finora tale aumento del rischio è descritto per il trattamento in sé, comprendente regimi di condizionamento senza carmustina (ad es.
TBI o Busulfan seguito da ciclofosfamide) o con carmustina (BEAM: carmustina, etoposide, citarabina e Melfalan o CBV: ciclofosfamide, carmustina e etoposide).
È stato dimostrato che una terapia ad alto dosaggio con carmustina (in particolare a 600 mg/m²) precedente a trapianto di cellule staminali ematopoietiche aumenta il rischio e la gravità di incidenza di possibili tossicità polmonari; di conseguenza l’uso di carmustina deve essere pertanto soppesato in relazione ai rischi.
In caso di terapia ad alto dosaggio con carmustina, il rischio e la gravità di possibili infezioni, tossicità a livello cardiaco, epatico, gastrointestinale e renale, malattie del sistema nervoso e anomalie elettrolitiche (ipokaliemia, ipomagnesemia e ipofosfatemia) aumenta.
I pazienti con comorbidità e stato della malattia in peggioramento rischiano maggiormente di sviluppare reazioni avverse.
Ciò deve essere tenuto in considerazione specialmente nei pazienti più anziani.
Occorre inoltre controllare la funzionalità epatica e renale prima del trattamento e monitorarla regolarmente durante la terapia (vedere paragrafo 4.8).
Può insorgere inoltre enterocolite neutropenica quale reazione avversa legata alla terapia in seguito a un trattamento con agenti chemioterapici.
Carmustina è cancerogena nei ratti e nei topi a dosi inferiori alla dose umana raccomandata in base alla superficie corporea (vedere paragrafo 5.3).
La tossicità midollare è una reazione avversa tossica comune e grave di carmustina.
È necessario eseguire frequenti esami emocromocitometrici completi per almeno sei settimane dopo una dose.
In caso di diminuzione del numero di piastrine circolanti, di leucociti o di eritrociti a seguito di precedenti chemioterapie o per altre cause, la dose deve essere adeguata (vedere a tal proposito la tabella 1, paragrafo 4.2).
La funzionalità epatica, renale e polmonare deve essere controllata e monitorata regolarmente durante la terapia (vedere paragrafo 4.8).
Dosi ripetute di Carmustine medac non devono essere somministrate con frequenza più ravvicinata di sei settimane.
La tossicità midollare di carmustina è cumulativa; pertanto si deve considerare un adeguamento della dose sulla base delle conte ematiche al nadir delle dosi precedenti (vedere paragrafo 4.2).
La somministrazione diretta di carmustina nell’arteria carotide è considerata sperimentale ed è stata associata a tossicità oculare.
Un dosaggio di 600 mg/mg² di questo medicinale somministrato a un adulto di 70 kg comporterebbe un’esposizione a 370 mg/kg di etanolo con conseguente aumento della concentrazione di alcol nel sangue (BAC) di circa 61,7 mg/100 ml.
A confronto, un adulto che beve un bicchiere di vino o 500 ml di birra svilupperà con tutta probabilità un tasso alcolemico (BAT) pari a 50 mg/100 ml.
Pertanto la co- somministrazione con medicinali contenenti ad esempio glicole propilenico o etanolo può causare un accumulo di etanolo e produrre effetti avversi.
Poiché questo medicinale viene somministrato lentamente nell’arco di 6 ore, gli effetti dell’alcol potrebbero ridursi.

Interazioni

Fenitoina e desametasone In associazione a medicinali chemioterapici deve essere prevista una ridotta attività dei medicinali antiepilettici.
Cimetidina L’uso concomitante di cimetidina provoca un effetto tossico aumentato, ritardato, grave e sospetto di carmustina (dovuto all’inibizione del metabolismo di carmustina).
Digossina L’uso concomitante con digossina porta a un effetto ridotto, ritardato, moderato, sospetto di digossina (a causa del ridotto assorbimento della digossina).
Melfalan L’uso concomitante con melfalan comporta un aumento del rischio di tossicità polmonare.

Effetti indesiderati

Riassunto del profilo di sicurezza La tabella mostra le reazioni avverse che sono state riferite durante il trattamento con questo medicinale, ma che potrebbero non avere necessariamente una relazione causale con lo stesso.
Poiché gli studi clinici sono condotti in condizioni molto specifiche, i tassi di incidenza delle reazioni avverse osservate potrebbero non corrispondere ai tassi registrati nella prassi clinica.
Le reazioni avverse sono generalmente incluse nella monografia del prodotto o negli studi cardine se sono state segnalate da più dell’1% dei pazienti e/o se sono risultate di importanza clinica.
Quando sono disponibili studi controllati con placebo, le reazioni avverse sono incluse se l’incidenza è ≥ 5 % nel gruppo di trattamento.
Tabella delle reazioni avverse Nella tabella 1 di seguito sono riportate le reazioni avverse secondo la classificazione per sistemi e organi e la relativa frequenza: Molto comune (≥ 1/10); Comune (≥ 1/100, < 1/10); Non comune (≥ 1/1 000, < 1/100); Raro (≥ 1/10 000, < 1/1 000); Molto raro (≥ 1/100 000, < 1/10 000) e non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
All’interno di ciascun gruppo di frequenza, le reazioni avverse sono elencate in ordine decrescente di gravità.
Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA Frequenza Reazioni avverse
Infezioni ed infestazioni Non nota Infezioni opportunistiche (anche fatali)
Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi) Comune Leucemia acuta, displasia del midollo osseo (dopo un uso prolungato)
Patologie del sistema emolinfopoieticoMolto comuneMielosoppressione
ComuneAnemia
Patologie del sistema nervoso Molto comune Atassia, capogiro, cefalea
Comune Encefalopatia (terapia ad alto dosaggio e dose-limitante)
Non nota Dolore muscolare, stato epilettico, crisi convulsiva, crisi convulsiva da grande male
Patologie dell’occhio Molto comune Tossicità oculare, arrossamento congiuntivale transitorio e visione annebbiata dovuta a emorragie della retina
Patologie cardiache Molto comune Ipotensione, causata dall’alcol contenuto nel solvente (terapia ad alto dosaggio)
Non nota Tachicardia
Patologie vascolari Molto comune Flebite
Raro Malattia veno-occlusiva (terapia ad alto dosaggio)
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Molto comune Tossicità polmonare, fibrosi interstiziale (con terapia prolungata e dose cumulativa)* Polmonite
Raro Fibrosi interstiziale (con dosi inferiori)
Patologie gastrointestinali Molto comune Potenziale emetogeno Nausea e vomito (gravi)
Comune Anoressia, stipsi, diarrea, stomatite
Patologie epatobiliari Comune Epatotossicità, reversibile, ritardata fino a 60 giorni dopo la somministrazione (in terapia ad alto dosaggio e dose-limitante), manifestata da: - bilirubina, aumento reversibile - fosfatasi alcalina, aumento reversibile - SGOT, aumento reversibile
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Molto comune La dermatite con uso topico migliora con una concentrazione ridotta del composto; iperpigmentazione, transitoria, con contatto accidentale con la cute
Comune Alopecia, rossore (a causa del contenuto di alcol nel solvente; maggiore con intervalli di somministrazione <1-2 h), reazione nel sito d’iniezione.
Non nota Pericolo di stravaso: vescicante
Patologie renali e urinarie Raro Tossicità renale
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Raro Ginecomastia
Non nota Infertilità, teratogenesi
Patologie metaboliche e della nutrizione Non nota Anomalie elettrolitiche (ipokaliemia, ipomagnesemia e ipofosfatemia)
*È stato riferito un aumento del rischio di tossicità polmonare durante il trattamento in regime di condizionamento e HTCP per le donne.
Finora tale aumento del rischio è descritto per il trattamento in sé, comprendente regimi di condizionamento senza carmustina (ad es.
TBI o Busulfan seguito da ciclofosfamide) o con carmustina (BEAM: carmustina, etoposide, citarabina e Melfalan o CBV: ciclofosfamide, carmustina e etoposide).
Descrizione di reazioni avverse selezionate Mielosoppressione La mielosoppressione è molto comune e inizia 7-14 giorni dopo la somministrazione con recupero 42-56 giorni dopo la somministrazione.
La mielosoppressione è correlata alla dose e alla dose cumulativa e spesso bifasica.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Fibrosi polmonare (con esito fatale), infiltrazione polmonare La tossicità polmonare è stata osservata in una quota di pazienti fino al 30 %.
Nei casi in cui la tossicità polmonare è iniziata precocemente (nei tre anni successivi al trattamento), sono stati riscontrati casi di infiltrati polmonari e/o fibrosi polmonare, alcuni dei quali fatali.
I pazienti erano di età compresa tra i 22 mesi e i 72 anni.
Tra i fattori di rischio rientrano il fumo, la presenza di malattie respiratorie, anomalie radiografiche esistenti, irradiazione sequenziale o concomitante del torace e associazione con altri principi attivi che possono causare danni ai polmoni.
L’incidenza delle reazioni avverse è probabilmente correlata alla dose; dosi cumulative di 1200- 1500 mg/m² sono state associate a un aumento della probabilità di fibrosi polmonare.
Durante il trattamento devono essere eseguiti regolarmente esami della funzionalità polmonare (FVC, DLCO).
I pazienti che in tali test mostrano un basale <70 % della capacità vitale forzata o della capacità di diffusione del monossido di carbonio previste sono particolarmente a rischio.
Nei pazienti ai quali è stata somministrata carmustina nell’infanzia o nell’adolescenza sono stati descritti casi di fibrosi polmonare estremamente ritardata (fino a 17 anni dopo il trattamento).
L’osservazione di follow-up a lungo termine di 17 pazienti sopravvissuti a tumori cerebrali infantili ha evidenziato che otto sono deceduti per fibrosi polmonare.
Due di questi otto decessi si sono verificati nei primi tre anni di trattamento e sei tra otto e 13 anni dopo il trattamento.
L’età mediana dei pazienti deceduti durante il trattamento era di 2,5 anni (1-12 anni), l’età mediana dei sopravvissuti a lungo termine in trattamento era di 10 anni (5-16 anni).
Tutti i pazienti di età inferiore ai 5 anni al momento del trattamento sono deceduti per fibrosi polmonare; né la dose di carmustina né una dose aggiuntiva di vincristina o radiazioni spinali hanno avuto alcuna influenza sul decesso.
A tutti i rimanenti sopravvissuti disponibili per il follow-up è stata diagnosticata fibrosi polmonare.
L’uso di carmustina in bambini e adolescenti di età inferiore a 18 anni è controindicato (vedere paragrafo 4.3).
La tossicità polmonare si è manifestata anche nella fase post-immissione in commercio sotto forma di polmonite e malattia polmonare interstiziale.
Si osserva polmonite per dosi > 450 mg/m² e malattia polmonare interstiziale con terapia prolungata e dose cumulativa > 1.400 mg/m².
Potenziale emetogeno Il potenziale emetogeno è elevato con dosi > 250 mg/m² e da alto a moderato con dosi ≤ 250 mg/m².
Nausea e vomito sono gravi 3 iniziano nell’arco di 2-4 ore dalla somministrazione e si protraggono per 4-6 ore.
Tossicità renale La tossicità renale è rara, ma si verifica per dosi cumulative < 1.000 mg/m².
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante.
Essa permette un monitoraggio continuo del rapporto rischio/beneficio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

Gravidanza e allattamento

Donne in età fertile/Contraccezione per gli uomini e le donne Le donne devono usare un metodo contraccettivo efficace per evitare gravidanze durante il trattamento e per almeno sei mesi dopo.
Ai pazienti di sesso maschile occorre suggerire l’uso di adeguate misure contraccettive durante il trattamento con carmustina e per almeno sei mesi dopo.
Gravidanza Carmustina non deve essere di norma somministrata a pazienti in stato di gravidanza.
Non è stato stabilito se l’uso durante la gravidanza sia sicuro.
Pertanto i benefici devono essere attentamente soppesati rispetto al rischio di tossicità.
Carmustina è embriotossica nei ratti e nei conigli e teratogena nei ratti quando somministrata in dosi equivalenti alla dose umana (vedere paragrafo 5.3).
Se Carmustine medac è utilizzato in gravidanza o se la paziente inizia una gravidanza mentre lo assume, quest’ultima deve essere informata riguardo al potenziale rischio per il feto.
Allattamento Non è noto se carmustina/i metaboliti siano escreti nel latte materno.
Il rischio per i neonati/lattanti non può essere escluso.
Carmustine medac è controindicato durante l’allattamento e fino a sette giorni dopo il trattamento (vedere paragrafo 4.3).
Fertilità Carmustina può compromettere la fertilità maschile.
Informare i pazienti di sesso maschile del potenziale rischio di infertilità e consigliare loro di ottenere una consulenza in materia di pianificazione familiare/della fertilità prima della terapia con carmustina.

Conservazione

Conservare e trasportare in frigorifero (2°C - 8°C) Conservare il flaconcino e la fiala nell’imballaggio esterno per proteggere il medicinale dalla luce.
Per le condizioni di conservazione dopo la ricostituzione e l’ulteriore diluizione de medicinale, vedere paragrafo 6.3.

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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.

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